Sardina affumicata

Mattia Santori, ex leader delle ex sardine (ora sotto sale), ha dichiarato di coltivare cannabis fai da te e di assumere la stessa da quando aveva 18 anni.
E non gli fa buon pro. Per nulla. Sei ridicolo Mattia, da rivoluzionario anti populista a crociato della canna.
Va bene che la situazione italiana è grave e anche seria, ma tu non sei serio per niente
Dopo questa sparata dovrebbe dimettersi da consigliere comunale con delega al turismo a Bologna.
Turista fai da te? Si perché si droga ma non vuole arricchire le potenti lobby della droga e perciò se la coltiva sul terrazzo.
Ma(s)ttia zitto, Santori, non sei santo per niente,
La tua faccia tradisce tutte le fumate che ti sei fatto.
Ritirati a vita privata e magari in un convento a coltivare lattuga.
E poi fumati quella. Sei una delusione totale. ma che cosa ti è saltato in mente?
Una carriera politica in ascesa arrancante finita in fumo.
Sei finito affumicato anche tu.

Boris in the box

Non seguo più di tanto i casi inglesi se non per notare che da quando è arrivato Boris Johnson l’Inghilterra con la sua Brexit non sembra avere lo stesso appeal di qualche decennio fa. Le cose sono molto cambiate anche li, i problemi con la Brexit ci sono anche se se ne parla sempre meno.
Ora con la guerra sembrava che il premier inglese si fosse liberato un poco dai suoi detrattori e dalle inchieste “moleste” a suo dire o non dire ma a suo sembrare, sulle sue condotte piuttosto “superficiali” e discutibili. Soprattutto il caso chiamato Partygate, dove Johnson è accusato di aver violato le strette regole contro il Covid emanate dal suo governo durante il picco della pandemia da Covid. Ha Negato, poi detto che lui non c’era e se c’era dormiva, o che non pensava fosse un party ma una riunione di lavoro, ma poi, le indagini hanno dimostrato senza ombra di dubbio che lui era a festeggiare e a divertirsi in feste senza alcuna remora riguardante la possibilità di contagiare e contagiarsi.
E soprattutto la sua spavalderia nel negare cose che erano ben evidenti e cioè che lui stesso se n’era ripetutamente fregato di norme rigidissime per contrastare il Covid mentre la popolazione non aveva potuto neppure dare l’ultimo saluto ai parenti morenti.
Ma non è solo questo. Recentemente è uscita anche un’altra menzogna raccontata dal leader spettinato, una sorta di old fashioned hippy con la cravatta e cioè che lui non sapeva che uno dei suoi stretti collaboratori era uno che pizzicava il sedere a chiunque gli capitasse sotto tiro, rigorosamente maschio.
“Nella sua natura, dal nome”, come aveva anche affermato lo stesso Johnson commentando le notizie. Si tratta di Chris Pincher, il suo ex braccio destro costretto alle dimissioni dopo l’inchiesta che lo vede imputato di molestie nei confronti di alcuni uomini.
Boris Johnson sapeva dei trascorsi di un simile personaggio ma lo aveva lo stesso voluto al suo fianco.
Alla fine si è dimesso anche lui, il suo partito lo ha lasciato per strada: troppo bugiardo anche per dei conservatori
Spavaldo, davanti ai microfoni, ringrazia tutti dice che nessuno è indispensabile, assicura gli ucraini del suo sostegno e gli inglesi altrettanto, ma non è convincente né convinto. Sembra piuttosto suonato con quei capelli da Maga Magò appena uscita da sotto al casco di una parrucchiera fattucchiera come lei.

Non lo rimpiangeremo. Ma temo che troverà il modo per rimanere comunque a galla: personaggi come lui (vedi Donald Trump) hanno risorse incalcolabili e imprevedibili. E’ capace di ritornare fuori a fare sberleffi al mondo.
Speriamo che il mondo faccia sberleffi a lui. Il mondo non ha bisogno di bugiardi nei posti chiave ma di gente onesta…a trovarla.

Una ragione in più

E’ difficile sempre raccontare le emozioni ed è difficile soprattutto farlo qui perché c’è la possibilità concreta che non vengano capite, travisate o addirittura ridicolizzate.
Ma lo voglio fare lo stesso perché ritengo che al di la delle divergenze qui, sono tra “amici”, anche se virtuali e perciò lo farò a modo mio e come sono capace.

Ho appena finito di vedere Irina Vereshchuk, la vice di Zelensky. Mi ha fatto una grande impressione vedere questa donna, bella, distinta, semplice nei suoi tratti e nei modi ma allo stesso tempo colta e sicuramente molto intelligente, seduta tranquilla a rispondere alle domande del conduttore dell'”Aria che tira” su La7.

Vestiva la classica maglietta grigioverde, ormai un simbolo dell’Ucraina in guerra di difesa dall’assalto di Putin. La scritta: I’m ukrainian campeggia in nero e le da un ‘aria definitiva: nessuna esitazione nel suo sguardo.
Sono ucraina (non russa, ucraina).
Il suo viso non tradiva emozione se non quando ha ringraziato gli italiani per il loro aiuto. Ha risposto freddamente ma rigorosamente a tutte le domande, nessuna inflessione nella voce o titubanza: il suo paese non è disposto a lasciarsi portare via niente del proprio territorio nonostante i massacri, nonostante la ferocia dell’assalitore. E lo vuole dire soprattutto a lui, a Putin: non ci arrendiamo, non ti daremo mai la nostra terra!
Inoltre ha anche affermato che, contemporaneamente alla richiesta di entrare nella UE, già avviata e a buon punto, sarà avanzata anche quella di entrare nell’alleanza atlantica.
Il conduttore, sorpreso le ha chiesto di ripetere e lei lo ha fatto: si aveva capito bene.
Le ha chiesto se non pensava di aggravare le sorti della guerra. Lei ha risposto che Putin ha preso la Nato a pretesto quando loro ancora non avevano avviato alcuna procedura per entrarci, ma che il suo fine è distruggere l’Ucraina come nazione e ora che l’Ucraina ha un motivo in più per chiedere di entrare a far parte della Nato e lo farà.
Sempre guardando fisso lo schermo e sembrando dire: “alla faccia tua”!

Guardando le immagini delle distruzioni , viene in mente  anche a me l’idea che forse cercare di mediare un compromesso sarebbe una soluzione che eviterebbe altre morti. Ma dura poco questa sensazione.
E sono ritornata a pensare che l’unica strada (a parte quella diplomatica che deve esserci sempre) sia far capire a Putin che non la spunta.

Alla domanda precisa del conduttore se non sarebbe meglio arrendersi, la vice premier ha risposto: “immagini di dover cedere ad un invasore del suo paese la metà di esso, sarebbe disposto a farlo”?
E con questa domanda, senza risposta ma con un evidente imbarazzo del conduttore, si è chiusa la diretta.
E mi ha lasciato un profondo scoramento. Ma sono sempre di più dalla parte degli ucraini.

Una carriera in discesa

 

Conte si aggira come un fantasma per i palazzi. Non ci vuole stare a perdere il prestigio.

Un leader? Ma di che? di un drappello di disperati che ormai sono attaccati all’ultimo filo di speranza che il castello non crolli con loro sopra.

Apposta DiMiao ha lasciato e fondato il suo movimento. Un movimento di un certo spessore nel quale sono confluiti i suoi fedelissimi. Ormai col passato ha rotto e ha fondato “Insieme per il futuro”.

Massì è giusto guardare sempre avanti anche perché dietro c’è Conte.

E’ li, ancora che si agita ma ormai è come la ruota di scorta: ci deve essere ma molti non sanno neppure di averla nel bagagliaio.

E si spera di non doverla usare mai.

Si è riciclato troppe volte pover’uomo, ormai non sa più neppure lui che ruolo interpreta.

Non è più premier, questo lo sa per certo: al suo posto c’è Super Mario, un “giovanotto” di belle speranze che gli ha fregato la poltrona proprio nel momento culminante del successo travolgente…

Sorride a tutta dentatura, Conte. Ha un bel sorriso, il suo dentista ci tiene che gli faccia pubblicità e lui mostra i denti ai fans. E li mostra soprattutto a Mario che fa denti da mercante, pardon, orecchie da mercante o da banchiere che è ancora di più tutto dire.

Pare che Mario e Beppe spettegolino su di lui. Ma come si permettono? Che due serpenti.

Anzi tre, perché ne ha uno col fiato sul collo che assomiglia di più ad un post grillino di lui, quello è certo e che lo aspetta lungo la riva del fiume.

Di chi parlo? ma del più fico del movimento (dopo DiMiao), quel DiBattista tanto carino e tanto onesto e tanto trasparente…pare.

Insomma è circondato. Silvan Conte, il trasformista ora si dovrà tramutare in uccello di palude e svernare perché ormai non lo fila nessuno.

Ha la sua ricompensa per aver servito il paese e soprattutto la propria sconfinata ambizione con tanto fervore.

Ma sa recitare bene nonostante la zeppola, potrebbe farsi assumere da Grillo nel suo nuovo spettacolo e fargli da comprimario, la stoffa c’è, ne ha a metri, a litri a spanne.

Tutto sommato gli conviene, avvocato/attore ex premier, una carriera tutta in discesa. Controlli i freni, avvocato.

Tanto per gradire

Al summit della NATO, a Madrid succedono cose strane. Al ristorante si serve “Insalata russa”. Ma qualcuno ha fatto notare che non è il caso e allora molti ristoratori si stanno adeguando e invece di chiamarla “ensaladilla rusa” la chiameranno “ensaladilla Ucraina”. Qualcuno ci aveva già pensato in verità.

Mi pare giusto. Sembra poca cosa, questione di lana caprina che con questo caldo fa venire i brividi.

Ma se ci pensiamo ha la sua importanza e non poca.

Ma non scherziamo dai. Ma come può essere venuto in mente di introdurre una pietanza cosi “divisiva” anche se deliziosa, in un momento come questo se non per provocazione o quasi spirito di patata, ingrediente base della famosissima insalata?

Mia madre, veneta doc la preparava in casa ( non si fidava di quelle già pronte) e la faceva da leccarsi le dita o i baffi per chi li ha.

Insomma, pare brutto che in un summit dove si ritrovano teste “coronate” a parlare di difesa del mondo e del nuovo ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO proprio a causa della aggressività della Russia, poi, chi si siede al tavolo si deve leggere un menù che prevede una pietanza cosi sfacciatamente “di parte”.

Pare però che i commensali se ne siano serviti in gran quantità. Eh, si, piace, eccome se piace. Basta mangiarla senza pensare alla faccia  Putin e va giù che è un piacere. Alla faccia sua.

Io la evito però, ma non per via che si chiama cosi ma perché sono perennemente a dieta e la maionese mi rimpingua.

Ma per festeggiare l’occasione, non mi tirerei indietro e un assaggio ne prenderei. Tanto per gradire.

Fuori di testa

Ho letto e visto abbastanza (sulla stampa estera) di questa ragazza: Cassidy Hutchinson che sta facendo vedere i sorci viola all’ex presidente Usa. Si proprio lui, The Donald, come ama farsi chiamare. Bisogna dire che ha fegato per avere solo 25 anni.

Una bella ragazza mora, assistente del capo dello staff del presidente, quel Mark Meadow che sembra molto reticente a parlare alle audizioni in corso sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2020 mentre era in corso l’ufficializzazione della vittoria di Biden.

Lei, tranquilla, quasi serafica, racconta che il “capo” sapeva che i fuori di testa (compagni di “lotta”), quel manipolo di folli, stava andando verso Capitol Hill armato fino ai denti. Lo sapeva Trump, ma aveva detto ai suoi: “lasciateli passare, caz…, non vogliono sparare a me. E ha aggiunto: “togliete quel caz…di metal detector, fateli passare, caz…

Sembra che abbia ripetuto più volte  e con fare molto bellicoso questa parolina magica.

La Hutchinson ha anche aggiunto che, mentre il  servizio di sicurezza lo stava riportando in sede dopo la sua manifestazione, sempre lui, Donald, ha quasi preso per il collo l’agente di servizio alla guida dell’auto presidenziale(la Bestia, nome molto appropriato) ed ha anche cercato di afferrare il volante, perché voleva andare coi suoi ad assaltare il Campidoglio.

Un colpetto di stato in piena regola. Ma del tutto fuori delle regole, oltre che fuori di testa.

Ma lui è cosi: fuori di testa e se ne vanta pure.

Non solo, Cassidy ha anche raccontato che  il presidente era furioso e che aveva scagliato il pranzo contro la parete ed era rimasta una evidente traccia di Ketchup a imperitura memoria del suo buon carattere. Ma non era neppure la prima volta.

Insomma ne esce un’immagine del personaggio che non mi meraviglia affatto: dal primo giorno ho pensato che fosse un individuo estremamente pericoloso. Ora forse si riuscirà a capire fino in fondo quanto?

Ne dubito:

Complimenti, comunque a Cassidy che ha dimostrato che il coraggio, in casi come questo, uno o una se lo deve e può anche dare.

 

Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leaves and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

 

 

Dedicata agli ucraini.

Indecenti

Non mi sono mai piaciuti. Dal primo giorno. Non li ho mai trovati credibili, dal primo giorno. Mi sono  subito rimasti indigesti, dal primo giorno.

Non varrebbe la pena parlarne: sono impresentabili dal primo giorno ma si sono presentati agli italiani come i salvatori della patria e molti gli hanno dato fiducia. Meglio loro che altri, dicevano, in fondo peggio di altri non potranno mai essere.

E invece…

Sono arrivati a governare il paese con una maggioranza che non ha sorpreso troppo data la carica di novità che sembravano portare.

Carica che si è vista esaurire presto nelle loro tante, troppe contraddizioni. Governare non è un pranzo di gala.

Ora, che cosa resta di quello che si faceva chiamare Movimento per differenziarsi dai partiti?

Un classico, fumante cumulo di macerie.

E pazienza per Conte che non sappiamo ancora bene di che pasta (frolla) sia fatto, anche se ha governato con alti e bassi e persino medi e lo ha fatto, bisogna dirlo in uno dei periodi forse più difficili della nostra storia da decenni.

Senza troppa infamia ma neppure con lode. Anzi, a me, francamente non è mai andato giù.

E ora? Registra una delle scissioni più traumatiche della storia. DiMaio aveva pronto il suo “pacchetto regalo” ormai da mesi, è chiaro.

La sua frenetica attività di capo della Farnesina gli ha dato tutto il tempo per farlo. Ed era ora e tempo di tirare fuori l’assetto dalla manica. Manica di ministro, compassato e deciso a rimanere fedele a quello che ha preso il posto di Conte sia al governo sia nel cuore dell’ex grillino. Si, ormai ex grillino. Di Maio si vanta di essere “coerente” con la sua linea di “responsabilità”.

Bah, sarà. A me è sempre sembrato quello che è diventato. Da subito, Se questa è coerenza è coerenza grillina.

Che i due famosi galli nel pollaio dal quale scappano anche ii pulcini, alla fine si siano “divisi”, mi lascia del tutto indifferente: era una mossa studiata da tempo. Non me la danno a bere.

Non gli credo come non gli ho creduto mai.

I grillini sono cosi: traditori del popolo che hanno rimbambito di chiacchiere. E non sono cambiati. E’ nel loro DNA.

Alla faccia dell’onestà. Di trasparente non gli rimane che la leziosa mascherina di Grillo, potente e prepotente ma ormai scopertamente indecente.

Scappati da una casa che brucia e con la faccia di tolla che si ritrovano tutti magari pronti anche a riappacificarsi per il “bene del paese”. Tanto come diceva il grande Totò: “E’la somma che fa il totale, egregio amico”.

In guerra non si porta il frac

Tutto ormai è propaganda. Se ne fa dovunque. Ci stiamo specializzando a fare i propagandisti.
Leggo molte critiche al modo di vestire del leader ucraino.
Povero Ziolensky!
Da vecchio, quando si ricorderà di questo infame periodo penserà: vestito alla militara.
E come altro dovrebbe vestirsi? In frac? Con i jeans sdruciti, dejalavè?
Ma che importanza ha come si veste? E’ un soldato adesso e comanda il suo esercito e quindi si veste in grigioverde e con le magliette a mezza manica perché le magliette da soldato non hanno la manica lunga o tre quarti.
Beh, magari qualcuno è invidioso dei suoi muscoli, ci sta.
Ma lasciatelo stare e che si vesta come gli pare.
Il russo si è fatto fare massaggi orientali dalla Zacharova (esperta di facce di bronzo) perché ha il volto rilassato e senza rughe, La guerra gli fa bene. Tutti parlano di lui, bisogna parlare con lui, dicono, persino il papa lo ricorda nelle sue preghiere: in fondo non è cosi cattivo.
C’è sempre del buono in tutti, in fondo. E lui non fa eccezione.
E però Ziolensky viene continuamente criticato: parla troppo, chiede troppo, si lamenta troppo…e soprattutto se ne va in giro con quelle magliette da mini Rambo che danno tanto sui nervi ai malpensanti e peggio parlanti.
Quelli, per intenderci che se non ti vesti alla loro maniera e per l’occasione ti criticano, perché è l’abito che fa il leader e la maglietta è roba da straccioni.
Boris si che era elegante durante il loro incontro a Kiev.
Appena sceso dal taxi si è sistemato la camicia dentro le mutande che sporgevano dai pantaloni e poi la figura, il vestito, la postura e la persona erano quelle del compagno di banco che ti rubava sempre la merendina.
E il taglio di capelli? Niente da dire su quello?
Era perfetto. con quei ciuffetti all’insù che seguivano il filo dei suoi pensieri, all’inglese. ;
Invece Giletti, l’ho rivisto dopo la sua trasferta russa e si era tagliato i capelli per benino e gli incorniciano il volto che sembra una Venere del Botticelli.
Quel ciuffo all’impiedi durante la famosa diretta dalla Russia (con livore) lo avrà fatto penare per giorni, alla fine ha deciso di darci un taglio.

Allarmi…allarmi

Che pena!

Vedere certi video e leggere certi articoli e vedere certi tiggì. Come se il mondo si fosse d’improvviso svegliato da piedi.
Ammoniscono ormai da tutte le parti: mancherà il gas, l’elettricità persino l’acqua.
La siccità e le temperature altissime di questi giorni. E tutti gli allarmi dei climatologi da decenni, terra di nessuno.
Pensano alle prossime politiche a come risollevarsi dalle batoste quelli che le hanno subite e a come sfruttare il momento chi ha visto lievitare i consensi.
Vedi Meloni.
L’ho vista sbraitare in Spagna in un video. Ed ho visto anche Putin oggi che parla di fine di un’epoca e che gli Usa non sono i padroni del mondo.
E poi vedo Zelensky che accoglie Boris Johnson a Kiev.
Loro due insieme sembrano un cartone animato. Zelensky ha lo sguardo stanco e sfiduciato, mentre Boris ha l’aria di un sopravvissuto all’attacco di una tribù di Apache.
Di Maio contro Conte, Conte contro Draghi, Letta che ciarla di campi larghi o larghissimi e Salvini che paventa la leadership di una donna della destra che sembrava in mano sua e gli è scappata di mano come un bambino ai giardinetti.
In che mani siamo?
Solo papa Francesco sembra ottimista, gli altri hanno facce da funerale che basta guardarli per sentirsi salire l’attacco di panico.
E il nostro ministro della salute che ha il Covid con tutta la mascherina che ha portato anche a casa da solo e le 4 dosi che si sarà fatto.
E noi? Da che parte ci giriamo? C’è l’inflazione i risparmi prendono il volo, in che investiamo? In libri rari?
Magari.
E appena passata l’ennesima norma che toglie le mascherine quasi ovunque ci avvertono che i contagi salgono.
Evviva.
E la guerra continua in Ucraina mentre i media scappano e ormai sembra che non faccia neppure più notizia.
Putin ha già vinto la sua guerra contro il mondo.
E qui trova molti adepti.