E’ la somma che fa il totale

Il “generale” Giuseppe Grillo è sceso nella capitale per concordare coi suoi il “future dream team”, che dovrebbe fronteggiare la disfatta del Movimento in atto già da mesi.
Carismatico e con il capello phonato al vento, lo immagino, caricatissimo.
Forse alle riunioni parteciperà anche il capo politico ora in missione all’estero (ogni tanto si rammenta di essere ministro degli affari esteri), ma potrebbe anche, volendo, andare a nascondersi in qualche landa remota e presentarsi a giochi ormai fatti.
Addirittura il garante illuminato potrebbe avergli suggerito di starsene fuori dalle scatole, cosi che lui abbia campo libero per bacchettare tutti, dal primo all’ultimo, per quest’aria di smobilitazione generale che, ovviamente, lo preoccupa.
Ma che succede ai Cinquestelle?
Non godono più del consenso popolare, semplice!
Caro Beppe tu sarai anche illuminato di luce propria, avrai una bella capigliatura per la quale ti si nota da lontano e potresti anche stare benissimo assiso tra le nuvole…ma i tuoi “ragazzi meravigliosi” si sono un po’ sfilacciati da quando siete diventati ” tonni”, dopo aver aperto la famosa “scatoletta”.
E poi, ma dai, suvvia, non ne fate una giusta.
Dite nero e rosso o giallo o blu a seconda di come vi svegliate la mattina.
State con Tizio, ma anche con Caio e sparate a Tizio, ma anche a Caio, contemporanemente o a turno.
In due parole: siete l’Inaffidabilità totale al governo.
Nessuna meraviglia se ora ci sono “topi” che scappano: state perdendo consensi ogni giorno e i vostri voltafaccia sono diventati proverbiali. Si stanno scrivendo dei tomi in materia per lasciare ai posteri la grande lezione di facciatostismo del quale siete maestri.
E poi, a Roma, ora potrai toccare con mani e piedi la grande “rinascita” che la sindaca Virginia Raggi, ancora da te sostenuta (con lo scotch), ha avviato nella capitale: mai stata messa peggio. Eppure era un’impresa non da poco riuscirci..
Voi ci siete riusciti in pieno. Ma, purtroppo per i romani, non è un successo.
Ora però ti sei tirato su le maniche e con tutta la buona volontà che dimostri sempre riuscirai a raccattare i pezzi, ne sono sicura.
Ma ho qualche dubbio che le “toppe” che metterai, questa volta, terrannno a lungo.
Dopotutto “è la somma che fa il totale, egregio amico”.
Per ora dovrai prenderti un amaro, il dolce arriva sempre in fondo…se arriva.

bastiancontrarismo

Il bastiancontrarismo è uno sport molto amato dagli italiani.
Gli basta una cosa minima, ad esempio un pisello nel materasso, per sentire subito il desiderio di lamentarsene.
Vedere sempre il lato negativo delle cose è un atteggiamento abbastanza diffuso in Italia.

Proviene sempre da un’ideologia di destra (in generale, ovvio che qualche buona idea arriva anche da quella parte anche se raramente) che presuppone che tutte le idee buone devono per forza venire da quella direzione.

Questo lo dico perché, mentre la sinistra tende ad essere progressista e guardare al futuro, la destra tende a pescare nel torbido e fornire soluzioni semplici a problemi complessi che invoglino il loro elettorato a votarla.
Salvo poi essere totalmente incapace di proporre soluzioni concrete.
Lo abbiamo toccato con mano nei lunghi anni del berlusconismo conclusosi miseramente con il governo Monti e le sue (obbligate) riforme.

Ora da destra, si fanno le pulci e pulcette alle Sardine.

“Ci sono infiltrati, prendono ordini da qualche “capo” Toro Seduto o Sdraiato, si stancheranno presto”, …e cosi via. Ce n’è davvero per tutti i gusti.

“Santori ha il cerchietto, i ricciolini-oni, la bocca cavallina, si esprime con frasi fatte”…anche questo fa parte della demolizione di qualsiasi cosa non provenga dalle menti destrorse che”caricano” quello che vedono come un nemico piuttosto potente visto il seguito che sta avendo.
Quando c’è da criticare qualsiasi cosa che abbia sentore di successo allora giù botte a più non posso.
Normale amministrazione per chi è abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
E puoi anche riempirlo fino ed oltre l’orlo, per loro: i bastianicontrari, resterà sempre mezzo vuoto o anche trequarti vuoto.
E’ sempre più facile criticare che alzare le terga e fare qualcosa di positivo, concretamente e seriamente.

Questo dovrebbe essere il motto delle sardine per contrastare i criticoni:
Hic manebimus optime!
Good luck.

Borixt almost done!

Grande successo dei Conservatori in Inghilterra! Boris Johnson esulta da par suo e pensa a mangiare. Lo ha detto alle sette di stamattina appena gli hanno confermato la notizia: ” Abbiamo fatto la Brexit ora pensiamo a fare colazione”.

Simpatico, no?

Mentre Corbyn piange la terribile sconfitta e non si dà pace. Cosa avrebbe potuto fare di più? Si macera di già.

Ma perché la sinistra deve sempre macerarsi per capire dove sbaglia? possibile che sia cosi difficile da capire?

Mah, comunque, questo è un commento a caldo che ho postato su “The Guardian ” on line:

mariagrazia gazzato

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Friday 13th’s Boris victory is kissed by the Fate.

Let’s hope it is also for the world run by this two nice chaps. (Trump Johnson).

The Borixt is almost done. But mind you, keep an eye on the man. Also in Italy they are telling us we are the winners since They are at the Parliament but, by chance, we are always there:paying paying paying, for everything, also for the air that we breathe.

England shall be better off now that Borixt is nearer?

I, personally, doubt. But if you are happy then be! Don’t worry.”

Lo traduco per quei due o tre lettori che non conoscessero l’inglese, ma so che è pura formalità:

” Venerdì’ 13, la vittoria di Boris è baciata dal Fato!

Speriamo che lo sia anche la sorte del mondo in mano a questi due individui (Trump-Johnson).

La Borixt è quasi fatta. Ma, attenzione, tenete d’occhio quest’uomo. Anche in Italia ci dicono che siamo vincitori da quando Loro sono al parlamento, ma, guarda caso, siamo sempre lì: pagare pagare pagare, per tutto anche per l’aria che respiriamo.

L’Inghilterra starà meglio ora che la Borixt è vicina?

Io, personalmente, ho dei dubbi. Ma se siete felici, siatelo! Non preoccupatevi.”

Del doman, è veramente il caso di dirlo, non v’è certezza!

 

Belle e Boni…

Boni…fazi e Belle…nove accanto al leader minimo.

Il senatore Matteo Renzi  attorniato dai fedelissimi che, guarda caso hanno dei nomi che, ironia della sorte, potrebbero suggerire che lui si contorna solo di Belle e Boni.

Certo, diciamo la verità, la ministra Bellanova  bellissima non si potrebbe proprio dire, carina magari.

Ma sono gusti.

Mentre Bonifazi si può dire che non sia male, per nulla, anzi è certamente un bell’omo, come direbbero dalle sue parti. Pare che sia una ex fiamma della Boschi. Ma questi sono argomenti per  gossipari, niente di serio.

Di serio, però c’è che il senatore, leader minimo di Italia viva è più vivo che mai. Anzi sembra proprio un’anguilla appena pescata . Per ora Italia Viva è bassina nei consensi, ovvio è solo all’inizio dell’avventura, ma con l’attivismo del suo leader potrebbe arrivare  a surclassare i grillini che se la stanno passando maluccio.

Il senatore ha tuonato contro la Magistratura in Senato con un discorso da lasciare il segno nella storia della camera Alta. Altissimo lo spessore del suo intervento. Non gli mancava nulla, dall’abito all’espressione da corazzata all’assalto del fortino. Ha citato Moro e Craxi passando per Leone. Una bella carrellata di nomi illustri tra i quali, per modestia innata non si pone, ma si porrebbe, volendo. Tempo al tempo!

Insomma ce l’ha coi magistrati che ce l’hanno con lui e le sue fondazioni. “Non ci faremo processare nelle piazze” cita, con enfasi  retorica un tantino pletorica e anche gladiatorica.

Un discorso tutto improntato sulla tesi che la Magistratura non deve sconfinare, deve restare sul proprio piano e lui si fa paladino di questa tesi non certo per motivi personali ma per affermare un principio.

Lo si evince, chiaramente, oh si.( E…vinceremo, pensava, il leader).

Certo, si capisce, gli indagano i suoi migliori amici per finanziamento illecito dei partiti  e altre varie ed eventuali , coinvolgendo le sue fondazioni , Open in testa e altre minori a seguire.

Che screanzati! Ma come si permettono? Promette querele a tutti,si incavola con tutti. Per non parlare dei giornalisti. Perbacco quel Formigli che osa fare domande così

indiscrete a lui! Lui che è stato premier  e segretario  del partito che ora sta al governo  per merito suo!

A guardare il video del suo discorso al Senato, più che seguire quello che diceva, la mia attenzione è stata attirata dalla faccia dei suoi due collaboratori- amici seduti accanto: Francesco Bonifazi e Teresa Bellanova.

Il  primo sembrava temere che gli arrivasse l’onorevole gomito del leader in piena faccia e si spostava sempre di più per difendersi dalla foga oratoria sgomitante del capo, l’altra sollevava la faccia paffuta per osservarlo meglio e gustarselo cosi da vicino, cosa non sempre possibile, per non perdere l’occasione. Una bella pagina da scolpire  a lettere d’oro nel grande libro della storia della Repubblica italiana.

Magari  le lettere facciamole di ottone, abbiamo già i guai nostri,risparmiamo almeno dove si può.

11 dicembre 1944

Nella notte tra il 10 e l’11 dicembre del 1944, nella città del nordest dove vivo, i fascisti sono andati a prendere dei giovani partigiani e, dopo averli torturati, li hanno appesi ai quattro lati della grande piazza principale come monito per i cittadini. I loro corpi martoriati sono stati lasciati esposti per ore senza alcuna pietà per i familiari che hanno dovuto pregare il parroco di portarli lontano dagli sguardi della gente che passava.

Perché il mattino dopo era lunedì, giorno di mercato settimanale e quei poveri corpi straziati erano li come se si trattasse dii bestiame macellato.

La piazza ora si chiama “Piazza martiri della Libertà”, in onore di quei ragazzi che avevano dai 18 ai 22 anni e che col loro sacrificio hanno permesso che l’Italia venisse liberata dal fascismo.

Ogni anno, in quella ricorrenza alcune scolaresche si fermano davanti al cippo a loro intitolato per la commemorazione.

Oggi 12 dicembre, mi trovavo a prendere un cappuccino nella pasticceria che frequento abitualmente che si trova proprio davanti a quel monumento ed è successo quello che non avrei mai immaginato.

Accanto a me c’erano degli uomini, avanti con l’età, frequentatori abituali che conosco di vista.

A questa frase di uno di loro: ” ah si, ieri c’è stata la festa per quei quattro (erano 6 ) che potevano starsene a casa invece che fare i comunisti di m…”, non lo so cosa mi sia scattato dentro, so solo che ho sentito la mia voce che diceva: “si vergogni, abbia rispetto per morti, questa piazza si chiama “Martiri della Libertà” e lei non si permetta di dire queste stupidaggini proprio qui, abbia rispetto per quei ragazzi che hanno permesso anche a lei di fare certi sproloqui in pubblico”…e altro che ora non ricordo.

Me ne sono meravigliata io stessa. Di solito non faccio caso ai discorsi della gente, se ne sentono di tutti i colori, non intervengo certo nelle chiacchiere da bar.

Ma quella frase, quel disprezzo, quella faccia schifata…mi ha fatto rivoltare le budella, ho visto quell’uomo con la divisa da federale impartire ordini, ho visto le camicie nere che vanno casa per casa a prendere quei ragazzi mentre dormivano, li ho visti portare alla Casa del Fascio e  li ho visti mentre li torturavano…

e non ho potuto fare a meno di gridare tutto il mio sdegno per quella frase cosi ignobile, cosi sciocca proprio lì a pochi metri da quel monumento che ritrae un partigiano con le mani legate rivolte verso il cielo…

E ora, che ci ripenso a mente fredda, lo rifarei non una ma mille volte.

 

 

Una donna magica

“Uomini e donne giusti, forti e liberi nelle loro scelte di vita”.

Queste le ultime parole del bel  discorso di Liliana Segre a Milano davanti a una piazza riempita al colmo da sindaci e cittadini per manifestare contro l’odio.

Il discorso di Liliana Segre è stato semplice e commovente.

Le tremano le mani e si vede dai fogli che le ondeggiano davanti al bel viso di novantenne che ricorda ancora, molto, la bambina che era quando è stata presa e messa su quel treno e condotta ad Auschwitz.

Dice ai giovani, ai quali guarda con speranza, che lei gli sta parlando non come nonna, come si presenta da trent’anni quando parla nelle scuole, ma come madre.

Questa frase mi ha colpito. Una donna come lei che ha vissuto l’eperienza più atroce che un essere umano possa fare, si presenta ai giovani come madre, come colei che trasmette la vita e la speranza.

Vita e Speranza vanno a braccetto e sono sinonimi e Liliana in quella parola, “madre” ha voluto, a mio parere, trasfondere tutto quanto lei per una vita ha elaborato nel lutto della perdita dei familiari e nell’umiliazione di quel sentirsi “rifiuto”, come lei lo ha chiamato, di una società alla quale credeva di appartenere, come se avesse rigenerato se stessa.

Liliana Segre è una donna magica. Lo sguardo, la postura, il modo di parlare calmo e riflessivo, tutto in lei è carismatico e indicativo di una persona che ha trovato dentro di sé una forza immensa per affrontare l’orrore ed ora vuole fare di quella forza qualcosa che sia il motore di un rinnovamento della società. – Niente più odio, dice, parliamo d’amore-.

E’ l’amore la forza più potente dell’universo e lei che è passata attraverso l’odio materializzato, come dice, in quella vicenda che l’umanità non può e non deve mai dimenticare perché non abbia a ripetersi che degli uomini considerino altri uomini inferiori e li condannino a morte in quel modo atroce, si fa testimonianza d’amore.

Un esempio di donna giusta, forte e libera che, lo spero, rimarrà per sempre scolpito nella memoria del mondo.

Con l’augurio che rimanga ancora a lungo a testimoniare che l’amore vince anche le partite più difficili.

 

Follia italiana

Si dice che le disgrazie non vengono mai da sole. Si dice, ma si spera sempre che non sia cosi.

Ma la cosa che è accaduta a due ragazzine di Massa Carrara è emblematica di come la burocrazia italiana possa aggravare una situazione già di per sé terribile

Queste due ragazze hanno perso entrambi i genitori nel 2013 perché il padre ha sparato alla madre e poi si è ucciso. Ormai un classico!

Ma cosa succede per complicare ancora di più una situazione allucinante? Che il padre non spara solo alla moglie ma anche ad un amico di questa che lui crede essere un rivale.

Fatto sta che quest’uomo si salva ma per le gravi lesioni riportare ha bisogno di un sostegno economico e l’INPS che lo deve erogare che cosa fa?
Chiede il rimborso alle due orfane. Cosi, si ritrovano orfane di entrambi i genitori e debitrici all’ente della somma di 120 mila euro.

All’INPS dicono che è un atto dovuto in quanto spetta agli eredi il rimborso danni.

Ma, santa Patata, come si fa a chiedere alle sopravvissute a questa tragedia familiare di accollarsi un debito cosi grande?

E sono anni che questa spada di Damocle pende sulle loro teste già di per sé a sufficienza provate dal destino.

Ora, pare che Mattarella sia intervenuto in loro favore e che Tridico abbia detto che non se ne farà niente.

All’anima! Ci voleva l’intervento del presidente della Repubblica per capire che questa cosa era insensata a dire poco?

Ma se sono dovuti muoversi ministri e capo di Sato, significa che la fredda, gelida burocrazia italiana non aveva trovato altro che proseguire nella richiesta di risarcimento a due ragazze che stanno già soffrendo per una tragedia della follia.

Un’altra follia era quella di chiedergli di rispondere in solido della follia del padre.

Una follia tutta italiana alla quale, per fortuna, ora, sembra, che si sia messa una pezza.

Ma questo grazie alle suppliche dei parenti delle ragazze che, altrimenti avrebbero dovuto, non si sa come, pagare.

Atroce!

 

Una bella faccia e un buon inizio

Ho visto Mattia Santori in una recente puntata di Otto e mezzo, condotta da Lilli Gruber.

Il leader delle sardine rispondeva alle domande della conduttrice e a quelle, più provocatorie del direttore Sallusti.

In studio c’era anche la giornalista di La Repubblica, Annalisa Cuzzocrea.

Tanti dicono che si sta esponendo troppo, che i pesci devono stare muti, che il messaggio deve passare senza per forza aderire a tutte le ospitate che gli vengono proposte in questi giorni.

Lo vedo determinato a non farsi distogliere da quello che è il suo obiettivo: contrastare la destra xenofoba di Matteo Salvini.

Un obiettivo nobile che nel giro di pochi giorni ha avuto un soccesso sosprendente per come è riuscito a riempire le piazze di molte città d’Italia. San…Tori contro Sal…Vini. un bel match.

La novità certo intriga i giornalisti che sono sempre sul pezzo per accaparrarsi l’audience.

Ma Mattia Santori piace. E’ un ragazzo sorprendente, un uomo intelligente, pacato, all’apparenza misurato e non sembra neppure appartenere a questo secolo.

Ha una certa aria evangelica, è vero. Lo ha detto Sallusti mentre io stessa lo pensavo.

Strana telepatia. Ho avuto l’impressione che il giornalista lo incalzasse ma non troppo, insomma che gli fosse simpatico, che avrebbe quasi voluto essere nei suoi panni.

La Cuzzocrea lo difendeva, un po’ per quell’istinto materno che Mattia certamente ispira alle donne ma anche e soprattutto perché non si meritava l’acredine strapolitico-mediatica dello scafato Sallusti. Non ha risposto per lui che si difendeva benissimo senza difendersi, però lo ha certamente difeso con ottime argomentazioni.

Perché, sembrava volerlo ribadire, lui è un non violento. La nonviolenza è la sua caratteristica principale e la non violenza si basa su molte cose. Anche e soprattutto sull’atteggiamento, la postura, l’espressione, il sorriso, la limpidezza dello sguardo.

E anche il modo di vestire. Mattia portava un bel maglione non violento. Un colore neutro e riposante, nessuna ricercatezza ma un abbigliamento non abbigliato, da vicinanza umana.

Inutile dire che a me piace. Già, si fa presto ad entusiasmarsi per un personaggio cosi carino. Ma dietro a lui ci sono tanti altri ragazzi e ragazze, uomini e donne che credono in un principio fondamentale della nostra democrazia: l’antifascismo.

Quello da cui è nata la nostra Costituzione.

E il fascismo del terzo millennio può non avere nulla a che fare con la dittatura tragica che l’Italia ha conosciuto.

No,certo, ma può ripresentarsi sotto forma di autoritarismo velato confortato da baci ai crocifissi, studiate messinscena per accapparrarsi consensi.

E poi sfociare in una serie lunghissima di “ismi”. Uno per tutti: il razzismo.

Abbiamo un bel dire che il razzismo in Italia non ha cittadinanza.

Non sembra affatto essere cosi e lo si coglie in molti atteggiamenti e manifestazioni, come, per esempio, i tanti messaggi di odio inviati tramite i social alla senatrice Segre, scampata all’Olocausto.

Mattia e le sue “sardine” è un simbolo di un risveglio dell’Italia e di una presa di coscienza dei cittadini che si può fare qualcosa per contrastare l’odio dilagante.

Si può riempire le piazze di sardine disegnate e multicolori e si può affermare in Tv con un largo sorriso, che, no, signori, basta, ne abbiamo piene le scatole di politica urlata, di propaganda che esce da ogni dove e si intrufola nelle nostre vite.

Io non so se Mattia sbagli a sovraesporsi, lo deciderà lui quando negarsi alla curiosità di chi vuole saperne di più su questo fenomeno che sta prendendo sempre più piede.

Lo ha detto lui stesso: ad una domanda di Lilli su cosa pensa che farà tra una anno, ha risposto che spera di tornare alla sua vita normale.

Io glielo auguro e spero che anche l’Italia possa tornare alla “normalità” e mettersi dietro le spalle questo clima opprimente di qualche cosa che sta sempre per succedere e che non si capiscebene cosa sia ma fa un po’ paura.

Basta. Vogliamo tornare a sperare nel futuro. E la bella faccia di Mattia è un buon inizio.

 

In fondo ai fondi

Interessante la discussione sul MES (Meccanismo europeo di Stabilità) che occupa tutti i media da giorni.

GLi “esperti” ce la raccontano un po’ come la vedono e un po’ come sanno, addirittura, a volte, smentendosi a vicenda e capire di che cosa si tratta è veramente un’operazione difficile.

Ma se leggiamo sui giornali le dichiarazioni dei politici che tenderebbero a “semplificare” cose complicate le idee ci si confondono ulteriormente.

Ma la politica ce la racconta sempre  come vuole e soprattutto come vuole la propaganda di ciascun partito per tirare l’acqua al proprio avido mulino.

Il caso del Mes è lampante.

La discussione tra i tecnici è incomprensibile ai più anche perché la politica limita, se non riduce del tutto la possibilità di capire.
Allora farei un giochetto semplice:
Il Mes, secondo il tecnico è il Fondo salva stati
Il Mes secondo la politica è il fondo salva…Fondo.

Naturalmente a seconda di che “fondo” si tratti.
Nel caso dei fondi depositati nelle banche italiane, ho capito, dai vari esperti che tentano di spiegare l’inspiegabile, che sarebbero a rischio in caso di ristrutturazione del debito, il bail- in era in agguato prima e lo sarà ancora di più ora.

Che cosa é il Bail-in? (Salvataggio interno) Per esemplificare, si tratta di un meccanismo europeo entrato in vigore nel 2016 che coinvolge i risparmiatori nel salvataggio di una banca quando questa rischia di affondare.

Ora, il premier e il ministro dell’economia, garantiscono che siamo tutelati ancora di più e con l’entrata in vigore della riforma del MES l’Italia può dormire sonni tranquilli, tra sette guanciali…mentre l’opposizione grida al complotto … e noi a chi dobbiamo credere?

Beh, ai politici secondo me va sempre fatta la cosiddetta tara degli interessi, appunto di partito, agli esperti va riconosciuto il merito di cercare di spiegarci qualcosa di estremamente complicato (non a caso).

E noi se non vogliamo finire rivoltati in padella come le braciole faremmo bene ad informaci da fonti credibili e tenere sempre bene gli occhi aperti quando si tratta di investire i nostri soldi e soprattutto quando andiamo a votare per non cadere dalla padella delle banche nella brace della politica.

Che, a pagare, eventualmente sia ancora e sempre Pantalone mi sembra che nessuno possa obiettare (vedi Cacs).
https://www.ilmessaggero.it/politica/mes_clausole_cacs_titoli_pubblici_oggi_ultime_notizie-4905894.html
non proprio un “pacchetto natalizio”

Il “buco” dietro l’angolo

Questo è il governo del “Meno facciamo e più belli sembriamo”.
Il governo di //non si sa chi sta con chi e per fare che cosa//.
E’ il governo la cui opposizione è contestata dalle piazze perché è l’unica a “fare” qualcosa.
L’opposizione che prende consensi a manetta mentre al governo il consenso scende, il Pd scende, i grillini precipitano, IV, too litlle to fail…e intanto piccoli Calenda crescono
Azione, il suo partitino appena fondato pare sia già al 3 per cento e passa.
Segno che al centro ci sta ancora vita.
Ma si sa che quando si governa si cala nei consensi, fare è sempre compomettente, il problema è che questi non fanno e scendono lo stesso.
E forse proprio per quello.
La storia del Mes…il Fondo Salva Stati, sul quale, pare, nessuno ci capisce niente.
Furbizia. Pura furbizia.
Da parte di Conte, di chi lo sostiene e anche di chi lo osteggia.
Conte un pasticcione arrogante con la maschera del timido e benefico buon padre di famiglia allargata.
Quando stava con tizio sparlava di Caio ora che sta con Caio sparla di Tizio.
Un pettegolo al governo. Un bravo amministratore di se stesso.
Ma che scrivo a fà?
Tanto i renziani stanno con Renzi i zingarettiani stanno con se stessi i grillini stanno con chi gli pare che gli possa garantire la poltrona e a destra prendono voti.
Giorgia in testa più agguerrita che mai.
Sarà lei la prossima premier?
Beh, con Forza Italia ai minimi storici non sarebbe una bella storia.
E comunque non si darà mai che una donna conquisti il palazzo.
Un paese cosi maschilista non lo permetterà mai.
Teniamoci DiMaio e Salvini a braccetto mentre pomiciano sui muri.
Forse sono ancora peso (o mejo?) taccon del buso che ci aspetta dietro l’angolo.
Al massimo dopo le feste.(Ma le feste di chi?) punto, punto e virgola, due punti…ma si, abbondiamo…