Nessuna pietà

Dopo aver letto molto sul caso del produttore americano Weinstein , mi sono accorta che a questa storia manca qualcosa. Non sapevo bene cosa, poi ripensandoci ho capito cosa manca. Manca qualsiasi accenno ad un, seppur larvato, sentimento di vicinanza al prossimo. Nessuna pietà, neppure l’ombra.

Non sempre, ma quando di parla di rapporti sessuali, l’amore dovrebbe essere sotteso. Nel caso in questione c’era solo l’avidità di potere di un uomo di potere. C’entra poco anche il fatto che l’arma del ricatto fosse il sesso. Ci vedo la volontà sistematica, quasi scientifica, di dimostrarsi potente. Nel senso di imporre la propria volontà ad una donna.

Il caso andrebbe studiato da uno psicanalista del profondo. Definirlo, come ha fatto Asia Argento (una delle sue vittime) “orco”, gli da già una precisa connotazione di un uomo avido e vorace. Ed un motivo ci deve pur essere.

A leggere la cronaca di quelle violazioni di donne che si presentavano a lui nella sua veste di produttore cinematografico,viene un moto di ribrezzo nel constatarne l’automatismo, quasi una fredda procedura alle quali l’uomo sottoponeva le sue vittime. E la cosa ancora più perversa era il piacere che deve avere provato al pensiero che non avrebbero mai avuto il coraggio di denunciarlo per paura di perdere il lavoro e che, al contrario, formalmente , gli avrebbero dovuto persino dimostrare riconoscenza. In pubblico avrebbero dovuto persino dimostrare devozione , quasi una sorta di affezione. E per molte di loro è stato così.Nonostante la rabbia e i sentimenti di colpa, di disistima verso se stesse e di impotenza.

Una perversione morale abietta che non può non avere motivazioni psicologiche profonde. Ma questo non significa dare giustificazioni ad un simile comportamento, al contrario. Il fatto che non sia corso ai ripari subito, al primo manifestarsi della “malattia” significa che la sua abiezione era tale da soffocare qualsiasi pur recondito, anche infimo senso di colpa. Colpa che ora è giusto che paghi.Non c’è dubbio. E non vale dire che come lui ce ne sono tanti, anzi, tantissimi. Al contrario, il fatto dovrebbe preoccupare e mettere in guardia su come la società cosiddetta”civile”, nel mondo occidentale, abbia permesso che crescessero e si propagassero di queste perversioni.

La riprovazione, in molti casi finta, della società, che compare solo a cose fatte è una conferma che l’ipocrisia è una “qualità” che contraddistingue molti comportamenti umani.

In tanti sapevano ma tutti tacevano. Frase che si sente dire spesso e in molte circostanze. Perché denunciare costa. Costa molto, in certi casi. E non parlo solo delle donne coinvolte, ma di tutto quel mondo “dorato” che gira intorno alle case di produzione, a certi ambienti che coltivano quasi amorosamente i più squallidi riti, quasi fossero prassi consolidata.

Ma che si estende a moltissimi campi dove la sottomissione della donna, usata come trastullo sessuale, è quasi la regola. Certo, molto dipende anche dalle donne che si lasciano usare. Non c’è alcun dubbio. Nei casi in cui non siano costrette con la forza ( e capita fin troppo spesso),nei casi in cui non ci sia un’imposizione violenta,allora la donna avrebbe il diritto/dovere di mandare al diavolo chi le fa certe proposte oscene e di denunciarlo.

Ma sappiamo bene che non è cosi semplice. E sappiamo bene che, spesso, è la società stessa, quella che dovrebbe chiudersi intorno alla vittima per proteggerla e consolarla, a comportarsi come il più spietato dei giudici. Senza pietà. E che il carnefice, troppe volte, diventa vittima e viceversa.

36 commenti su “Nessuna pietà”

  1. Ebbrezza del potere da un lato; soggezione al potere dall’altro lato; in mezzo l’aquiescenza della società, finché non ci sia una ribellione che mette a nudo la perversione del meccanismo e smascheri tutte le ipocrisie.
    Chi detiene il potere gode non tanto dell’oggetto posseduto o del soggetto sottomesso, ma dall’azione in sé del possedere e del sottomettere.
    Chi è soggetto al potere subisce comunque una violenza, sia che si dimostri consenziente per trarne vantaggio, sia che accetti la violenza per paura, ancor più se la subisce con la forza.
    Ma anche la ribellione costringe ad un iter penoso da sopportare, che va dalla reazione che può conseguire al rigetto immediato, alle conseguenze spiacevoli in seguito a denuncia, quali interrogatori, controlli, violazione della privacy, etc.
    L’acquiescenza della società infine, quasi prepara il terreno a queste ignobili prassi. Quella stessa società dove trovano spazio atteggiamenti quasi giustificativi in cui la vittima è presa di mira e riprovata più che il carnefice.
    Mariagrazia, hai fatto bene a porre l’accento su questa vicenda squallida, bollandola come atto assolutamente impietoso.
    Ciao.

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  2. Dai lontani ricordi del corso di Psicologia, rammento che i Don Giovanni seriali e i sottanieri da strapazzo sono sempre degli insicuri e deboli,,in fatto di amore e sesso. Ogni conquista femminile risulta, per loro, il rimedio miserabile al bisogno di una temporanea, labile riconferma della loro meschina genitalità macista. Come dire un cerotto di poca tenuta su una ferita purulenta cronica.

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  3. Un’aggiunta, Mariagrazia. Spesso i maschioni divoratori di donne si comportano così per celare un’omosessualità latente e repressa.

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  4. Il problema è che queste “ondate” di indignazione suonano false e mirate a far aumentare i click sulle pagine online, soprattutto se le povere vittime si ricordano dell’ orribile offesa dopo decenni e ancor di più se dopo l’orribile offesa (o GRAZIE a quella?) hanno percorso luminose carriere.
    Facci caso, nessuno scrive o canta della cassiera a tempo determinato che deve andare a fare il “servizietto” nell’ ufficio del direttore, o della filippina dell’ impresa di pulizie che già che è chinata a lavare per terra una bottarella gliela possiamo dare. Sono sempre tipe da red carpet, o che ci sono andate o che ci vogliono andare o che ci vogliono tornare.
    Persino la Trevisan, una delle “nuove giovani” che fecero la fortuna di Non è la Rai, adesso “si ricorda “ di possibili avances di Tornatore: salvo poi a rosicare tra le righe che lei poi tutta sta carriera non l’ha fatta.
    In ogni caso, come dopo l’indigno stellare contro il Berlusca (“Se non ora quando?”, se ne ricorda qualcuno?) ritorneranno i tempi del buon senso, del “chiedere è un diritto rispondere è cortesia”. Non sarà di buon gusto proporre un rapporto in cambio di una raccomandazione, ma basta dire di no, come DA SEMPRE fanno miliardi di donne per bene senza strillare sui social o sui giornali. E più che di hashtag servirebbero sentenze veloci per i VERI stupratori, quelli delle botte e dei lavori in gruppo, che invece zitti zitti avvocato avvocato se la sfangano perdendosi tra i vari gradi di giudizio, perchè tanto alla ragazza un po’ cozza bloccata in un androne mentre torna dal lavoro non arriva nessun like e nessun inserzionista ci vuole sprecare un banner.
    Delle pudibonde fanciulle con la “camicetta da esame” (quella due taglie sotto e mancante di strategici bottoni) e delle caste consorti che per il SUV o l’aifon nuovo si inventano erotismi fino a stamattina disdicevoli parleremo in altre sedi e in altri momenti più equilibrati: intanto indigniamoci e accendiamo roghi, che del doman non v’è certezza.

    Un saluto

    A.Nencioni

    PS Dopo aver ritirato Oscar e terminato serie televisive di mostri molestatori, toglieranno Sanremo a Claudio Baglioni, che nel 1992 incitava alla violenza sessuale nella canzone “Viva l’Inghilterra”? Ti ricordo il testo:
    “…
    la mia mano
    sotto la sua camicetta
    lei mi guarda …
    poi non mi sorride più
    mi fa gesto di fermare
    prende tutte le sue cose
    quindi un gesto …
    come dire
    “vacci solo a quel paese”
    ho sbagliato qualche cosa?
    boh!
    forse un pelo di etichetta
    ma non era la regina Elisabetta!
    …”

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    • Non sono d’accordo su quasi nulla di quanto scrivi e mi dissocio completamente da certi termini, tipo “servizietto” o “cozza”, li trovo scorretti e di pessimo gusto, li passo solo perché si possa contatare come anche lo stesso linguaggio possa diventare di per sè violenza.
      Confondi i piani, le molestie, le violenze, non hanno a che fare con la buona educazione, sono reati. E come tali vanno perseguiti non importa quando.
      La canzone la ricordo, certo e mi piace pure, mette in luce un “malcostume” denunciandolo con ironia, anche qui fai confusione.

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  5. Signor Nencioni,
    che ne direbbe se per essere assunto da una certa azienda le chiedessero la tessera di un certo partito? Cambio i termini del problema perché attiene ad una sfera più ampia di quanto non sia il rapporto uomo-donna, ossia il disprezzo della persona umana, indioendentemente dal sesso.
    Ci sarà chi quella tessera già ce l’ha e non ha problemi di esibirla; ci sarà chi per convenienza o per necessità se la procura; ci sarà infine chi rifiuta e va a cercare lavoro altrove.
    I comportamenti di chi subisce la condizione imposta, non cambiano nulla sulla condizione iniqua imposta da un sistema discriminatorio, che esula dalle capacità professionali e costituisce un vero caso di violenza alla libertà delle proprie idee.
    Cosi pure non cambia nulla, se chi ha subito denuncia o no e dopo quando tempo.

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  6. Se lo dice Baglioni che è amico ciccipucci del fazziofabio “fa ironia” e denucia il malcostume? Hai letto TUTTO il testo? E’ l’inno del burino molestatore romano maschio di fascia alta, altro che denuncia…
    I termini politically correct servono solo agli avvocati, hai mai sentito un gruppo di adolescenti parlare tra di loro? Da far arrossire un camallo, ma almeno si capiscono le argomentazioni – che poi abbiano spessore e significato, magari anche no, ma è un’altra storia.
    Vedi, io ho una certa età, sono del ’51. Vengo da un’ educazione in cui certe cose non si dovevano neppure pensare, però esistevano lo stesso ma almeno venivano gestite con un onesto realismo. Non si organizzavano comunità virtuali e gruppi uozzàp su libertà, autogestione, harassment, stupro, violenza virtale, esisteva il “giò i man dal nickel!” (per i milanesi). Per chi ci credeva. Per chi si voleva fare i cavoli suoi e poteva farseli era come oggi, strada libera e in discesa.
    Se qualcuno crede che il ridicolo canaio mediatico di questi giorni sposterà di un millimetro una situazione femminile ripiombata in questi ultimi anni a bassezze da pre-Merlin, auguri. Un’ occhiata alle riviste femminili, alla pubblicità femminile, ai MODELLI femminili stranamente uniformi sui vari media sprofonda me, vecchio maschio scorretto e pieno di speranze tradite, nel più disperato scoramento. Dal già vintage uomo “che non deve chiedere mai” alle torme di bonazze in adorazione di palestroni vagamente equivoci delle POPOLARISSIME (tra le donne!) trasmissioni della Defilippi, io vedo un’ involuzione verso una svalutazione markettara della donna quale MAI nella storia. La mammina 24-anni-trefigli-odalisca-ufficio acquisti-cuocastellata dei vari Mulini Bianchi dovrebbe portare in piazza le Erinni, neppure nel Medioevo le donne erano considerate “commodities” senza capacità decisionale come oggi. Le iniziative in favore delle donne, come quelle per i panda, vengono portate avanti operativamente da uomini, nonostante le donne siano la maggioranza sul pianeta e controllino l’economia casalinga, cioè quella più importante.
    La violenza, sulle donne ma non solo su di loro dovrebbe essere una cosa dannatamente seria. Grazie a Web e social si è trasformata anche stavolta in una mega-sessione di Pulcino Pìo.
    Altro che termini scorretti e di cattivo gusto….:-)

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    • Si, la violenza sulle donne e non solo è una cosa seria e va combattuta e punita. Sempre. La lingua italiana ha un’infinità di termini per dire le stesse cose, soprattutto gli adulti, quando si esprimono, dovrebbero tenerlo a mente. Le donne non possono continuare all’infinito ad essere vittime. Insieme, uomini e donne si può fare molto per cambiare.

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  7. @ strale
    “…non cambia nulla, se chi ha subito denuncia o no e dopo quando tempo…”
    Cambia, cambia.
    Infatti la legge prevede la prescrizione, il codice civile l’usucapione, e Fabrizio de Andrè in tempi non sospetti cantava “si sa che la gente dà buoni consigli/ se non può più dare il cattivo esempio”.
    E poi è crudelmente irrispettoso, a mio parere, avere reazioni così pronte, quasi convulse, per una presunta (bisognerebbe sentire le DUE campane…) molestia di trent’anni fa, e ammettere invece tempi biblici per i VERI processi di stupro, quelli delle poveracce senza speranza di film.
    “..che ne direbbe se per essere assunto da una certa azienda le chiedessero la tessera di un certo partito?..”
    Direi che ho appena fatto domanda di assunzione alla RAI, per dirne una. O in MPS. E se non mi va rifiuto SUBITO, non dopo che sono andato in pensione.

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  8. Nencioni
    Lei seguita a puntare il dito sulla parte debole, io sulla parte forte.
    Ai forti si bastona, si deboli si può anche perdonare.
    Certo, meglio subito, ma l’importante è fare saltare il sistema.
    PS Ma chi ammette tempi biblici, etc. ? Io certamente no.

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  9. Far saltare il sistema? E lo dici a uno chè è vissuto ai tempi del ’68, per poi vedere arrivare Dalema, Berlusca, gli angeli di Victoria’s Secrets, Guantanamo e gli a-social network??

    Ma fare qualcosa sul serio invece dei soliti dibbbbattiti e blabla infantili, no? Che so, tipo suffragette, Lutero, Ford?
    Le bastonate si danno ha chi ha torto, punto.
    SE ha torto, però. La debolezza di per sè non è presupposto o garanzia di essere nel giusto, per quello sono stati inventati i tribunali, le leggi e gli avvocati.

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  10. Nencioni,
    lei è un sessantottino deluso?
    E con ciò? Si è bloccato?
    Ecco faccia lei qualcosa sul serio, anziché imitare se stesso con quei balbetti di rabbia.

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  11. Il ’68 in Italia non c’è mai stato. Ci sono stati tanti figli di papà, gli stessi che oggi si scannano per un aifon o un tatuaggio figo, che per noia, pigrizia o incapacità di usare la propria testa hanno permesso quindici anni di guerra civile. Guerra che, come si ostina a ricordare Papa Francesco, è sempre una questione di soldi, e lo era anche allora. In Italia abbiamo importato gli hippy, le richieste di una nuova scuola, la libertà sessuale esattamente come si importa l’ultimo giochino cretino per telefonino. Mentre i “regazzini” giocavano a fare i rivoluzionari, i vecchi potenti hanno sistemato vecchie pendenze e raggiunto nuovi equilibri, dopodichè hanno bloccato tutto. La scuola non è mai cambiata veramente, gli ascensori sociali si sono fermati, le femministe si sono riciclate in veline e i maestri di pensiero fanno le ospitate in TV. Persino la musica non è vissuta oltre gli anni Ottanta, dopodichè ricicciamenti di cover e giochini con le macchine MIDI.
    Per cui no, Strale, non sono un sessantottino deluso, sono un cinquantunino (così sembro uno scooter…) che invidia i Paesi dove il ’68 c’è stato davvero. Non gli USA, implosi socialmente in un crepitio di armi, ma piuttosto la Francia, dove hanno mantenuto dignità nazionale e amore per il vero sociale e il vero progresso, dove lavorare nei servizi pubblici vuol dire servire pubblicamente e non collegare la timbrature del mattino con quella della sera. Io insegno fotografia nelle scuole Medie, vedere il deserto neuronale di allievi e insegnanti e pensare che “fantasia al potere” per qualcuno ha davvero significato qualcosa, mi viene da dare capocciate nei muri.
    Ma ciò è OT rispetto al tema della scoperta delle “violenze”, anche se la superficialità delle reazioni e dei commenti è un “fil rouge” col resto. Le violenze, gli stupri, ci sono eccome, ma non sono le strappone con decenni di carriera successiva e feisbuk lacrimosi a fare la differenza. C’entra l’indifferenza, la pigrizia, il menefreghismo di tutti, in primis le donne, che accettano e condividono entusiasticamente una società basata sul consumismo più becero e sull’ apparenza più fasulla. Da noi tutti lisci, tutti profumati, tutti depilati, tutti ventenni, gli altri per favore sparire, soprattutto se non sono andati almeno una volta a Uomini e donne. Chi si ricorda di cosa è successo a luglio a Posillipo? Perchè Asia Argento invece di saturare i social con chi forse le ha fatto la mano morta qualche decennio fa non si preoccupa di farci sapere come è andata?
    Moda, moda, moda, e neppure quella bella delle maison, queste sono botte di modaccia cheap da Zara dell’ etica. Il tutto affogato nella melassa del politically correct, quello che la mia bisnonna fiorentina chiamava “ipocrisia senza vergogna” – lei veramente faceva paragoni tra la faccia ed altre parti del corpo, ma qui non si può dire.

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    • Ma si è capito benissimo lo stesso. Diamo la colpa al 68 dei problemi di oggi? Non condivido affatto il becero comsumismo e meno che mai l’ipocrisia.
      Ma non condivido neppure certa intolleranza un tanto al chilo che mette tutto e tutti sul piano che ci fa più comodo vedere. Trovo che in molti passaggi di questo commento ci siano generalizzazioni insopportabili.
      Etichette che mettono “ordine”, forse nella mente di chi ama criticare solo per il gusto di farlo, ma che generano solo confusione e non aiutano a capire certi fenomeni.

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  12. Ok, allora la colpa è dei maschi. Sempre, comunque e dovunque e a prescindere, sai quanta strada si fa – e se non è questa “..una certa intolleranza un tanto al chilo che mette tutto e tutti sul piano”, dimmi tu cos’è.
    Come ha risposto mirabilmente Alex Baldwin a una strabordante, lagnosa, onnipresente Asia Argento: «I casi sono due: se dipingi tutti gli uomini con lo stesso colore, o finisci il colore o finisci gli uomini». Credo che possa essere scelto come epitaffio ad una bolla mediatica come lo furono i gattini bonsai o lo squalo di Follonica che ogni estate rispunta dalle cronache.
    Se adesso invece di aspettare i tuit e gli hashtag della/del vip di turno che si rivela cos’è l’acqua tiepida volessimo sollecitare i giudici, maschi e femmine, e gli avvocati, maschi e femmine, a concludere decentemente i numerosi processi per VERI stupri che ancora sono lì nelle nebbie? Si parte dal basso per costruire un’etica sociale, non dai personaggi di Novella 3000.

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    • La frase di Baldwin mi pare una banalità come tante. Certo che la colpa è dei maschi. Ma di quelli che violentano, quando violentano, quando pensano di essere “proprietari” della donna e certo che è colpa dei maschi, quei maschi (tantissimi) che arrivano persino ad uccidere per affermarlo. Le donne nelle posizioni di potere non ci sono quasi mai e se ci fossero dubito che si comporterebbero come Weinstein, almeno la maggioranza di loro.
      Ma perché te la prendi tanto con Asia Argento? Ha denunciato quello che aveva sullo stomaco da anni. Cosa importa se sono uno o venti? E cosa importa cosa scrive, dice, dichiara…non mi perdo dietro le dichiarazioni di Asia Argento. Ma c’è un vecchio sistema marcio che si autoalimenta e che mantiene il potere, anche quello sulle donne che osano chiedere di lavorare, tutte le donne: da chi fa le pulizie a chi vuole diventare star di Hollywwod. Per me non fa differenza. Ma prima devono passare dal letto del “potente” o prepotente di turno.

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  13. Per essere la maggioranza degli abitanti del pianeta, col potere di generare e il borsellino dell’ economia in mano, verrebbe da dire che queste generazioni di maltrattate schiavizzate da millenni sono o maledettamente distratte o maledettamente inefficienti. Fortunatamente nel mondo reale la maggioranza va avanti più o meno cigolando ma più o meno d’accordo: il mutuo per la casa non ha sesso.
    “…e se ci fossero dubito che si comporterebbero come Weinstein…” Frase tipica di chi il potere non lo ha. Poi, arrivati nella stanza dei bottoni, TUTTI, invariabilmente, dai grillini ultraonesti parenti e morosi esclusi alle sindacaliste dure e pure che fanno lavorare i collaboratori in nero, tutti scoprono che ci sono eccezioni e distinguo. Dài tempo al tempo.
    In ogni caso:
    Gli stupri in Italia sono diminuiti da qualche anno fa
    Gli omicidi in Italia sono diminuiti da qualche anno fa
    E sono dati del Ministero degli Interni.
    Se invece vogliamo parlare di blog, scie chimiche, me l’ha detto un cuggggino, colpa dei maschi, delle femmine , di Alfredo o delle macchie solari, c’è il Web che in cambio di un po’ di pubblicità solletica ed accoglie tutti i nostri odii e i nostri pregiudizi. Passerà anche lo “scandalo” Hollywood, qualcuno si sarà fatto male, molti avranno provato a rilanciarsi nella visibilità mediatica, la vera violenza e il vero sorpruso rimarranno intatti, d’altra parte che violenza sarebbe se la potessi eliminare con una stupiddaggina scritta su un social.

    Buona fortuna!

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  14. Le molestie sono tutte infami e deprecabili soprattutto se fatte su più deboli.
    Non si fanno classifiche, ma lei sig. Nancini, quanti disabili crede siano molestati ogni giorno? È solo per questo che se ne parla di meno, non perché meno gravi.

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  15. In Galles, s’è suicidato l’ex ministro della difesa laburista accusato di molestie sessuali.
    Aveva 42 anni, sposato, due figli.
    A Oxford, espulso lo studioso Islam Ramadam per analoghe accuse.
    L’effetto Weinstein continua.

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  16. Bella vittoria.
    Una splendida esecuzione senza prove e senza processo, di cui andare veramente fieri. Ci attendiamo le ronde della Polizia della Virtù.
    Andategliela a raccontare ai figli, che Asia Argento si era incazzata.
    Che vergogna….

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    • Questa storia sta procedendo in modo assurdo. Si sentono dichiarazioni di uomini che non ci stanno e se la prendono con chi ha denunciato le molestie. In tutti i modi si sta cercando di buttare ancora la croce addosso alle donne. Persino davanti alla realtà dei fatti, alle confessioni dei protagonisti, in molti si aggrappano alle solite vecchie tesi che le donne provocano,che le donne hanno tutta la colpa, che le donne dovrebbero stare più attente a come si comportano, si vestono, sorridono, ammiccano…insomma se qualcuno fa la mano morta la colpa è della donna che ha sporto un pochino troppo il sedere che è finito sopra quella mano. Siamo al paradosso che in molti stanno denunciando violenze sugli uomini.Cioè, capiamoci donne che costringono gli uomini con la forza ad avere un rapporto con loro. Che li “molestano” mettendoli spalle al muro. E loro, le “vittime” che non sanno divincolarsi da tanta brutalità e soccombono, poverini, senza denunciare per paura che la “bestia” gli faccia ancora del male. Ho letto sul Gazzettino, la lettera di un signore che raccontava una storiella in cui la sua Tata lo avrebbe molestato a tre anni e ora lui, cresciuto, dopo tanti anni aveva trovato il coraggio di denunciarla. Denunciava il cambio del pannolino! Chiaramente una provocazione, diventente ma fino ad un certo punto, perché l’intento è chiarissimo: mettere in ridicolo le donne che denunciano. Gli ho augurato di passare qualche anno nei panni di una donna. Gli passerebbe la voglia di fare lo spiritoso.

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  17. Mariagrazia, forse non ci crederai, ma io non appartengo alle categorie di maschi da te denunciate, ho sempre schivato e disapprovato gente del genere. Ho avuto esempi preclari, fin da piccino, di donne validissime, in famiglia e fuori di essa. Quel che non capisco è quel tuo accanimento a presentare spesso gli uomini come maschioni-maci-maschilisti, bavosi e predatori sessuali. Ma non ce ne sono di onesti, virtuosi, compagni validi ed affettuosi, per una vita, di donne di altrettali qualità? Io,ne conosco parecchi, tu proprio no?

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    • Ma certo, ma che dici? Certo che ne conosco, ma non parlo di me, né di nessuno in particolare.
      Ma il mondo non è fatto solo di brave persone, magari. Tante ce ne sono, ma tante no. E ne abbiamo le prove evidenti tutti i giorni. E non sopporto la derisione di certi uomini nei confronti di donne vttime di molestie. Danno e beffa. No, proprio non ci sto.

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  18. O gentile conduttrice di blog, dovresti capire perchè questa bolla pseudo-antiviolenza non solo fa ridere (peccato per chi si fa male o muore) ma è formalmente insostenibile: perchè non vuole distinguere tra fastidio, molestia e violenza, perchè è basata su “si dice” e su improvvise rimembranze di sospetta motivazione, e soprattutto perchè parte dal preconcetto che un genere sia fisiologicamente, ontologicamente meglio dell’ altro, in parole di ogni giorno è un ennesima, socialmente accettata manifestazione di razzismo.
    Per cui sì, saranno poche ma ci sono anche violenze fisiche, ricatti e abusi di potere femminili su uomini, e se ti fa ridere l’idea di un uomo vittima è perchè tu per prima pensi che l’uomo sia talmente superiore da non poter mai essere vittima.

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  19. Hai ragione, mi piacciono le donne combattive, come te. Io ho avuto 15 anni di matrimonio devastanti, con ferite che mai si rimargineranno. Però, da 30 anni, vivo una vicenda splendida con Betta.

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  20. @Bifani

    “Quel che non capisco è quel tuo accanimento a presentare spesso gli uomini come maschioni-maci-maschilisti, bavosi e predatori sessuali. ”

    Ma dove? Ma quando mai?
    Quell’accanimento è solo nella tua mente, e quelle parole che usi sono solo tue.
    Non attribuire agli altri le tue frasi iperboliche.

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  21. Nencioni,
    mi sembri uno che appena sente pronuciare una lettera dell’alfabeto, insorge perché ce n’è altre venti che hanno ugual diritto di essere pronunciate

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  22. Vabbè, sempre così finisce…
    Gentile Mariagrazia Gazzato, tagliare/taroccare/ editare gli interventi per riuscire ad avere ragione e/o ad evitare di rispondere è sintomo di un problema su cui forse ti dovresti fare qualche domanda. Gestire un blog richiede onestà intellettuale, pazienza e mente aperta, cancellare quello che non rientra in un quadro preconcetto, anche se moralisticamente virtuoso è una scorciatoia che alla fine non paga.

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    • Nencioni, mi sta seccando,i tarocchi li farà lei, ho cancellato il suo verboso, ripetitivo ed inutile soliloquio. Il blog è mio e lo gestisco a modo mio, se non le va, padrone, la scelta è ampia. Si guardi attorno. Au revoir.

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  23. Nencioni ha le medesime idee misogine di qualcuno che scrive anche su altri blog. Il maschilismo è duro a morire e fa del male anche a chi maschilista non è. Ma è così da 4 milioni di anni, non calerà mai, rimane sempre in una percentuale fluttuante tra gli uomini,di ora di sempre. Un po’ come le quantità di biondi e corvini, di alti e bassi, magri e sovrappeso.

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