Liberazione

C’è un monumento in piazza

del Partigiano, mani legate

dietro la schiena.

La genta passa lo guarda appena.

Sotto la statua c’è un’ iscrizione

poche parole non dicon tanto

a chi non sa, a chi non vede

passa distratto, a chi non crede

che quello è un uomo ch’è stato

ucciso perché chiedeva la

Libertà.

Soltanto  questo la Libertà

Bambini intorno giran curiosi

si ferman poco ridon gioiosi

perché quell’uomo ha quelle

mani con quella corda legata

ai polsi ?

E quelle dita son cosi lunghe

che sembran rami?

E guarda il cielo come se fosse

precipitato sopra di lui?

Non sa, non vede la gente

e passa.

Qualcuno appoggia sopra

il muretto un coso bianco

forse un berretto.

Poi   guarda in basso

verso l’aiuola  dove c’è

un fiore nato dal marmo.

Un fiore giallo come una luce.

Si è fatto strada è tutto storto

però è nato ed ora è là

a festeggiare la Libertà.

30 commenti su “Liberazione”

  1. Molto Bello questo inno alla Liberazione, che ci ricorda come finalmente uscimmo a riveder le stelle
    Un regime impostosi con la violenza, che ci aveva irreggimentato nel culto della personalità, privato delle libertà, alleato dell’odioso nazismo, che aveva promulgato le leggi razziali, che ci aveva condotto ad una guerra rovinosa, cadeva definitivamente per merito delle Democrazie alleate e della Resistenza di tanti italiani che si erano ribellati alla dittatura.
    Non sono morti invano.

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    grazie, speriamo…

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  2. In ritardo, ma ancora in tempo partecipo alla Festa della Liberazione, ricordando la fine del regime nazifascista e la meglio gioventù che sacrificò la vita per combatterla.

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  3. 25 APRILE: UNA FESTA NAZIONALE O PARTIGIANA?
    Una ricerca effettuata dall’“Istituto EumetraMR” di Milano nel 2018 volle verificare in quale misura gli italiani fossero consapevoli di che cosa rappresenti il 25 aprile. Quale avvenimento viene ricordo in questo giorno? E quali significati e insegnamenti vengono loro attribuiti? Consultarono un campione nazionale di cittadini con un’età superiore ai 17 anni e la ricerca evidenziò un quadro davvero preoccupante. Solo circa due intervistati su tre (67%) dimostravano di ricordare, con relativa precisione, ciò che si festeggia effettivamente il 25 aprile. Ma il restante terzo (33%) aveva le idee abbastanza confuse: per il 18% in questa data si festeggia «l’unità d’Italia» o «l’anniversario di Roma come Capitale» (3%) o «la festa del lavoro» (2%) o, c’è chi pensava fosse «la fine della seconda guerra mondiale» (9%).
    La fascia anagrafica “più ignorante” è stata quella dai 25 ai 45 anni (circa il 40% con incapacità di contestualizzare la data storicamente). Tra i laureati, poi ben uno su quattro ignorava il significato della ricorrenza.
    Ora provate a chiedere ad un cittadino francese qualsiasi cosa si festeggi in Francia il 14 luglio. Vi risponderà accennando con entusiasmo nazionalista gallico «Allons enfants de la Patrie… le jour de gloire est arrivé!». Oppure chiedete ad uno yankee perché il 4 luglio negli Stati Uniti sia una festa. In Italia, purtroppo, è solo un giorno di vacanza dalla scuola o dal lavoro, senza che se ne sappia bene la motivazione.
    C’è poi chi la sente come una festa divisiva poiché non ne condivide le istanze ideologiche storiche che riportano a quella data. C’è poi chi si domanda se esista al mondo un’altra nazione che festeggia la propria sconfitta in guerra.
    Effettivamente il 25 aprile è una data controversa: è stata la fase prodromica a quell’orrenda e squallida sceneggiata di piazzale Loreto definita (dagli storici!) una “scena da macelleria messicana”. Una “liberazione” che ha portato alle foibe titine. Un giorno che ha dato il via alle stragi del famoso “Triangolo rosso” di Reggio Emilia. Dopo 76 anni le celebrazioni sparse in tutto il territorio della penisola, (quando sono consentiti gli assembramenti!) sono una festa caratterizzata dai fazzoletti rossi, dai canonici “pugni chiusi” e la cui colonna sonora ufficiale è ancora «Bella ciao»!
    In molti, in questi ultimi anni, hanno avanzato la proposta di considerare questa data come un giorno commemorativo di tutte le vittime della seconda guerra mondiale. Comprese quelle della guerra civile e della Repubblica di Salò. E comprese e vittime del famigerato “Triangolo rosso di Reggio Emilia” tra il 1945 ed il 1948 (quindi a guerra già conclusa!) attribuite a partigiani ed a militanti di formazioni di matrice comunista spinti da odio viscerale. Dal 24 aprile al 5 dicembre 1945 come è stato rivelato dal libro di Roberto Beretta “Storia di preti uccisi dai partigiani” furono assassinati 129 preti. Solo nel bolognese dopo il 21 aprile 1945 le vittime ammonterebbero a 773 (di cui 334 civili fra cui 42 donne).
    Questa idea di considerare il 25 aprile un giorno commemorativo (non certo una festa!) è stata sempre rifiutata ma a ben vedere non è certo folle. Quasi nessuno sa che il 1° gennaio 1947 a Perugia, nel cimitero monumentale, Corrado Sassi e Bruno Cagnoli deposero una corona di fiori sul monumento ai caduti della Prima guerra mondiale. Corrado Sassi era un partigiano della “brigata Garibaldi – Francesco Innamorati” e Bruno Cagnoli, un aderente alla Repubblica Sociale Italiana. Un partigiano e un ex “repubblichino” che due anni prima si sarebbero scontrati selvaggiamente, insieme deposero una corona come “gesto di riconciliazione”. E il 25 aprile scorso, Daniele Sassi, figlio di Corrado e Alberto Cagnoli, figlio di Bruno, hanno voluto ripetere il gesto dei loro padri.
    Gesto che invece negli ultimi 76 anni le istituzioni non sono state mai capaci di promuovere. Sarebbe un modo per rendere più partecipata questa ricorrenza anche per coloro che non si sentono rappresentati. Questo splendido gesto di riconciliazione è descritto in un libro dal titolo «Quel capodanno perduto».
    Cesare Pavese scrisse «[…] ho visto i morti sconosciuti, i morti repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che, anche se vinto, il nemico è qualcuno, anche dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso. Si ha l’impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vederli, a riempircene gli occhi. Non è paura, non è la solita viltà. Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione».
    A parte la tristezza che un italiano su tre non sappia che cosa si ricordi il 25 aprile (ma se ne stia a casa in vacanza egualmente dal lavoro!) e, di conseguenza, ignori un pezzo cruciale della nostra storia e dei fondamenti ideali (condivisi o meno!!) della formazione della nostra Repubblica, quel “25 Aprile 1945” resta ancora una festa che inesorabilmente divide anziché unire, una festa che ha mantenuto intatto quello stesso spirito astioso, bilioso e velenoso di allora, una festa «partigiana» (non “dei partigiani” ma con l’accezione etimologica, una festa “di parte”) ben lontano da essere un elemento di rilievo che coinvolga i sentimenti della nazione. Faccio un esempio: il 25 dicembre o l’8 dicembre sono feste religiose in cui si festeggia il Santo Natale o l’Immacolata Concezione. E questo vale anche per uno scintoista, un musulmano o un ateo che risieda in Italia e che può giustamente affermare che “questa non è la mia festa” senza essere necessariamente insultato. Di converso – finché non considereranno questa data in modo “bi…partizan” – qualcuno non può affermare di non sentirla come festa senza essere insultato e additato come “sporco fascista!”. D’altronde ci sono tanti eventi da ricordare il 25 aprile: possiamo ricordare San Marco Evangelista. O la prima pubblicazione nel 1719 del romanzo «Robinson Crusoe» di Daniel De Foe. Oppure S. Ambrogio che impartisce il battesimo a S. Agostino nel 387. Nel 1926 ad esempio al Teatro alla Scala di Milano vi fu la “prima assoluta” della «Turandot» di Giacomo Puccini. Il 25 aprile è anche anniversario della nascita di un grande genio Italiano, Guglielmo Marconi… Come vedete quindi ognuno ha qualcosa da poter festeggiare il 25 aprile.
    Infine – absit iniuria verbis – ultimamente c’è il pericolo che “Bella ciao” possa essere confuso con un “Sciaobbella” evocando quindi una sorta di catcalling!

    Risposta
    mi sono letta con attenzione il suo commento indubbiamente interessante.
    Non avevo dubbi che molti italiani non conoscano il significato di questa celebrazione e purtroppo persino tra persone con una preparazione superiore.
    Ma io posso risponderle che il 25 Aprile è la giornata che celebra la Liberazione dal nazifascismo (non serve che stia qui a dire che cosa sia stato) e questa Liberazione è avvenuta anche e soprattutto grazie a uomini e donne che non hanno esitato a sacrificare la propria vita per ottenere questo scopo. E non si tratta di retorica: tutti abbiamo paura di morire e soprattutto di morire soffrendo. I partigiani che sono morti sono dei martiri della Libertà perché la loro morte non è avvenuta per caso ma perché il regime li voleva morti, e molti hanno subito atroci torture prima di morire.
    E, non serve che le ricordi io che nonostante sappiamo tutti benissimo che i torti non stanno sempre tutti da una sola parte, chi ha aderito consapevolmente al fascismo e conseguentemente al nazifascismo, ha contribuito alla distruzione del nostro paese, ad una guerra che ha visto l’orrore e la devastazione, mentre i Partigiani hanno combattuto proprio per liberarci da un regime che ci ha portato a queste conseguenze.
    A loro l’onore della memoria nei secoli.Io gli sono molto grata perchè grazie anche a loro sono nata e vivo in una nazione libera e democratica.
    Chi vuole si senta partecipe di una giornata che è storica e che ha segnato il confine tra l’orrore e la rinascita.
    Poi, in democrazia ( per fortuna ci siamo grazie anche alla Lotta Partigiana) ognuno è libero di pensarla e di viverla come crede.

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    • Molto bello il suo Inno alla Liberazione” ma no, neppure io sento il 25 aprile come una festa!
      Non c’è nulla da festeggiare! Semmai commemorare!
      Troppo sangue è stato sparso per poter festeggiare.
      È strutturata (come ha detto Vincenzo M. …un troppo prolissamente!) non è una festa inclusiva e nazionale, ma è solo la festa delle bandiere rosse e del fossato d’odio bilioso tra due Italie.
      Questa data è infausta che nega la memoria, è una festa contro gli italiani del giorno prima che erano stati, in larga parte fascisti o comunque non antifascisti e dunque istiga alla doppiezza, all’ipocrisia. Ma l’italiano medio è un campione mondiale di salta sul carrozzone del vincitore.
      Questo giorno nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria pur sapendo che si trattava di una guerra perduta. Marcello Veneziani disse «L’antifascismo finisce quando finisce l’antagonista da cui prende il nome: il fascismo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto, nato con l’esclusiva missione di abbatterlo». Quindi non ha più ragione di esistere. Da 76 anni!
      Ma c’è un’altra sfaccettatura che rende questa “festa” insopportabile: la retorica di collegare quel giorno alla nostra libertà. Quando in una festa, con il passare degli anni anziché attenuarsi, aumenta l’enfasi secondo una legge naturale dettata dal tempo, allora regge all’ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi.
      A differenza delle altre “feste nazionali”, come ad esempio il 4 novembre in cui si ricordano i dolori della Grande Guerra, nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine che grondano sangue innocente e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un’altra dittatura.
      Celebrando solo il 25 aprile, unica festa civile rimasta in Italia, si riduce la storia millenaria di una Patria, di una Nazione, ai suoi ultimi tempi feroci e divisi.
      Troppo poco per l’Italia e per la sua antica civiltà.

      Risposta
      La Storia ha già giudicato:il fascismo era contro la libertà e i Martiri della Libertà si celebrano il 25 aprile in ricordo del loro sacrificio per la Libertà da una dittatura che ci ha devastato.
      L’Italia è una Repubblica Democratica e tutti i cittadini italiani sono tenuti a rispettarne la Costituzione nata dall’antifascismo.
      Poi, la pensi come le pare, comunque grazie.

      Rispondi
  4. Poi mi spiega da quale articolo può dedurre che “la Costituzione sia nata dall’antifascismo”.
    Sa, pur avendo studiato giurisprudenza temo mi sia sfuggito qualcosa.

    Risposta
    credo anch’io che le sia sfuggito qualcosa:

    “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione,
    andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
    imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
    Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione,
    andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione”.
    Piero Calamandrei

    Rispondi
    • Quindi l’opinione di Piero Calamandrei assurge a fonte costituzionale!
      Buono a sapersi!
      Devo comunicarlo immediatamente al prof. Temistocle Martines autore del testo più adottato nelle facoltà di Giurisprudenza affinché inserisca questa fonte nel suo prestigioso manuale.

      Risposta
      le faccio notare che Pietro Calamandrei la Costituzione ha contribuito a scriverla, quindi più costituzionale di cosi! Lo comunichi pure a chi vuole.
      “Nel 1945 fu nominato membro della Consulta Nazionale in rappresentanza del Partito d’Azione e successivamente venne eletto all’Assemblea Costituente[12]. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d’inchiesta e della Commissione per la Costituzione italiana. I suoi interventi nei dibattiti dell’Assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sui Patti lateranensi, sulla indissolubilità del matrimonio, sul potere giudiziario”. (Wikipedia), anche questo è interessante per rinfrescare la memoria:
      https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/28/piero-calamandrei-il-padre-costituente-piu-citato-ma-meno-ascoltato/3061910/

      Rispondi
  5. Il signor Fastorini Forte non si fida del giudizio storico, vuole la prova tangibile, ossia un articolo costituzionale, che sancisca che “la Costituzione sia nata dall’antifascismo”.
    Eccolo:
    Art.XII delle disposizioni transitorie e finali:
    “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
    (…) sono stabilite (…) limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.”
    Le basta?

    Rispondi
  6. Caro Alessandro Le sfugge forse il senso dell’aggettivo “transitorie”. Ammettiamo anche che non sia una norma transitoria: la XII disposizione finale sancisce la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista ma non dice che la Costituzione è fondata sull’antifascismo.

    Rispondi
  7. È palese che quelle norme (transitorie appunto) siano state inserite affinché – in quel tragico periodo – si arginasse l’eventuale rifondazione del partito fascista. Infatti sono definite “transitorie”!
    Che poi dopo quasi 80 (leggasi ottanta) anni venga applicata una norma transitoria è detto tutto.
    Se la Costituzione fosse basata sull’antifascismo militante l’articolo 1 inizierebbe più o meno così «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sull’antifascismo…»

    Risposta
    la Costituzione è nata dalla lotta al nazifascismo e si fonda su questa, può anche non piacerle ma è storia.

    Rispondi
    • Io amo la Storia.
      E amo la Costituzione.
      E tutto ciò che state scrivendo nella costituzione italiana approvata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 22 dicembre 1947 non c’è.
      Non si può fare l’esegesi sulla Costituzione.
      Se i Padri Costituenti avrebbero voluto sottolinearlo avrebbero scritto chiaramente (come qualcuno prima di me ha già fatto notare!) «ART. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sull’antifascismo»

      Risposta
      Caso mai “se “avessero voluto”… (visto che “insistiamo” con le “precisazioni” e l’italiano, per fortuna, non è un’opinione). La Costituzione italiana nasce dall’antifascismo e contro ogni forma di dittatura. O pensa che sia nata dal “caso”?

      “””Da una prima lettura di questi principi traspare la volontà del Costituente, che aveva vissuto la tragica esperienza dell’oppressione nazi-fascista e della guerra di liberazione, di prendere le distanze non solo dal regime fascista, ma anche dal precedente modello di Stato liberale, le cui contraddizioni e incertezze avevano consentito l’instaurazione della dittatura. Il tipo d’organizzazione statale tracciato dal Costituente è quello dello Stato sociale di diritto che, per garantire eguali libertà e dignità a tutti i cittadini, si fa carico di intervenire attivamente in prima persona nella società e nell’economia…”

      Fonte Wikipedia (accessibile a tutti).
      E se non le bastasse:
      “””LA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA: UN VALORE DA REALIZZARE.
      Intervento di: GIULIANO BANFI, vicepresidente ANED Milano
      Non sono un costituzionalista né un giurista. Sono soltanto, come tanti altri come me,
      il figlio di un antifascista che ha fatto la Resistenza, che ha fondato con Ferruccio
      Parri, Riccardo Lombardi, e Ugo La Malfa il partito d’Azione, amico di Spinelli e
      Colorni, e quindi federalista ed europeista. Gian Luigi Banfi, mio padre, è stato
      arrestato nel marzo 1944 per attività clandestine con tutta la linea di comando del
      PdA milanese. Incarcerato a San Vittore, trasferito dal binario 21 nel campo di
      concentramento di Fossoli, da lì a Bolzano da dove parte il 5 agosto per il campo di
      sterminio di Mauthausen dove muore il 10 agosto 1945.
      La COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA nata dalla Resistenza e
      dalla lotta antifascista per liberare il paese dall’occupazione nazifascista è il risultato
      dell’unità antifascista e quindi il frutto anche del sacrificio estremo di mio padre, dei
      deportati politici, dei resistenti tutti, della lotta di popolo che ha riscattato l’Italia dal
      fascismo e dalla sciagurata alleanza di guerra con il nazismo. “””

      Rispondi
      • IL suo commento cara sig. Mariagrazia conferma ciò che penso io, ovvero dalla nostra Costituzione traspare innegabilmente il “clima” in cui è stata elaborata! Un paese che aveva appena concluso «la tragica esperienza dell’oppressione nazi-fascista e della guerra di liberazione» e vuole prendere le distanze dal regime fascista» come una donna delusa da un uomo e diventa misantropa…
        E la “transitorietà” delle disposizioni finali si legano a questo clima. Dopo 76 anni quelle disposizioni sono anacronistiche.
        Inoltre… beh non faccio affidamento su wikipedia dove chiunque può aggiungere e ritoccare una voce!
        Infine le fonti per essere storicamente credibili pretendo che siano non schierate…
        Quale valore può avere l’opinione di un signore che ammette di non essere un costituzionalista né un giurista e di essere figlio di un antifascista che ha fatto la Resistenza. Non pensa che un’opinione del genere sia sfacciatamente faziosa?
        Quali sono le fonti storiche che portano ad affermare che “La Costituzione Italiana sia nata dalla Resistenza e dalla lotta antifascista per liberare il paese dall’occupazione nazifascista e sia il risultato dell’unità antifascista”?

        Risposta

        Tutte quelle obiettive e oneste e lei, se, come dice, ha insegnato in una scuola italiana dovrebbe saperlo. E dalla Costituzione traspare solo la preoccupazione che si possa un giorno tornare indietro a tempi cosi bui e tragici.
        Io trovo le sue affermazioni “sfacciatamente faziose”. La trasitorietà (ancora su questa parola…) èra legata al fatto che non potessero essere resi eleggibili personaggi che avevano fatto parte del regime, ormai transatti da tempo.

        Rispondi
      • Chiedo venia solo per l’errore nella scelta dei tempi verbali. Purtroppo l’ho scritta e inviata senza rileggerla.

        Per il resto confermo ciò che ho detto.

        Rispondi
  8. Signor Fastorini-Forte,
    non lo dice, ma dice che il partito fascista è sciolto e ne è vietata la riorganizzazione.
    Più antifascista di così!
    Ps
    Di transitorio c’è solo il divieto al voto e alla ineleggibilità dei capi responsabili del regime fascista.

    Rispondi
    • l’aggettivo “transitorio” è chiaramente riferito a norme non al divieto al voto e alla ineleggibilità dei capi responsabili del regime fascista.
      rileggetevi tutti la grammatica italiana. e anche la costituzione, a meno che non vogliate interpretarle entrambe a vostro totale piacimento!

      P.S. sono laureata in Giurisprudenza e ho insegnato diritto alle superiori per 37 anni.
      e qualora qualche mio studente avesse detto queste corbellerie l’avrei mandato subito a posto con un 3!

      Risposta
      Qui non si danno voti e non si monta in cattedra, signora, non siamo a scuola ma sul mio blog. Il significato di transitorio a me è chiarissimo.
      PS: se vuole scrivere qui si adegui anche lei alle regole:moderi i toni e non offenda. Un altro commento cosi finisce nel cestino come il precedente.

      Rispondi
  9. X Signor Alessandro : la Costituzione é stata scritta perchè la neonata Repubblica aveva bisogno di una Costituzione. Essendo stata scritta nell’immediato dopoguerra era ovvio che venisse messo al bando il fascismo. Ma ricordo agli zelanti come lei che la nostra Costituzione vieta guerra ed attacchi a paesi stranieri , eppure il Signor D’Alema ha allegramente bombardato il Kossovo. Così come pretende che i cittadini difendano la loro patria ed i suoi confini e poi questi ardenti antifascisti mandano a processo Salvini perchè vuole controllare chi entra ( ha letto in questi due giorni gli scempi fatti falla mafia nigeriana i cui componenti sono arrivati con i barconi?). Ci sono in Italia due tipi di fascisti : i fascisti e gli antifascisti. Scelga lei a quale lista iscriversi. Ma mi faccia il piacere, mi faccia…..

    Risposta
    veramente Salvini a processo ci è stato mandato dai suoi colleghi parlamentari che hanno dato l’autorizzazione a procedere.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/30/open-arms-il-senato-autorizza-il-processo-a-salvini-149-voti-a-favore-la-sua-difesa-processo-politico/5884766/
    I “fascisti” appartengono a una dittatura dichiaratamente sconfitta da tempo e banditi dal Parlamento, se in Italia esistono ancora sono fuorilegge.
    Bianchi le regole valgono anche per lei, moderi i toni e scelga meglio i termini coi quali si rivolge ai partecipanti del blog. Per questa volta passi, il prossimo su questo tono no.
    Articolo 11
    “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
    E ancora con Dalema e il Kossovo? Si rilegga quanto sopra.
    PS: Aveva bisogno di una Costituzione che mettesse al bando una dittatura feroce durata fin troppo e che stabilisse le regole e le basi per una duratura democrazia: lei ha “dimenticato” di scriverlo, lo aggiungo io.

    Rispondi
  10. MI permetta: non mi sono affatto montata la testa. Non sono solita farlo.
    Ho solo espresso che -dal mio punto di vista professionale- se avessi sentito qualcosa del genere da un mio studente l’avrei rimandato al posto con una grave insufficienza.

    Infine… la sua minaccia di far finire nel cestino un mio eventuale successivo commento mi lascia basita.
    MI dica nel precedente commento ho forse offeso qualcuno?
    La invito a pubblicarlo testualmente e poi lo sottoponga al giudizio dei suoi commentatori fedelissimi

    Risposta
    ma nemmeno per sogno, non ci penso neanche. Sul mio blog io sono giudice unico e insindacabile di quello che passa. Si basisca pure ma il suo tono qui non è permesso. E finisce nel cestino tutto quello che ritengo non sia pubblicabile, il suo commento non lo era e io non ho parlato di offese. Il cestino non è una “minaccia” ma una regola. Se vuole scrivere qui si attenga anche lei alle regole come tutti.

    Rispondi
    • Io non basisco. Sghignazzo.
      Decine di post che parlando di libertà e antifascismo per poi leggere «[…] Sul mio blog io sono giudice unico e insindacabile di quello che passa […] finisce nel cestino tutto quello che ritengo non sia pubblicabile, il […] Il cestino non è una “minaccia” ma una regola». Ovvero ciò che avveniva in piena dittatura fascista. A quei tempi c’era il manganello e qui c’è il cestino!
      Che ridere!!

      (cestini anche questa … dittatrice gazzato!)

      Risposta
      manco per niente Viviana, le regole valgono per tutte le società civili altrimenti sarebbe il caos. La pubblico invece, lei mi offende pubblicamente approfittando del fatto che pensa che ora la cestinerò di sicuro e invece no, le offese qualificano chi le fa. Sghignazzi pure.
      Dopo di che si trovi un passatempo migliore. La saluto. Qui, a meno che non si scusi, come minimo, lei non entra più.

      Rispondi
  11. Signor Bianchi, leggo ora le sue esternazioni, vedo pure che la Blog Master la ha risposto in maniera più che esauriente, perciò mi limito a suggerirle di essere più prudente nelle risposte.
    Non le faccio nessun piacere, lo “zelo” è tuto suo, quello del fascista perfetto, unica categoria speciale.

    .

    Rispondi
  12. Signora Maria Viviana Monteverdi de’ Ubertiis di Valmontone lei può avere tutte le lauree di questo mondo, ma se la norma è transitoria anche il contenuto lo è, lo capiscono anche i bambini.
    Ciò non toglie che tutta la Costituzione, per il solo fatto che è la Costituzione di una Stato democratico, è antifascista.

    Rispondi
  13. X Signor Alessandro : La invito a leggere bene : io ho detto che la nostra Costituzione é stata scritta perché il Paese era passato dalla Monarchia alla Repubblica e la neonata forma di governo ( cioé Repubblica in luogo di Monarchia) doveva essere definita nella sua missione e principi e regolamentata nelle sue strutture.
    Il finale del suo post é assolutamente in linea con il suo cliché di buonista e con il suo irresistibile senso dell’umorismo. Il che, vedo, non la esime da usare espressioni al limite dell’offesa. Se a lei le fanno passare…….

    Risposta

    Lei ha scritto :
    ” Ci sono in Italia due tipi di fascisti : i fascisti e gli antifascisti. Scelga lei a quale lista iscriversi. Ma mi faccia il piacere, mi faccia…..”””
    Se lei invita qualcuno ad iscriversi ad una ipotetica lista di sua invenzione, dove non ci sono alternative all’essere comunque fascisti e chiede a qualcuno di collocarsi in questa unica lista è lei ad essere offensivo per primo e oltre che offensivo provocatore.
    Ha avuto la risposta che lei stesso ha provocato. La invito a chiuderla qui e invito Alessandro se vorrà rispondere a non cogliere questa ennesima provocazione.

    Rispondi
  14. Appunto: se anche il contenuto è transitorio, quindi “a tempo”, quella norma dopo 76 anni è anacronistica.

    Risposta
    e allora?

    Rispondi
  15. HO SEMPRE PENSATO CHE QUANDO I MEDIA STIZZOSAMENTE CESTINANO UN’OPINIONE, AMMETTONO DI ESSERE CON LE SPALLE AL MURO E NON SAPER RIBATTERE.

    Risposta
    io sono la responsabile di quello che passa qui sopra. Le provocazioni, le offese, le ingiurie, e quanto altro potrebbe essere giudicato da terzi persino querelabile, qui sopra non passa. Non si tratta di opinioni.
    Ho stabilito dall’inizio delle regole di buona educazione prima di tutto: questo posto non sarà mai un ring: se avete opinioni contrastanti dovete esporle senza offendere né me né gli altri partecipanti al blog né nessuno in generale.
    Lei non può sapere che cosa c’è scritto nei commenti che cestino né io ho nessun obbligo verso nessuno di renderli noti. Sono comunque pochissimi perché non mi piace affatto censurare.
    Qunado ho aperto il blog tre anni fa sapevo bene a cosa andavo incontro, ora lo so di più, ma non cedo né alle provocazioni, né ai rimbrotti né alle critiche come la sua.
    Io qui sopra scrivo le mie idee e permetto a chi lo vuole fare di partecipare con le proprie. C’è un limite a tutto però e quel limite lo decido io.
    Risponda lei ora visto che è giudice implacabile: le sembra che io non sappia rispondere? Chi vuole solo provocare si mette con le spalle al muro da solo e le provocazioni non sono opinioni ma provocazioni. Io la vedo cosi.
    E io non sono “i media”.

    PS: non serve scrivere maiuscolo, qui non si grida.

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    • che noia chi odia il maiuscolo…
      è per dare enfasi al discorso visto che per iscritto non si può dare un’intonazione.

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      anche enfasi al “discorso” voleva dare? Mi pare abbastanza enfatico. Noto che non risponde però, come volevasi dimostrare.

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  16. Signora Maria Viviana Monteverdi de’ Ubertiis di Valmontone
    (28 Aprile 2021 alle 13:02)
    visto che lei insiste facciamo una analisi di quanto da lei scritto:
    Primo:
    “rileggetevi tutti la grammatica italiana”: che c’entra la grammatica? e neppure la sintassi. Quale errore di grammatica avrei fatto? Semmai si tratterebbe di un problema di interpretazione del testo. Quindi il 3 nella pagella lo do io a lei in Italiano.

    Secondo: lei mi critica per questa frase: “Di transitorio c’è solo il divieto al voto e alla ineleggibilità dei capi responsabili del regime fascista.”
    E’ evidente che è lei che non capisce, perché l’articolo XII delle Disposizioni transitorie e finali, lo stabilisce essa stessa la transitorietà della disposizione da me citata, infatti recita testualmente:
    “In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore delle Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.

    Alla XII disposizione si ispirano altre due leggi, la legge Scelba che istituisce il reato di difesa del fascismo e la legge Mancino che punisce con la reclusione chi pubblicamente esalta, esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure la sua finalità antidemocratica.

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  17. Per chi ancora insista che la Costituzione non sia nata dall’antifascismo cito G.Armani -La Costituzione italiana:
    “Tutta la trama delle Costituzione è antifascista. Il modello di società che essa prevede contrasta radicalmente con quelle fascista, poiché si tratta di una società aperta, non organizzata gerarchicamente, in cui lo stato non pretende di svolgere un ruolo di orientamento e di controllo delle coscienze, e che si fonda sulla massima espansione della libertà. ”
    Poi, l’autore elenca le norme costituzionali in cui tale antifascismo si traduce in espressioni dirette, come le autonomie locali, il ripudio della guerra di aggressione, il diritto di sciopero, la norma che bandisce ogni discriminazione di razza, la norma XII esplicitamente antifascista delle disposizioni transitorie e finali dove si abolisce il fascismo affermatosi nel 1932, ma “in una prospettiva più lunga e successiva il riferimento deve intendersi compiuto nei confronti di qualsiasi organizzazione ne assuma programmi e iniziative e in tal modo si ponga in posizione alternativa verso il sistema democratico”.

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  18. Io avrei cestinato una buona metà dei commenti qui sopra, soprattutto questo mi piace poco:”Ci sono in Italia due tipi di fascisti : i fascisti e gli antifascisti”.
    BM, io non ci sto!
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    Serena, ti ci metti pure tu?

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  19. Il punto è definire quale sia il fascismo che la Costituzione vuole oggi contrastare. Evidentemente è stata scritta reduce dalla “scottatura” appena presa, ma il fascismo dei balilla, della propaganda, delle leggi razziali, della campagna coloniale e dell’olio di ricino è morto e sepolto da anni. Adesso vengono definiti fascisti Salvini e Meloni.
    Se la definizione di fascismo diventa arbitraria si rischia di essere antidemocratici di ritorno: non mi piaci? Ti bollo come fascista e sei fuori.

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    Mauro, a me non piace affatto mettere etichette o definire in qualche modo le persone, noto però che molti lo fanno anche con me. E’ segno dei tempi incerti che viviamo. Ma la Costituzione e la Democrazia vanno sempre difese se non vogliamo tornare indietro invece che progredire.

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  20. e cestinare qualcosa che non rispecchia le nostre idee non è forse usare un modo di agire tipicamente fascista?
    e rispondere stizzosamente (e qui comando io…. e questa è casa mia….) non rispecchia forse un modo di agire tipicamente fascista?
    ogni tanto passo a leggervi per sorridere un po’ per notare lo squallore dell’italiano medio.

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    se continuate a scrivere su questa cosa del cestino per giunta scrivendo cose assurde comprese offese senza senso, siete fuori strada. Io ho la responsabilità di quello che passa qui e non si tratta di cose che non “rispecchiano le mie idee”, affatto, che cosa ne sapete? Ma di cose che a mio giudizio sul mio blog non possono passare. Io non entrerei mai in casa d’altri per offendere o fare o dire quello che mi pare: sono le basi della democrazia, è chiaro che qualcuno qui non sa che cosa sia. Come non conosce la buona educazione ma pensa di essere in diritto di venire qui a dire tutto quello che gli passa per la testa e offendermi. Ora state davvero esagerando!
    Lo squallore è tutto di chi insulta, aggredisce, provoca e non vuole stare alle regole ma fare come gli pare e poi da a me della fascista! Se qualche volta sono costretta a ripetere le regole o che è mio diritto cestinare quello che non ritengo pubblicabile, lo faccio solo perché c’è chi, col suo comportamento, mi costringe a farlo, ma non mi diverto affatto. Anzi.
    Fatela finita.
    E qui è davvero “casa mia” chiaro? E se non è chiaro lo ripeto: questa è casa mia e quando entrate qui dovete rispettare delle regole minime di buon senso e di vivere civile, altrimenti andate a scrivere dove vi permettono di scrivere tutto quello che vi pare, io di certo non trattengo nessuno. Non passerò niente altro che sia offensivo o che io ritenga non pubblicabile. Fatevene tutti una ragione.

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  21. Ancora sto cercando di capire in quale virgola o segno d’interpunzione abbia infranto «le regole minime di buon senso e di vivere civile» nei miei post (almeno tre!) cestinati.
    Noto che ha un’ottima capacità dialettica pertanto saprebbe senz’altro controbattere.
    Quindi concordo con coloro che hanno detto che -forse!- talvolta le mail cestinate contengono verità inconfutabili che la pongono con le spalle al muro.
    Buona giornata a tutti.
    Alice

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    Lei sa benissimo quello che ha scritto e perché è stata censurata e se lo scrivesse di nuovo finirebbe censurata di nuovo. Non si tratta di punti e virgole. E accettare o meno un commento è a mia totale discrezione. E mi pare normale che lei concordi con chi le da ragione, molto più difficile essere obiettivi.
    Non le sta bene? Si scelga un altro blog dove le passano tutto.Le sue “verità inconfutabili le vada pure a scrivere altrove. Qui, le ripeto, per l’ultima volta decido io quello che passa o non passa e non temo le critiche di nessuno, né il contraddittorio, se lo temessi avrei chiuso da un pezzo e avrei aperto un blog di culinaria. Se guarda in alto a destra c’è scritto che i commenti devono essere prima moderati. Lo sa che cosa significa? Lei entrando qui accetta la moderazione. Penso però che lei, come altri che si lamentano, non sappia come funziona un blog: io ho la responsabilità davanti alla legge di quello che viene scritto qui sopra oltre che quella nei confronti di chi vi partecipa e non solo non passo offese o similari, ma devo anche attenzionare che il tono generale della discussione non degeneri e non offra troppi spunti a litigi o sfoci in polemiche astiose o in dibattiti inconciliabili e alla fine tediosi. Spetta a me mettere uno stop alle polemiche quando la discussione finisce in un punto morto.
    Cioè, devo mantenere un equilibrio che non è sempre scontato e devo fare molta attenzione anche ai particolari. Ripeto, non voglio fare del mio blog un ring.
    Pertanto se non le piace come e cosa scrivo, nessuno le vieta di astenersi sia dal leggermi che dal commentare, ma non può lamentarsi della eventuale censura se scrive cose che io ritengo non idonee alla pubblicazione,( non si tratta di corrispondenza privata). Che le piaccia o meno. Che sia d’accordo o meno.
    E, anche se a molti sembrerà strano, questo blog, al di là di ogni mia previsione, è molto più letto di quanto possiate immaginare.

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  22. “Adesso vengono definiti fascisti Salvini e Meloni.
    Se la definizione di fascismo diventa arbitraria si rischia di essere antidemocratici di ritorno: non mi piaci? Ti bollo come fascista e sei fuori.”

    Mauro,
    come ho riferito nel post precedente la norma XII delle disposizioni transitorie e finali
    è esplicitamente antifascista e precisamente abolisce il fascismo affermatosi nel 1932.
    Ma ho aggiunto il parere di un costitizionslista:
    “in una prospettiva più lunga e successiva il riferimento deve intendersi compiuto nei confronti di qualsiasi organizzazione ne assuma programmi e iniziative e in tal modo si ponga in posizione alternativa verso il sistema democratico”.
    Che poi oggi di dia del fascista solo come insulto a chi magari censura frasi irriferibili o offensive, come accade alla Blogmaster, è segno di ignoranza superficialità, e direi maleducazione.
    È chiaro che Salvini a la Meloni, visto che siedono in Parlamento non lo siano nel vero senso della parola. Non basta avere qualche caratteristica autoritaria per essere definiti fascisti, se non nel senso improprio.

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