Eccentrica grande Lina

Lina Wertmueller era senza dubbio una donna risoluta ed energica.  Almeno io la vedo così. E soprattutto originale, Di quell’originalità che possono avere solo i grandi artisti. E lei lo era.

Regista pluripremiata, ci ha lasciato una lunga serie di film che la collocano  tra i più grandi registi italiani.

Soprattutto quelli interpretati dalla coppia Giannini-Melato che sono dei veri capolavori. Possono non piacere, ognuno ha i propri gusti, ma non si può non essere d’accordo almeno sulla qualità innegabile sia degli attori che di chi li ha diretti in modo magistrale.

“Strani” personaggi, con connotati molto ben delineati, con una potenza espressiva di grande impatto.

Li ricordo in “Travolti da un  insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” e “Mimì metallurgico ferito nell’onore”. Belli e giovani entrambi e con un grande talento da esprimere tutto e anche di più nelle scene a volte esilaranti a volte violente e persino fastidiose, ma sempre mirate a un grande risultato espressivo. Che hannno ottenuto alla grande. Entrambi, ma soprattutto lei, la regista, donna imperscrutabile ed eccentrica dal nome altisonante.

Scene volutamente esasperate, dialoghi sopra le righe, trama tesa  a sottolineare l’orgogliosa “mascolinità” del personaggio maschile nella sua peculiarità di maschilista inconsapevole e retrogrado. E la “femminilità” intraprendente ed orgogliosa con risvolti femministi accentuati e consapevoli del personaggio femminile.

L’incontro di queste due personalità sono un’esplosione di tragica comicità ed esasperata ironia.

Ai due grandi interpreti va sicuramente il merito del successo dei film, ma chi gli ha dato “l’anima” è senz’altro lei, Lina Wertmueller col suo stile, la sua classe, la sua eccentricità e soprattutto la sua arte.

Ogni artista lascia una parte di sè nella sua opera, credo che Lina nei suoi film abbia lasciato una parte della sua anima.

 

 

19 commenti su “Eccentrica grande Lina”

  1. Confesso la mia conoscenza superficiale dei film della Wertmuller, limitata a certi spezzoni visti distrattamente in televisione.
    Amo il cinema, ma qualcosa mi ha respinto dall’andare a vedere i film della Wertmuller all’epoca in cui uscirono, benché avessero un grande successo di pubblico. Forse mi ha scoraggiato una certa antipatia irrazionale per il protagonista maschile dei suoi film, Giancarlo Giannini, certo non è un buon motivo, ma così è stato.
    Comunque il bel ricordo e la bella analisi qui riproposti, ha avuto il merito di incuriosirmi e di dispormi a vedere per intero almeno uno dei suoi film. Consultando il Mereghetti, credo che il migliora sia Pasqualino settebellezze, vedrò se il web mi sarà di aiuto.
    R
    se lo dice il Meneghetti…

    Rispondi
  2. Ecco per Alessandro, e per chi lo voglia vedere, il film completo Pasqualino Settebellezze
    https://www.dailymotion.com/video/x800wij
    Un inizio conturbante con scene di Hitler, Mussolini e terribili scene di guerra, sottolineate dalla voce di Enzo Jannacci con le parole di “Quelli che…”.
    Vale la pena di guardarlo.

    R.
    decisamente, comincio io. Grazie.

    Rispondi
  3. La Wertmuller, ironica e istrionica, a tratti surreale ,pungente e ineluttabilmente intelligente.
    Scorrendo questo travaso di aggettivazione , lei avrebbe avuto certamente l’impulso di gettarmi addosso una delle sue duecento sceneggiature , irrealizzate perché la vita concede solo una manciata d’anni, con compiaciuta avarizia.
    E dai suoi novanta e passa – già un miracolo di animata longevità- Lina se ne è andata, travolta dal solito destino nella bianca neve di dicembre.
    Mi piace ricordare una sua frase , lieve ed emblematica, pronunciata molto prima che l’ultimo passo la accompagnasse nell’altrove ” Sappiate che se mi piglia un colpo, me ne vado come un commensale sazio”
    Intanto la sua rimpinzante creatività resta dentro film da vedere e rivedere, rimboccando periodicamente le coperte di una satura genialità.

    R.
    ha detto bene Carlo, “satura genialità”. Come tutti i “geni” poteva non essere capita ma lei se ne faceva una forza. Che poi è la forza del vero “genio”.
    La sua frase è un po’ la riedizione di “voglio che la morte mi trovi vivo”.

    Rispondi
  4. “…la coppia Giannini-Melato …Li ricordo in “Pasqualino settebellezze…”
    Li ricordi solo tu, in Pasqualino Settebellezze la Melato non c’era, e quanto a “scene esilaranti” hai dei gusti ben strani…
    Sul femminismo, Lina Wermuller , che si definiva femminista al 75%, non andrebbe giudicata con i criteri modaioli e politically correct di oggi. Era una persona seria e impegnata ma assolutamente non lagnosa e musona come i social impongono in questi tempi permalosi, sapeva di essere intelligente e usava quello per farsi ascoltare. Sul lavoro, poi, era tostissima ma assolutamente non “quota rosa”, e già allora sconvolse i “sacri circoli” quando affermò “Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento.”
    Lei il talento lo aveva, ma oggi la sbranerebbero.

    R.
    grazie ho corretto.

    Rispondi
  5. Certamente Lina Wertmuller è stata una eccellente regista, non lo metto in dubbio, ma anche dopo avere visto parte del film Pasqualino settebellezze proposto da Omnibus (che ringrazio), non riesco ad apprezzare il genere di film.
    Non discuto le intenzioni di una critica tagliente della società di quei tempi, ma quei personaggi caricaturali, quelle rappresentazioni grottesche di certe realtà tragiche non riesco ad apprezzarle. Trovo che la caricatura nell’accentuare un solo carattere, trascuri il resto che pure fa parte della realtà.

    Temi drammatici quali la mafia, la condizione della donna, il degrado di certe province, preferisco vengano trattate in modo realistico. Per intenderci, preferisco, per fare alcuni esempi, film di denuncia tipo “Da qui all’eternità” (denuncia antimilitarista); “Gomorra” (Denuncia spietata delle camorra); “Rocco e i suoi fratelli” (magnifico affresco di un’Italia irrimediabilmente divisa, da un lato, la società industriale del Nord del miracolo economico, e dall’altro lato, lo straniamento dei migranti meridionali con la loro fame di lavoro e il loro carico di usanze arcaiche) E così via.

    PS La frase della Wertmuller citata da Carlo Cavalli “me ne vado come un commensale sazio” credo l’abbia presa da Lucrezio:
    “Cur non ut plenus vitae conviva recedis
    aequo animoque capis securam, stulte, quietem?”
    (Perché non ti ritiri come un commensale sazio delle vita
    e di buon animo non ti prendi, o sciocco, un tranquillo riposo?”
    (Lucrezio, De rerum natura, III, 938-939)

    Rispondi
  6. Questa volta mi trovo pienamente d’accordo con Alessandro. Ho visto al cinema “Travolti da un insolito destino ecc….” (Perché i titoli dei sui fil sono così lunghi?) e mi ha irritato dall’inizio alla fine.

    Se il fine della regista era di irritare, la considero bravissima.

    Per me il cinema è cinema, e non teatro d’avanguardia, con le sue provocazioni e le sue caricature improbabili.

    Allo stesso modo non mi sono piaciuti i film “minori” e surreallisti di Fellini (I vitelloni, La luna ….).

    Preferisco Ettore Scola, Carlo Verdone, e altri registi che provocano attraverso il realismo e l’introspezione psicologica.

    La Wertmuller mi faceva la stessa impressione di quei caricaturisti che disegnano caricature non somiglianti, e bisogna metterci il titolo per riconoscerle.

    Rispondi
  7. @ Alessandro e Luigi
    Il cinema non è solo documentario didascalico, è (dovrebbe essere, può essere) Arte.
    Come tale può essere scomodissimo, ma se vuoi stare tranquillo e sereno ti guardi i Ferragnez o i balletti di TikTok – anche una trasmissione di Angela può essere intrigante e lasciarti turbato. La Wertmuller era tutt’altro che avanguardia parolaia, era semmai la maestra di un realismo esasperato e doloroso da buffone di corte, quello che mette a nudo il re e le sue miserie racccontando storiacce zozze e ridicole di villici e animali.
    I documentari asettici, i tutorial pieni di cifre e figurine pulite, i neorealismi (che tali non sono MAI, il cinema come pure il teatro sono sempre revisioni di realtà elaborate da un autore e dalla SUA visione del mondo) sono certamente più rassicuranti, ti permettono di mettere i cattivi di qua e i buoni di là, e ovviamente consentono a te di auto-schierarti con i buoni.
    Pasqualino non te lo lascia fare. Pasqualino tradisce ogni valore ma ti fa anche sorridere e ti costringe a momenti di pietà: e in questo coinvolgimento ti rende (fastidiosamente) complice. La riccastra Melato è prepotente e spocchiosa ma anche irresistibilmente “innamorabile”, è scostante ma arriva a donarsi come la più “melò” figura femminile da feuilleton. Giannini è macho ormonale e apparentemente dittatoriale, ma appena rimosso dal suo universo “basic” e naturalistico diventa ingenua vittima di modelli sociali prepotenti e anaffettivi.
    La grandezza della Wertmuller era proprio quella, un “castigat ridendo mores” che fa intravedere che noi spettatori e le sue “macchiette” non siamo poi così lontani. I titoli chilometrici sono una beffa, una presa in giro, una serie di capriole dei clown che seguiamo col ditino alzato e sussiegoso senza capire che la vera frase, valida per tutti i film della grande Lina, è “mettiti in fila, poco o tanto ci sei dentro anche tu”.
    E’ facile rappresentare i nazisti con gli stivali e i villici che parlano bergamasco antico con i calzoni legati con lo spago: difficile è riconoscere la stessa barbarie e la stessa povertà morale nella “sciùra” col panfilo o nel “povero prigioniero” del lager.
    A criticare son buoni tutti, lo vediamo su ogni social con indigno incorporato ad attivazione automatica: là c’è il male, qui ci sono io e i miei amici. La caricatura intelligente ti fa capire che le differenze sono un tantino più sfumate: ed è una delle ragioni per cui la satira, il buon umore, l’ironia, la pazienza sono tanto osteggiate e stigmatizzate in questi nostri tempi permalosi e manichei.
    Lina non era “buona” nel significato melassoso di “politically correct”, e non ci consentiva di crogiolarci nella NOSTRA “bontà”. Ci faceva ridere ma ci “tirava dentro”. Ciò la rese scomoda allora e la renderebbe improponibile oggi. Provati a fare OGGI un film su un militante di sinistra che diventa mafioso ingravidando donne a destra e a manca: personaggi simili li trovi tranquillamente nel Telegiornale, ma non sarebbe possibile portarli sullo schermo. Oppure lo sfaccetatissimo Villaggio di “Io speriamo che me la cavo”, una versione molto più cattiva e soprattutto problematica del romanzo di partenza.
    Ce ne vorrebbero ancora e di più, di Lina, ma si è perso lo stampo.

    R.
    ha iragione, concordo, Io speriamo che me la cavo un film come non ce ne sono davvero e mai ce ne saranno, qualsiasi caricatura non è caricata se non di significati intrinseci di un mondo che va oltre la napolinità. Villaggio stupendo, credo la sua migliore in assoluto, interpretazione. Credo si sia divertito molto e calato cosi tanto nel personaggio da diventarlo. Solo un genio poteva rendere in immagini quel bel libro aumentandone la drammaticità ma anche l’esasperata comicità.

    Rispondi
  8. Chi ha parlato di Ferragnez e Tictoc?
    Ho parlato di Ettore Scola. Il suo “C’eravamo tanto amati” mi colpì e mi commosse.

    Potrei dire lo stesso di “Forrest Gump” di Zemeckis, de “L’albero degli zoccoli” di Olmi, di “Novecento” di Bertolucci, di “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli.

    A me piacciono i film che coinvolgono, emozionano, fanno riflettere, fanno capire, disegnano affreschi della realtà e della società, mettono a nudo l’animo umano.

    Le macchiette improbabili di Lina Wertmuller non mi provocavano nessuna reazione, tranne un senso di fastidio.
    Si può fare arte anche facendo cose belle. Fare cose strane per distinguersi e farsi notare è una scorciatoia che non mi piace.

    R.
    a chi si rivolge?

    Rispondi
  9. Il finale di Travolti da un insolito destino è sociologicamente impagabile. Mentre erano naufraghi la diversa condizione sociale alla fine si era annullata ma poi, tornati in salvo, lei torna a guardare lui come un povero Cristo e nient’altro.
    E il poveraccio torna a vedere svanire le sue illusioni e naturalmente ne ha una grande malinconia. Morale: ricchi e poveri, mondi diversi…

    Rispondi
  10. Nencioni,
    mi guardo bene dal contraddirla nel suo elogio appassionato della Wertmuller, anzi prendo atto che, per lei, è una delle persone più capaci nel campo del film d’autore. Come ho già detto non posso entrare nel merito di una critica dell’autrice e dei suoi film , perché non ne ho visto nessuno per intero, solo spezzoni, che non mi hanno impressionato favorevolmente.
    Voglio chiarire solo alcuni punti nei quali ho l’impressione lei mi attribuisca idee che non ho.
    Lei dice: “Il cinema non è solo documentario didascalico”.
    Sono d’accordo, ma io non ho affermato che lo fosse, né i film da me citati possono dirsi tali.
    E poi: “se vuoi stare tranquillo e sereno”. No, non lo voglio, il cinema, quando è cinema d’arte deve dare emozioni e deve coinvolgerti intimamente.
    Infine: “I documentari asettici, i tutorial pieni di cifre e figurine pulite, i neorealismi (…) sono certamente più rassicuranti”.
    E no, qui non ci siamo, non può mischiare capre e cavoli, i “documentari asettici, etc.” (fra l’altro un buon documentario non è mai asettico) non può affiancarli al neorealismo. Le contesto anche che i neorealismi siano “rassicuranti in quanto permettono di mettere i cattivi di qua e i buoni di là, e ovviamente consentono a te di auto-schierarti con i buoni.”
    Affermazione, relative al neorealismo, mi consenta, superficiale, detta proprio da chi invece riesce a trovare varietà di sfumature nelle caricature della Wertmuller, che a me, per quel poco che ho visto, sono apparse a volte grossolane, proprio da buffone del re, come lei sostiene .
    Roma città aperta, La terra trema, Ladri di biciclette non hanno nulla di asettico e di rassicurante ma descrivono artisticamente la realtà in tutte le sue sfaccettature, cosa impossibile da fare con la caricatura.

    Rispondi
  11. “..non ne ho visto nessuno per intero, solo spezzoni, che non mi hanno impressionato favorevolmente…”
    E allora non stiamo parlando dei film di Lina Wertmuller ma delle frettolose impressioni di Alessandro, campo personalissimo in cui non entro.
    Sull’ importanza della comicità e dei sui rapporti con la tragedia ne hanno scritto per MILLENNI da Euripide a Plauto passando per la letteratura francese e financo interessando il Manzoni, ma non è questa la sede.

    R.
    e perché no?

    Rispondi
  12. Perchè questo è un blog di varia umanità, interessi e livelli di istruzione. Trasformarlo in un dotto e specialistico forum di Storia della Letteratura sarebbe escludente, noioso e inutilmente aristocratico: mica tutti hanno fatto il Classico o Lettere all’ Università…

    Basta dire (ed è stato detto per secoli) che per fare un buon brodo servono le pregiate proteine della carne, l’umile abbraccio dell’ acqua, i gentili aromi delle verdure, ma anche la lacrimosa violenza della cipolla, l’ amarezza del sale e un poco dell’ acre afrore dell’ aglio. Il bravo cuoco sa giocare con le dosi e ricavare mille ottime varianti con le stesse materie prime.
    Lo stesso vale per il cinema o il teatro.

    R

    Brrrr l’aglio nel brodo…che gusti! Ma scusi professor Nencioni se forse questo blog non è all’altezza della sue erudizione universale, mi munirò di Treccani per decodificare le sue dotte disquisizioni. Ma parlare un po’ più “semplice” no eh? (non parlo di questo post che sambra scritto da un tuo alunno secchione…)

    Rispondi
  13. Ma insomma, andare oltre i 128 caratteri di un tweet è diventato un peccato?
    Vuoi che parliamo degli Ecatommiti del Giraldi con le stesse parole di Novella 3000 quando descrive l’ultimo video di Elettra Lamborghini?
    “Varia umanità” è un complimento in questi tempi polarizzati in cui tutto diventa “vuoi più bene alla mamma o al papà ?”
    E comunque, uno spicchio d’aglio rotto in due in un cucchiaio di EVO, lo lasci lì un quarto d’ora poi butti l’aglio e metti l’olio insieme all’ altro a condire il brodo…. Fidati e prova.
    R
    ok provo ma non ho detto che sia peccato scrivere tanto ma che sarebbe bene scrivere chiaro, ma fai come ti pare. Ma che Novella 3000, quella la leggi tu mi sa io manco so che è e mai parlato di “varia umanità ” ma di altro, non facciamo i furbi.

    Rispondi
  14. No, Nencioni, non le ho proposto di parlare delle mie “frettolose impressioni”, io stesso avevo puntualizzato “non posso entrare nel merito” (ma legge ciò che scrivo?), ho solo cercato di rettificare una sua idea sul neorealismo che mi è sembrata un po’ troppo in superficie.
    Non metto in dubbio la comicità, come la validità di tutte le espressioni dell’arte teatrale o cinematografica (commedia, dramma, satira, tragedia etc.), basta…avere genio.
    E visto che lei imbocca la strada del teatro, Euripide, Sofocle, Eschilo, Plauto, Aristofane, Shakespeare, Machiavelli, Goldoni, Molière, Racine, Pirandello, Jonesco, Wilde, Beckett, Eliot, Miller, Brecht, Wiliams, De Filippo e qualche altro che avrò certamente dimenticato, sono autori che ho letto, ho visto rappresentare, e ho apprezzato.

    Rispondi
  15. E perché non ha pubblicato i miei commenti alle soluzioni da lei proposte per combattere (si fa per dire) il virus? Eticamente non corretto.
    R
    premesso che giudico io cosa pubblicare sul mio blog, io soltanto, lei spesso e volentieri infarcisce i suoi post di frasi al limite dell’offensivo, se lo fa io cancello tutto il post.

    Rispondi
  16. Ma lo sappiamo bene che decide lei cosa pubblicare o meno, l’ha ripetuto infinite volte.
    Però un blog dovrebbe anche accettare pareri molteplici. Al limite dell’offensivo, quindi non offensivi.

    R.
    Se lo sa perché insiste? oltre il limite ci è andato più volte, la smetta. I pareri sono una cosa, le offese tutt’altra.

    Rispondi
  17. Gentile Signora Gazzato. Lei è una persona intellettulmente onesta. Con il suo caratterino, per carità, ma intellettualmente onesta.E quindi sa perfettamente che non ho mai offeso nessuno e sa anche che un linguaggio un po colorito, ma mai volgare, è il sale delle discussioni. Sono stato bannato perche un frequentatore ha piagnucolato, prendendosi la libertà di sgridarmi come se fosse lui il responsabile, dimenticandosi che è stato lui ad offendere. Non vedo di cosa dovrei scusarmi. Altro discorso sono invece i miei auguri che Le faccio con tutto il cuore.
    R.
    Bianchi, non faccia il furbo! altro che sale, lei ci mette la cayenna e lo sa benissimo. E le sue antipatie personali a me non interessano nulla. Per quanto riguarda il “resto” è solo frutto della sua fervida immaginazione, forse mal consigliato da qualche spiritello maligno.. Comunque non torni su questo stantio argomento altrimenti la banno ancora. Questo però passa solo perché è natale e siamo tutti più buoni (io no).
    Tanti auguri anche a lei.

    Rispondi
  18. Bianchi, dice:
    “Sono stato bannato perche un frequentatore ha piagnucolato, prendendosi la libertà di sgridarmi”
    Bianchi, non “mi sono preso la libertà”, la libertà appartiene agli uomini liberi.
    In quanto al “piagnucolare”, mi sembra che sia lei a piagnucolare presso la BM che io tratti male. Sappi che non tratto male nessuno, a meno che non se lo sia ampiamente meritato.
    R
    bene ora che entrambi vi siete espressi spero che finisca qui.

    Rispondi

Lascia un commento