Un uomo di pace

Mi piace immaginarlo cosi: in una grande sala luminosa attorniato da tante facce amiche che gli sorridono. Tra queste grandi personalità, leader mondiali e quel papa, il primo ad aver ricevuto un leader russo  in Vaticano: parlo di Ronald Reagan, Margareth Thatcher, papa Woytjla, per citarne qualcuno. Il premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov era soprattutto “uomo di pace”. Questa è la definizione che mi ha colpito di più tra le tante pubblicate, dopo la sua morte a 91 anni.  Riposi in pace l’uomo di pace, se lo merita. Margareth Thatcher ha detto di lui che era un uomo col quale si poteva fare affari e detto da una donna pratica come lei non poteva che essere un grande complimento, segno che di lui ci si poteva fidare. Ecco, Gorbaciov dava questa sensazione a guardarlo in faccia: di potersi fidare di lui.
Un detto veneto dice: “Da putei tutti bei, da morti tutti boni” “da bambini tutti belli da morti tutti buoni”, ma di lui penso si possa dire che era un uomo buono davvero. Con lui alla guida della Russia il mondo ha evitato la terza guerra mondiale, col leader attuale la sta rischiando di nuovo.

Ed è strano come i numeri possano entrare negli eventi con tanta precisione: l’Ucraina invasa da Putin festeggia in questi giorni (si fa per dire) mestamente, i suoi 31 anni di indipendenza ottenuta a seguito del crollo dell’Urss nel 1991 e lui muore a 91 anni  e il ’31 (1931) era l’anno della sua nascita. Lo so è un dettaglio da poco, forse inutile, ma mi piace evidenziarlo.

Lui che a suo tempo era stato d’accordo con Putin per la riannessione della Georgia e della Crimea ( anche i grandi talvolta sbagliano), disapprovava fortemente l’aggressione all’Ucraina ed aveva chiesto più volte l’immediato cessate il fuoco.

Inascoltato da Putin il quale alla notizia della sua morte ha detto che manderà alla famiglia ed agli amici le sue “sentite condoglianze”. Niente di più. Un messaggio di ghiaccio esattamente nello stile dell’uomo.

Di Gorby (cosi era chiamato familiarmente da tutti) resterà il ricordo di un uomo intelligente che ha cercato tutta la vita la Pace e la Democrazia e la fine della repressione, per il suo popolo, che non è riuscito appieno nel suo intento di riformare un paese troppo vasto e complicato, ma comunque un uomo che si è prodigato al massimo per il disarmo e la pace mondiale, un uomo spiritoso e intelligente che stringeva mani col cuore e che lasciava una profonda impressione di amicizia, cordialità e lealtà  in chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Un grande uomo.

Solo gli uomini piccoli possono brindare alla sua morte, ma di loro nella storia non resterà traccia.

Un tetto

Finalmente pare che la UE si sia decisa a mettere un tetto al prezzo del gas per ripararlo dai ricatti di Putin e dalla speculazione.

Sembra che anche i più riottosi alla proposta italiana si stiano convincendo che è l’unica soluzione possibile per evitare la tempesta perfetta coi rincari del gas che andrebbero a vette inarrivabili e tutte le conseguenze del caso.

Il ministro degli esteri russo, il mite e timido Peskov dice che la Russia non ha colpa dei rincari e che non ha alcuna intenzione di lasciarci al freddo  e che la colpa di tutto è da attribuirsi alle sanzioni.

Già le sanzioni (e mettiamoci anche le armi che l’Europa e non solo sta inviando all’Ucraina da 6 mesi sotto attacco dell’esercito di Putin) stanno facendo salire i prezzi del gas alle stelle tanto che il governo italiano ha proposto di metterci una pezza o meglio un tetto.

Un tetto è sempre cosa buona. Sa di ” Shelter from the storm” cioè riparo dalla tempesta, cit. della canzone del premio Nobel americano, cantante eclettico e poeta …mannaggia mi sfugge il nome. Amnesia o lapsus? Sarà perché e americano?

Non faccio che leggere le peggio cose contro gli americani vuoi vedere che sono diventati antipatici anche a me? Ma no, eppure mica mi viene in mente…

Comunque le borse sembrano contente di questa decisione della UE, finalmente una mossa concreta e decisa, finalmente la UE dimostra quella “unione” che farebbe la forza se usata con raziocinio ed al momento opportuno e senza tanti distinguo. (Ma è tutto ancora molto incerto).

Ah…Bob Dylan…eccolo. Mi è venuto in mente. Beh, meno male l’amnesia è durata poco e poco spero duri ancora l’arroganza del russo che ha commentato l’attentato alla figlia del filosofo russo Dugin: “Una cosa cruenta, vile e crudele”…vado a memoria, quindi più o meno. Già, giusto. Peccato che non usi la stessa “pietà” nei confronti delle centinaia di morti e delle centinaia in condizioni di vita estreme a causa della sua aggressione. O meglio della sua “operazione speciale” che non vuole chiamare “guerra” per una forma di “pudore”.

Ma come sono timidi questi autocrati!

 

Ancora sui cicisbei

 

 

 

Ripropongo un mio articolo scritto nel 2020, perché oggi mi piace affrontare un tema diverso dai soliti e anche perché trovo che il “cicisbeo” sia una figura più che mai attuale; ne potrei citare molti tra i nostri politici, anche quelli che hanno ruoli importanti e però non sfuggono ad una pratica consolidata e che da  buoni frutti sia per chi li coglie e sia per chi li “distribuisce”.

Ma rimane, a mio parere, disgustosa.

 

——————————————————————————————–

 

Chi sarebbero i cicisbei, oggi? Si chiede un signore intervenuto su un notissimo blog rispondendo al conduttore che aveva affermato che lo contattano molti “odiatori e cicisbei”.

Risposta non c’è stata, almeno sul blog non appare e mi è punta vaghezza di immaginare chi potrebbero essere i cosi definiti “cicisbei” che tanto infastidiscono il noto giornalista.

Intanto cominciamo col dire chi erano: erano i “cavalier serventi” delle nobildonne del settecento alle quali si accompagnavano, ufficialmente, col consenso del marito, felice e contento di avere quel tipo di “protezione” per la moglie che cosi poteva tranquillamente mostrarsi in società, anche senza l’obbligo per il nobile marito di accompagnarla.

Era quella che ora definiremmo una figura (quasi) istituzionale, una specie di “nobile” gigolò ma con mansioni molto diversificate rispetto a quelle ordinariamente espletate da quest’ultimo.

Il cicisbeo era presente sempre accanto alla signora: l’aiutava a vestirsi, a pettinarsi, persino a lavarsi e si narra che non si tirasse indietro neppure li dove il marito qualche volta o spesso, per necessità o virtù, si astenesse dai propri legittimi compiti. Pare che persino  la mamma di Alessandro Manzoni abbia, diciamo, usufruito di questo “servizio” e che lui ne sia la naturale conseguenza, pare, l’ho letto, ma mi dissocio.

Una figura a tutto tondo, insomma, sulla quale si è fatta una vasta letteratura. Letterati di tutto il mondo ne hanno narrate le gesta, da Goldoni a Parini passando per …beh per ora non me ne vengono in mente altri, sforzatevi un po’ anche voi.

Persino Vittorio Alfieri, pare, si sia dedicato in gioventù a questo “mestiere” ed ecco da dove deriva il suo famoso motto: “volli, sempre volli, fortissimamente volli”: dalla volontà di emanciparsi da quello che per un letterato della sua fama avrebbe potuto tramutarsi in” vizio”.

Si, perché, pare, che l’Alfieri non abbia espresso il desiderio di venire legato alla sedia per diventare un grande drammaturgo, ma quando mai? Ma perché, essendo egli stato per ben due anni il cicisbeo di madonna Gabriella Falletti di Villafalletto, ed essendosene egli innamorato, voleva liberarsi da quella che era diventata la sua ossessione.(Pare, io non c’ero e quindi mi dissocio da ogni responsabilità).

Cherchez la femme et… trouvè toujours l’homme (l’aggiunta è mia)

Dunque questi erano i cicisbei e pertanto non si capisce bene a chi il giornalista volesse riferirsi parlando di persone che lo contattano. Forse si riferiva a potenziali da se medesimi ritenuti, grandi drammaturghi, che chiedono di intercedere presso case editrici a lui conosciute, per poter far conoscere al mondo le miracolose opere del loro straordinario intelletto?

Oppure, più semplicemente…e qui azzardo un’ipotesi che potrebbe richiamarmi parecchi invettive poco cortesi…leccapiedi che gli lisciano il pelo, lo adulano da mane a sera, lo circondano di attenzioni quasi morbose per vedere pubblicate le loro strabilianti e portentose e ricche di spunti da prendere da esempio….(prendo fiato) lettere da pubblicare sul blog con costanza bisettimanale (minimo). Naturalmente queste missive sono sempre stilate in modo da non indispettire e non contrastare le idee o ideali del conduttore…ça va sans dire.

E che lo asfissiano e che lui manda regolarmente a …(al più vicino luogo di perdizione). Spesso e anche volentieri.

Si, perché, immagino, e non essendo nella sua testa, mi dissocio dalla mia stessa immaginazione, i “cicisbei” di cui parla il noto giornalista non sono solo dei lecchini (uso un termine un po’ forte mi scuserete ma non ce n’è uno che si attaglia meglio a questa genia), sono spesso anche molto pettegoli e gli riferiscono, sempre blandendolo, informazioni (disinformate)non richieste su chiunque non stia a genio alla genia.

Informazioni delle quali il giornalista non sa, ovviamente che farsene ma che, nella testa del cavalier servante, spesso un paranoico con tendenze schizzoidi, sono ritenute indispensabili per rendergli un servigio ed accattivarsene la simpatia.

Beh, mi pare di avere esaurito il tema, ormai sembra chiaro che il “cicisbeo” non è esattamente un tipo che possa essere ben visto da chi abbia una professione cosi delicata come quella del giornalista che ha a che fare col mondo intero e non può certo perdere il suo tempo a dar dietro a certi rompipalle invadenti e insopportabili che infestano le redazioni dei giornali.

Ecco, avrebbe voluto scrivere “lecchini rompipalle” ma poteva sembrare irriverente verso la “categoria”.

In fondo, poi, è sempre meglio rimanere “amici”…n’est ce pas?

E io lo capisco.

 

—————————————————

 

 


 

A pensarci

Evviva, finalmente sta per finire l’estate, io non vedevo l’ora, non so voi. Qui, profondo nord-est, sembra già arrivato l’autunno anche se fa ancora un caldo semi-infernale. Ma qui e là si intravedono cirri rosa che sanno di fine estate.

L’estate può essere meravigliosa ma dipende da molti fattori. Primo se si sta bene o se si hanno problemi, secondo se non ci sono troppe minacce di epidemie o di guerre terze mondiali e scenari apocalittici, terzo se non c’è in atto la più strampalata e pazza campagna elettorale di tutti i tempi.

Perché, a rovinarci le vacanze, oltre il caldo africano, ci mancavano le scenette da trivio dei politici impegnati a …fregarci. Come al solito. A raccontarcela, come al solito. Tutto come al solito. Mai una novità.

Eppure, volendo, visto che ormai il governo era stato fatto fuori dai tiratori scelti, si poteva almeno fare le persone serie e considerata la crisi che viviamo, non farci vedere i soliti effetti speciali che di speciale non hanno niente ma sono le solite fiacche fetecchie delle quali avremmo fatto a meno, volentieri.

Abbiamo la guerra a poca distanza da qui con tutte le conseguenze e sconseguenze del caso, la crisi energetica, la crisi delle bollette che salgono al cielo, la crisi delle imprese piccole grandi e medie che non ce la fanno…e mettiamoci anche qualche crisi del settimo anno per i divorziandi che non trovano di meglio che dividersi in tempi in cui non si fa altro.

Dividersi è lo sport del momento. Su tutto. Io dico bianco tu dici nero, l’altro dice rosa e l’altro ancora giallo canarino.

Ecco. L’ultimo partitino o movimentino o gruppo raccogliticcio, diviso: tutto quanto (non) fa politica. Siamo ridicoli.

I partiti sono divisi all’interno ma anche all’esterno non scherzano, le geometrie sono sempre più  variabili, le famiglie, gli amici di lunga data  si dividono tra chi sta con Putin e chi no; questa l’ho sentita passando dalla casa di un vicino: “attenti al nonno ha detto che capisce Putin”…i single si dividono al loro interno e sono lotte intestine tra se stessi se restare neutrali o partire…

E il mondo ci guarda ( ma che avrà tanto da guardare?). Dicono i giornali stranieri: gli italiani vanno al voto a settembre e sono in campagna elettorale. Non in campagna al fresco (che tanto ormai la campagna è quasi sparita tutta ) ma in calda campagna a scannarsi vicendevolmente.

E cosi fanno i bravi italiani tra loro.

Ormai non c’è un solo cane che non abbai contro l’altro. Un concerto di bau bau e latrati di dissenso che ci vogliono le finestre con i contro…vetri per non sentirli.

Ma non tutti sono stati fortunati da usufruire del bonus centodieci, c’è chi si è rifatto la villa coi contro pannelli e chi invece non ha trovato il geometra esperto ed è li ancora in attesa di essere graziato dalla bontà del governo.

Ma che fa? Nulla. Se gli italiani si litigano anche il superbonus siamo davvero alla frutta. Ma quella almeno fa bene, dicono i super nutrizionisti: è super food, mangiarne tanta prima che marcisca e prima che il nostro caro fruttivendolo ce la faccia pagare a peso d’oro perché, sa signora, il gas è salito alle stalle.

Anche la mia pazienza è salita alle stalle e allora?

Voterò o non voterò? Per la prima volta…non lo so, vedrò. Ci penserò e lo farò a fatica perché anche pensare costa e con questi rincari a causa della guerra di Quel bel tomo li ( e dei tanti bei tomi che ci guadagnano sopra) anche per fare un bel pensiero bisogna pensarci su molto ed è caro, tanto caro a pensarci…

Campa cavalla

Non è una novità ma il divario tra le retribuzioni di maschi e femmine è ancora molto altro ed una recente ricerca ha stabilito che ci vorranno ancora 267 anni per colmarlo. Cioè: campa cavalla!

Allora mi sono chiesta: ma se sarà Giorgia Meloni la prossima prima ministra o ministro, italiana (in assoluto prima nella storia della Repubblica), prenderà atto del problema? Dovrei scartabellare il suo programma ma sono sicura che il problema non è tra i primi punti in agenda della leader di Fratelli d’Italia.

Ma sarebbe ben strano se le sue politiche di governo non andassero nella direzione di far cessare questa ingiustizia. Le donne sono, in genere, meno pagate e hanno un più alto tasso di disoccupazione rispetto ai colleghi maschi. Ormai è stabilito da numerose ricerche.

E’ sicuramente una delle tante ingiustizie del nostro paese e neppure a più piccola in ordine di grandezza.

Perché si tratta di uno spreco immenso quasi pari a quello dell’acqua che viene sprecata a causa di tubazioni vecchie e bucate.

Non saremo mai un paese “moderno”, neppure con una donna a capo del governo se non ci saranno prossime  politiche che vadano nella direzione di trovare soluzioni rapide e ed efficienti.

Arrivare alla parità salariale è un’utopia e, in base alla ricerca (dell’World economic forum) citata, dobbiamo attendere ancora molto, altro che Meloni.

Ma almeno, Meloni si dovrebbe attivare subito e non sarà certo facile districarsi tra le tante ingiustizie che subiscono le donne ogni giorno. E che, in genere, subiscono in silenzio perché non sanno proprio con chi lamentarsi.

Datori di lavoro sempre più orientati al massimo profitto infliggono il massimo della pena alle donne che “hanno voluto la bicicletta” e a costo di doversela portare in spalla, si devono chinare alle esigenze del “mercato” e tacere se gli viene impedito anche, scusate l’indecenza, di andare a cambiarsi se hanno il ciclo mestruale. La cronaca purtroppo riporta anche queste notizie. Non me lo invento di certo.

Le vedo le cassiere al supermercato: il capo è sempre maschio, generalmente meno pratico e anche forse meno qualificato di molte di loro, ma lui è il capo e bisogna stare ai suoi diktat: bere (acqua) o andare a fare la pipì, deve avere un timing molto preciso e deve essere seguito al millimetro, pena il licenziamento.

Una cosa da fare orrore.

Si può, partendo da queste “piccole cose” cominciare a guardare alle grandi cose che ancora in Italia complicano e di molto la vita delle donne, le quali avranno sicuramente molte “colpe” ma non certo quella di non essere nate uomo.

E sarà davvero la prima premier italiana ( se lo sarà) a mettere finalmente una toppa ai tanti problemi che sono stati finora solo sfiorati da tutti i governi ma mai presi in seria considerazione?

Una buona idea

Non si può fare finta di non vedere che la crisi portata in Europa dalla sconsiderata invasione dell’Ucraina da parte di Putin, sta ulteriormente dividendo la società. Correnti di pensiero che vanno in direzioni opposte e non aiutano certo a cercare soluzioni ma ad ingarbugliare ancora di più la matassa.

L’attentato al filosofo russo Dugin con la non prevista morte della figlia di questo, non è un “incidente di percorso” ma, credo l’avvisaglia che certe azioni non possono che provocare reazioni che anche se condannabili, sono la conseguenza di altre azioni sconsiderate e criminali.

Anche a volere essere ottimisti, il futuro sembra davvero immerso in una nuvola nerastra, Serve a poco far finta che va tutto ben, rimane il fatto che a pochi chilometri da qui è in corso da mesi una guerra fratricida che potrebbe avere conseguenze imprevedibili e mostruose e che sta già dando molti problemi a livello globale.

Certo è meglio non pensarci, ci si difende meglio dalla paura cosi. Il caldo, l’estate, la campagna elettorale (stucchevole), i temporali, la crisi energetica, i rincari, l’inflazione e magari anche i nostri problemi personali che possono anche essere tali da farci dimenticare che dietro alla porta di casa si nascondono problemi che diventano sempre più irrisolvibili. Inestricabili matasse ingarbugliate delle quali non si trova nessun capo né coda.

Difficile non cercare di distrarsi con altri pensieri, ogni tanto è necessario per non cadere preda dello stress. Ma difficile anche non tornare col pensiero li, dove si soffre e dove si stanno decidendo i destini di molte generazioni a venire.

Ed è superfluo attribuire colpe e rivangare il passato e battersi il petto per quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto, serve guardare con occhi privi di pregiudizi alla realtà odierna. Che fa schifo.

Ma forse si può ancora invertire la rotta.  Prima che sia troppo tardi.

Ma dividerci tra noi, litigare, cercare sempre nuove occasioni per ripescare da vecchie e superate ideologie, vecchi mai sopiti rancori, è del tutto inutile e persino controproducente. Più produttivo sarebbe, invece, fornire idee per soluzioni. Ma chi lo può fare? La gente comune o i filosofi, i grandi pensatori, i politici, i leader mondiali?

Mah. Io non lo so. Ma so che con le idee si può cambiare il mondo  e basta anche una sola buona idea per far intravedere anche un lieve baluginare in fondo a questo tunnel infinito. E spesso una buona idea può uscire da chi meno te lo aspetti o da tante idee messe insieme che ne facciano nascere una che sia finalmente Quella, capace di farci vedere spiragli di luce. E i farci sperare per il meglio.

“Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.”

Lev Tolstoj

 

Prudenzia

La stessa leader finlandese Sanna Marin, ha ammesso che quel video non avrebbe dovuto girare. Già. Ma perché invece gira e gira anche molto?

Una festa privata, si dice, cosi privata da finire su tutti i media mondiali? Le donne finlandesi postano video dove ballano scatenate (come lei nel video in questione) per dimostrarle solidarietà.

Ma sono un po’ patetiche.

Loro non sono le prime ministre finlandesi. Non fa nulla di male Sanna Marin: balla scatenata assieme ad altri giovani come lei, forse è un po’ bevuta, si lo ammette, ma droghe no. Ed ha fatto pure il test. lo spero proprio per lei.

Va bene, la vita privata è privata, siamo d’accordo, ma Sanna, in questo momento cosi delicato, soprattutto dopo aver dichiarato la sua volontà di entrare nella Nato ed essersi apertamente schierata con l’Ucraina, avrebbe dovuto, a mio parere essere più prudente.

“Prudenzia non è mai troppo” sentenzia il Principe De Curtis in uno dei suoi tanti indimenticabili film. E lui era principe. Sanna è primo ministro perciò, pur se giovane e pur con tutto il diritto a divertirsi, una mano sulla testa anche quando si diverte se la deve mettere e chiedersi: sono all’altezza del compito che mi è stato affidato? Lo porto avanti con dignità e onore? Sempre e comunque?

Fossi in lei ci penserei bene la prossima volta e starei attenta alle “amiche” che mi riprendono e magari cercherei il “sano” divertimento lontano da occhi che se pur “amici” possono essere indiscreti e persino malevoli.

Mi auguro che si riprenda presto da questa polemica che io non trovo del tutto sbagliata: in fondo deve essere sempre consapevole di avere addosso gli occhi di un intero paese ( e del mondo) sempre anche nei momenti in cui crede di essere in un luogo “privato”.
lei è persona pubblica, fortemente pubblica, esiste un privato ma, Sanna, deve esserlo veramente altrimenti corri il rischio che anche un ballo o una posa un po’ diciamo “poco istituzionale”, possa diventare un arma in mano ai tuoi “amici”, ma anche no.

L’ascesa politica della leader socialista è stata  fulminea e ora non vorrei che il consenso le avesse dato un po’ alla testa.

Se mi leggesse le consiglierei di usare maggiore discrezione in futuro, non di scusarsi ma di dimostrare coi fatti che lei è presente a se stessa sempre per il bene del paese che lei rappresenta e di non fidarsi (purtroppo) neppure degli amici “sinceri” ma di vigilare sempre in prima persona sulla propria immagine. La sua carica glielo impone, anche se giovane e carina ha una responsabilità troppo grande per barattarla con quattro foto su Instagram.

Viropolitica

Bassetti e Crisanti, due (viro) politici nati. Uno al ministero della Buona Morte e l’altro? a quello della Emergenza infinita.

Uno col PD l’altro con le destre. Buoni. Come Virologhi hanno già dato e ora si cimentano in politica. Ma forse l’hanno fatta sempre e anche senza forse. Ci tengono al paese ma soprattutto al loro conto bancario. E ai castelli e alla notorietà: due Narcisi pieni zeppi di quattrini e sempre più zeppi di voglia…di farne molti altri, legittima aspirazione anche nei virologhi che hanno uno stomaco che deve assolvere le proprie funzioni.

Crisanti ha cominciato subito a far vedere di che stomaco…cioè di che pasta è fatto. Già si era visto durante la pandemia col suo protagonismo che la pasta era quella del presenzialista molto compreso da se stesso. Ora forse lo vedremo ancora di più in televisione a scagliarsi contro la destra e ad accusarla di cose che lasciano molto perplessi: sul conto dei morti (molto più elevato) se avesse gestito Salvini la pandemia, davvero, osceno. Mentre Bassetti che sta a destra e aspira a diventare ministro della Salute (con quella faccia non farà rimpiangere Speranza e il suo pallore quasi mortale) è molto più diplomatico.

Ultimamente poi si era fatto più aperturista del re.

Entrambi sono inguardabili. Uno per un verso e l’altro per entrambi.

Ed entrambi da lungi avevano adocchiato il malleolo del povero Speranza.

Ma Salvini non si lamenti troppo: anche la destra ha scelto di candidare il suo spaventapasseri dunque non faccia tanto lo spavaldone.

Fare politica e speculare sui morti è cosa veramente dell’altro mondo.

Ma ne vedremo ancora molte,  la campagna elettorale è entrata nel vivo, che entri anche nei morti però fa decisamente ribrezzo.

Lei non è Lui

Uno spauracchio gira per l’Europa: lei, Benita Giorgia Meloni, la prossima premiera italiana. Naturalmente scherzo, non se la deve prendere la leader di Fratelli d’Italia. So bene che non ha Lui dietro a Lei. Dopotutto è passato tanto tempo, manco ci ricordiamo quasi chi sia…Lui. Dunque niente paura, Lei non è Lui. Ma una donna saggia e con le palle, eh si perbacco, lasciatemelo dire papale, Lei le ha quadrate. E’ volgare, lo so, ma se va bene per gli uomini deve andare bene anche per una donna. Insomma ha tutti gli attributi per diventare la prossima prima ministra italiana.

Dalle parti del PD sono tutti fuori di testa. Già per loro è una condizione normale, ma ora…una donna premier e per giunta di destra e che destra!

Ma Lei ha rassicurato il mondo in più lingue, che non sarà Mussolini bis, che lei è sincera democratica liberale e che certe nostalgie sono gli incubi diuturni di menti malate. Io le credo. Anche perché Lui non starebbe mai dietro a nessuno, abbiamo visto come è andata a finire per la sua smania di protagonismo patologico e come sia finita l’Italia  ben dietro. Meloni, anche se condivide l’iniziale del cognome è altra cosa.

E Tajani lo ha detto: il partito che prende più voti nominerà il premier, ma sembra più una minaccia che una promessa. In fondo, tradotto dal tajanese stretto significa: ” occhio a dare più voti a Forza Itaja che poi a quel posto in questo paese ci vado io”. Lui cioè Tajani, uomo educato e colto, di ottima cultura e di migliori Fini, pronto a governare in nome e per conto…di Silvio Berlusconi.

Occhio Meloni, sei in cima ai sondaggi ma Tajani la sa più lunga. Ma sono sicura che di ciò tu sia di già molto più che edotta.

Come solo una donna può educere.

Zero

Ho provato a ritornare con la memoria ai Ferragosto della mia infanzia e adolescenza. Non amo molto queste operazioni, diciamo che non sono una nostalgica del “tempo perduto”, ma solo per capire che cosa resta dei sogni e delle aspettative che tutti formuliamo di nascosto quando siamo all’alba della vita e ci immaginiamo il futuro. E lo vogliamo pieno di cose buone e belle.

Ebbene la prima cosa che mi viene in mente sono i banchetti degli anguriari al lati delle strade, o nelle piazze e le famiglie che vi si accostavano la sera di Ferragosto per rinfrescarsi dalla calura con una bella fetta di succosa anguria fresca.

Posso persino ricordarne il sapore e il profumo e l”aroma. Pile di angurie di tutte le dimensioni accatastate nelle cassette o tagliate e messe dentro bacinelle d’acqua con grossi pezzi di ghiaccio. E il contrasto del verde e del rosso e i grossi coltellacci che le tagliavano in due e gli anguriari che le offrivano ai passanti.

Ecco, questo è il primo ricordo che mi viene in mente se penso ai ferragosto della mia infanzia.

Ma oggi sono qui a scrivere questo ma ho in mente altro.

Ho in mente la guerra. Quella guerra in Ucraina mai dichiarata. La Russia in fondo non sta combattendo una guerra, lo detto Putin sin dall’inizio ma sta solo liberando quel popolo dai “nazisti”. Qualsiasi cosa voglia dire. Lo so che non ha attinenza alcuna col Ferragosto e che farei meglio forse a pensare a distrarmi, ma non mi riesce di non pensarci.

Ora, ognuno di noi vede le cose in un modo diverso a seconda della propria sensibilità. Lo noto nei commenti di questo o altri blog, oppure negli articoli  degli esperti, dei giornalisti che cercano di spiegare una situazione della quale oramai ci sfuggono i contorni.

Ora ci sono le elezioni, fa caldo, le vacanze, il Ferragosto, appunto, abbiamo altro a cui pensare. C’è chi se ne frega, pensa che non sia fatto che lo riguarda e che il nuovo governo dovrebbe tenersi ben distanziato dagli affari ucraini e russi…

Il leader ucraino deve sfidare ogni giorno la propaganda negativa che ormai appare su molti media: uno sconsiderato o un incosciente che sta portando il proprio paese allo sfacelo per ambizione e per mostrarsi prono agli Stati Uniti e alla UE, in modo particolare.

Uno che non è affatto un eroe ma un approfittatore della situazione che non si vuole arrendere perché pensa di avere i mezzi per sconfiggere la grande Russia. Ma quando mai? Pensano in tanti. Ma perché non te ne vai? perché non cedi e ti vai a nascondere? pensano in molti credendo che questa potrebbe essere la soluzione.

La soluzione…già, la pace, finalmente. Putin si sente soddisfatto, si prende il Donbass e si assesta bene la Crimea sotto al sedere e poi si compra Zelenszky perché tutti hanno un prezzo e cosi l’Ucraina ritorna ad essere quella di prima: dipendente dalla Russia anche se formalmente “libera”.

Già, ma forse non basterebbe. Perché Putin vuole di nuovo l’impero, non gli frega nulla della Ucraina che non ha neppure il diritto di essere rappresentata sulla cartina geografica se non come una sua appendice.

No, gli frega di destabilizzare il mondo occidentale, quello che lo sfida mentre lui vuole essere il primo, il solo, il grande e dettare legge. La democrazia è un vecchio arnese, ha fallito, i popoli vanno manipolati, guidati a fare quello che vuole il capo anche con le repressioni, le bugie, il vittimismo e poi con lo strombazzo della grandeur nazionalista.

E sta riuscendo nell’intento di manipolare una buona parte del mondo occidentale, di mettere zizzania, sconcerto di far cadere governi, di far nominare presidenti, di pesare nelle decisioni politiche…

Insomma, portare quella parte di mondo che gli è da sempre se non ostile neppure “amica”, a doversi sottomettere al grande e potente impero del nuovo zar, che si scrive con la minuscola ma che lui scriverebbe con la trimuscola. Non per nulla il simbolo della sua “operazione zpeciale” é la Z.

Che può stare anche per zero democrazia e zero pensiero e zero libertà zero diritti zero autonomia e lo zero è il nulla il vuoto che una volta ottenuto può essere riempito con una nuova concezione del mondo, disvalori e utopie, mistificazioni e propaganda per arrivare a tenere in pugno il mondo che in fondo, a ben guardare quasi quasi assomiglia allo zero. Zeromondo uguale a Nuovomondo.

Un mondo a forma di anguria, possibilmente fresca da addentare mentre si festeggia una sera d’agosto…il nulla.

Buon ferragosto.