Il nuovo arrivato

Si, va beh, lo devo proprio scrivere e cosi spezziamo anche un poco questa infinità e logorante diatriba sulla guerra, sfinente, davvero e non mi lamento di certo se penso che c’è chi la guerra la deve subire.

Questo è quanto:

Può un albero illuminare una giornata nata un po’ così? Sapete quelle giornate nelle quali ti senti un pochino giù, magari i motivi ci sono pure, ma, mentre altre giornate sono giornate consapevoli dei motivi e te ne fai una ragione, alcune sono davvero pesanti e non te ne faresti mai una ragione ma cerchi di ragionare per scacciare le paturnie (o anche i problemi reali).

Bene, questa mattina sono uscita in terrazzo come faccio di solito per respirare l’aria della mattina (è un momento di caldo afoso nonostante sia solo maggio), e girando gli occhi sul bellissimo panorama che mi accoglie sempre mi sono accorta di una cosa che mi ha fatto trasalire.

Accanto al mio condominio c’è una bella villa che col tempo è stata spesso modificata, da cascinale è diventata. villa padronale con villette a schiera annesse e di recente nel giardino è stato edificato un ulteriore edificio con 6 appartamenti. Non vi dico lo sconquasso!

Insomma da un’unica casa con grande giardino, ne sono spuntate altre non so neppure più quante. Il proprietario, un signore  in età ma molto attivo, se ne bea spesso e si rigira in quella sua proprietà ormai diventata una multiproprietà e lui sembra quasi un confinato nella sua pur sempre bella villetta a due piani.

Bene, questo preambolo per dire che il signore in questione non mi è mai stato molto simpatico proprio per via (anche) di questa sua “malattia della pietra” (definiamo così in veneto le persone che non possono fare a meno di mettere pietra su pietra, una sorta di sindrome da paura di non avere un tetto sulla testa che forse proviene da molto lontano).

Comunque, a prescindere (come direbbe il Principe), oggi nel giardino antistante la villetta di questo signore è comparso un magnifico olivo secolare, sapete di quelli a due tronchi con il fogliame verdissimo che si stagliano verso il cielo e sembrano un monumento?
Ecco proprio quello.

E sapete che c’è? a me si è aperto il cuore quando l’ho visto e a quel signore (col quale non parlo da anni) mi è venuto voglia di andare a stringere la mano e dirgli un bel grazie per questa bella novità e per quel “nuovo arrivato” cosi magnifico.

L’ulivo è simbolo i pace no? Beh, a me è sembrato un buon auspicio e un bellissimo inizio di giornata.

Dovrebbero piantarne tanti anche a Mariupol davanti alle case distrutte, anche prima di ricostruirle.

7 commenti su “Il nuovo arrivato”

  1. Ormai anche gli ulivi secolari crescono dalla sera al mattino.
    Mi viene in mente una canzone di Vecchioni (con buona pace di alcune frequentatrici) che parla di un signore che in punto di morte pianta un ulivo con la convinzione di vederlo fiorire. Questo signore credo abbia preso una scorciatoia.

    R
    quale?

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    • Sogna, ragazzo, sogna.
      […]
      E la vita è così forte
      Che attraversa i muri per farsi vedere
      La vita è così vera
      Che sembra impossibile doverla lasciare
      La vita è così grande
      Che quando sarai sul punto di morire
      Pianterai un ulivo
      Convinto ancora di vederlo fiorire
      […]

      R
      grazie Mauro, non la ricordavo, Vecchioni ha scritto anche capolavori come questi:

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  2. Ancora una volta devo chiedere ai signori commentatori di attenersi alle regole e di non pretendere di vedere pubblicati commenti che io ritengo che non vadano pubblicati.
    E di non insistere perché finiranno cestinati.
    Come devo dire (per l’ennesima volta) che qui l’unico “moderatore” sono io?
    Ma non intasatemi il cestino perché potrei chiedervi un contributo spese per svuotarlo.

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  3. Anch’io ascoltavo con piacere le canzoni di Vecchioni, era un mio collega prof di Lettere, oltretutto. Ma da quando scrisse e cantò “Marika”, esaltando l’erotismo di una palestinese kamikaze, mi è caduto molto in basso, non l’ho più ascoltato.

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  4. Più che tra i nuovi arrivati, abbiamo al Cremlino gente che a volte, come gli zombies, ritorna,vedi il generalone Shoigu, che adesso tempesta e minaccia megadeath atomiche globali con missiloni Sarmat. Come se ci potessero essere dei vincitori, in una futura strage nucleare, e non miliardi di esseri inceneriti e prossimi morituri per radiazioni micidiali. Un orrendo, folle suicidio planetario. Altro che il meteorite che estinse i dinosauri. Come scrisse Asimov in un suo cekrbre racconto, siamo una razza di deficienti.

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  5. Anche qui, stamani c’è un nuovo arrivato, anzi più di uno, sono gli oleandri del giardino sotto casa, fioriti all’improvviso, come ogni anno in questa stagione, a rallegrarci e ricordarci lo scorrere ciclico e infinito del tempo.

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