Il partito dei gattipapponi

Potrebbe essere andata cosi.

Al momento di formare l’ultimo governo, i Cinquestelle, riuniti i vertici, hanno deciso che Fieramonti poteva dare fastidio in un futuro non troppo lontano. C’era già aria di smobilitazione e una certa ribellione interna, ribolliva già tra le fila dei pentastelluti.

Perciò, decisero, di comune disaccordo (difficile essere d’accordo con chi ti impone le scelte dall’alto) di farlo ministro.

Ohibò! Scelta intelligente. Che cosa avrebbe potuto tramare, da ministro, un grillino scontento ed ambizioso e un poco tramaccione?Poco nulla.

-La carica è prestigiosa-, devono aver pensato,- lo abbiamo neutralizzato-.

E invece no. Perchè l’ex ministro si è predisposto un machiavello non da poco.

Non mi date i soldi che chiedo? Me ne vado! Eccolo che ora ha le mani libere e può fare il suo beau geste per il quale verrà ammirato e ricordato nei secoli.

Ma, io sono maliziosetta e la mia idea è che a Fioramonti (mannaggia che nome difficile da scrivere) il ministero stava stretto e scomodo, sopratutto perché o forse anche perché non “rimborsava” più il partito da dicembre dello scorso anno e avrebbero potuto battere cassa.

Una sommetta non da poco che Fieramosca (mi viene meglio) intendeva tenersi nelle proprie tasche. Chiamalo fesso!.

E poi che se ne faceva di amministrare un settore scandalosamente lasciato alla deriva da (quasi) sempre?Tre miliardi aveva chiesto? Sapeva benissimo che non poteva averne neppure uno e che gliene sarebbero serviti dieci volte tanto.

Insomma, non vorrei che nessuno si offendesse ma questo Lorenzo Fieramosca mi ha tutta l’aria di essere un bel politico! Primo “topo”di lusso  a lasciare (senza darlo a vedere) il veliero del Movimento che sta per saltare in aria con la cambusa stipata di dissidenti.

Li vogliamo lasciare tutti al “gruppo misto”? Ma no, che vergogna, simili combattenti lasciati a marcire dentro un gruppuscolo di dropouts? ma nemmeno per sogno. E neppure si può lasciare che se li prenda il “gattone” Renzi tra le sue grinfie. Come pure qualsiasi altro partito “gattopappone”.

La mission primaria dei grilini della prima ora  è quella di sconfiggere il politicume stantio che stava affossando il paese.

Ed ora prima che il vascello pirata dei Cinquestelle affondi con tutta la “refurtiva” ed il tesoro finisca a marcire nel fondali, meglio radunare intorno a sé chi ci sta a recuperare il salvabile fondando un qualchecosa che porti avanti dei princìpi qualichesiano. Basta che non finanzino più le casse della Casaleggio Ass. e che a capo ci si possa mettere qualcuno che è entrato in politica dalla porta di servizio e che ha dimostrato di essere abbastanza furbo da metterci radici.

Insomma il premier senza partito potrebbe diventare un buon “partito” del premier.

E, ovviamente a capo ci si mettebbe lui stesso. Perché Coso…monti con questo nome evoca troppi brutti ricordi.

Per ora, poi si vedrà.

5 commenti su “Il partito dei gattipapponi”

  1. A parte il partito dei gattipapponi, definizione decisamente geniale, quella di Fieramonti machiavellico è un’ipotesi suggestiva.
    Del resto si sa, anagrammando in nomi si estraggono significati profondi delle personalità, un po’ come con la grafologia, o con lo studio del carattere per mezzo delle macchie di colore, etc.
    Così, anagrammando Fieramonti che spunta?
    Spunta un sorprendente
    “Mai finto re”,
    in perfetta consonanza col suo comportamento, il rifiuto di un ruolo secondario, come ministro, da cui la sue dimissioni, apparentemente per mancanza di fondi, in realtà per mire ben più alte.
    Vero è che ci sta pure un
    “Fo’ minareti”,
    idea abbastanza balzana, in un’Italia decisamente avversa agli islamici…
    Però, però… idea abbastanza in armonia con un altro anagramma rivelatore, ossia,
    “Merito naif”.
    Insomma, Fieramonti, secondo questa versione, sarebbe un improvvisatore, un politico delle domenica.
    Oppure, vanno bene entrambe? Il ministro dimissionario nasconderebbe una doppia personalità come il Dr.Jekill e Mr.Hyde?
    E poi dicono che i nomi non contano.

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    ottimi gli anagrammi…con Fieramonti, attendo quelli con Fioramonti (che nome fastidioso).

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  2. Monti evoca brutti ricordi …….Anche il dentista evoca brutti ricordi, ma a volte, è necessario.

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    non posso che darle ragione…però,nel caso della politica verrebbe da di dire che prevenire etc.

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  3. Cosa cambia una vocale!
    Se al posto di “e”, sostituiamo “o”, Fieramonti diventa Fioramonti, ma l’anagrammografia, cambia totalmente.
    Il ministro Fioramoti si presente subito bene:
    “Mai Tronfio”,
    che è una bella qualità. Seguono due enigmatici
    “Fior in mota” e “Morti afoni”.
    Riflettendoci bene poterebbero intendersi come espressioni di pietà per coloro perdono la loro vita chiedendo vanamente aiuto, che siano clochard o migranti annegati.
    A sorpresa infine un
    “Tifo, Mirano”,
    cosa che ti dovrebbe fare senz’altro piacere.
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    beh una bella fantasia, si certo.
    Ma io ne avrei un altro: Mira Tifoni, che ne dici? Evocativo no?

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  4. E no, c’è una “i” al posto della “o”.
    Andrebbe bene:
    Roma, tifoni
    come bollettino mteorologico, o metafora dell’amministrazione della Reggi.
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    eh…sta a guardà er capello…

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  5. Insomma, anch’io ho commesso un errore, Reggi anziché Raggi, a conferma che lo scambio di una vocale cambia tutto, altro che “guardà er capello”.

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