bastiancontrarismo

Il bastiancontrarismo è uno sport molto amato dagli italiani.
Gli basta una cosa minima, ad esempio un pisello nel materasso, per sentire subito il desiderio di lamentarsene.
Vedere sempre il lato negativo delle cose è un atteggiamento abbastanza diffuso in Italia.

Proviene sempre da un’ideologia di destra (in generale, ovvio che qualche buona idea arriva anche da quella parte anche se raramente) che presuppone che tutte le idee buone devono per forza venire da quella direzione.

Questo lo dico perché, mentre la sinistra tende ad essere progressista e guardare al futuro, la destra tende a pescare nel torbido e fornire soluzioni semplici a problemi complessi che invoglino il loro elettorato a votarla.
Salvo poi essere totalmente incapace di proporre soluzioni concrete.
Lo abbiamo toccato con mano nei lunghi anni del berlusconismo conclusosi miseramente con il governo Monti e le sue (obbligate) riforme.

Ora da destra, si fanno le pulci e pulcette alle Sardine.

“Ci sono infiltrati, prendono ordini da qualche “capo” Toro Seduto o Sdraiato, si stancheranno presto”, …e cosi via. Ce n’è davvero per tutti i gusti.

“Santori ha il cerchietto, i ricciolini-oni, la bocca cavallina, si esprime con frasi fatte”…anche questo fa parte della demolizione di qualsiasi cosa non provenga dalle menti destrorse che”caricano” quello che vedono come un nemico piuttosto potente visto il seguito che sta avendo.
Quando c’è da criticare qualsiasi cosa che abbia sentore di successo allora giù botte a più non posso.
Normale amministrazione per chi è abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
E puoi anche riempirlo fino ed oltre l’orlo, per loro: i bastianicontrari, resterà sempre mezzo vuoto o anche trequarti vuoto.
E’ sempre più facile criticare che alzare le terga e fare qualcosa di positivo, concretamente e seriamente.

Questo dovrebbe essere il motto delle sardine per contrastare i criticoni:
Hic manebimus optime!
Good luck.

5 commenti su “bastiancontrarismo”

  1. O sinistrevole bloggatrice, se la nobiltà delle idee si misurasse col consenso “social” dovremmo sperare nella salvezza solo dalla Ferragni e dalle Kardashian.
    Condividerò con patriottica gioia il tuo “hic manebimus” quando mi avrai spiegato HIC (qui)= DOVE? All’opposizione di Salvini che attualmente E’ LUI l’opposizione? In piazza a intrecciare liete carole? In qualche fikissimo Centro Sociale Okkupato in diretta televisiva con Bruno Vespa con la garanzia del PD che non arriveranno mai i poliziotti coi bastoni a sgombrare? Chi sarebbe il Brenno a cui le sardine si oppongono coraggiosamente, la Meloni? Casa Pound no, anzi gi stanno quasi simpatici…
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    poichè la mia risposta sarebbe scontata, c’è nessuno che se la sente di chiarire i dubbi di Alberto?

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  2. Rispondo io ad Alberto

    Albè a te le sardine piaccione fritte o a beccafico,per il resto si è capito le vorresti vedere tutte con l’occhio di triglia un po’ mosce.
    Ma che niente niente sei salviniano doc?
    Leghista per caso? per caso?

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  3. Mi hanno sempre appassionato le parti finali dei cognomi, e mi chiedo se, raggruppando le persone secondo specifiche desinenze, si possano riscontrare caratteri e comportamenti comuni per ogni classe di desinenze.
    Per esempio Fini, Salvini, Follini, Casini etc. hanno tutti una stessa connotazione caratteriale?
    Fosse così, Nencioni starebbe “optime” , magari a sua insaputa, in compagnia di Berlusconi, Meloni, Formigoni, Maroni, etc.
    Questa potrebbe essere una prima risposta al tormentone di Nencioni, quale sarebbe quel luogo dove condividerebbe di poter restare ottimamente.
    Ma forse ci sarebbe un HIC molto più piacevole per lui dove starebbe ancor meglio: al ristorante. Un ristorante dove si mangi esclusivamente del pesce, in particolare le squisite “sardine al beccafico”
    Sono sicuro che se Nencioni ne mangiasse qualcuna, ne resterebbe così estasiato, da pregare gli dei (mi perdoni Catullo se gli rubo l’idea)di farlo diventare tutto un nugolo di sardine, anzi di sardoni.

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    ma non si potrebbe avere la ricetta di questa delizia?

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  4. L’ Italia è un ben strano Paese, forse unico nel mondo, dove buona parte dei suoi abitanti è refrattaria alle regole, alla organizzazione, alla disciplina, al senso civico, alla moralità, al sentirsi una comunità coesa.

    Individualismo, menefreghismo, ipocrisia, falso buonismo, insofferenza alle civili regole di convivenza sembrano, invece, la dottrina imperante in gran parte d’ Italia.

    Da noi le summenzionate norme del semplice, razionale vivere civile, vengono subito tacciate come antidemocratiche, fasciste, dittatoriali, illiberali…

    Ragione per cui, appena qualcuno parla di quei valori summenzionati, auspicando il loro avvento, immediatamente si scatena il pandemonio e fanno la comparsa le migliaia di “girotondini”, di “arancioni”, di “no global”, di “popolo viola”, di “arcobaleno”….e ora anche di “sardine”.

    Tutti in piazza ad invocare amore (possibilmente libero), accoglienza (meglio se di clandestini), libertà (su tutto, senza fare osservazioni)….e ad esorcizzare la venuta di fantomatiche dittature o tirannie varie !!

    Nel film di Ficarra e Picone, “L’ ora legale”, programmato qualche anno fa, sono ben rappresentati gli irrazionali, quotidiani comportamenti italici.

    Dalla caduta dell’impero romano d’occidente (476 d.C.) la nostra terra, proprio a causa degli illogici ed inusuali comportamenti dei suoi abitanti, ha subito una serie ininterrotta di invasioni, di dominazioni ed umiliazioni, financo di disprezzi a non finire da parte di popoli stranieri.

    Vandali, Unni, Eruli, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Franchi, Arabi, Normanni, Tedeschi di Barbarossa, poi Tedeschi di Federico II di Svevia, Angioini, Aragonesi…., Spagnoli di Carlo V, Francesi di Napoleone, Austriaci….,
    tutti a farla da padroni, impunemente, perché nessun “italiano” si prendeva la briga di istituire un coeso ed organizzato regno in grado di fronteggiare e contrastare quelle fiumane di popoli invasori.

    Ma, in fondo, non siamo forse il Paese che accoglie, sempre e comunque?

    “Franza o Spagna purché se magna” è stato, invece, e lo è ancora, il nostro credo.

    Nel 1815, durante il Congresso di Vienna, avevamo raggiunto un così basso livello di considerazione nel mondo da essere reputati, secondo l’allora cancelliere asburgico Metternich, una semplice “espressione geografica”: in parole povere una vera mer…*!!

    Da sempre, i nostri compatrioti, a causa della cronica disorganizzazione, miseria e litigiosita’ interna, vigente ed imperante fra gli abitanti la penisola italica, sono stati perenni migranti contribuendo non poco a far grandi altre nazioni piuttosto che la natia terra.

    Marco Polo, Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Antonio Pigafetta, Sebastiano e Giovanni Caboto, Giovanni da Verrazzano…e poi Antonio Meucci, Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Carlo Rubbia, Renato Dulbecco e tanti, tanti altri, tutti al soldo, diretto o indiretto, di Stati che si sono avvantaggiati, politicamente ed economicamente, del coraggio o delle competenze di tali summenzionati soggetti.

    L’ Italia, invece, non ha saputo o voluto mai fruire dell’ opera di quelle grandi persone.

    Persone, quelle, divenute e consacrate “grandi” solo grazie all’estero ché se restavano in Italia forse avrebbero patito la fame o sarebbero rimasti anonimi individui.

    Anche oggi, del resto, è così: non è cambiato niente.

    Turlupinati da sempre in campo politico internazionale: vedansi “schiaffo di Tunisi” ricevuto dai Francesi in epoca coloniale;
    “vittoria mutilata” rifilataci da Francesi ed Inglesi all’indomani della Prima Guerra mondiale col disconosciuto “Patto di Londra”;
    presa per i fondelli, anche oggi, in Europa, da parte di Paesi, europei, che ci appioppano fregature a non finire e ci fan pure la morale, considerandoci, da sempre, ai summit degli Stati che contano davvero, una specie di Mastro don Gesualdo: ricchi si (con un debito pubblico mostruoso) ma sempre indegni di sedere al tavolo dei veri nobili, diventiamo gli zimbelli, lo scemo del villaggio che tutti canzonano e che nessuno considera.

    I nostri politici e la nostra bacata mentalità non sono mai riusciti a rendere la nostra una nazione davvero coesa, organizzata, ricca e rispettata.

    Basti pensare che il top della imbecillita’ e meschinità lo abbiamo raggiunto prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.

    Per andar dietro al Lucignolo hitleriano il Pinocchio italiano, già burattino, arrivò a conseguire i poco lusinghieri requisiti di asino quando si caccio’ in un conflitto spaventoso con la faciloneria, la superficialità e la totale disorganizzazione che spesso lo distinguono….: prima col governo, che sfido’ mezzo mondo senza equipaggiamenti adeguati, senza una strategia militare e senza ponderare le conseguenze derivanti da quella folle partecipazione (neanche una gita parte in quel modo), poi col popolo.

    Arrivata infatti la facile e prevedibilissima disfatta, un nuovo Governo, improvvisato dopo la caduta del regime, va a dichiarare agli Italiani che….”la guerra continua”….

    ma contro chi e con che cosa, visto lo sfaldamento e dissoluzione delle nostre forze armate dopo l’8 settembre ’43 non fu dato di sapere.

    Così, il succitato popolo italiano, in un clima di disorganizzazione, confusione ed imbecillita’ totale, va contro gli ex alleati tedeschi, che diventano i nemici da combattere scatenando la loro ira e rappresaglia, mentre gli Inglesi, che poco prima ad El Alamein e all’ Amba Alagi avevano decimato i nostri soldati mal equipaggiati (“mancò la fortuna, non il valore” si legge su un cippo ad El Alamein), insieme agli intervenuti loro alleati Americani vengono accolti nientemeno che come “liberatori” da quella stessa oceanIca folla che qualche anno prima osannava il duce ai suoi roboanti e populistici discorsi!!!

    Quello stesso duce, prima adorato e glorificato dal popolo finisce poi ammazzato ed appeso, esposto al pubblico ludibrio, da quello stesso popolo che ascolta, poi, gongolante, “Radio Londra”.

    “Radio Londra”, invece, coltiva unicamente gli interessi politico militari inglesi e applicando la tattica del “divide et impera” bombarda di suadenti comunicati i molti imbecilli italici che, a differenza dei tedeschi e dei giapponesi, abboccano, proprio come le sardine e i baccalà, scannandosi, tra l’altro, anche in una sanguinosa e fratricida guerra che rende l’immagine del Paese, e non solo quella, ancor più devastata, patetica e triste.

    Tedeschi e Giapponesi perdono la guerra ma restano fedeli al loro credo sino alla fine guadagnando il rispetto dei nemici
    noi, invece, confermiamo, ancora una volta, tutta la nostra inaffidabilita’, la nostra piccineria, la nostra meschinità, i nostri voltagabbana, la nostra abissale imbecillita’!!!

    Oggi, dopo tanto tempo e nonostante le diverse forme di governo adottate (monarchia, dittatura, repubblica liberale), restiamo ancora un Paese di migranti, con giovani che fuggono all’estero a cercare fortuna (magari per continuare la tradizione di far ingrandire altre nazioni) e restiamo sempre, checché se ne voglia dire il contrario, una “entità geografica” che in campo internazionale conta poco o niente, anche se pensiamo di essere chissà chi perché ancora tollerati nel G8.

    Corruzione, evasione fiscale, esterofilia, individualismo, insofferenza alle regole, irrazionalità, perenne litigiosita’ interna, disorganizzazione cronica, imbecillita’, mancanza di senso civico e tanto altro ancora fan si che da noi, da sempre, non si riesce di metter su una societa’ semplicemente normale.

    Difatti evadere le tasse tutto sommato è indice di furbizia.
    Avere il Paese in mano a criminalità organizzate è tollerabile.
    Lasciare la cosa pubblica nell’abbandono è normale.
    Soggiacere ad una “giustizia” spesso iniqua e farraginosa ci si abitua.
    Mazzette che spuntano da ogni dove appena c’ è un appalto, un affare su cui lucrare è costume.
    Assistere a sbarchi continui e incontrollati di clandestini sulle nostre coste è accoglienza italica mentre, per contro, Paesi europei come Germania, Francia, Austria, ecc. di quelle persone non ne vogliono neanche sentir parlare e ci turlupinano bellamente con frottole perché ci considerano, sotto sotto, lo scemo credulone del villaggio i cui strepiti o atteggiamenti fanno solo ridere in quanto….innocui.

    Del resto è ovvio che gli altri Stati ci considerano alla stregua di buffoni senza dignità e senza ritegno:
    basta che vedono parlamentari italiani salire su di una nave, trasportante, tra l’altro, clandestini, ancorata fuori porto ché senza il permesso di sbarcare in quanto giunta illegalmente in acque italiane, per congratularsi col capitano di quel natante “abusivo” strafregandosene delle disposizioni impartite dal loro Ministro degli Interni, per tirare le conclusioni su che gente e politica hanno a che fare e quanto questa sia…. “razionale ed unita”.

    Gli altri Paesi capiscono subito che in Italia gli Italiani (da sempre) se la tirano gli uni contro gli altri ed è facile quindi far breccia nella loro società per rigirarseli come si vuole (vedasi Radio Londra all’epoca).

    Come possono considerare, difatti, gli Stati stranieri, dei parlamentari italiani che danno contro al proprio Ministro degli Interni per favorire una nave, straniera, che trasporta clandestini e per giunta illegalmente in acque territoriali italiane?

    Quei parlamentari, che lo si neghi o meno, con il loro gesto fanno passare il messaggio che da noi le norme possono essere tranquillamente disattese, persino da membri del potere legislativo, ché tanto al reo non succede niente, anzi, è piuttosto il ministro cattivone a rischiare la galera per i suoi divieti e comportamenti adottati!!

    Del resto e’ cosa nota che da noi i farabutti godono di agevolazioni, di sconti di pena, di risarcimenti da parte delle loro vittime se da quelle dovessero venir malauguratamente danneggiati…e via dicendo.

    Ma tant’ è!!!!

    OggI, invece di scendere in piazza per reclamare meno tasse, più onestà, piu’ lavoro per i giovani, più investimenti per la scuola, per la ricerca, per la sanità o per rivedere parti della nostra Costituzione onde rendere più governabile il Paese, oppure per impegnare l’ Italia a non subire sempre e passivamente i diktat europei su autentiche demenzialita’ (dimensioni vongole o cetrioli) o turlupinature circa le immigrazioni clandestine o i pseudo patti di stabilità bensi’ a farsi promotrice di un vertice fra Stati della UE affinché si cominci a buttar giù una bozza di unione politica o su altro di veramente serio, impellente e tragico (ILVA che chiude, Alitalia in difficoltà, fabbriche che falliscono, multinazionali che saccheggiano il nostro apparato economico, ecc. ecc.), oppure manifestare contro le disposizioni europee che denigrano il nostro cibo esaltantando le porcherie di altri Stati, oppure ancora sollecitare lo sblocco di cantieri, premere perche’ ci si adoperi nella prevenzione di disastri naturali con opere di manutenzione o innovamento, per la messa in opera di inceneritori per le immondizie, spingere per incrementare e favorire il turismo valorizzando i nostri beni, naturali e culturali, ecc., si preferisce, invece, scendere in piazza per protestare contro….. fantomatiche dittature fasciste, presunte prepotenze perpetrate o eventualmente da perpetrarsi ai danni della libertà.

    Libertà di che poi? Di fare il proprio comodo? Libertà di fumare droghe? Libertà di accoppiarsi come bestie e adottare pure bambini da parte di coppie gay nel nome di una presunta parita’ di genere? Libertà di non essere redarguiti, alla stregua di Pinocchio che schiaccio’ con una martellata un autentico rompiballe fascista di Grillo parlante?.

    Ovviamente tutti possono e devono scendere in piazza a dire la loro, siamo in democrazia, però, per favore, lo si faccia per esporre e proporre idee razionali (i francesi scendono in piazza per protestare sugli aumenti dei prezzi dei carburanti, sulla insulsa riforma delle pensioni o, come ai tempi della Rivoluzione, per il sacrosanto motivo di lapalissiane ingiustizie sociali) utili a risollevare un Paese che annaspa ed e’ in gravi difficoltà invece che difendere ed imporre, ipocritamente, capricci e vizi che, camuffati da ideali e valori, devono essere, secondo molti presunti democratici benpensanti, antitetici ai veri valori di ordine, disciplina, serietà, onestà, senso civico, amor patrio….

    Ma quest’ ultimi, dimenticavo, sono concetti fascisti ed estremamente illiberali ed antidemocratici.

    Di sardine e baccalà (tutti uguali, tutti in banchi e tutti a seguire la corrente) in Italia, purtroppo, ce ne sono ancora abbastanza.

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    Come afferma anche lei: ognuno è libero di dimostrare dissenso verso quello che trova ingiusto: le Sardine trovano ingiusto il clima di odio che si è creato anche a causa di chi fa propaganda politica urlata e discriminante.
    Il movimento appena nato definitosi “Sardine”, ha portato una ventata di speranza che questo paese possa finalmente chiedere che la politica non istighi gli animi e si comporti secondo i dettami della Costituzione (nata, le ricordo, dall’Antifascismo), mi pare il minimo e finalmente una gran massa di persone lo chiede a gran voce.
    A me sembra positivo e comunque lei dimentica che gli italiani, molti italiani si sono battuti per cause giuste e spesso anche a costo della propria vita.
    PS:
    La prego di fare commenti più brevi.

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