C’è anche un modo sottile e perverso di denigrare, sminuire, dileggiare le donne.
Soprattutto quelle che si impegnano in qualcosa di “pubblico”.
Se fanno “solo” le madri e le mogli, non se le cura nessuno a parte i mariti e i figli che sanno bene come “curarle”.
Per il resto, qualsiasi cosa facciano, in qualsiasi campo, non fanno mai bene. Le donne tra loro decisamente non si amano ma neppure si odiano, diciamo che si tollerano (quando non si sbranano, velatamente però…). Ma non sempre e non in tutti i casi, ci sono anche donne che solidarizzano e si aiutano e fanno quadrato intorno a chi soffre. Ma in generale, verso le altre donne, sono diffidenti. E, non sempre a torto.
Per non parlare poi degli uomini nei confronti delle donne, parlo in generale, certi sono come minimo “insofferenti”. Parlo sempre delle donne che “parlano”.
Non mi riferisco a nessuno in particolare, per carità. Ma, insomma, a meno che una donna non sia tenacemente ammanigliata (servono esempi?) le altre, spesso, non sempre, ma spesso, fanno una fatica immane a fare tutto.
“Hai voluto la bicicletta, pedala” è la cosa più simpatica che ti viene rivolta, in genere. Vuoi parlare? Vuoi scrivere? Fallo, ma sappi che ci sono io qui a vigilare che non scrivi schiocchezzuole da donnette con la mania del burraco o i centrini di pizzo o le tovagliette o il divanetto con la bambola seduta sopra a fare da contorno…
L’ho letto anche di recente, chi lo scrive lo sa. Ma provoca cosi per puro divertimento, ma anche no.
Provocano gli uomini perché le donne che parlano, in fondo danno fastidio.
Ci sono BEN altre cose da fare per una donna che dar fiato alla bocca, o alla tastiera, che caspita!
Qui, devo dire che, in generale, trovo rispetto, anche condivisione e anche se a volte devo fare la voce grossa, comunque, bene o male, alla fine sento che ci capiamo. C’è anche chi se ne va, sparisce, si offende di essere richiamato a torto o a ragione, ma tant’è.
A me è sempre piaciuto parlare chiaro, l’arte della diplomazia la riconosco tale, ma solo fino a che non supera quel limite invisibile dell’ipocrisia.
Si è capito, no?
E, a dire la verità, mi sono anche accorta da un bel pezzo però, che qui c’è chi legge e poi “utilizza” le mie battute. Buon per lui, ma magari un semplice “grazie” anche anonimo, non mi dispiacerebbe. E anche se copiare, si chiama plagio, va beh, dai, che vuoi che sia? In fondo non può che farmi piacere sapere che qualcuno mi copia, vuol dire che trova “utile” quello che scrivo e di questi tempi non è davvero poco. Potrei anche “accontentarmi”.
Ma di starmene “zitta e buona” non se ne parla, né se ne scrive!
Insomma alla fine, ma anche al principio, io non ce l’ho con nessuno, ma noto. Noto che ci sono tanti che fanno gli spiritosi, si sentono anche…eh si, dai e diciamolo “superiori”, se ne vantano pure. E sia. Contenti loro.
Ma riscontro ancora e sempre, che le donne faticano sempre di più in ogni campo.
E mi dispiace per quelle che credono che basti dare ragione agli uomini, “farseli amici”, diciamo cosi, per avere vita facile. Mi dispiace perché non dovrebbe essere cosi. Non si dovrebbe deridere o sfruttare o peggio, nessuno, Né uomo né donna.
Ma purtroppo constato che non è cosi e che ancora ed ancora la nostra società è e rimane profondamente maschilista ed ha contagiato anche tante donne, maschiliste di riflesso.
Come noto che ci sono i negazionisti del maschilismo, come negazionisti dei femminicidi. Non esistono né l’uno, né gli altri.
Bene, ne prendo atto e da questo momento me ne faccio una ragione, Per combattere sia l’uno che gli altri, nel mio piccolo, come posso, sempre di più.
A quando “La grande sorella”?
E ha anche detto, che ancora troppa gente se ne infischia delle regole e che se non si fanno i controlli continuerà cosi o peggio. La penso esattamente cosi e l’articolo avevo iniziato a scriverlo prima di sentirlo parlare. Quindi ne ho avuto la conferma da parte di qualcuno che non si può dire non abbia voce in capitolo.
Meglio il lockdownd duro che questo pastrocchio dei colori delle regioni che non fanno che fare confusione e cosi la gente pensa di poter fare come se niente fosse.
Il lockdown duro se serve si fa. Ma non può durare in eterno e neppure però può durare in eterno questo vai e vieni di spostamenti continui di date sempre più in là: o si agisce con fermezza oppure si continua all’infinito. Il governo precedente ha sbagliato molte cose quello attuale, per ora, va nella stessa direzione.
Io sono in lockdown duro da marzo dell’anno scorso, quanti italiani invece, se ne sono fregati delle regole? E quanti controlli omessi invece che essere effettuati rigidamente? E perché?
Quando Garattini parla di “governo” ovviamente si riferisce a Conte. Questo è appena partito. Ovvio.
Il fatto che il ministero della Salute lavori in team coi comitati scientifici non giustifica le responsabilità della politica che deve fare le cose con una visione d’insieme e con lo sguardo lungo: Speranza e Conte, hanno dimostrato scarsissima lungimiranza e fiato corto.
E tempo di cambiare davvero. Serve coraggio, anche un lockdown duro è preferibile a questa agonia. E i balletti dei politici siamo stufi di vederli. Siamo alla morte del cigno.
Speranza ha la responsabilità dell’apparato che coordina se non è in grado di attuare misure serie di contenimento né di farle rispettare, il “cigno”, cioè il paese, non può continuare ancora questa agonia.
Bisogna intervenire subito e con coraggio. Draghi avrà tutta la competenza del mondo in economia ma sta già dimostrando di non averla in politica e la politica è una visione globale delle cose.
Nonsolosoldi.