Fuori dal mondo

Carola Rackete ha solo 31 anni ma già a 23 guidava un rompighiaccio al Polo Nord.

E’ la capitana della Sea Watch. Lei ha deciso di infischiarsene della politica disumana di Salvini e ha fatto entrare la nave nel porto di Lampedusa nonostante il blocco imposto dal ministero.

Lei è responsabile della vita di 42 esseri umani stremati e bisognosi di cure, non se la sentiva più di scorazzarli in mare perché nessuno li vuole.

Questa ragazza ha un coraggio da leonessa. Coraggio che non stanno dimostrando i politici italiani tutti, nel complesso.

Salvini comanda il mondo, a Salvini bisogna inchinarsi…ma quando mai? Ma chi lo dice?

Salvini sta dimostrando cinismo e l’Italia assieme a lui, giocoforza.

Io, in questo momento, non mi sento italiana e non mi sentirò italiana fino a che questa faccenda non sarà risolta in maniera ragionevole. Scioperò dalla mia italianità, mi dichiaro cittadina di un mondo che devo ancora identificare. Quello che registro, al momento, assomiglia tanto al faccione rotondo e minaccioso del ministro dell’Interno. Bene io, da quel mondo ci sto fuori. Meglio fuori dal mondo che partecipare a questo.

E sto senza dubbio alcuno, assolutamente con Carola Rackete.

Ha ragione Salvini solo quando dice che il problema dei migranti va governato, ma non in questo modo. L’Europa non ci aiuta e lui la ricatta spingendo dei disgraziati alla disperazione?

Sbaglia, diecimila volte. La politica deve trovare soluzioni politiche, il cinismo e la disumanità non sono la soluzione ma il problema. E il vero problema dell’Italia, ora, non sono i migranti ma lui: Matteo Salvini.

Deve cercare altri pretesti per la propria autoaffermazione politica.

Gli italiani, se non sono stupidi dovrebbero capirlo.

Spero in un risveglio delle coscienze. Fino ad allora mi dichiaro  cittadina italiana in sciopero di cittadinanza permanente.

Viva Carola.

Politicamente sospetto

L’onorevole ministro Di Maio, mi ricorda uno di quei salamini che  Jacovitti metteva dappertutto. Ce n’era sempre uno che spuntava dalle vignette.

Forse il paragone non calza troppo  col ministro, ma  vedere la sua faccia spuntare dovunque, me lo ha ricordato. Un po’ la figura del salame ultimamente, però, a mio parere, la sta facendo.

Di Battista non gli ha mandato ancora lo “stai sereno” ma lo ha fatto chiaramente capire: scende in campo.

Col coltello tra i denti. Si candida al 100%, ha detto ad una Gruber altrettanto agguerrita che gli ha fatto notare che non può arrivare nel suo studio a dire che i Cinquestelle sono delle mammolette in mezzo agli squali, ma che prima di apprestarsi a governare, avrebbero dovuto studiare e che giustificare la sconfitta epocale dicendo che loro sono come tante Alici (sotto sale) in Wonderland, ormai fa saltare la mosca al naso del più glaciale dei giornalisti televisivi  ( e non ).

Se dovesse cadere il governo (per opera di Salvini, dice Di Battista), allora lui è pronto a fare il proprio dovere di barricadero che non ci sta a passare per fesso (lui ha usato un altro termine).

Il cambio della guardia sembra imminente, tra Di Battista e Di Maio non corre più sangue fraterno, ma piuttosto da fratelli coltelli.

Ma, dopotutto, Luigi se lo doveva aspettare: in questo anno di governo ha dimostrato di non essere all’altezza della sua importante funzione pubblica e di aver sviluppato di più la sua relazione amorosa con la fidanzata che l’economia italiana.

Anche come capo politico ha lasciato molto a desiderare, niente da dire sul suo atteggiamento  partenopeo, un pelo attendista, ci starebbe, se non ci fosse il leghista ipercinetico da contrastare.

Ma Di Battista è romano e quindi più “nordista” di Luigino e con una carica di voglia di spaccare il mondo ( e anche il muso del leghista) che gli si legge chiaro tra le righe dei suoi ultimi interventi,come in quelle della sua ultima fatica letteraria “Politicamente scorretto” che sembra scritto apposta per dire: “occhio ragazzi che ne ho per tutti”.

Tentano il tutto per tutto dalle parti della Casaleggio è Co., fanno entrare il centravanti di sfondamento, ambizioso e stracarico di energia  prima che la partita si chiuda definitivamente in favore  della squadra avversaria.

Di Maio, comunque può dormire sonni tranquilli, un posto per lui si trova sempre.

Non finirà come Totti. Al massimo finirà fatto a fette con contorno di sottaceti, che con questo caldo è sempre un bel finire.

 

 

Trascinatori

Ho incontrato un ragazzo prima mentre facevo un passeggiata, aveva lo SMphone in mano e gli auricolari all’orecchio e parlava  da solo, apparentemente ripetendo sempre la stessa frase come un ebete.Mi guardava e sembrava rivolgermi  una sorta di sberleffo, diceva qualcosa con in mezzo la parola istagram.

Credo che i social siano pericolosi. Uno crede di avere degli amici ma sono ombre che interagiscono tra di loro facendosi ombra.

Le persone sono sempre più sole. I giovani di più.Una solitudine piena di gente con la quale non avranno mai contatti reali. Creano solo illusioni.

La realtà si barcamena, confusa, tremante, non si capisce neppure da sé.

Prevale l’odio in questa nostra società malata e senza rispetto del prossimo.

Oggi, in piscina ho ascoltato delle persone mentre parlavano di politica e ho sentito ripetere più volte, che loro, questo o quel politico lo ucciderebbero.

Si, proprio così, lo ucciderebbero.

Su uno si trovavo d’accordo però. Salvini.

Prevale l’ignoranza colta. Credono che aver letto qualche libro o qualche giornale, gli dia una “cultura” sufficiente per sapere di cosa parlano.

Avrei voluto interagire, dirgli che l’odio che dimostravano mentre parlano dei migranti dai quali Salvini dovrebbe salvarli, è solo una scusa per odiare qualcuno e che la loro stessa coscienza prova ribrezzo di sè a sentirli parlare in quel modo, con quel disprezzo verso dei poveri esseri umani che hanno solo bisogno di aiuto e di un po’ di comprensione.

Si lasciano infinocchiare da uno che parla alla loro ignoranza dei fondamentali dell’etica umanistica.

Fanno paura. L’ignoranza fa paura. Genera mostri.

Stiamo pericolosamente andando verso un periodo nero, buio della nostra democrazia, nessuno vuole più regole e segue il primo pifferaio che gli dice che le possono trasgredire senza avere problemi.

E’ un inganno, atroce.

Si ritroveranno coi soli occhi per piangere.

Io sono ottimsta per natura ma vedo che la gente fa fatica a capire la realtà, si guarda intorno come instupidita, ha troppi stimoli e nessuna consapevolezza di sé.

Ha bisogno di chi li trascina.

Nessuno può dire quello che va bene per me, solo io lo so.

Non esistono salvinismi che possano recuperare lo spirito che la gente sta perdendo assieme al senno.

Nessuno vuole più andare a votare, schifano e odiano tutto e tutti.. Non può essere un buon segnale.La democrazia deve essere plurale, guardare avanti essere inclusiva, creare possibilità, non precluderle.

 

 

Umanamente scorretto

“””Certo, a guardarli paiono due bravissimi ragazzi animati dalle migliori intenzioni ma mi hanno dato l’impressione di essere legati, di non potersi esprimere fino in fondo e come vorrebbero. Diversi sia nell’atteggiamento che nel modo di porgersi: contenuto e quasi strisciante il vicepresidente, molto più spontaneo e gioviale Di Battista.

Li ho visti già vecchi, logorati dagli ultimi avvenimenti di Roma e soprattutto troppo poco “coppia”, l’unione non li rendeva più forti, anzi, sembravano darsi sulla voce e quasi contraddirsi a vicenda.”””

Mi scuso per l’autocitazione, non è elegante lo so, ma leggendo i giornali questa mattina mi è venuta in mente quella mia vecchia lettera del 25 set.2016 “Che paese sarebbe con Grillo al governo?”.

http://lettere-e-risposte.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/09/25/che-paese-sarebbe-con-grillo-al-governo/

Mi arrivarono molte bordate allora, grilline e non , ma oggi mentre leggo delle bordate di DiBattista contro il Movimento e la sua caduta rovinosa alle ultime elezioni, dell’asservimento totale alla Lega, del poco carattere dimostrato da
Di Maio nell’essersi appropriato di troppe poltrone con esiti catastrofici…e tutto quello che ben sappiamo, beh, allora fate un po’ voi.

Politicamente scorretti però mi sembrano entrambi, il primo perché getta palate di fango sul piatto dove mangia, il secondo perché ha la spudoratezza, l’arroganza e l’ignoranza di paragonare Dibba a D’Alema, Da Libero di oggi” A chi si è preso la briga di raccontare quanto scritto da Di Battista e pubblicato dal Fatto, il vicepremier grillino ha risposto in modo tranchant: “Alessandro? È il D’Alema del M5s. Ormai lo conosciamo: è fatto così…”.

Massimo D’Alema ha una storia politica che non a tutti può piacere, può non risultare simpatico, ma paragonare la sua lunga militanza politica (con tanti sbagli e chi non ne fa?ma certamente con luci e ombre) a un saltimbanco populista giramondo libercolaio che cerca ogni occasione per mettersi in mostra e guadagnare sulle miserie del suo stesso partito…diciamolo, suona perlomeno politicamente eticamente umanamente molto molto scorretto.

Un segretario mezzo toscano

IL PD non è più il partito del noi…dice una piddina renziana doc. Ma quando mai lo è stato? Ultimamente poi era il partito dell’IO. Un po’ di pazienza.
Zingaretti ha nominato la segreteria, un lavoro immane è ancora tutto sudato. Ma lo si può capire: le bombe cadute sul Nazareno in questi giorni lo hanno già devastato.
Ora si trova in trincea coi gufi renziani che sparano a pallettoni infuocati e decantano le gesta di Luca Lotti autosospesosi per “generosità”.
Già, non è indagato nell’affaire CSM, che si sospende a fare il Lampadina,
L’homo de Halonso?
Che carriera che ha fatto! Ministro, sottosegretario, amico del cuore e anche del fegato e frattaglie dell’ex premier, uno molto potente, uno che se parla il senatore Renzi può chiudere bottega e tornare al paesello a darsi al suo sport preferito: la pesca della trota a Yellowstone.
E però è indagato nell’affare Consip di cui, diciamo la verità, chi ci capisce è bravo, molto bravo.
Renzi ha gridato al complotto contro di lui, rimane il fatto che il suo amico riccioluto 37enne a giorni, ha spifferato che negli uffici dell’ente di stato c’erano le cimici per fatti di corruzione ed è stata fatta una bonifica dietro questa sua segnalazione.
Insomma una cosetta da nulla. Si vede che lui coi vertici dei Carabinieri ha molta domestichezza (come direbbe il Principe), perché pare che lo abbia saputo da due pezzi da novanta dell’Arma, indagati pure loro.
Ma è generoso, Luca.
Questa sera tutti a casa di Luca.
Boschi redidiva, mentre manda baci alle folle, fa gli auguri a denti stretti a Zingaretti (toh fa rima), avrebbe preferito un toscano, però…anche un mezzo toscano, diciamo pure che ci avrebbe rivisto bene il suo amico del cuore Matteuccio Renzuccio (per dirla alla Benigni), ma al momento non si può fare.
Ma ci stanno lavorando, occhio Zinga che questi ti stanno minando la sedia, sotto lo strapuntino, potresti ritrovarti a saltare per aria prima del previsto. Il PD va così.
Ti consiglio di mettere qualche cimice, e magari pure qualche bagarozzo, và, non si sa mai non si sa mai, quello che al mondo ci può capitar…

Il bla bla dei grillini

Io non dico che il grillino non sia serio e
competente e che pur se tanto parla
non concluda mai un bel niente.

Ma un politico lo è senza dubbio
inconcludente, si lamenta, questo
si e lo fa in modo vibrante, gira gira
tutto intorno al problema più cogente.

E lo fa con maestria niente affatto
indisponente, lo fa pur con diligenza
nell’espor la contingenza di quel
fatto oppur quell’altro, alto, basso
largo o chiatto.

Fa assai ben la sua figura

se si scaglia contro tutto

e di niente ha mai paura…

Ma se poi guardiamo bene e passiam
sopra ai discorsi e guardiamo
ai fatti veri quelli crudi, nudi e puri, mi
vien sol  da dire: e allora?

Non caviam ragni dai buchi per lo meno
non ancora…

 

 

Questa filastrocca l’ho scritta nel 2017, pubblicata nei commenti di una mia lettera sul blog dell’Espresso.

All’epoca suscitò commenti negativi da parte di qualcuno, ma oggi, vista col senno di adesso, mi pare di averci azzeccato. O no?

Un filo di nausea

In questi giorni mi sono chiesta come avrei reagito, fossi stata nei panni di Zingaretti, in merito alla nota vicenda Lotti &Co.

Mi sono (facilmente) risposta cosi:

lo avrei invitato in un bel bar del centro, molto frequentato, gli avrei offerto un caffè, poi, alla sua ennesima occhiata al Rolex d’oro, regalo dell’amico Renzi  e alla frase che immagino molto arrogante, dato il tipo:

“Zinga si è fatta una certa, se abbiamo finito avrei cose più importanti che mi aspettano”, mi sarei alzato, lo avrei accompagnato al suo fuoristrada  con vetri  schermati, avrei atteso che inforcasse gli occhialoni neri, poi, gli avrei detto, parodiando la celeberrima scena del film “Indovina chi viene a cena”, dove una fantastica Katharine Hepburn (già in preda al Parkinson) dice all’amica e direttrice della sua galleria d’arte, che era venuta a trovarla per  dimostrarle falsa pietà  dopo aver saputo che la figlia stava per convolare a nozze con un medico di colore, più o meno queste parole, (ovviamente cambiate per adattarle al personaggio in questione):

“ Grazie Luca della tua disponibilità,  ora vai in ufficio e prenditi tutto quello che ti appartiene compresi i peli biondi inanellati che cadono copiosamente dalla tua testa piumata, sparsi dappertutto,  raccoglili con cura che non ne rimanga neppure uno, poi esci, chiudi a chiave e vattene definitivamente al diavolo.  Ma non perché tu non sia all’altezza del tuo compito, ma perché noi, non siamo più gente che uno del tuo calibro possa permettersi di frequentare”.

A questo punto  Lotti, un po’ spiazzato, tenta di reagire e Zingaretti, calmo, riprende: “No, Luca non dire una parola ma…ingrana”.

 

Ecco, solo cosi non mi sentirei più quel certo filo di amarezza (e anche un po’ di nausea) per aver rivotato PD alle europee e non mi sentirei di nuovo insicura su cosa votare alle prossime (forse molto prossime) elezioni.

Donne du du du

Inizia oggi, tra l’indifferenza (quasi) generale, il campionato mondiale di calcio femminile.

Il calcio, si sa, è uno sport per maschiacci, per duri, richiede forza, muscoli, tenacia, resistenza , potenza e una buona dose di aggressività.

Tutte doti, in particolare, l’aggressività, che le donne, secondo il sentire popolare ancora troppo diffuso, non dovrebbero possedere.Una donna aggressiva è considerata “mascolina”, cioè, in pratica, una “nondonna”.

Ma chi l’ha detto? Le donne lo sanno chi l’ha detto. Lo dicono gli stereotipi che hanno determinato i destini delle donne nei secoli. Devi essere dolce, arrendevole, carina, delicata, magari ipocrita, ma “femminile”. Tutto il resto fa parte del mondo maschile, appartiene all’altra metà del cielo, e tu donna, stai al tuo posto.

Già, il posto delle donne è sempre stato stabilito da tutti meno che dalle donne.

Ora, queste avventurose, caparbie, tenaci, muscolose e persino aggressive, calciatrici, affrontano una sfida che i signori uomini, purtroppo, non possono affrontare in quanto non sono riusciti a qualificarsi. Peccato, davvero.

Io seguo sempre la nazionale maschile anche se non sono tifosa. E mi sono anche sentita molto orgogliosa quando l’Italia arrivava in finale, per non parlare quando vinceva!

Ora, mi auguro che queste donne, queste ragazze, queste “dure”, arrivino in finale di una competizione che non è “la madre di tutte le battaglie”, si tratta soltanto di una importante competizione sportiva.

Ma loro potrebbero essere quelle che, in questo momento di depressione italica, in moli sensi, politici ed economici, potrebbero risollevarle il morale e anche un tantino lo spirito. Non voglio dire che sarebbe una consolazione vedere le nostre ragazze sul podio delle numero uno al mondo, per tutte le frustrazioni che il nostro paese ha subito e subisce tuttora a causa di governi e di politici che, al meglio, si possono definire incompetenti, ma potrebbero portare una leggera brezza di ottimismo in un paese stanco e avvilito dalle continue ed estenuanti dispute tra una classe dirigente che si affanna ad arrivare “prima”, dimenticandosi i propri doveri  nei riguardi del paese.

Io tifo per loro.

Sono tutte qui le ragazze della nazionale guidate da Milena Bartolini:

L’elenco delle convocate per il Mondiale

Portieri: Laura Giuliani (Juventus), Chiara Marchitelli (Florentia), Rosalia Pipitone (AS Roma);

Difensori: Elisa Bartoli (AS Roma), Lisa Boattin (Juventus), Laura Fusetti (Milan), Sara Gama (Juventus), Alia Guagni (Fiorentina Women’s), Elena Linari (Atletico Madrid), Linda Tucceri Cimini (Milan);

Centrocampiste: Valentina Bergamaschi (Milan), Barbara Bonansea (Juventus), Valentina Cernoia (Juventus), Aurora Galli (Juventus), Manuela Giugliano (Milan), Alice Parisi (Fiorentina Women’s), Martina Rosucci (Juventus), Annamaria Serturini (AS Roma);

Attaccanti: Cristiana Girelli (Juventus), Valentina Giacinti (Milan), Ilaria Mauro (Fiorentina Women’s), Daniela Sabatino (Milan), Stefania Tarenzi (Chievo Verona).

 

Forse non gli servono incoraggiamenti, credo siano “cariche” già di loro, ma io lo faccio lo stesso l’augurio che possano fare il meglio del bene che riescono a fare:

 

V I N CE T E….anche per noi, per tutte e per tutti noi. GRAZIE.

 

Risultati immagini per foto di milena bartolini

 

 

Differenza tra insulto e libertà d’opinione

Pubblico, di seguito, la lettera inviata ad Italians del Corriere della Sera da Sara Gamba e che replica alla mia riguardante la “massa sciocca”

LETTERA Salvini bacia il crocefisso? Semplice, ecco perché

Caro Beppe, mi ero trattenuta dal commentare la lettera di Mariagrazia Gazzato sull’arbitressa insultata (” L’arbitressa insultata: i g n o b i l e”, https://bit.ly/2XyFidm ). Avrei detto che l’educazione e il rispetto dovrebbero sorvolare le questioni di genere: basta chiedere alle migliaia di “arbitri cornuti” che solcano i campi di tutto il mondo in rassegnato silenzio. Ma la lettera di ieri su Salvini supera i limiti per la quantità di insulti che presenta (“Salvini non sa davvero di cosa parla”, https://bit.ly/2Xsl9pd ). Alle Europee ho votato +Europa che, per l’ennesima volta, non ha superato la soglia del 4%. Facendo due conti sembra incredibile che il “Five millions club”, gente laureata, che gira il mondo e sa il fatto suo, non abbia votato il partito che chiaramente vuole più Europa, quel che tutti “gli istruiti” dicono si debba volere. Anzi, pare che tutti questi laureati che girano il mondo e sanno il fatto loro abbiano invece votato in massa Salvini, Meloni e Berlusconi, oltre al PD, l’unico partito che bisogna votare per sembrare intelligenti. Quindi i casi sono due: o ci sono tantissimi laureati scemi, oppure chi vota a destra ha le sue buone ragioni. Nella mia vita tante volte mi sono stupita del successo di certi politici, ma non ho mai insultato i loro elettori e ho anzi sempre cercato di capire le motivazioni di chi la pensa diversamente da me. Credo che questo sia il frutto dell’educazione che ho ricevuto, dell’aver girato il mondo e del sapere il fatto mio, oltre che la base per una società democratica, liberale e costruttiva. Invece la signora Gazzato ci insegna che chi non la pensa come lei è “cucco, qualunquista, sciocco, mangiamosche, privo di buonsenso e stupido”. E ce n’è pure per la madre, come da tradizione. Quando l’anno scorso ho visto il tracollo del PD, che nessun dirigente ha analizzato pensando fosse più utile dare dell’idiota a mezza Italia, ho capito che nessun Salvini potrà mai peggiorare la situazione di degrado culturale e civile in cui ci troviamo. A provarlo è il livello di aggressività dei suoi oppositori, che gli augurano la morte, di finire impiccato, annegato e magari sbranato da una muta di cani. Salvini non sarà mai un grande statista, ma non bacia il crocifisso perché folgorato sulla via di Damasco, né per circuire i cattolici, bensì per rimarcare un’appartenenza culturale che l’Europa ha rinnegato e a cui evidentemente tanta gente tiene ancora, piaccia o non piaccia (consiglio la lettura dell’ottimo Magatti: “La libertà religiosa aiuta una coscienza europea”, https://bit.ly/2XrF2wA ). Forse se la smettessimo di insultare e cominciassimo ad ascoltare e a capire, potremmo sperare di avere una classe dirigente all’altezza. Saluti.”

Ho risposto cosi, alla signora Gamba e la stessa lettera  è stata inviata anche alla rubrica:

Sara

È lei a non rispettare le idee altrui.

Io non ho mai parlato di elettori di questo o quel partito, ma di massa acritica che  applaude un  leader politico, ad esempio quando bacia un crocifisso sul palco, oppure dice che quelli che votano a sinistra sono dei coglioni, o che Ruby è la nipote di Mubarack, o che lui la bandiera italiana la mette nel cesso.

Oppure quando sale sul pulpito a dire che bisogna rottamare i vecchi politici.

Parlo di massa acritica ( ma esiste anche la pazza folla, il mucchio selvaggio, il branco e altri esempi) che non ha mai dubbi e segue ciecamente il leader o una qualsiasi idea. Come i topi del Pifferaio magico e non si domanda se sia il caso di criticarne alcune scelte o posizioni.

E’ lei che fraintende perché forse preferisce che le donne quando scrivono si occupino di tacchi dodici o di pentole.  Ne leggo di queste lettere spesso  ma non mi sono mai permessa di criticarle.

Francamente, l’astio che ritrovo nelle sue parole mi  fa pensare che lei non conosca la democrazia  che ha come valore fondante la libertà di esprimersi .

Lei vorrebbe fare delle mie lettere. un coacervo di insulti. Questa è solo una sua opinione: io non ho inteso offendere  nessuno ma segnalare che  molto spesso, nella storia, quando  si diventa “massa acritica” non si fa il bene della democrazia ma si aprono le porte alle dittature. E lei come gli altri colti e laureati che scrivono su questa rubrica, dovrebbe saperlo e anche bene.

Ed  è lei ad insultare me.”

Ora, mi piacerebbe che i signori che si permettono di insultarmi (loro si) scrivendo alla mia mail privata, si confrontassero davanti a tutti sulle idee altrui e non si nascondessero come fanno spesso evitando il confronto.

E’ chiaro che gli insulti verranno tutti cestinati come lo sono in rubriche serie come quella citata per cui chiamare insulti le opinioni, significa non rispettare la democrazia e la libertà di ognuno di esprimersi civilmente.

P.S.

Aggiungo alle espressioni a mio avviso criticabili quando si dice della festa della Repubblica che “non c’è un cazzo da festeggiare”, o che il 25 aprile “è il derby tra fascisti o cumunisti” o che chi va a manifestare ai comizi sono “zecche”….ecco, a mio parere,questi sono insulti  (ma ce ne sono anche molti altri) alla democrazia che nessun politico dovrebbe permettersi senza essere criticato. Meno che mai un ministro della Repubblica che ha giurato sulla Costituzione di servirla con dignità e onore.

Aggiungo il pensiero di un grande:

Da Avere o essere di Erich Fromm:
“Il sogno di essere padroni assoluti delle nostre esistenze ha avuto fine quando abbiamo cominciato ad aprire gli occhi e a renderci conto che siamo tutti divenuti ingranaggi della macchina burocratica, e che i nostri pensieri, i nostri sentimenti e i nostri gusti sono manipolati dai governi, dall’industria e dai mezzi di comunicazione di massa controllati dagli uni e dall’altra.”

Belve umane e cani pericolosi

L’animale che a Grosseto, dopo che il suo cane, un grosso Dobbermann, aveva azzannato una signora che passeggiava nel parco con la figlia sedicenne, se n’è andato senza prestarle soccorso, dovrebbe essere arrestato e incriminato per mancata custodia ed omissione di soccorso, oltre che per gelida disumanità e crudeltà..

Ormai questi incidenti sono all’ordine dle giorno. Qualche giorno fa a Cavarzere una donna con due bambine in bici, è stata aggredita a morsi, lei e le bambine, da due cani tipo Pittbull che erano fuggiti dal guinzaglio di una ventenne che non era riuscita a tenerli. Si sono salvate solo grazie ad un signore il quale, avendo visto la scena da casa sua, ha imbracciato il fucile da caccia ed ha sparato in aria facendoli fuggire.

Ora questo nuovo orribile fatto, con l’aggravante che la belva feroce non era il Dobbermann che pure ha morso la donna con sette morsi profodi, ma il padrone che ha assistito senza muovere un dito e poi, a quanto racconta “Il Tirreno” se n’è andato anche accennando ad un sorriso.

Spero proprio che lo rintraccino e lo arrestino e che il cane venga messo in gabbia come belva feroce e pericolosa.

Questa idiozia di grande moda, di andare in giro scortati da cani di grossa taglia, spesso senza le protezioni di legge, l’arroganza dei padroni mascalzoni che si divertono a vederti impallidire dalla paura, che ti prendono in giro se gli dici per favore di tenere a bada il cane che hai paura, è stata portata oltre il livello di sopportazione da sedicenti animalisti che pretendono che tutti familiarizzino con animali che sono allevati per uccidere e sono armi improprie pericolosissime.

Io mi tengo sempre alla larga e chiamo i vigili subito, ma fanno molta fatica ad intervenire se non sei proprio con le fauci del cane alla gola.
Questa cosa sta diventando davvero pericolosa e dovrebbe essere presa in maggior considerazione, sia dagli amministratori locali che dal governo.

Ma, sappiamo bene, che sono in tutt’altre faccende affaccendati, i morsi dei cani , per ora, non sembrano tra le priorità, ma potrebbero diventarlo se ogni giorno si dovessero leggere  cronache come queste.