Samarcanda

Un pensiero affettuoso a tutte le vittime di questa guerra assurda che spinge uomini ad uccidere altri uomini a tradimento, senza preavviso alcuno, senza che abbiano neppure il tempo per una preghiera o per rendersi conto che una bella serata tra amici, una passeggiata in centro o una visita ad un centro commerciale, o qualsiasi altra attività umana, possa d’improvviso trasformarsi in occasione di morte.

E’ successo a Strasburgo qualche giorno fa che un uomo, pluripregiudicato ma che girava armato, abbia ucciso quattro persone, a freddo, nelle vie della città dove erano in corso i caratteristici mercatini di Natale.

E’ successo nel cuore dell’Europa, quell’Europa che fatica a sentirsi un unione tra popoli diversi ma che condividono valori di solidarietà, di libertà, di scambi culturali reciproci e dove le diverse culture divengano un’opportunità di ampliare la conoscenza e allargare le prospettive.

Questa Europa era il sogno di Antonio Megalizzi, un giornalista italiano che si trovava proprio in quel luogo che è diventata la sua Samarcanda. E’ successo a lui come a Valeria Solesin qualche anno fa, ma è successo a uomini e donne di altre nazionalità, tutti accomunati dallo stesso atroce destino.

Antonio Megalizzi e Valeria Solesin, forse, hanno solo avuto il tempo di percepire una sensazione di qualche cosa che non andava per il verso giusto, ma deve essere stato come un lampo accecante che li ha trasportati altrove.

Ed ora spero che siano in una dimensione piena di colore e di luce e di gioia e che il loro ricordo non si affievolisca mai e serva a dare forza a chi deve combattere ogni giorno contro una vile minaccia che incombe su tutti noi.

Gli dedico idealmente una canzone:

7 commenti su “Samarcanda”

  1. Il terrorismo è la piaga dei tempi moderni, da rigettare ed esecrare come barbarie nata in seno al mondo civile.
    Colpire persone inermi, incolpevoli, sparando nel mucchio, a caso o in modo mirato, sempre proditoriamente e spietatamente, non lascia campo a giustificazioni di sorta.

    Ma da dove nasca, quali siano le cause che siffatta piaga generano è giusto chiedereselo: a parte i casi di fanatismo indotto con vari tipi di indottrinamento, o di esaltazione mentale dovuta a vari tipi di condizionamenti, cause che si risontrano spesso negli esecutori diretti di attentati, dietro le organizzazioni che scientemente lo perseguono, sta sempre uno scopo da perseguire
    a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo, anche mettendo da parte ogni senso di umanità.
    Spesso è l’arma di chi in un conflitto si trova in stato di netta inferiorità e nasce spesso nei paesi dove guerre di ogni tipo hanno destabilizzato ogni forma di legalità e di civiltà.
    In ogni caso la forza bruta, che sia terrorismo o sia guerra di aggressione, non deve mai prevalere sulla ragione e il senso di umanità e mette di per sé dal lato del torto.

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  2. Samarcanda…. a volte viene da pensare come la vita di ciascuno sembri scritta nel libro del destino, da cui non si può sfuggire.
    Due giovani nascono in località diverse, vivono la loro vita in maniera totalmente differente, l’uno segue la via del giornalismo, l’altro si perde nei meandri del terrorismo, poi s’incontrano in una città-simbolo, in un mercatino di Natale, ed ecco scoppiare il dramma. Cosi vale per le altre vittime che erano convenute come in un appuntamento.
    Sarebbe bastato per ciascuno di loro un minimo contrattempo perché i fatti si fossere svolti diversamente, o forse, chissà quanti contattempi e intoppi nella vita di ciascuno, o anche riuscite e successi, che alla fine, tirate le somme, hanno determinato proprio quell’incontro fatale.

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    • Il destino esiste. Ognuno di noi ha il suo e nessuno lo conosce. Crediamo di essere determinanti nelle “nostre” scelte, pensiamo di essere liberi, di poter decidere delle nostre vite…si, in parte è cosi, siamo noi a dare l’impronta alle notre vite ma poi c’è il nostro destino al quale non possiamo sfuggire perché ci aspetta nel punto preciso che è stato già deciso. Infatti, basta anche una minima cosa, un battito di ciglia per dare una svolta diversa alle cose ma quando quello che si verifica è destinato, le cose si determinano e si incontrano in quel punto dove il destino si compie.

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  3. Alla teoria del destino, oppongo la teoria del caso. Nessuno ha deciso cosa dobbiamo necessariamente fare, le coincidenze sono frutto del caso, così come tutta la gente che incontriamo per strada o in aereo, o in un teatro, o in fila dietro un semaforo.
    O quelli che si trovarono ad attraversare il ponte sul Polcevera mentre crollava.
    La vita non è scritta se non dopo che è accaduta.

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  4. Non sono gli immigrati di prima enerazione, ad esplodere dimodio omicida contro i cittadini dei paesi ospitanti, ma i giovani di seconda o terza . Ho letto articoli di psicologi e sociologi, che ritrovano l’eziologia ditalinaggressioni nella mancata o minima integrazione di costoro , che rifiutano ogni forma di accostamento alla cultura occudentale, e che si sentono nel contempo sradicati dai paesi e dalle culture d’origine. Così, di anno in anno, cresce un odio feroce nei confronti di chi appartiene ad una società, che gli è estranea, in cui non vogliono inserirsi, che disprezzano in ogni sua manifestazione. Legano solo con altri islamici radicalizzati, che la pensano come loro e si arriva ad uccidere, pur di eliminare i presunti nemici da cui si sentono emarginati.

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  5. MGG, mi scuso tanto, innanzitutto con te, per gli errori di tastiera con l’Ipad, ho una manona con ditoni , ne combino di continuo.

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  6. Ho parlato del terrorismo in termini molto generali, includendo nell’espressione “esaltazione mentale dovuta a vari tipi di condizionamento “, fenomeni di disadattamento e di emarginazione nelle banlieus, di immigrati di seconda e terza generazione, come pure fenomeni del tipo “foreign fighters”.
    Le origini primarie, a parte l’ex colonialismo europeo, sono sempre le condizioni di dissesto di certi paesi medio orientali e africani, che hanno provocato e provocano esodi incontrollati, sbandamenti, disadattamenti, che possono rimanere isolati, o più spesso sfruttati e indirizzati verso varie forme di terrorismo.

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