Una “professione” moderna

Ormai è entrato nel lessico comune e viene usato spesso per indicare quelle persone (più uomini che donne a mio parere) che si divertono a far finta di fare ma in realtà a “fancazzare”. I cosiddetti “fancazzisti” sono dovunque. Il termine non ha bisogno di essere spiegato e deriva dal volgare “non fare un c…”.

Ma non solo. Perché implica il fare qualcosa che però equivale a non fare nulla ma sembrare di fare qualcosa.

Parlo in generale, ovviamente, nessuno si deve riconoscere in questa mia disamina semiseria.

Ci sono i fancazzisti consapevoli di esserlo che si divertono a lanciare provocazioni sui social sotto diversi pseudonimi: certi ne usano anche dieci contemporaneamente e a volte arrivano persino a interloquire tra di loro. Le sparano grosse per puro divertimeno e per stupire la platea di fancazzisti come loro ma con una differenza: che si fanno prendere in giro dai fancazzisti più scaltri. Anche tra loro c’è chi si distingue.

E non fanno che riempire paginate sull’web di improbabili tesi su ogni argomento e su ogni argomento ne sanno più di suocera.

Colti o anche coltissimi? No, fancazzisti che si divertono a sembrarlo scopiazzando Laqualunque per il gusto di vedere l’effetto che fa.

Quasi una professione. Sono molto amati da chi pensa che siano delle persone “utili all’umanità” perché, in genere si scagliano contro l’Universo mondo e ne hanno per tutti, senza distinzioni.

Sono quelli che stanno sempre dalla parte giusta (a capire quale) e sempre col pensiero a senso unico (quello che hanno deciso di dargli all’occasione), ma Ragionevole e Ragionato.

Strategia per ingannarsi su se stessi e “diventare” qualcosa che non si è ma si vorrebbe essere, allontanandosi sempre di più da ciò che si è veramente ammesso, però che si “sia” qualcosa.

Insomma “l’insostenibile leggerezza dell’essere”…fancazzisti spesso rivela un vuoto, un abisso, un orrido di assenza di idee e di sentimenti che fa paura. E non ci sono limiti di età. Tra i politici sono, da sempre, molto ben rappresentati.

Non sono sempre facili da classificare, sono sfuggenti come bisce ma alla lunga si riconoscono dal biss biss che esce dalle loro interminabili geremiadi finalizzate solo all’essere fancazzisti dentro e spesso anche fuori.

6 commenti su “Una “professione” moderna”

  1. Tra I fancazzisti moderni, alias perdigiorno da tastiera, si distinguono quelli con un tantino di supponenza: non si espongono mai per primi con una loro tesi, ma prendono spunto dagli argomenti degli altri, magari estraendo un sigolo pensiero, per ricamarci sopra il proprio piccato dissenso, più spesso rivolto non all’idea, ma alla persona che l’ha espressa.
    E non si accontentano di poco, sono disposti a replicare all’infinito, perché vogliono avere sempre l’ultima parola, anzi l’ultima fancazzata.
    Lo chiamerei fancazzismo compulsivo.
    Quasi sempre usano quel sapere a portata di tasto, che è diventato il Web, pieno di notizie vere, ma anche false, cui si può attingere facilissimamente, basta copiaincollare, neologismo che descrive un’operazione oggi molto in voga.

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  2. È da una vita che lotto con coloro che stanno (o pensano di stare!) «sempre dalla parte giusta» e per prendersi il sicuro pensano che quella parte sia quella suggerita dal «pensiero unico».
    A costo di sentirmi etichettare come “bastiancontrario” io continuo per la mia strada. Quella meno battuta.
    P.S. a questo proposito approfitto per consigliarvi la bellissima poesia «A road not taken». di Robert Frost (il cui cognome di sti tempi fa piacere)

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    grazie per il suggerimento, molto bella, eccola:

    Two roads diverged in a yellow wood,
    And sorry I could not travel both
    And be one traveler, long I stood
    And looked down one as far as I could
    To where it bent in the undergrowth;

    Then took the other, as just as fair,
    And having perhaps the better claim,
    Because it was grassy and wanted wear;
    Though as for that the passing there
    Had worn them really about the same,

    And both that morning equally lay
    In leaves no step had trodden black.
    Oh, I kept the first for another day!
    Yet knowing how way leads on to way,
    I doubted if I should ever come back.

    I shall be telling this with a sigh
    Somewhere ages and ages hence:
    Two roads diverged in a wood, and I—
    I took the one less traveled by,
    And that has made all the difference.

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  3. È tra le mie poesie preferite. Molto intensa e …molto istruttiva per riuscire a non seguire il mainstream imperante. Mi fa piacere che sia stata di suo gradimento

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    c’è un detto veneto che non ricordo bene ma che fa circa cosi: sulla strada dove non vuoi camminare dovrai correre.

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  4. X Il Signor Alessandro : Ho letto con grande interesse il suo intervento in merito all’ identikit del “fancazzista”. Cito dal suo scritto : ” E non si accontentano di poco, sono disposti a replicare all’infinito, perché vogliono avere sempre l’ultima parola, anzi l’ultima fancazzata “. Mi permetta di dissentire. Secondo il sentire comune e sulla base di mie esperienze dirette, il “fancazzista ” doc è la risultante di due componenti : un totale disinteresse per tutto ed una inestinguibile pigrizia. Lo abbiamo visto tutti : sul lavoro il fancazzista tende a mimetizzarsi, nascondersi, evitare ogni impegno o presa di posizione , in famiglia lascia decisioni e responsabilità agli altri, avendo come unico desiderio ed obiettivo quello di essere lasciato in pace e, come dice la parola stessa” non fare un c@xxo”. Mi sembra difficile che un tipo così “replichi all’infinito perché vuole averla vinta”. Troppo impegno discutere , insistere ed addirittura elaborare un pensiero od una teoria da difendere. Quello potrebbe essere magari tignoso, polemico, attaccabrighe, litigioso, provocatorio, ma non “fancazzista” : la polemica costa fatica! Con immutata stima.

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    e invece io ne conosco che mettono insieme tutte le “qualità” che lei cita. Fancazzismo e polemismo vanno a braccetto. Polemizzare su tutto è il primo obiettivo del F. proprio per evitare di prendere posizioni serie e precise ma solo quelle che gli servono per polemizzare e non esita a contraddirsi restando fermo su un’unica posizione: la sua, che,anche se la contraddice e la rigira e la rivolta cambiandola totalmente è sempre quella giusta, per definizione.
    Non voglio intromettermi, solo dire come la penso.

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  5. Signor Bianchi io ho descritto “i fancazzisti moderni, alias perdigiorno da tastiera”, lei invece parla del fancazzista classico.
    Forse abbiamo decritto bene tutti e due personaggi diversamente fancazzisti.
    Poi, ognuno la pensi come crede.
    Ricambio la stima immutata.

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