Ancora sulle donne e gli spot

Se capisco bene, a leggere certe lettere, rimane un grosso equivoco di fondo: che la donna debba piacere all’uomo per piacersi. Tante troppe donne donne pensano ancora di esistere solo in funzione di quanto piacciono agli uomini. Questo vigeva nei tempi antichi quando la donna sopravviveva solo se sottomessa all’uomo, in molti sensi, sia come sguattera o donna di casa o casalinga ai giorni nostri, oppure meretrice. Ed è ancora cosi in molti paesi che trattano le donne da “subalterne”. Non c’erano terze vie. Ma siamo oltre il medioevo ma non abbastanza se ci sono donne che scrivono alle rubriche dei giornali per protestare contro un spot che dichiara “diversi ma uguali, insieme”, e perché? Perché ancora oggi 2022 le donne sono discriminate sul lavoro e non solo, nella realtà di tutti i giorni, in fabbrica, negli uffici, ovunque coesistano uomini e donne, (o quasi ovunque) le donne sono pagate meno, licenziate prima e trattate in senso generale peggio, se non molto peggio. Ancora oggi dopo cento anni e passa di lotte femministe oggi prese in giro e denigrate come “vetero-femministe”, che sono però riuscite a guadagnare per le donne uno standard di vita meno umiliante di un tempo, ricordo che fino a pochi decenni fa le donne non potevano neppure votare. Per non parlare di come sono trattate ancora da maschilisti che le vogliono “donne con le gonne” anche a casa sottomesse e se si ribellano vengono uccise. Oggi vanno volontarie in Ucraina a combattere contro l’invasore russo, una di queste è la veneziana Giulia Schiff (sergente pilota) che aveva dovuto arrendersi al nonnismo da caserma che gli uomini le avevano imposto. Le donne ucraine che combattono accanto ai loro uomini non si pongono il problema se sono attraenti con la divisa e portano i pantaloni come loro perché la gonna (di cui recita Vecchioni) sarebbe troppo scomoda sul campo di battaglia. E la soldataglia russa che stupra le donne ucraine fa ancora parte del medioevo profondo.

 

 

Pubblicata oggi su Italians

(Tratta dalla mia risposta ad un commento sull’articolo “un piccolo segnale”)

4 commenti su “Ancora sulle donne e gli spot”

  1. Aridaje.
    Tranquilla, cara Gazzato. Consideri questa una risposta strettamente privata.
    Leggo tra le righe che si riferisce a ciò che ho scritto su Italians (es. accenno a Vecchioni).
    Lei poi cita la sua corregionale Giulia Schiff che insieme alle donne ucraine combatte accanto agli uomini.
    Lei scrive “La guerra non si fa in gonna”. No cara Gazzato, la “guerra non si fa”. Punto. Una donna in guerra è un vero ossimoro! Se proprio una donna deve lottare lo faccia nel proprio talamo con in suo compagno. Salvo poi appacificarsi e …. concludere nel miglio dei modi.
    _______________________
    ho eliminato i miei cognomi che spesso le davano fastidio

    R
    no, l’ha scritto anche qui più di una volta e anche pochi giorni fa. Vecchioni si sente fischiare le orecchie.
    “La guerra non si fa, punto” lo vada a dire a Putin, punto. E Aridaje, lo dico io. Come la pensa sulle donne e le gonne (o anche minigonne) e i talami, l’ho capito, non fa che ripeterlo come un disco rotto. Non ci voleva poi tanto. Lei la pensi come vuole, liberissima, libera io allo stesso modo di pensarla come mi pare. E lei può avere tutti i cognomi che le pare.

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  2. @mariagrazia
    Quello che tu chiami “nonnismo imposto dagli uomini” è la tradizionale “cerimonia del pinguino” a cui si sottopongono gli allievi alla fine del corso piloti. Il Comandante Samantha Cristoforetti, ingegnere, pilota ed astronauta, ha presentato in televisione con orgoglio, tenerezza ed allegria lo STESSO video, con capocciata sull’ala, tuffo nella fontana e bacio del pinguino. Per lei e per tutti gli allievi è da sempre un momento di passaggio, un traguardo, una tappa da cui ripartire di slancio.

    La differenza è che il Capitano Cristoforetti aveva “le palle”, un progetto di vita serio, una volontà all’altezza ed è andata avanti fino a raggiungere lo spazio, il sergente Schiff si è stressata, si è fatta sbattere fuori dall’ Accademia e invece di onorare l’Italia nel mondo e oltre come Astrosamantha SEMBRA (ma tra il metterlo sui social e farlo davvero c’è una certa differenza) che sia andata a “realizzarsi” ammazzando qualcuno a casaccio. E magari dovremo pure andare a riscattarcela in euro come tante altre viziate figlie di papà che volevano giocare col fucilone.

    Dovendo prendere una donna come esempio direi che tra tantissime hai scelto proprio quella sbagliata.

    R
    E te pareva che ne facessi una di giusta?
    Beh, non è proprio come afferma lei caro dottore, ma cosi come scrive il giornale La Sicilia (e non ho ragione di credere che mentano):

    “ex pilota dell’Aeronautica militare italiana, Giulia Schiff, dall’inizio della guerra è a Kiev per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. Ed è l’unica donna del gruppo. La sua storia è stata portata alla ribalta in questi giorni da «Le Iene» che stanno realizzando con la giovane pilota veneziana un reportage che durerà finché sarà in missione. La prima parte andrà in onda questa sera mercoledì 23 marzo, in prima serata su Italia 1.

    L’allieva dell’Accademia di Pozzuoli che aveva denunciato più volte, anche ai microfoni della trasmissione, di essere stata vittima di mobbing e nonnismo, durante il suo “battesimo del volo” – secondo quanto riporta il programma di Italia 1 – non ha rinunciato al sogno di poter aiutare il prossimo, decidendo di partire per unirsi ai soldati giunti da tutto il mondo nelle terre del conflitto.

    Nonostante sia stata espulsa dall’Aeronautica Militare, dopo una lunga battaglia legale arrivata a conclusione pochi mesi fa quando il Consiglio di Stato respinse il suo ricorso mettendo fine alla sua carriera di pilota, la 23enne non si è mai arresa e non ha mai voluto rinuncia al suo sogno.

    L’ex allieva ufficiale pilota nel 2019 aveva denunciato di essere stata vittima di atti di nonnismo, con un “battesimo del volo”, vicenda per la quale sono sotto processo otto sergenti del 70° Stormo dell’Aeronautica di Latina, per lesioni personali pluriaggravate in concorso. Dopo il Tar del Lazio, anche il Consiglio di Stato le ha dato torto, dichiarando infondato il suo ricorso contro l’espulsione dalla forza armata e condannandola anche al pagamento delle spese processuali.

    «Inattitudine militare e professionale»: questa la motivazione del provvedimento che l’Aeronautica aveva emesso a conclusione del suo corso di formazione e le aveva notificato nel 2019. Una decisione che la giovane, che ha 23 anni ed è originaria di Mira (Venezia), aveva guardato da subito con sospetto. Le era apparsa una ritorsione per non aver “condiviso” le pratiche in uso dopo il conseguimento del brevetto di pilota: quel battesimo del volo che a lei era toccato nell’aprile del 2018.

    Secondo l’accusa mossa dalla procura militare agli otto sergenti sotto processo, la ragazza dopo essere stata sollevata da terra e tenuta ferma per le gambe e le braccia era stata colpita con violenza sul fondoschiena con fustelli di legno, le era stata fatta urtare la testa contro una semiala e infine era stata gettata in piscina. Una sequenza immortalata in un video in cui si sente lei urlare “mi fate male” e piangere e singhiozzare.

    A riprova che l’espulsione era il frutto di un atteggiamento vessatorio nei propri confronti Schiff, attraverso i suoi difensori, aveva fatto notare ai giudici amministrativi che nessuna azione disciplinare era intervenuta nei confronti degli autori delle lesioni, mentre erano aumentate le sanzioni che i superiori avevano infilitto a lei. Ma non ha convinto i magistrati. Se già i giudici del Tar del Lazio avevano ritenuto questa un’ ‘”affermazione apodittica non supportata da alcun concreto elemento probatorio”, anche la Seconda sezione del Consiglio di Stato ha escluso “volonta’ ritorsive” dietro l’espulsione. E i giudici di Palazzo Spada hanno anche voluto segnare un confine, rimarcando che i «fatti oggetto di accertamento nell’ambito di un procedimento penale non possono essere assunti acriticamente come certi nel giudizio amministrativo».”””

    Naturalmente tu dirai che lei ha perso la causa…esatto proprio cosi vittima del “nonnismo” maschilista ed ora del tuo maschilismo. Ma non mi stupisce affatto e qualsiasi altro esempio di donna bullizzata e discriminata o stalkizzata, sono più che sicura che non ti sarebbe andato bene, né a te né ad altri che scrivono qui solo per fare i bastiancontrari, uno sport molto in voga. Perché per i maschilisti il maschilismo è un’invenzione delle donne.
    Che poi Cristoforetti abbia “le palle” non ne dubito ma mi pare che Giulia abbia dimostrato di averle doppie.

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  3. Vedo con dispiacere – ma non con sorpresa – che il servizio “non so cosa rispondere quindi non ne parlo” sta andando alla grande in tutte le discussioni…

    Però, dico, io sono l’umarèl che guarda il cantiere e suggerisce come scavare i buchi, nel senso che passo di qui, vedo se c’è qualcosa su cui polemizzare dopodichè ho altre cose da fare.
    Ma TU, che apri un blog, scrivi, poeteggi, proseggi, comizieggi e profetizzi, ci metti tempo e risorse, e poi UNA che dico una volta che provassi a entrare in un dibattito… O ti si dà ragione senza se e senza ma come Alessandro (che ultimamente non è più così “consenso bulgaro” neanche lui) oppure ridicolissimo matitone rosso e blu, cazziatoni, prediche, cancellazioni, censure varie.
    Se non ti piace (o non sai) tenere viva una conversazione, chi te lo fa fare? Se ti accorgi di aver iniziato un’ arrampicata su uno specchio pensi che bloccare la discussione serva a nasconderlo? Severgnini fa lo stesso, ma almeno a lui lo pagano (e Crozza poi lo distrugge..:-D).

    R
    cancello e discuto quando e come mi pare ( ed entrando tu accetti le mie regole che conosci bene), dopotutto il blog è mio, tu scrivi con maggiore attenzione alle parole e le frasi che usi ( e sai bene a cosa mi riferisco) e vedrai che passi. In quanto ad aver paura di discutere mi fai ridere, guarda l’archivio e vedrai che ti sbagli alla grande e ti sentirai anche un po’ …ridicolo e comunque discuto quando mi va e se mi va, non tutto si può discutere all’infinito, bisogna anche saper fare un basta.. Comunque Nencioni, se non le piace questo blog la strada per l’uscita la conosce io non trattengo nessuno. Non voglio che il mio blog diventi una specie di mercato o bar dell sport dove tutti si accapigliano su tutto e cancello quando mi pare perché mi pare e se mi pare. E di “docenti” che mi vogliono insegnare a come tenere il blog, ne ho anche troppi ma io, se non t dispiace sono abituata a fare come pare a me. E i motivi per cui ho aperto un blog non ti riguardano. E non è affatto come dici “non so cosa rispondere”, ma piuttosto: non cado nelle provocazioni, è diverso. Comunque Nencioni, lo vedi che questa passa e ti ho pure risposto e ti lamenti pure?
    Quello che fa Severgnini non mi riguarda, fatti suoi, smettetela di nominarlo qui, a meno che non entri qui a difendersi non può replicare e quindi lasciatelo dove sta.
    Signori, fatevi un blog vostro e discutete quanto vi pare.

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  4. Bei tempi quelli in cui chi amava una donna poteva dire:

    Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
    sïando l’alma mia a lui davanti.
    «Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
    e desti in vano amor Me per semblanti:
    ch’a Me conven le laude
    e a la reina del regname degno,
    per cui cessa onne fraude».
    Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
    che fosse del Tuo regno;
    non me fu fallo, s’in lei posi amanza.»

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