L’ultima chance

Grillo ha visto la sua cartomante di fiducia anche oggi. Come tutti i giorni.

Vuole sapere come va a finire questa storia del governo. Non sa più che pesci pigliare. Il suo candidato premier è un po’ in ribasso, sta perdendo smalto ogni giorno che passa, eppure gli da una spolveratina ogni 24 ore ma la patina dello stress si sta posando sul volto giovane e sorridente ma leggermente apatico, del giovane leader.

Forse troppe camomille? non rischia di diventargli abulico?E poi passa troppo tempo a farsi fotografare con la nuova fidanzata, quello ha altro per la testa,altro che governare.

Forse era meglio Dibba. Con questi dubbi atroci in mente Grillo ha atteso che la cartomante stendesse i tarocchi francesi sul tavolo, con maggior ansia del solito.

Ma come ? rimugina tra sé e sé, abbiamo il mondo in mano, abbiamo il paese con noi e quello sta a cincischiare con i forni? Si, va bene, il ragazzo segue tutte le indicazioni dei suoi superiori, si sente con me(Casagrillo) e Casaleggio e Casalino due volte al giorno, non gli basta?

Insomma è furibondo e fremente.

No, niente da fare, gli dice la cartomante. Qui c’è un blocco e gli indica la carta dell’Impiccato.

Un blocco? risponde Grillo ansioso, che blocco?

Un blocco, risponde lei, un grosso ostacolo sulla vostra strada.

Questa non ci voleva, pensa Grillo.

La cartomante prosegue: però vedo anche un Papa e questo Papa è seguito da un Imperatore e…

A questo punto l’operatrice dell’occulto si ferma, guarda Grillo con aria preoccupata e poi, indicando l’ultima carta comparsa, cioè l’Imperatore, gli dice solennemente:

il sentiero è già tracciato, un uomo di più di ottant’anni sta per mettervi un grosso bastone tra le ruote…

Nooo, urla Grillo disperato, no, non può essere, ma sei sicura?

Certo risponde lei, le carte non mentono.

Grillo ha capito tutto e deve correre ai ripari, sente che il suo progetto gli sta sfuggendo dalle mani, sente che Berlusconi sta per  fregarlo, non può permetterlo.

Ecco come è andata e perché ha suggerito a Di Maio che  non gli resta che attaccarsi al carro del Pd sperando che non si sia già venduto anche le ruote. IL Pd è ormai l’unica salvezza. Non si può stare a guardare tanto per il sottile.

Già, la metamorfosi del movimento è in fase avanzata, trasformarsi in movimento democratico non sarà indolore, ma Maurizio Martina sembra avergli dato una qualche possibilità.

Meglio non lasciarsela scappare, potrebbe essere l’ultima chance di non finire seppellito da una risata.

 

P.S.:Dalla Stampa on line di oggi 18.4.2018:
“L’ex segretario Pd si sta tenendo ostentatamente fuori, come se la faccenda governo non lo riguardasse più; però mille segnali inducono a credere che Renzi possa cedere alla tentazione di riprovarci. Se con il suo beneplacito i «Dem» accettassero di sedersi al tavolo programmatico proposto dai Cinque stelle, allora Fico sarebbe il principale indiziato a favorire quel tragitto in quanto presidente della Camera, con un compito speculare a quello di Elisabetta Casellati: invece di «esplorare» l’alleanza tra centrodestra e M5S, Fico si concentrerebbe su quella tra M5S e Ps. In caso di esito favorevole, potrebbe essere lui stesso a mettere in piedi un governo, o magari tornerebbe in campo Di Maio: per saperlo adesso con certezza ci vorrebbe una cartomante”.
Lo scivo per chi, leggendo il mio articolo, scritto ieri, possa pensare che io abbia idee “strane”.

6 commenti su “L’ultima chance”

  1. Non parliamo di ultima chance se non vogliamo poi essere costretti a declassarla a penultima e poi a terzultima.
    Meglio non sbilanciarsi, il sistema del conferimento dell’incarico non lo consente, è quanto di più sofisticato si possa pensare, la quintessenza del bizantinismo.
    Si comincia con la schermaglia tra i segretari di partito, con pretese di leadership avanzate da parte di tutti; poi iniziano i divieti, la ricerca di accordi, i respingimenti , le forzature, gli insulti;
    fiinalmente arriva il momento della salita al Colle per le consultazioni del Capo dello Stato: salgono presidenti di Senato e Camera, presidenti emeriti, delegazioni dei partiti e delle coalizioni;
    quindi comunicazione presidenziale di ciò che già si sa, ossia che non s’e combinato niente;
    seguoni nuove schermaglie tra i segretari dei partiti, ma con una punta di astio in più, maggior insofferenza e proclami di slogan che, anziché smussare le divergenze, le accentuano con semplificazioni ridotte ai minimi termini indigeribili;
    si continua con la perdita della pazienza del Presidente della Repubblica e conseguente proclama di ultimatum che sfocia nell’incarico esplorativo, di solito inutile … così il ciclo ricomincia, ma ad un livello più basso…
    insomma, se nel frattempo scoppiasse una guerra, ci ritroveremmo, senza manco poter dire ba, tutti in ceppi, prigionieri del nemico.

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    • Tutto giusto. Ma possiamo sempre tollerare tutto e farci passare sempre tutto come se fosse “normale”? Come se il nostro voto non contasse nulla o meno di nulla? E dobbiamo tollerare che questo “sistema” sia sempre più diffuso perché ad ogni governo cambia la legge elettorale e chi la fa la fa sempre più complicata per mettere i bastoni tra le ruote agli avversari?
      La nostra democrazia tollera, ma ad essere troppo tolleranti si finisce per passare per …quella cosa che hai capito.

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  2. Si dice che debbano governare insieme i due vincitori delle elezioni, ossia la Coalizione di destra e i Cinque Stelle. Si dice che così si fa la volontà popolare.
    Ma non è vero: si fa solo un’operazione aritmetica, una somma di seggi, non un’operazione politica, perché Centro Destra e Cinque Stelle sono antitetici.
    l’uno, rappesenta il Nord, l’altro il Sud. Quando mai gli interessi del Nord e del Sud hanno coinciso?
    Poi, l’uno, vorrebbe ridurre le tasse (addirittura unica tassa al 15%, utopia oggi), l’altro vorrebbe dare il reddito di cittadinanza con forte richiesta di risorse, quindi in contraddizione con ciò che vorrebbe il Centro Destra.
    Infine, l’uno è stufo di pagare per il Sud, l’altro richiederebbe un maggior travaso di risorse da Nord a Sud.
    No, impossibile governare così a meno di rinunciare entrambi a perseguire l’obiettivo principale per il quale sono stati votati.
    È questo sarebbe tradire la volontà popolare.

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    • Ho l’impressione che della volontà popolare gliene importi meno di zero a entrambi, mi sbaglierò ma questa manfrina la fanno solo per far credere al loro elettorato che ci tengono e che vogliono mantenere le promesse.Ma quando mai?
      I cinquestelle hanno già taroccato il programma dopo le elezioni e risulta già diverso, bella prova di onestà e trasparenza, ma, ormai, non sono più di lotta ma di quasi governo e si devono conformare. Come volevasi dimostrare: in guerra, come in amore o in politica, tutto è permesso
      Se arrivano a fare un governo si vedrà ma gli elettori si possono scordare di quasi tutto quello che hanno promesso entrambi, faranno quello che i veti reciproci gli consentiranno, cioè quasi nulla, tranne cosine che servono ad entrambi per sopravvivere.
      Gli imbarcacucchi ci saranno sempre fino a che ci sono i cucchi che abboccano.

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  3. Vedo che in sostanza siamo d’accordo, basta solo intendersi sulla parola “governare”.
    Lei dice, govereranno tradendo l’elettorato.
    Io dico: impossibile governare così, a meno di tradire l’elettorato.
    Insomma il “governare” sotto certe condizioni è “sgovernare” e la durata di un tale governo, se esiste ancora coscienza critica, non può che essere relativamente breve.

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    • Non è detto. Molti governi hanno sgovernato a lungo, molto a lungo, direi persino troppo a lungo.
      Forse sgovernare è proprio quello che fa durare di più i governi.
      Quando si sgoverna non si da voce al Parlamento e cosi facendo si umilia la democrazia ma i governi reggono.
      Decenni di sgoverno ci hanno portato sin qui. Il prossimo sgoverno potrebbe esserci fatale. Ma, naturalmente, io spero proprio di no, spero che la nostra democrazia trovi il modo di liberarci da un ennesimo sgoverno in tempo per non affondare.

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