Politica con la clava

Non c’era la solita ressa sotto il palco della Lega a Bibbiano. Ma mi chiedo lo stesso come fa la gente a prestare fede alla propaganda di bassa lega della Lega?
Strumentalizzare le disgrazie e i bambini è un modo indecente di fare politica. Possibile che non lo capiscano?
La mamma di Tommy, come è perché è salita su quel palco? Perché farsi strumentalizzare cosi? Capisco la sua rabbia per la licenza premio data alla donna complice dei rapitori del suo piccolo delizioso bambino e capisco che Salvini le abbia offerto uno spazio ben visibile per dimostrarla.
Ma secondo me ha fatto male.Il caso che ha lasciato tutti sconcertati per la crudeltà e il cinismo dimostrato dai componenti la banda dei quali, ora, il capo, sta scontando l’ergastolo,ma non solo, tutta l’inchiesta, le perplessità, le indagini fino all’atroce scoperta della triste e criminale realtà.
Forse ci crede davvero che Salvini con la sua prepotente abilità nel pubblicizzasi, le venga in aiuto? La aiuti a dimenticare o a fare “più giustizia” della stessa Giustizia?
Se è cosi si illude.
La Lega ha dimostrato di usare la giustizia come una clava per i propri fini e di ritenersi persino superiore ad essa e prima che si rivestisse dei panni di questo personaggio sorridente e conciliante con chi gli può tornare comodo, ma sprezzante ed arrogante con chi prende di mira per i propri fini, ha abusato dei soldi degli italiani in mille modi compreso quello di appropriarsi di 49 milioni di euro che, ancora oggi, non si sa che fine abbiano fatto.
Come si fa a lasciarsi ingannare da un partito che nella sua storia ha cosi tali e tante ombre ma si permette di concionare dal pulpito come se avesse il primato dell’Innocenza?

 

Pubblicato oggi su Italians del Corriere della Sera

37, morto che parla

Non è la prima volta che succede, ma la notiza che ho letto oggi, passato l’ ovvio stupore la trovo esilarante.

Dunque, in provincia di Belluno ci sono due signori con lo stesso nome che io chiamerò Gaetano Uno e Due che, guarda caso abitano nella stessa via, ma in numeri civici diversi. Uno è nato nel ’37, l’altro nel 47.

E fin qui…

Bene, ora accade che Gaetano Uno, quello nato nel 37, quindi il più anziano, si vede negare la somma richiesta allo sportello del bancomat.

Rimane perplesso e poi telefona alla sua banca chiedendo lumi.

E dice: “come mai non esce niente dallo sportello”? E loro rispondono nell’unico modo, a pensarci bene, in cui può rispondere una banca che è, per antonomasia, l’efficienza in persona:

“Ma perché lei è morto”!

Beh, avrebbe anche potuto andarci con maggior cautela, comunicare il proprio decesso a qualcuno, con quella brutalità dimostra, perlomeno scarsa sensibilità. Ma non mi meraviglia troppo, le banche hanno il preciso dovere di salvaguardare i risparmi dei cittadini e non possono certo erogare quattrini ai morti. E’ già tanto se li danno ai vivi.

Ma, perlomeno, il zelante impiegato avrebbe potuto chiedere al”morto” come avesse ottenuto la comunicazione dall’aldilà e magari approfittarne per farsi dare i” numeri”.E lui, magari avrebbe risposto che era del ’37 e non del 47 (morto che parla) e che l’nghippo stava proprio in quei due numeretti.

No, manco per niente, la carta canta! Lui aveva il documento dell’INPS comprovante il decesso del morto al telefono. Dunque? Stia al suo posto e non bussi a quattrini! Perbacco!

So, per esperienza personale, che avere un’omonimo puù creare non pochi fastidi e disguidi. Lo so. Ma so anche che la nostra burocrazia è rapidissima quando si tratta di chiudere i cordoni delle borse, ma non altrettanto quando si tratta di aprirli, anche quando c’è la conclamata evidenza che aprirli è un’operazione del tutto ortodossa e corretta.

Poi, so anche che succede, come è successo, che diamo il RdC a gente con ville, panfili e Ferrari,ma, si sa, che seppure i ricchi non piangano, qualche volta gli capita di battere cassa a mamma Stato, cosi, tanto per vedere che effetto fa sentirsi povero.

Ora, il povero Gaetano Uno ha dovuto rassicurare  la figlia che gli ha telefonato con estrema sollecitudine perché informata da terzi del decesso del padre in perfetta salute. Pare sia andata cosi: “Papà, ma sei vivo o sei morto e se sei  morto perché non mi ha avvisato”?

Io scherzo, naturalmente ma capisco benissimo l’imbarazzo del povero Gaetano Uno a scoprirsi morto da vivissimo.

Pare che qualcuno lo stia aiutando a recuperare la pensione che la solerte ed occhiuta INPS gli aveva tolto prima di subito alla ferale notizia. E gli auguro di recuperarla al più presto anche se non sarà facile perché, per la burocrazia, morire è semplice ma resuscitare è complicatissimo.

 

Luigi è solo

“E non ti pago”. Dicono i parlamentari grillini alle casse di Casaleggio. E se ne vanno, escono dal movimento a botte di una quindicina al mese, due anche ieri. Se ne vanno singoli o in coppia dal movimentato  movimentoso ( o ingessato) sempre più in crisi di consensi e con una leadership che traballa.

Si, DiMaio traballa.

Chi l’avrebbe mai detto solo qualche (poco) tempo fa, quando gridava dal balcone “abbiamo sconfitto la povertà”?

Poveraccio, oggi sembra che, invece della povertà, lo sconfitto sia lui. Scuro in volto, teso, insicuro, titubante.

Si presenta agli impegni istituzionali come un trampoliere: su una gamba sola. Insomma, non convince.

Si parla di riunione per decidere il da farsi. Sembra che vogliano farlo fuori in tanti. In tanti aspirano a prendersi la guida, a capopoliticare e riportare un movimento stanco agli splendori del tempo in cui era al massimo splendore.

Ormai con DiMaio, il movimento frena e capotta. Si sentono fare tanti nomi, ma soprattutto uno gira con frequenza sospetta: il tigrotto della Malesia DiBattista(Khan).

Proprio lui con quel “Di” all’inizio potrebbe essere il prossimo a prendersi la guida del partito.

DìQualcosa, comunque smentisce, tutti smentiscono, ma non si sente più quell’ipocrita borbottio sottotraccia che  “sololuigi”… ormai Luigi è solo.

Farà “solo” il ministro? Ma si, in fondo potrebbe anche dirgli meglio. Guidare fino alla prossima sconfitta (sicura) non è più piacevole. Meglio lasciare il volante allo spericolato che se la sente.

Lui ormai è lanciatissimo, può pure scendere in corsa. Attento alle curve, ministro.

 

Il capitano in carrozza

Ho assistito sorpresa indignata e anche vagamente schifata, alla puntata di “Non è l’Arena”, di Giletti su La7 di ieri.
Ma come? Un Salvini con lo sfondo di un caminetto acceso , sorridente che sembra Pietro Gambadilegno reduce da una rapina e Giletti altrettanto sorridente, ammiccante, un pelino troppo per i miei gusti, come se fossero due amiconi che si incontrano al bar per parlare dei fatti loro.

Ma come? Nel pieno della bagarre emiliana, con a Bologna una piazza stracolma di sardine, di persone giovani e meno giovani, rockers di fama mondiale…un pienone e un successone degli organizzatori, in testa Mattia Santori che non si nasconde, non fa la star, ma sale sul palco e sorride col suo look da filglio dei fiori del terzo millennio, in Tv, in una trasmissione che fa sempre il pieno di ascolti dobbiano sorbirci (ancora)Salvini?
Massì’ lo so , potevo girare, ma volevo vedere dove voleva andare a parare.
Ed è andato a parare li, dove aveva previsto di parare, col conduttore che ce l’ha portato sulla carrozza con quattro cavalli piumati e cocchiere.
Lì, al suo processo. Come se l’Italia e gli italiani non avessero altro da fare che seguire lui e tutto quello che combina.
Ieri c’era Carola da disprezzare, oggi i giudici che lo “perseguitano”.
Mentre Mattia, dal palco, a Bologna diceva di andare oltre Salvini, tratteggiava già l’Italia liberata dall’ex baciacrocifissi e dalle sue feste strapaesane tutte tese a prendersi al laccio gli elettori con tanto di rodeo.
Stamattina era a Goro, in un paesino di quel tot di anime che qualche anno fa ha chiesto ed ottenuto di scacciare un gruppuscolo di immigrati perché indesiderati dalla comunità.
Era li a testimoniare l’ingordigia di un partito che ha già governato a lungo con Berlusconi, che ha rubato dalle tasche degli italiani e che ora ha come leader questo spaccamondi che veste tutte le divise che gli fanno più comodo al momento e che sta dividendo gli italiani e l’Italia in tanti frammento di sentimenti, i più disparati e disperati e soprattutto negativi.
E occupava un posto che non gli spettava, portando via la scena ad una piazza ed a un movimento appena nato ma già molto robusto che ha davanti a sé una grandissima sfida: riportare un po’ di equilibrio in un paese squilibrato.
E ad aiutarlo a ripartire dalla speranza.
La Speranza nel “mondo migliore” che i “migliori” ci hanno lasciato in eredità.

Convenienza e opportunismo

Questo tira e molla sulla votazione per dare  l’immunità o meno a Salvini , sul caso Gregoretti,  è imbarazzante. Sintomatica della paralisi del governo.

La maggioranza vuole posticiparla a dopo le elezioni in Emilia Romagna,  con l’evidente scopo di vedere l’esito prima di decidere se salvare Salvini o consegnarlo ai magistrati di Catania. Ora, dopo un escamotage piuttosto rocambolesco, è stato deciso che si voterà domani, ma a quanto sembra, la maggioranza si asterrà per protesta contro la presidente del Senato che col proprio voto ha permesso che si arrivase a questo esito.

Davvero un brutto spettacolo.

Non credo che anche  dovesse essere processato (cosa di cui dubito), Salvini avrebbe delle conseguenze penali del suo operare. E’ probabile che i giudici accolgano la sua tesi  autoassolutoria e cioè che ha agito  nelle sue funzioni di ministro, per il bene del paese . E la cosa andrebbe archiviata.

Ma, se cosi, fosse, si creerebbe un pericoloso precedente.  Altri  ministri  potrebbero ritenersi liberi di compiere azioni coercitive con la stessa scusante. E sentirsi molto più liberi nelle loro azioni  di violare qualsiasi legge dello Stato in nome del “bene comune”.

In teoria, alcuni potrebbero anche pensare di non essere giudicabili di fronte alla legge e questo potrebbe rivelarsi  un’arma molto potente in mano a politici senza scrupoli.

Il presidente americano è attualmente sotto impeachment  con l’accusa di aver abusato del suo potere e ostruito il Congresso cercando di evitare le imputazioni. Il riferimento mi sembra analogo alla richiesta di impunità per Salvini il quale sta già sfruttando in campagna elettorale la sua posizione di “vittima”( a suo dire, naturalmente).

E’ pur vero, come afferma l’ex ministro, che anche Conte e DiMaio, che lui chiama in causa, erano al corrente di quanto  succedeva. Ma, la propaganda  contro” l’invasione” sta tutta in capo al leader della Lega e i suoi due alleati di governo  l’hanno avallata per convenienza politica.

E la “convenienza politica”non può dettare l’agenda di un governo troppo a lungo senza che questo abbia conseguenze disastrose sia sul piano politico, etico e morale.

 

Tu chiamale se vuoi…opinioni.

Pubblico questa mia lettera comparsa oggi sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera.

Lo faccio perché ho ricevuto parecchie mail nel merito e vorrei allargare la discussione.

A Luigi Lenzini, che scrive anche su questo blog, ovviamente, offro tutto lo spazio per replicare, mi sembra giusto e doveroso.

Ma, preciso che non si tratta di niente di personale, ovviamente, ma contesto solamente le sue opinioni. Mi sembra che in Democrazia questo sia consentito. Anzi, il ” minimo sindacale”.

“Severgnini, ma quante “opinioni di Lenzini” possono passare in questa rubrica alla settimana o in un stessa giornata? Perché ho l’impressione che le sue esternazioni senza contraddittorio siano leggermente provocatorie. Per esempio questa:” la categoria delle donne e della categoria degli uomini, non dei casi singoli. Bene, per me la categoria delle donne non fa abbastanza per prevenire la prostituzione giovanile, né per prevenire matrimoni o costituzione di coppie a rischio”. La categoria?Adesso il genere umano si distingue in categorie?Tipo buoni e cattivi, intelligenti e scemi? E poi…le donne non fanno abbastanza per fermare la prostituzione? Ma per fermarla basterebbe che gli uomini non le cercassero le prostitute, invece a quanto pare il mercato è sempre più florido. Ma a Lenzini non importa, a lui interessa che le femministe non siano “aggressive”, le vuole, dolci, accomodanti, serene nei giudizi riguardo i maschi alfa o zeta che girano caracollando e vogliono quello che vogliono. Comandare, in primis (i posti dirigenziali sono tutti degli uomini), imporre le “loro” regole e anche andare a…prostitute, se gli pare. La prostituzione c’è sempre stata ma secondo Lenzini la colpa è delle donne che si prostituiscono e di quelle che “glielo permettono”. Un bel concetto maschilista, questo si. Quello di un uomo che vede le donne ancora come sempre, individui da indottrinare e da “guidare” verso una concezione delle cose che sia prima di tutto “concordata” con l’uomo.Perché la donna da sola dove va? Sa “gestirsi” da sola una donna? Capisce da sola la differenza tra il bene e il male, una donna? Ringrazio anticipatamente se vedrò pubblicata questa mia breve risposta a quello che mi sembra un delirio paternalistico inaccettabile. Grazie. Cordiali saluti”.

Mariagrazia Gazzato

Chi vuole può dire come la pensa su questo spazio, ma se vuole approfondire potrà trovare sulla rubrica Italians.it la lettera (o le lettere) di Luigi Lenzini alle quali mi riferisco.

Tanti (troppi) titoli

Mentre il nostro giovane ministro degli Esteri è stato un po’ “sfortunato” a prendersi un ministero che richiede conoscenze specifiche, magari un po’ d’inglese, volendo (una lingua cosi noiosa!), la sua collega, la giovane neo ministra dell’Istruzione è lanciatissima e carica di titoli.

Peccato per quella tesina copiata,ma lei assicura che è tutto regolare anche se veramente non parrebbe.
Tra l’altro la Azzolina ha anche l’ablitazione a fare la preside. Già, si narra, che all’esame di informatica abbia preso un bel zero tondo, mentre a quello d’inglese è andata meglio: quattro! Peccato per Dimapoppins non potrà farsi dare lezioni da lei.

Ma, tu guarda come vanno le cose ad una deputata (lo era già all’epoca), la fanno passare lo stesso, cosa volete, sono bazzecole.
E pare che tra gli esaminatori ci fosse anche un giornalista di La Repubblica dal quale pare siano arrivate queste belle notiziole. Questi giornalisti che non si fanno i fatti loro.

Però sono ministri entrambi, pur con qualche piccola lacuna, ma niente di chè fin che c’è la buona volontà di faticare!
Però, e mi scuso per l ‘espressione un po’ pesantuccia, con tutto quello che i grillini hanno girato l’arrosto sulla trasparenza e l’onestà e la coerenza e e e tutte le virtù teologali e teoteocolicali, qui mi pare che l’asino sia inciampato.

La presenzialista ministra non ha potuto non dichiarare a caldo che …capperi, la discriminazione nella scuola è cosa che non si fà…na na na..( critinado la scuola romana accusata di discriminare gli studenti), mentre, se avesse guardato sulla sua scrivania di ministro , tra la montagna di carte inevase, avrebbe (forse) potuto leggere la circolare emanata dallo stesso ministero di cui è incaricata dove si richiede di specificare la provenienza delle utenze della scuola romana per ceto. Beh se le inventano di ogni li sopra! Ma lei è scusabile è ancora fresca di nomina.

Diamole tempo non ha ancora avuto modo di controllare se nella toilette del suo mega ufficio c’è uno specchio di grandezza consona. Ci vuole calma e sangue freddo.

E ci sarebbe da chiedersi anche come mai la Azzolina sia stata fatta passare al concorso per presidi con quei “numeri”.
Forse perché essendo già potente deputata dei grillini qualcuno temeva che avrebbe “piantato qualche grana”?

Ho guardato il video dove si difende, francamente è imbarazzante.
Si definisce un’insegnante e chiede rispetto per la professione…caspiteriana qui avrebbe pure ragione, ma in genere gli insegnanti non ricevono tutta questa attenzione e la maggior parte delle loro istanze, se hanno il coraggio di esporle, rimangono lettera in coma profondo.

Lei si difende chiamando in causa la sua “professione” che ama e rispetta e chiede persino le scuse.

Senza fornire spiegazioni sul perché non abbia corredato le “citazioni” con i riferimenti delle fonti. E del perché non denunci chi l’accusa.

Sperava di farla franca. Ecco perché. Come la fanno franca in tanti. Ma non diventano ministri. Questo è il punto.
Vogliamo di questi esempi di ministri per la italiana Repubblica?
Sembra di si visto lo scarso interesse con il quale è stata accolta la notizia, soprattutto dal governo (di cui Azzolina è un membro importante).

In altri paesi non ci si ricorderebbe neppure più che era stata eletta deputata.

Di niente, di meno

Che Zingaretti con quell’ aria da prete di campagna voglia prendere i voti, non mi pare strano, ma la notizia che sta in Seminario e che si attacca a San Pastore, mi lascia interdetta.

Ma come? Salvini si attacca ai presepi e ai crocefissi per non parlare della Madre di chi sappiamo e il segretario del PD si attacca a San Pastore? Non si può proprio dire che in Italia non ci sia più religione.

Gli italiani non sanno più a che santo votarsi e politici che fanno? Per i voti chiedono aiuto ai santi.

Va bene, scherzo, questa riunione nell’Abazia per il Pd in procinto di cambiare connotati, è una cosa molto seria.

Franceschini, francescano calzato (bellabarba) ,si inginocchia davanti ai grillini. La spiritualità dell’immagine deve farci riflettere.

Ma, pare che i Cinquestelle non vogliano cedere alle sirene del PD, il quale sarà anche in procinto di darsi una bella rinfrescata, ma anche ripulito,  sempre “il partito di Bibbiano” rimane, non scherziamo.

Ma a quale santo possono votarsi i grillini in un momento cosi critico per la loro sopravvivenza?

A San Giuseppe pare di no.Meno che mai a San Matteo, per carità. San Luigi, poi non ne parliamo, ha i guai suoi.

E allora? Non gli rimane che San Nicola!

Possono fare i ritrosetti fin che gli pare ma questo matrimonio di super convenienza, per loro, ma anche per l’altro “sposo” potrebbe significare molto. Tanto il burrone che gli si è aperto davanti è talmente profondo da non lasciargli molta scelta. O saltare la finestra …

Ma la “minestra” è particolarmente insipida e per niente invitante e non sarà facile mandarla giù. Anche se, il p(i)atto di legislatura è una profferta molto invitante.

Cedere a Franceschini gli costerà molto anzi di più, ma, francamente non vedo quali alternative potrebbero trovare.

A meno che…il 26 Gennaio non succeda il patatrac in Emilia e il Pd perda la regione simbolo.

Salvini non ha mai chiuso del tutto la porta “all’amico” DiMaio. Ci potrebbe essere una riedizione del Giallo-verde?

Mah, ipotesi bislacca, lo riconosco e questa volta la tonalità sarebbe Verde-giallo, ma da come vanno le cose in Italia, ormai, ci si può aspettare di tutto. O di niente e anche di meno.

 

Oppure…non c’è

Non che sia importante. Potrebbe non importarcene niente. Ma Luigi DiMaio ha scocciato.

Si ha scocciato. Resti al suo posto, faccia il capo politico e anche il ministro. Chi se ne importa? Questa manfrina è durata anche troppo. Non sa fare niente? E allora? Impari, studi ma rimanga li.

Saldamente aggrappato a tutto. Lui è semplicemente perfetto per tutti i ruoli. Attore nato. Rodolfo Valentino della poltica. Ma dove andrebbe adesso? Quali altri ruoli potrebbe interpretare?

Quando è stato messo a capo del Movimento 5 stelle è stato giudicato perfetto per il ruolo. E perfetto è in tutto  il niente che fa.

Sbaglia i congiuntivi? Perfetto!

Non sa l’inglese, la storia, la geografia…perfetto!

E’ troppo giovane? Ma quando mai? Invecchia troppo rapidamente invece.

E’ troppo “politico”?  Ma quando mai? E’ la politica fatta persona.

Luigi DiMaio è la Mary Poppins della politica italiana: praticamente (im) perfetto sotto ogni profilo. Dimapoppins!

Non si può chiedere di più. Non esiste nessun altro capo politico per il Movimento, e il Movimento  è attaccato a DiMaio a doppio filo.

Se cade lui cade tutto il palco, la messinscena precipita e si dissolve come il castello di Grimilde.

Sfarina,svapora, svanisce…finisce in un puff, una nuvola di polvere.

Deve restare li, DiMaio, non se ne può andare. Se il Movimento sparisce allora sparirà assieme al Movimento.

Se il Movimento si ferma, allora si fermerà anche DiMaio.

Ma se deve rinascere dalla proprie ceneri deve essere DiMaio a farlo risorgere.

Va beh, ‘sta tiritera è durata abbastanza. E’ chiaro il concetto?

DiMaio for ever…oppure?

Oppure non c’è.

Il faro del capitano

Sembra che le prossime elezioni in Emilia Romagna, siano una sorta di linea del Don. Stefano Bonaccini, il governatore uscente che spera di diventare presto rientrante, si tiene in forma in vista di questo evento ormai quasi epocale. lo vedo tonico, forse fa jogging tutte le mattine e deve anche seguire una dieta simile a quelle degli astrounauti a base di tortellini liofilizzati, per non appesantirsi e presentarsi ai comizi senza un filo di pancia.

E’ importante la forma (e anche la pancia) in occasioni come questa.

Il paese è appeso alla sua vittoria, il governo pure. Se vince, forse, tutto rimane com’è: cioè litigi giornalieri assicurati, altrimenti ci sarà, la rivoluzione annunciata dal leader della Lega, Matteo Salvini, in attesa di giudizio da parte della Giunta per le Immunità.

La quale pare, non voglia pronunciarsi e sospendere il giudizio proprio a causa della corsa alle regionali dei vari partiti troppo impegnati per perdere tempo con le sue grane giudiziarie.

Lui dice che i suoi colleghi sono senza dignità Beh, si, potrebbero anche darsi una smossa e decidere: o si o no.

Ma ci pensano bene e aspettano di vedere come butta dalle parti del “Don” per sapere come regolarsi. Perché metti che vinca la Lega, allora chi si salva dall’ira funesta di Salvini nel caso lo consegnassero ai magistrati? nel caso opposto, invece, dovrebbe tenere le alucce basse. Quindi, meglio soprassedere e attendere gli eventi.

Prodi ha profetizzato la vittoria di Bonaccini e a chi gli chiede se intende correre per il Quirinale ha risposto che non ci pensa proprio visto che i 101 sono ancora tutti lì. E lui il bis lo fa solo con le tagliatelle al ragù.

A proposito di tagliatelle, ho visto Mattia Sartori da Formigli con un maglioncino Orwelliano mentre rispondeva alle domande del conduttore su cosa intendono fare le sardine nelle loro prossime mosse. Ho avuto l’impressione che Mattia cominci un po’ a sentire il peso della responsabilità di questa battaglia all’ultimo voto.  E anche un po’ a scocciarsi per tutta questa attenzione morbosa su cosa fanno o non fanno le sardine. Faranno quello che possono, già nuotare nelle acque agitate della politica italiana è difficile per i politici navigati, figuriamoci per dei pesciolini azzurri, è già tanto che ci siano e dimostrino con la loro esistenza che almeno le acque non sono ancora del tutto inquinate e che c’è ancora speranza.

Chi non sente alcuna responsabilità di nulla, invece è Salvini il quale si proclama  innocente e considera i suoi ex compagni di governo corresponsabili delle scelta di fermare in porto la Gregoretti e di “sequestrare” i migranti per giorni sulla nave.

Insomma, Salvini può dire quello che vuole, ma un ministro che opera per il bene del paese, quale minaccia al medesimo poteva trovare in un gruppetto di persone sfinite, disarmate, affamate, per impedirgli di sbarcare da una nave italiana in un porto italiano? Me lo potrebbe spiegare?
Non avrebbe potuto farli sbarcare e sottoporre ad accurata perquisizione se li riteneva pericolosi e poi prendere le dovute precauzioni se del caso, oppure lasciarli andare?

Certo che il governo sapeva cosa stava combinando, ma la responsabilità è unicamente sua, Lui era ministro dell’Interno e lui era quello che si vantava e si vanta ancora di “fermare l’invasione”.

E infatti i magistrati di Catania se la sono presa con lui.

Si faccia processare e se è innocente ed ha agito per l’interesse unico del paese i giudici lo riconosceranno, altrimenti si prenda la responsabilità delle proprie azioni.

Uno che si candida a governare il paese dovrebbe avere come faro il senso di Responsabilità. Ma mi sa che il suo faro preferito è quello che gli indica come schivarle.