Il fiume scorre lento

Il fiume è una presenza molto diffusa nel mio territorio. Ogni giorno, durante la mia passeggiata quotidiana ne costeggio uno, ma ce ne sono miriadi: fiumi, fiumiciattoli, rii e canali e canalette, dighe, chiuse…laghetti artificiali e naturali, è tutto cosi, dovunque. La presenza dell’acqua è una compagnia piacevole e della quale neppure mi accorgo tanto è costante.

Dovunque mi giri si vede il fiume che attraversa la mia città e si gira e rigira a volte pigramente e a volte con più forza, si ingrossa e ritorna placido dopo i temporali, va in secca durante le estati siccitose o arriva quasi a tracimare negli autunni particolarmente piovosi.

Ci sono abituata, da sempre. A volte fa un po’ paura. E, anche se è successo che in qualche punto abbia, a volte, rotto gli argini , ma non ha mai causato danni troppo gravi. In più punti è stato deviato, cementificato, costretto a prendere altre direzioni, ma non ha mai “protestato”, si è sempre adattato al nuovo corso e ripreso a scorrere tranquillamente mimetizzandosi con il paesaggio circostante e impreziosendolo.

Quello di cui parlo non è un gran fiume, ma un piacevole corso d’acqua ombreggiato sulle due sponde da una fitta vegetazione e dove famigliole di uccelli acquatici trovano il loro habitat naturale. In questo periodo ci sono molti nuovi nati ed il percorso che faccio quotidianamente ne è piacevolmente affollato.

Sono presenze deliziose che accompagnano il tragitto che giorno dopo giorno si fa sempre più verde e punteggiato di fiori e impercettibilmente ma decisamente, cambia, si trasforma si tinge e scolora a seconda delle stagioni ed è quella metafora della vita che ben conosciamo.

“Il fiume scorre lento, frusciando sotto i ponti, la luna brilla in cielo, dorme tutta la città…” dice una strofa di una celeberrima canzone di Domenico Modugno: “Vecchio frack”. E’ una canzone splendida soffusa di maliconia e con un sottofondo di lieve e velata ironia. Il fiume ne è il protagonista, il fiume che rende poetica anche una storia tragica. Il fiume che ci ricorda che tutto scorre e tutto passa, tutto arriva a destinazione, il fiume che nasconde segreti ma è capace di riportarli a galla e farci ritrovare e riscoprire consapevolezze che credevamo perdute.

A guardarlo, ogni mattina, mentre gli cammino accanto e lo osservo distrattamente, mi capita di sentirmi una parte del panorama.

Mi mimetizzerei anch’io, volentieri tra le acace fiorite e a volte invidio il profumo che emanano, soprattutto la sera, e mi vedo traformata in quell’unico ontano che da anni è rimasto solo dopo che gli altri due che gli crescevano accanto , sono stati abbattuti da un furioso temporale. Sembrava cosi solo e disperato qualche tempo fa, ma ora ha ripreso vigore ed è cresciuto cosi rigoglioso da non far più rimpiangere i suoi fratelli scomparsi. Ed emana una forza vitale talmente luminosa da sembrare fornito di una anima e chissà che non ce l’abbia davvero nascosta tra i cerchi concentrici che formano il suo grosso e robusto tronco, sviluppatosi negli anni ed ora cosi maestoso e ricco di sana autorità. A voler significare che dopo la tempesta, qualunque tempesta, quello che sembrava mortificato e incapace di reagire, ritorna presto a riprendere forza e nuova vita, più forte di prima.

 

n.d.a.L’avevo già pubblicato qualche tempo fa, ma oggi, una giornata piovosa e uggiosa come le ultime di questo piovoso e anomalo maggio, mi faceva piacere riaverlo in home page. Lo trovo rilassante come l’acqua che scorre.

 

Nell’aria qualcosa d’antico

Sembra fluttuare nell’aria, la professoressa di Palermo sospesa dall’insegnamento con provvedimento che non si sa bene da dove sia partito. Non si trova, l’oscuro funzionario che avrebbe fatto quella telefonata e impartito l’ordine , sembra anche lui volatilizzato.
Ha un’aria sorpresa la docente sospesa. Non le pare ancora vero di essere punita per avere solo fatto il proprio dovere: insegnare a far funzionare il cervello.

Lo fa da una vita, dice e nessuno, ancora l’aveva messa in castigo per questo. E’ stata la sua missione e adesso cosa è cambiato, cosa sta girando nell’aria in Italia che sembra andare a cozzare contro il buon senso? Sembra chiederselo con aria attonita, mentre in tanti protestano e la difendono.

Il buon senso che dovrebbe unire lo squadrone di sovranisti europei capeggiati dal ministro dell’Interno, tutti uniti appassionatamente  a Milano. Ma che cosa vogliono? Di quale buon senso dovrebbero parlare questi signori ?

Tra loro c’é, pare,  Marina La Penna, la leader di Rassemblement National.
Viene a sostenere il suo “mate” Matteo, impegnato in tante battaglie per gli italiani prima fra tutte difenderli da “barbari” armati fino ai denti che vorrebbero sbarcare nei nostri porti con la scusa dell’”accoglienza”(però a casa propria lei non li vuole, s’intende).

La bionda Marina, cosi diversa da Maria Rosa. Una che, pare, si batte strenuamente contro l’Europa delle lobby finanziarie e poi però non disdegna, pare, di cenare in allegra compagnia a caviale e champagne pagati dai fondi europei. Ma non quelli di carciofo, quelli in euro sonanti e cantanti. Come l’allegra compagnia dopo un paio di bicchieri. Pare.
Maria Rosa e Marina, due donne molto diverse: la professoressa italiana e la politica francese, La prima aiuta i suo ragazzi a costruirsi un futuro libero, ad accendere il pensiero critico, la seconda ammicca ad un atroce passato che ha fatto di tutto per spegnerlo.

Non ho alcun dubbio su quale delle due mi sia più simpatica.

Marmellata di fichi

La ramazza con cui Maroni avrebbe dovuto fare “Piazza pulita” delle mele marce, evidentemente, è stata riposta e dimenticata nello sgabuzzino. E ora ha una fitta rete di ragnatele sopra.

Alberto da Giussano è persino sfinito a furia  di rigirare le sue spoglie mortali nella tomba. (Pare che lui non c’entri nulla nemmeno con la famosa battaglia di Legnano).

Il sindaco di Legnano, Fratus, in una sua foto che gira in rete e sui giornali, si mette le mani sulla faccia, nel  gesto sconsolato di uno che è stato scoperto con le mani  nella marmellata. Di fichi. E’ il suo gusto preferito.

E sembra voler dire: “ma dove ho sbagliato”? Forse nel gusto? Troppo dolce?

Si, perché il sistema di varia corruzione all’interno del Comune, sembrava essere ben oliato: dove avranno sbagliato? Perché, ormai, il problema non è più la corruzione in sé, il problema è come nasconderla agli occhi di quegli” impiccioni “dei magistrati.  Evidentemente qualche falla nel “sistema” c’era. Bisognerà porvi qualche toppa.

Non sono mai colpevoli di nulla quelli che vengono presi con le mani nel sacco: il sacco non era un sacco, le mani non erano le loro mani, gli amici non erano amici e i figli degli amici, loro, non solo non li hanno mai raccomandati, ma non erano nemmeno i figli degli amici, ma chissà di chi erano figli…

Turbato gli incanti?  Ma dai, ma siamo seri, come si fa a “turbare un incanto”? Per definizione un incanto è giù turbato di suo. Non scherziamo. Lo dice la parola stessa.

La Lega ex nord ora sovranista e nazionalista è passata dal “cielodurismo” al “consifantuttismo”.

Nuova tangentopoli? Direi di no. Una cosina più “moderna” “Turbantopoli”.

Volare bassi

I grillini, improvvisamente moderatini, vogliono abbassare i tonini e soprattutto affossare Salvini (Selfini).

Sul quale, la Corte dei Conti (cini) ha aperto un’inchiesta per verificare se lo stesso ha usato i voli di stato per fini personali. Un atto dovuto. Dicono E vorrei anche vedere. Già ne ha pochi di soldi da restituire allo stato, il suo partito.

Cioè, in soldini, se ha utilizzato i soldi dei cittadini per fare gli affari propri e del suo partito. Non sarebbe una novità visto che la Lega coi soldi dei cittadini si è comprata persino le sigarette (e non solo).

Veramente me l’ero chiesta anch’io se il ministro possedesse un  paio d’ali o si tramutasse in Superman e volasse alla velocità della luce per raggiungere i posti dove tiene i suoi comizi.

Lui dice di no. E sfida chiunque a provare il contrario e cioè che non ha  usato (o abusato) i  potenti mezzi superveloci messi a disposizione del ministero per gli spostamenti del suo ministro.

Fa ridere.  Fa proprio ridere. Al Viminale non ci sta mai, è un ministro on the road, itinerante diciamo, si sposta per presenziare qualche evento ufficiale e poi che fa? Cambia divisa e scende dal potente elicottero superturbo della Polizia per prendere un qualsiasi mezzo? O non usa il potente aereo definito “La Ferrari dei cieli” a disposizione del ministro dell’Interno? Oppure, scende e usa la sua macchina o la bici per raggiungere i palchi che lo attendono?

Ma andiamo, non è neppure pensabile!

Ha fatto i suoi comodini? Dimostri lui che non è vero, ci porti le pezze, o i pezzetti d’appoggio. Li avrà no? Forse basterebbe chiedere ai piloti. Chissà se potrebbero dirci qualche cosa in merito.

Ma anche lui abbassi i toni e voli basso. Lo Spread lo ascolta.

Ma, a prescindere, DiMaio non me la racconta che è diventato un  centrino moderato.

Ma quando mai? Uno che “sparava” sul presidente della Repubblica a colpi di ridicole richieste di impeachment, proprio non me la racconta.

Sta solo recitando la sua spregiudicata commedia. Un attore nato!

Qualche regista ci pensi, il ministro ha delle doti nascoste. Dal ministero a Cinecittà …forse gli conviene.

La coppia scoppia e scoppietta ma ormai sono gli ultimi fuochi. Pazientiamo.

Un filo di luce

Staccare la luce è un gesto crudele. Chissà quanti, in Italia, non hanno la corrente elettrica perché non hanno pagato le bollette.

Ricordo che da bambina avevo una paura tremenda del buio. Volevo dormire con la luce accesa, anche una piccola luce. Ma non era permesso. Dovevo spegnere e dormire. Non si poteva tenerla accesa. Era crudele, ma dovevo ubbidire. E avevo gli incubi da sveglia. Ricordo che aspettavo terrorizzata che un flebile filo di luce entrasse dalle imposte sprangate e riuscivo ad addormentarmi solo quando quella diafana speranza  riusciva a penetrare quel nero impenetrabile.

Staccare la luce a chi non paga le bollette è un gesto crudele.Incivile, senza pietà. Nessuno dovrebbe mai rimanere al buio.

L’elemosiniere del papa ha fatto un bel gesto. Staccare quei sigilli e riportare la speranza in quel palazzo è stata una cosa di grande giustizia e umanità. Nessuno dovrebbe mai rimanere al buio.

Facciamo che non succeda più che un intero palazzo rimanga al buio perché gli inquilini non pagano. Si può fare, in mille modi. Si aspetta. Si pazienta, come si fa coi bambini che hanno paura del buio. Si aspetta che crescano e siano loro a volerla spegnere.

La luce dovrebbe essere garantita sempre a tutti. Come l’acqua. Come la speranza.

Ci possono essere milioni di motivi per cui qualcuno non paga, non si può staccare la luce o l’acqua perché non si pagano. Dovrebbe esserci un sistema di solidarietà nazionale che interviene e provvede a saldare i conti con chi la eroga.

Il  comune dovrebbe prevedere un fondo di solidarietà che automaticamente si attiva per impedire che una famiglia, una persona sola, chiunque, rimanga senza corrente o senza acqua. E che nessuno rimanga mai al buio, al freddo e senza speranza.

Una  civiltà senza speranza non ha futuro.

 

Pubblicato su “Italians” del Corriere della Sera

Chiare lettere

L’uomo col mitra, risponde ancora all’ideale di salvatore della patria che aleggiava nella penisola ancora solo qualche mese fa?
Personalmente ho sempre pensato che la Lega ci avrebbe portato a un quasi “regime” con risvolti che diventano sempre più arroganti e da limitazione delle libertà e dello stato di diritto.
Io quello striscione che diceva “Non sei il benvenuto” esposto a Brembate e subito fatto rimuovere, l’ho messo idealmente subito sul mio balcone.
Il governo a guida mago Silvan, mi ha fatto rizzare il capello dal primo istante.
Ma ora caro ministro del Lavoro, dica lei, dove stava prima di firmare il contratto?
Era appena atterrato con l’astronave? Era forse il capitano Spock dello Star Trek?

Non sapeva nulla dei precedenti della Lega furbona e rubona, dei 49 milioni rapinati ai cittadini? Non sapeva nulla di Siri? Non sapeva nulla del fatto che la Lega era quella che è da lungo tempo?
Innocente? Eh, già comodo fare i puri adesso. E fino ad adesso dove è stato?
In vacanza sull’Enterprise?

E perché avete salvato il soldato Salvini dal processo?

Perché avete avallato le leggi proposte dalla Lega?
Perché avete permesso che si creasse questo clima di scontro permanente nel paese?
Forse lo so…vediamo…perché vi faceva comodo, perché pensavate di farla franca.

Ora invece che i nodi stanno venendo al pettine e dovrete trovare 30 miliardi per non far collassare la baracca, scoprite di colpo l’acqua calda e vi scottate le manine.
Sarà diffiicle, caro ministro, convincere gli italiani che siete in buona fede.

Se l’avete mai avuta, mi sa che la state perdendo tutta per strada.(Manco quella dei “buoni costumi”).
Salvini è quello che è lo sta diventando ancora di più, voi siete sempre quelli che eravate solo che ora l’ipocrisia vi si legge a chiare lettere in faccia.

Madame la marquise

Il ministro dell’Interno, parlando con qualcuno (pare del servizio d’ordine) che si trova vicino al palco, ma rivolgendosi a chi lo contesta a Torino, durante un suo comizio, dice: “Ma le pare normale una cosa cosi? “Eccheccazzo”!
Provoca e poi protesta. Lui, protesta delle proteste contro di lui. No, francamente, non mi pare normale.
Non vuole essere contestato. Ai suoi comizi vuole solo applausi.
Invece, la protesta contro di lui, dilaga o di… Lega.
Una signora dice di essere stata spintonata dai suoi scagnozzi mentre protestava civilmente. Le credo, ormai ai comizi di Salvini bisogna andarci solo con un mazzo di rose in mano e staccare i petali al suo passaggio.
Manda i Vigili del Fuoco a rimuovere gli striscioni che presume siano sontro di lui. A Brembate ce n’era uno appeso ad un balcone che diceva “Non sei il benvenuto”. E Salvini ha creduto che fosse diretto a lui. Avrebbe anche potuto essere per un fidanzato che andava in visita, tipo quello della famosa canzone ” I will survive”( you are not welcome any more”…).

Ma no, lui manda i pompieri che avrebbero cose ben più importanti da fare a togliere qualsiasi cosa possa ricordargli anche alla lontana, una protesta contro di lui.I suoi comizi devono essere spazzolati e pettinati a puntino, altrimenti si arrabbia come una bestia.

Ma, visto che si trova a fare pulizie di Pasqua fuori stagione, perché a Natale non fa togliere anche tutti quegli orrendi babbi natale che scalano le finestre dei palazzi? Secondo me farebbe opera meritoria a mandare i VdF a rimuoverli. La Befana è avvisata.

Anche  DiMaio protesta contro di lui, ma  perché non lo molla?. L’opposizione interna al governo fra “alleati” non è un inedito e la protesta impazza ovunque, l’esempio dei due litiganti è contagioso e intanto il paese, terzo incomodo, certo non gode.
L’unico che non protesta (almeno in pubblico) è Fabio Fazio al quale sono state annullate tre puntate di “Che fuori tempo che fa”, a quanto pare per far posto a Vespa. Era lui ormai “fuori tempo”, la Lega lo ha puntato, prende troppi soldi e poi è troppo di sinistra, insomma, la Lega democratica non ne poteva più di quel birignaoso di Fazio, Vespa, al contrario, può stare dove sta, uomo per tutte le stagioni, come l’impermeabile tascabile.
A me, che chiuda Fazio, sinceramente, non importa meno di nulla: l’ho guardato si  e no cinque minuti in tutto e mi sembrava, francamente un circolo della bocciofila della parrochietta, lui, poi, mi da l’orticaria. Però se cominciamo cosi, non si sa dove si possa andare a finire…madame la marquise.

Il Giro in bici

Pubblico questo articolo di Alessandro sul Giro d’Italia.

Non ne sono particolarmente  appassionata, ma trovo che sia una gara affascinante, soprattutto perché la bicicletta è un mezzo meraviglioso per muoversi in libertà.

Io l’ho amata subito, dalla prima volta che l’ho vista e ci sono salita appena mia madre me lo ha consentito e non l’ho abbandonata per molto tempo. Solo recentemente, a causa del traffico e della scarsità di piste ciclabili, me ne servo molto meno, ma non è detto…

E poi, i panorami, le salite, gli sforzi, a volte veramente immani dei ciclisti, il maltempo che a volte li coglie di sorpresa e li costringe a vestirsi mentre continuano a correre…insomma tutto questo e molto, molto altro, rende il Giro un evento straordinario e straordinariamente interessante.

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A proposito di discriminazioni, di cui si parla spesso in questo blog, oggi è cominciato il Giro d’Italia, anzi per essere precisi di Mezza Italia, ovviamente il Sud scrupolosamente evitato. Tra qualche mese si disputerà pure quello delle donne, e li è ancora più evidente la discriminazione. Si svolgerà tutto al Nord, non solo il Sud, ma anche il Mezzogiorno è escluso.
Ma a parte questo aspetto, il Giro è una gara ciclistica affascinante che richiama sempre una grande partecipazione di gente di tutte le età
Il Giro d’Italia nacque nel 1909, sei anni dopo l’altra grande gara ciclistica di rinomanza mondiale, il Tour de France. Una curiosità, Alfonsina Strada fu l’unica donna a partecipare al Giro, quando ancora non esisteva la versione femminile.

Quest’anno il Giro si svolge lungo un percorso di 3518 chilometri suddiviso in 21 tappe. Parte da Bologna e si concluderà a Verona. Sarà molto duro, si scalerà un dislivello complessivo di 46500 metri. Gli scalatori saranno favoriti(5 tappe di montagna), ma anche gli specislisti del cronometro potranno contare su tre tappe. Il resto sarà appannaggio dei velocisti, i quali potranno ambire alle vittorie parziali di tappa, ma non certo alla vittoria in classifica generale.
Per la classifica generale sono in lizza almeno in quattro, uno è il siciliano Vincenzo Nibali, già vincitore di due Giri (oltre che di un Tour e di una Vuelta). Gli altri aspiranti alla maglia rosa sono, lo sloveno Roglic, fortissimo cronoman, l’olandese Dumuolin, vincitore dell’edizione del 2017, l’inglese Yates, vincitore della Vuelta del 2018.
Ricordo Yates vincitore sull’Etna alcuni anni fa, una delle rare volte che il Giro sia sceso dalle mie parti.
Ma le sorprese sono sempre possibili, in una corsa così lunga nulla è dato per scontato, è sempre possibile una crisi del favorito che ne comprometta la vittoria o l’emergere di un outsider, come avvenne al ventenne Coppi che prevalse sul suo capitano Bartali.
A proposito, appartiene ancora a lui il record del più giovane vincitore del Giro: 20 anni, 8 mesi, 25 giorni.

Intanto oggi prima tappa a cronometro, Bologna-S.Luca, di 8,2 chilometri, con una bella salita, vince Roglic, secondo Yates, bene Nibali, terzo a 23 secondi.”

 

Alessandro Stramondo

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Toni, Gigi e i schei

“Senti, ciò, Toni, vien qua ti”…gli hanno risposto in coro, Brugnaro e Zaia, rispettivamente sindaco di Venezia  e governatore del Veneto.

Il ministro delle Infrastrutture aveva invitato Brugnaro per discutere della “tassa di scopo” sul Mose che equivale a far pagare ai turisti e ai veneti la manutenzione di quel catafalco già arrugginito ancora in via di costruzione, che è costato oltre cinque miliardi, buona parte dei quali finiti nelle tasche di politici corrotti.

Non proprio una novità. Insomma  uno strafondo di pozzo  che sembra non finire mai di fagocitare soldi.

Ma questa volta c’è una novità: che lo Stato chiede ai veneti e ai turisti di pagarne le spese, come se già non pagassero fior fiore di tasse e non avessero un bilancio sano e un cospicuo residuo fiscale che lasciano nelle casse dello Stato.

Il quale Stato aveva da lungi promesso l’autonomia fiscale che i cittadini hanno confermato con un referendum e che giace, lettera stramorta, sulle scrivanie del ministero competente. Che fingono di starci in pubblico, ma in privato, tra le segrete stanze rispondono: “Acchi”?

Intanto, dicono a Roma, pagatevi il Mose. E’ vostro, noi che cosa c’entriamo?

Allora  perché non far pagare ai Veneti anche la Tav, o la Tap? Visto che hanno soldi che gli avanzano, pagassero!

Il sospetto viene, io qui lo dico e qui lo sottoscrivo: i veneti stanno un po’ antipatici al ministro del Lavoro (antagonista del leghista) e vicepremier e a Roma in generale.

Troppo leghisti, troppo ricchi, troppo sfondati di schei, insomma, per dirla tutta: Pantalone apra i cordoni della borsa e paghi.

Mi sa che piuttosto i veneti (io li conosco) nottetempo, si immergono e smontano pezzo a pezzo  quel catafalco arrugginito. E poi, accada che può.

 

 

Zinga style

Nicola Zingaretti, a Porta a Porta.
Finalmente si vede una faccia nuova. Diversa dalle solite, almeno. E le solite, ormai, sappiamo quali sono. I due contendenti alla poltrona di premier per il prossimo governo che si scannano sul pero e sul pomo e sono pronti a rivendicare il pero e il pomo, portandoseli via l’un l’altro dalle rispettive bocche (affamate di voti).
ZIngaretti…dicevo.
L’ho osservato un po’. Ha una bella faccia. Un bel modo di sorridere franco. Due occhietti leali. Una faccia pulita, rasata a puntino ma con i segni evidenti di una peluria abbondante che, a dispetto dei capelli che hanno lasciato il cranio da lunga data, risalta, pur se azzerata dal un buon rasoio.
Insomma un po’ alla Pietro Gambadilegno, col quale, però, non ha nulla da spartire se non questo particolare peculiare.
Ha anche parlato, ovvio, ma mi sono lasciata distrarre più dalle sue caratteristiche somatiche e dai gesti, dagli atteggiamenti che dalle parole.
E ho anche osservato che aveva un bel completo blu classicone di ottimo taglio e cravatta: impeccabile, almeno quello che si vedeva, i calzini non li ho visti ma, presumo, fossero in tinta.
Ha espresso solidarietà a Virginia Raggi per la sua presenza a Casal Bruciato dove c’è in corso una protesta contro le famiglie di Rom che hanno di recente ottenuto un alloggio dal Comune.
Si, va bene, ok. Non poteva, credo, non dirlo nella sua veste di presidente di Regione. E anche umanamente…uno che si chiama come si chiama…
Ma, fossi stata in lui avrei anche approfittato per dire di quanto sia indecente questa situazione, quasi fuori controllo, indegna di un paese civile. Non mi pare lo abbia sottolineato con forza, mi pare che abbia tenuto un basso profilo, forse persino troppo basso, ma deve essere Zinga style. Vedremo.
E, avrei aggiunto, potendo, che a me francamente, quella della Raggi è sembrata una passerella: che bisogno c’era di andarci e a favore di telecamere affermare che la legge va rispettata?
C’è chi deve farla rispettare, lei, il ministro, volendo pure i vicepremier, il premier…e poi a scendere snocciolando tutta la gerarchia dei preposti a mantenere l’ordine e a garantire che le leggi vengano rispettate. Una buona lunga lista. Direi.
E sai che novità. A Roma avrebbero detto: ” E m’hai detto…”
Eppure nelle periferie romane, mai come in questo momento, c’è il caos.
Zingaretti, questo, secondo me, avrebbe dovuto puntualizzare con forza.
Mi è sembrato il segretario democratico di un partito democratico in via di ricostituzione e in fase di ristrutturazione ancora con tutti i calcinacci per casa.
Poveraccio, brava persona, mi fa un po’ di pena, avrà un bel da fare.
Incalzato da Vespa (come incalza Vespa non lo sa fare nemmeno un calzascarpe)
ha risposto bene, ha detto che con lui il partito sta ritornando in vita, lentamente ma irresistibilmente…
Si, tutto sommato mi pare avere le carte in regola.
Spero solo che non ne faccia anche lui un castello che cade al primo soffio di vento.

 

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