Tanto per gradire

Al summit della NATO, a Madrid succedono cose strane. Al ristorante si serve “Insalata russa”. Ma qualcuno ha fatto notare che non è il caso e allora molti ristoratori si stanno adeguando e invece di chiamarla “ensaladilla rusa” la chiameranno “ensaladilla Ucraina”. Qualcuno ci aveva già pensato in verità.

Mi pare giusto. Sembra poca cosa, questione di lana caprina che con questo caldo fa venire i brividi.

Ma se ci pensiamo ha la sua importanza e non poca.

Ma non scherziamo dai. Ma come può essere venuto in mente di introdurre una pietanza cosi “divisiva” anche se deliziosa, in un momento come questo se non per provocazione o quasi spirito di patata, ingrediente base della famosissima insalata?

Mia madre, veneta doc la preparava in casa ( non si fidava di quelle già pronte) e la faceva da leccarsi le dita o i baffi per chi li ha.

Insomma, pare brutto che in un summit dove si ritrovano teste “coronate” a parlare di difesa del mondo e del nuovo ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO proprio a causa della aggressività della Russia, poi, chi si siede al tavolo si deve leggere un menù che prevede una pietanza cosi sfacciatamente “di parte”.

Pare però che i commensali se ne siano serviti in gran quantità. Eh, si, piace, eccome se piace. Basta mangiarla senza pensare alla faccia  Putin e va giù che è un piacere. Alla faccia sua.

Io la evito però, ma non per via che si chiama cosi ma perché sono perennemente a dieta e la maionese mi rimpingua.

Ma per festeggiare l’occasione, non mi tirerei indietro e un assaggio ne prenderei. Tanto per gradire.

Fuori di testa

Ho letto e visto abbastanza (sulla stampa estera) di questa ragazza: Cassidy Hutchinson che sta facendo vedere i sorci viola all’ex presidente Usa. Si proprio lui, The Donald, come ama farsi chiamare. Bisogna dire che ha fegato per avere solo 25 anni.

Una bella ragazza mora, assistente del capo dello staff del presidente, quel Mark Meadow che sembra molto reticente a parlare alle audizioni in corso sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2020 mentre era in corso l’ufficializzazione della vittoria di Biden.

Lei, tranquilla, quasi serafica, racconta che il “capo” sapeva che i fuori di testa (compagni di “lotta”), quel manipolo di folli, stava andando verso Capitol Hill armato fino ai denti. Lo sapeva Trump, ma aveva detto ai suoi: “lasciateli passare, caz…, non vogliono sparare a me. E ha aggiunto: “togliete quel caz…di metal detector, fateli passare, caz…

Sembra che abbia ripetuto più volte  e con fare molto bellicoso questa parolina magica.

La Hutchinson ha anche aggiunto che, mentre il  servizio di sicurezza lo stava riportando in sede dopo la sua manifestazione, sempre lui, Donald, ha quasi preso per il collo l’agente di servizio alla guida dell’auto presidenziale(la Bestia, nome molto appropriato) ed ha anche cercato di afferrare il volante, perché voleva andare coi suoi ad assaltare il Campidoglio.

Un colpetto di stato in piena regola. Ma del tutto fuori delle regole, oltre che fuori di testa.

Ma lui è cosi: fuori di testa e se ne vanta pure.

Non solo, Cassidy ha anche raccontato che  il presidente era furioso e che aveva scagliato il pranzo contro la parete ed era rimasta una evidente traccia di Ketchup a imperitura memoria del suo buon carattere. Ma non era neppure la prima volta.

Insomma ne esce un’immagine del personaggio che non mi meraviglia affatto: dal primo giorno ho pensato che fosse un individuo estremamente pericoloso. Ora forse si riuscirà a capire fino in fondo quanto?

Ne dubito:

Complimenti, comunque a Cassidy che ha dimostrato che il coraggio, in casi come questo, uno o una se lo deve e può anche dare.

 

Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leaves and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

 

 

Dedicata agli ucraini.

Indecenti

Non mi sono mai piaciuti. Dal primo giorno. Non li ho mai trovati credibili, dal primo giorno. Mi sono  subito rimasti indigesti, dal primo giorno.

Non varrebbe la pena parlarne: sono impresentabili dal primo giorno ma si sono presentati agli italiani come i salvatori della patria e molti gli hanno dato fiducia. Meglio loro che altri, dicevano, in fondo peggio di altri non potranno mai essere.

E invece…

Sono arrivati a governare il paese con una maggioranza che non ha sorpreso troppo data la carica di novità che sembravano portare.

Carica che si è vista esaurire presto nelle loro tante, troppe contraddizioni. Governare non è un pranzo di gala.

Ora, che cosa resta di quello che si faceva chiamare Movimento per differenziarsi dai partiti?

Un classico, fumante cumulo di macerie.

E pazienza per Conte che non sappiamo ancora bene di che pasta (frolla) sia fatto, anche se ha governato con alti e bassi e persino medi e lo ha fatto, bisogna dirlo in uno dei periodi forse più difficili della nostra storia da decenni.

Senza troppa infamia ma neppure con lode. Anzi, a me, francamente non è mai andato giù.

E ora? Registra una delle scissioni più traumatiche della storia. DiMaio aveva pronto il suo “pacchetto regalo” ormai da mesi, è chiaro.

La sua frenetica attività di capo della Farnesina gli ha dato tutto il tempo per farlo. Ed era ora e tempo di tirare fuori l’assetto dalla manica. Manica di ministro, compassato e deciso a rimanere fedele a quello che ha preso il posto di Conte sia al governo sia nel cuore dell’ex grillino. Si, ormai ex grillino. Di Maio si vanta di essere “coerente” con la sua linea di “responsabilità”.

Bah, sarà. A me è sempre sembrato quello che è diventato. Da subito, Se questa è coerenza è coerenza grillina.

Che i due famosi galli nel pollaio dal quale scappano anche ii pulcini, alla fine si siano “divisi”, mi lascia del tutto indifferente: era una mossa studiata da tempo. Non me la danno a bere.

Non gli credo come non gli ho creduto mai.

I grillini sono cosi: traditori del popolo che hanno rimbambito di chiacchiere. E non sono cambiati. E’ nel loro DNA.

Alla faccia dell’onestà. Di trasparente non gli rimane che la leziosa mascherina di Grillo, potente e prepotente ma ormai scopertamente indecente.

Scappati da una casa che brucia e con la faccia di tolla che si ritrovano tutti magari pronti anche a riappacificarsi per il “bene del paese”. Tanto come diceva il grande Totò: “E’la somma che fa il totale, egregio amico”.

In guerra non si porta il frac

Tutto ormai è propaganda. Se ne fa dovunque. Ci stiamo specializzando a fare i propagandisti.
Leggo molte critiche al modo di vestire del leader ucraino.
Povero Ziolensky!
Da vecchio, quando si ricorderà di questo infame periodo penserà: vestito alla militara.
E come altro dovrebbe vestirsi? In frac? Con i jeans sdruciti, dejalavè?
Ma che importanza ha come si veste? E’ un soldato adesso e comanda il suo esercito e quindi si veste in grigioverde e con le magliette a mezza manica perché le magliette da soldato non hanno la manica lunga o tre quarti.
Beh, magari qualcuno è invidioso dei suoi muscoli, ci sta.
Ma lasciatelo stare e che si vesta come gli pare.
Il russo si è fatto fare massaggi orientali dalla Zacharova (esperta di facce di bronzo) perché ha il volto rilassato e senza rughe, La guerra gli fa bene. Tutti parlano di lui, bisogna parlare con lui, dicono, persino il papa lo ricorda nelle sue preghiere: in fondo non è cosi cattivo.
C’è sempre del buono in tutti, in fondo. E lui non fa eccezione.
E però Ziolensky viene continuamente criticato: parla troppo, chiede troppo, si lamenta troppo…e soprattutto se ne va in giro con quelle magliette da mini Rambo che danno tanto sui nervi ai malpensanti e peggio parlanti.
Quelli, per intenderci che se non ti vesti alla loro maniera e per l’occasione ti criticano, perché è l’abito che fa il leader e la maglietta è roba da straccioni.
Boris si che era elegante durante il loro incontro a Kiev.
Appena sceso dal taxi si è sistemato la camicia dentro le mutande che sporgevano dai pantaloni e poi la figura, il vestito, la postura e la persona erano quelle del compagno di banco che ti rubava sempre la merendina.
E il taglio di capelli? Niente da dire su quello?
Era perfetto. con quei ciuffetti all’insù che seguivano il filo dei suoi pensieri, all’inglese. ;
Invece Giletti, l’ho rivisto dopo la sua trasferta russa e si era tagliato i capelli per benino e gli incorniciano il volto che sembra una Venere del Botticelli.
Quel ciuffo all’impiedi durante la famosa diretta dalla Russia (con livore) lo avrà fatto penare per giorni, alla fine ha deciso di darci un taglio.

Allarmi…allarmi

Che pena!

Vedere certi video e leggere certi articoli e vedere certi tiggì. Come se il mondo si fosse d’improvviso svegliato da piedi.
Ammoniscono ormai da tutte le parti: mancherà il gas, l’elettricità persino l’acqua.
La siccità e le temperature altissime di questi giorni. E tutti gli allarmi dei climatologi da decenni, terra di nessuno.
Pensano alle prossime politiche a come risollevarsi dalle batoste quelli che le hanno subite e a come sfruttare il momento chi ha visto lievitare i consensi.
Vedi Meloni.
L’ho vista sbraitare in Spagna in un video. Ed ho visto anche Putin oggi che parla di fine di un’epoca e che gli Usa non sono i padroni del mondo.
E poi vedo Zelensky che accoglie Boris Johnson a Kiev.
Loro due insieme sembrano un cartone animato. Zelensky ha lo sguardo stanco e sfiduciato, mentre Boris ha l’aria di un sopravvissuto all’attacco di una tribù di Apache.
Di Maio contro Conte, Conte contro Draghi, Letta che ciarla di campi larghi o larghissimi e Salvini che paventa la leadership di una donna della destra che sembrava in mano sua e gli è scappata di mano come un bambino ai giardinetti.
In che mani siamo?
Solo papa Francesco sembra ottimista, gli altri hanno facce da funerale che basta guardarli per sentirsi salire l’attacco di panico.
E il nostro ministro della salute che ha il Covid con tutta la mascherina che ha portato anche a casa da solo e le 4 dosi che si sarà fatto.
E noi? Da che parte ci giriamo? C’è l’inflazione i risparmi prendono il volo, in che investiamo? In libri rari?
Magari.
E appena passata l’ennesima norma che toglie le mascherine quasi ovunque ci avvertono che i contagi salgono.
Evviva.
E la guerra continua in Ucraina mentre i media scappano e ormai sembra che non faccia neppure più notizia.
Putin ha già vinto la sua guerra contro il mondo.
E qui trova molti adepti.

Il caffè di Francesco

Comincio a non capire più dove Papa Francesco vuole arrivare.
Parla e dice molte cose sulla guerra ma mi pare di sentire parlare alcuni commentatori dei blog.
In una intervista ad un giornale gesuita ha detto un sacco di cose: esempio che non dobbiamo vedere la guerra in Ucraina come la fiaba di Cappuccetto Rosso, che non esiste il buono e il cattivo, che qualche tempo fa, poco prima l’invasione russa, un capo di stato di poche parole gli aveva detto che “la Nato abbaiava alle porte della Russia ” e che lui non è putiniano ma capisce che qualche cosa si poteva fare e si doveva fare per prevenire la guerra…e che l’esercito russo sta compiendo della atrocità in Ucraina ma non si può neppure pensare di provocare l’orso senza conseguenze…e che lui vede il pericolo di una guerra globale alle porte e che con il patriarca Kirill riproverà ad avere un colloquio dopo essere stato snobbato…
Insomma mi è sembrato uno un po’ con le idee confuse e francamente non lo capisco.
Un papa che non condanna chiaramente la guerra di aggressione di un imperialista ma fa discorsi pseudo moralistici e filosofici e che non si schiera nettamente dalla parte del più debole, non sta, mi dispiace dirlo, compiendo appieno la sua missione.
Mi piacerebbe che il papa fosse più netto nei suoi giudizi e non parlasse come uno che sta davanti al caffè seduto ad un tavolo del bar.
Questa è l’impressione che mi ha dato leggendo l’intervista.
Non buona, per nulla e mi dispiace perché un uomo con la sua autorità potrebbe fare molto di più. Ma il carisma se uno non ce l’ha non se lo può dare.

Controfemminismo

Gentile Severgnini continua a fornire diffusamente spazio sulla sua rubrica alla lettrice Donati-Rigon che continua a spacciare per difesa delle opinioni una sua visione del tutto contorta e distorta della libertà di espressione. La stessa si lamenta di non avere troppo spazio (!) ma per dire che cosa? Per parlare degli eccessi verbali di Vasco Rossi ai concerti? E delle donne che si “metterebbero in fila” per essere “molestate da lui”? Bella tesi, davvero. Sappiamo bene come la gente di spettacolo abbia una influenza enorme sui giovani e il loro stile di vita e questo che c’entra con la libera espressione? Ora, con l’ultima lettera se la prende ancora con il #MeToo che avrebbe spalancato le porte a denunce verso mammolette innocenti e che avrebbe creato un polverone, quando invece non ce ne sarebbe stato alcun bisogno, era meglio lasciare che i sepolcri rimanessero ben chiusi e l’ipocrisia delle molestie continuasse senza disturbare i manovratori. E poi avrebbe creato, a detta sempre della stessa lettrice, una grande confusione nelle donne che non sanno più distinguere le molestie dai complimenti. Sempre secondo lei e la sua crociata che trova ampio spazio nella sua rubrica, forse perché teme anche lei di passare per quello che tacita le voci “fuori dal coro”? Mi pare che sia una malintesa forma di “giustizia” quella che spinge lei e altri a dare eccessivo spazio a chi ha tesi di questo tipo, cioè contrarie ai movimenti che combattono ogni forma la violenza sulle donne, dalla molestia verbale allo stupro e le donne sanno come riconoscerle. Siamo arrivati a questo? A dare maggiore spazio a chi combatte questi movimenti? E anche l’affermazione che le vili molestie di Peschiera siano state tacitate dai media perché ne erano coinvolti dei nordafricani, sfiora il ridicolo, ma va sempre in quella direzione; denunciare delle banalità che nulla hanno a che vedere con la realtà della violenza sulle donne ma piuttosto affermare che sono le stesse donne a “cercarsela”.

 

 

Pubblicata oggi su Italians del Corriere della Sera

 

(in risposta a questa: https://italians.corriere.it/2022/06/13/lettera-la-rete-il-metoo-jekyll-e-hyde/)

One way ticket yes…

Matteo Salvini è un “Day tripper”, biglietto di andata e ritorno pagato e anche il caffè alla aerostazione appena sbarcato dall’Aeroflot gentilmente concesso dalle autorità russe.
Ma lui si difende, reagisce è un Putinfista vuole la pace e non la guerra, non ci sta a passare per traditore della patria. Eh no perbacco. Lui non sta con due piedi in una scarpa ma è perfettamente coerente col suo ruolo di leader di partito che sostiene il governo Putin…cioè no, voleva dire Draghi. Lapsus in fabula.
E ne racconta di fiabe il leghista. Ma perché non si traveste da Pippi Calzelunghe e si mette la scimmietta in spalla e non se ne va a Mosca via autostop?
Insomma gli fanno le pulci da tutte le parti: Putin gli paga il biglietto di andata e ritorno e però lui non va, ma chi lo ha convinto a cambiare idea?
L’amor patrio o la convenienza pacifica? O entrambe le cose?
Difficile stare nella capoccia del leghista che non ci sta a passare per quello che sostiene Putin.
Ma quando mai? Lui sostiene l’insostenibile pesantezza della politica italiana: un giorno da uova e un giorno da latte (come recita un detto Veneto) e lui come molti italiani che confidano nella ragionevolezza della Russia (vedi Giletti che a Mosca c’è stato di recente e si è infarinato) le uova se le mangia col latte e ci aggiunge anche un po’ di biscotti di Anastasia fatti col burro della steppa.
Non si arrende Salvini, rimane al suo posto anche se qualcuno lo farebbe volentieri fuori. Ma non si preoccupa più di tanto, sa che un posto di buttafuori al Cremlino lo trova sempre.

 

Ascoltatela è sempre un piacere:

 

Troppe balle che girano

Potremmo sempre dire: a noi che importa?

Ginni Thomas è una signora, moglie di un giudice della Corte Suprema americana, la quale è indagata per avere tramacciato per ribaltare il risultato elettorale del 2020. Amica di Trump? Beh, una che scrive un buon numero di mail ad altrettanti repubblicani per dirgli di negare la vittoria di Biden e scegliersi un loro candidato, cosa può essere?

Insomma, la Commissione chiamata  January 6, la sta indagando per il suo alacre lavorio al fine di  convincere l’America che le elezioni erano state truccate e che il vero vincitore era Trump. Già gli piacerebbe. Ma tutte le inchieste hanno dato ragione a Biden e lui se l’è dovuta metter via non dopo aver incitato la rivolta dei suoi fans all’assalto del Campidoglio.

Una rivolta che ha causato morti e feriti: una cosa mai vista hanno detto alcuni testimoni. E per la quale lui, l’ex presidente è indagato.

Beh, ormai ci stiamo abituando a tutto anche alle fake news che sarebbero, detta in soldoni, le palle propalate da chi vuole sempre farci credere che Cristo è morto di freddo. E in tanti ci cascano. ma non solo ci cascano, danno la colpa a quelli che non gli credono di essere loro a loro volta, vittime della propaganda contraria. Un gioco, sembrerebbe che però sta sovvertendo l’ordine mondiale.

E Trump è un campione mondiale di “lancio” di balle, e lui le prende al balzo.

Anche da noi, che non ci facciamo mancare nulla, gira una bella polemica sulla “lista di proscrizione” pubblicata dal Corsera, con nomi e foto di “putiniani” doc.

Mah, non si capisce molto, sinora, pare che il Copasir stia dietro a questa iniziativa del quotidiano ma che alla fine non ci sarebbe nessuna limitazione della libertà di espressione ma solo una legittima ricerca di verità e di notizie che magari vengono diffuse ad arte da chi ha interesse  a farlo, ed il momento è particolarmente delicato, dicono.

Che sia un momento delicato non ci piove, ma che ci siano tante balle che girano è persino troppo evidente.

Che siano balle fatte girare per puro spirito democratico di libera circolazione delle palle…cioè, idee, o balle fatte girare con l’intento di manipolarci?

Occhio, signori, il quesito non è peregrino. affatto, direi.