Egoismo e diplomazia

Non ho mai visto con simpatia chi mi da consigli non richiesti.Ma è un vizio o una virtù che hanno in tanti.Forse, senza accorgermene lo faccio anch’io.

Perciò a chi spesso mi ha detto di imparare un pochina di diplomazia che male non fa e che nella vita aiuta…ho risposto in modo scocciato, diciamo cosi, al meglio.

Eppure essere un po’ diplomatici aiuta, di sicuro, il consiglio non è solo buono, ma ottimo…

Allora ci voglio provare, oggi alla vigilia della Vigilia.

Insomma, se lo avesse saputo, chi è nato in una mangiatoia, al freddo e al gelo, la cui nascita si festeggia ogni anno, a partire da fine ottobre fino al fatidico 25 dicembre, il trattamento che gli avrebbero riservato qualche decennio dopo…ma, cosa dico?

ma certo che lo sapeva! O meglio, lo sapeva il Padre. la Madre no, lei, forse, lo avesse saputo…lo avrebbe fatto nascere lo stesso, perché quello era il Suo destino.

Ognuno ha il suo.

Ed oggi, passato tanto tempo, siamo qui ad augurarci buon natale, come  sapessimo che cosa significa.

A parte il culto del pacchetto, del nastrino, della tavola imbandita e dei presepi sfoggiati o esibiti per avallare le false promesse, cosi, diplomaticamente, lo chiedo a voi (ai miei 31 lettori, si uno in più perché qualche nemico te lo fai sempre quando critici i politici più amati e anche quelli meno amati, se capita, ma è già più difficile), si insomma…sappiamo cosa significa augurare buon natale?

Me lo sono chiesto questa mattina, mentre facevo la coda alla cassa del supermercato, lo sapranno cosa vuole dire questi quì che dicono tanti auguri, buon natale?

C’era anche chi contava, faceva mentalmente il conto, per sapere se ci arrivava a pagarlo. Ne sono sicura. Eppure si era comprato una bella bottiglia, il panettone, la carne, perché a natale bisogna festeggiare…

Già ma cosa?

Che cosa ne sappiamo l’uno degli altri? E che cosa ce ne importa davvero?

Forse solo quel tanto che basta per non pestarci i piedi a vicenda, per non mandarci a quel paese se ingombriamo col carrello lo stretto passaggio tra le corsie, oppure se facciamo stendere Fuffi che pesa cento chili, in mezzo allo stretto passaggio del bar, perché tutti notino quanto siamo buoni a tenere al guinzaglio una simile bestiola ed amarla e curarla e, all’uopo, scaternarla contro qualche malintenzionato. Tanto, di quelli se ne trovano, oh se se ne trovano.

Beh, buon natale anche a Fuffi che non ha colpe e anche se avesse non ne sentirebbe il peso, beato lui.

Ma, insomma, alla domanda “diplomatica” su che cosa sappiamo di che significhi l’augurio che ci scambiamo, sento che nessuno saprebbe rispondere. O pochi, molto pochi davvero.

Allora dico cosa significa per me, ma non sono sicura che sia la risposta giusta.

Significa  speriamo che qualcuno ti salvi dall’ egoismo e dalla solitudine che, inevitabilmente si porta con sè.

Tipo Ebenezer Scroodge. Che tutti sappiamo chi è ma, nel caso…è questo:

 

 

 

 

5 commenti su “Egoismo e diplomazia”

  1. Mariagrazia è già in buon auspicio salvare qualcuno dalla solitudine e dall’egoismo.
    Buon Natale, sinifica, sia pure per un momento, dimentica i crucci e gli affanni di cui l’anno che scorre ti ha rivestito, sii sereno, sii allegro, prova un sentimento d’affetto e d’amore per te (non è egoismo, ma amor proprio) e per il prossimo, mostra il tuo affetto come ti piace, con un dono (non è commercializzazione), o con un sorriso (non è retorica), sii più generoso con chi ha bisogno (meglio ogni tanto che mai), e poi anche goditi un bel pranzo senza sensi colpa ( non è peccato), va alla messa, se credi, e non temere chi taccia d’ipocrisia il Natale (è solo un modo di voler guastare la festa).
    il Natale dura poco, si sa, la vita è ben altro, si sa, i crucci e gli affanni torneranno, si sa, ma il Natale torna sempre, anche se per poco, nei nostri cuori. Anche questo si sa.
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    Ma si, va, tutto giusto.

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  2. Pensieri condivisibili.
    Io ci aggiungerei il proposito di essere un po’ più sinceri e meno in malafede. Il proposito di chiamare le cose col loro nome invece di ricoprirle di aggettivi fuorvianti. Un po’ più di trasparenza, meno bugie e meno ipocrisia.
    E’ desolante sentire una parte politica vantarsi di aver ridotto le tasse e l’altra che l’accusa di averle aumentate. Ed è sono un esempio fra tanti.
    E bisognerebbe ricordarsi anche del precetto evangelico di non odiare i propri nemici, neppure quelli che ci odiano. Combatterli è lecito, odiarli è immorale e non c’è casistica che possa legittimare l’odio.
    Invece, purtroppo, la rete gronda sarcasmo e odio ad ogni passo. E questo atteggiamento fa male a chi ne è oggetto, ma anche a chi lo pratica.
    Auguri!

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    Grazie, anche a lei.

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  3. Mariagrazia,
    simpaticissimo il cartone animato di Paperon dei Paparoni, zio di Paperino, tanto ricco quanto avido e taccagno, personaggio che però non si riesce ad odiare.
    Così lo caratterizza Gaetano Strazzulla:
    “Immagine a mezza via tra tra il capitalista di stampo ottocentesco ancora fermo all’accumulazione del denaro, e l’infaticabile industriale moderno che si lancia con coraggio in colossali investimenti(…) Benché non perda occasione per tiranneggiare il povero Paperino -a lui legato da un eterno debito- affidandogli gli incarichi più pesanti e rischiosi, è capace, sia pure raramente, di qualche slancio di generosità.”
    (I fumetti).

    Colgo l’occasione per rinnovarti gli auguri più sentiti di buon Natale.
    RISPOSTA
    E’ tratto da una novella di Dickens che conoscerai certamente.
    Si quel personaggio avido ed arrivista alla fine si converte e diventa persino simpatico, la magia della fiaba e di Disney e. ovviamente del Natale che, per quanto adulti e smaliziati riesce sempre in qualche modo ad incantare.Forse perché restiamo sempre, in fondo, tutti per sempre un pò bambini.
    Grazie, ricambio.

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  4. Mariagrazia,
    sapevo che Paperon dei Paperoni fu creato da Carl Barks nel 1947, ispirandosi al personaggio di Dickens, Ebenez Scrooge dell novella Cantico di Natale.
    Barks fu anche il più bravo disegnatore e caratterizzatore di Paperino, dandone vita autonoma rispetto a Topolino. Paperino era comparso nel 1937 nella tavole di Walt Disney, disegnato da Al Taliaferro.
    Floyd Gotfredson, invece, fu il più celebre disegnatore e realizzatore, tuttora insuperato, di storie di Topolino.

    RISPOSTA
    Insuperabile, a volte mi domando cosa sarebbe la vita senza certi personaggi, Topolino è uno di questi.

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  5. Allora sbizzarrisciti a guardare le più famose tavole di Floyd Gottfredson, dove l’autore ha raggiunto una tecnica insuperabile (vedere la mille espressioni del volto di Topolino)

    https://images.app.goo.gl/jTK2sxzi33redWYh6

    Se clicchi si visit o più sotto su espandi , troverai tutta la serie.

    RISPOSTA
    MIlle grazie, interessanti e molto belle da vedere.

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