Scelta ragionata

Stanotte ho sognato una signora sconosciuta, in bicicletta. Ho notato che era senza mascherina e le ho detto di mettersela. Lei mi ha guardato con un po’ di sospetto e poi mi ha detto: ” ma guardati te, mi pari un po’ matta”. E se n’è andata pedalando e ridendo.

Mi ha lasciata perplessa al risveglio questa scenetta. Ho pensato che dipendeva dal fatto che ieri sera avevo visto alcuni video del funerale di Filippo d’Edimburgo dove tutti portavano una mascherina nera ben calcata sul volto.

Un funerale ” sobrio” come nelle volontà del principe ma anche quelle del “principe” Covid (molto poco illuminato).

Mi hanno fatto pena un po’ tutti, i singhiozzi della figlia Anna, invecchiata e  bruttina come sempre, per nulla somigliante a lui, che non diventerà mai regina, e Carlo, invecchiato e che forse non diventerà mai re ma abdicherà per il figlio William, già quasi “vecchio” anche lui. A dir la verità mi sono sembrati tutti “vecchi”, di più ancora del quasi centenario defunto che aveva sempre una battuta per sdrammatizzare e sicuramente ne avrebbe avuta una anche per l’evento e lui c’era, di sicuro,  nascosto da qualche parte a guardare la scena.

Mi ha fatto impressione e pena la regina: una vita straordinaria la sua con molti dolori dei quali questo è sicuramente il più grande e mi ha ricordato una mia zia novantenne che un po’ le assomiglia: fiera e indomita come lei e che amava altrettanto il marito che se n’è andato ormai diversi anni fa e che assomigliava un po’ (voi direte: guarda caso) guarda caso, a Filippo.

A proposito di donne straodinarie, mi è venuta in mente la nonna, lei lo era altrettanto almeno per me: straordinaia in tutto. E mi sono ricordata di cosa mi diceva delle lucciole. Ora che sta per arrivare maggio e le lucciole ne sono quasi il simbolo o meglio, ne erano il simbolo, prima che l’inquinamento le riducesse fino al punto di farle quasi scomparire, mi è tornato in mente.

La nonna mi diceva che erano lo spirito dei morti che venivano sulla terra a consolarci. E mi faceva un po’ impressione ma non per questo mi piacevano di meno.

E allora dopo questo triste excursus sulla famiglia reale inglese, vorrei parlare della primavera che ormai non è più alle porte ma è entrata quasi di prepotenza a distrarci dalle nostre miserie umane e a rallegrarci in un periodo certamente cupo che speriamo stia per volgere al termine, se pure lentamente e con tutte le cautele del caso. La scelta “ragionata” del premier Draghi di aprire il 26 prossimo è senza dubbio una buona notizia e non voglio fare come le varie Cassandre che lo criticano e che dicono che il virus non ragiona.

Lui no, ma noi dobbiamo farlo e restare ancora “chiusi” avrebbe aggravato ancora di più la già pesante condizione economica e sanitaria del paese perché non c’è solo il virus di cui preoccuparci.

E allora pubblico questo piccolo racconto che una persona gentile mi ha ricordato qualche giorno fa e che ringrazio ancora per averlo ricordato e che parla proprio delle lucciole, simbolo quasi scomparso di maggio, uno dei mesi che preferisco per molti motivi e che però non dico per non allungare il “brodo”, già di per sé piuttosto “tirato”, ma si tratta di scelta “ragionata”.

Eccolo:

 

 

Le lucciole sono uno dei miei ricordi di bambina più felici. Le rincorrevo e cercavo di prenderle e appena mi riusciva di prenderne una era una festa: Mi ricordo che la tenevo stretta tra le due mani giunte e ogni tanto sbirciavo aprendo le mani leggermente per non farla fuggire. Poi correvo a casa e la mettevo sotto un bicchiere rovesciato per guardarla meglio. Mia madre mi diceva che cosi sarebbe morta ma io ero troppo contenta di possedere una simile preziosa e luminosa creatura e di poter farmela amica.
Ma non appena accendevo la luce per guardarla meglio, lei, da li sotto, si trasformava in un esserino insignificante e mi stupivo di vederla cosi imbambolata e infelice, senza più quella magica lucetta, ferma, immobile e spenta. Sembrava guardarmi e dirmi che era infelice e voleva tornare fuori tra le sue compagne e allora la liberavo rovesciando il bicchiere sul prato e cercando di ritrovarla mentre volava di nuovo felice.
Ma intanto si era fatto tardi e mia madre mi chiamava e non potevo più seguirla nella notte come avrei voluto. E anch’io allora mi sentivo come la lucciola dentro il bicchiere e capivo come doveva sentirsi e mi ripromettevo di non farlo più ma non ricordo se poi ho mantenuto la promessa.

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3 commenti su “Scelta ragionata”

  1. https://youtube.com/watch?v=-nivrZYPfFo&feature=share Dalla visione poetica di un piccolo e speciale insetto capace di generare meraviglia e allegria soprattutto nei miei ricordi di bambina a questa canzone rimasta anch’essa nella mia memoria e che da bambina canticchiavo, non sapendo certo il suo umano significato, ricordando la piccola luce che alla sera rincorrevo in un gioco che sapeva di magia .. .

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  2. Molto bello il racconto delle lucciole, complimenti, in questi mesi (direi ormai anni) di vita interrotta, forse esse hanno proliferato e torneranno come prima a luccicare su e giù nel buio delle notte.
    In quanto al funerale del principe Filippo, mi ha colpito l’immagine della regina Elisabetta chiusa in un lutto assoluto, lasciata sola nella panca col suo dolore.
    Non siamo eterni, e anche se l’estremo giorno non può tardare oltre un certo limite, quando arriva coglie sempre di sorpresa le persone più vicine:

    https://www.amica.it/gallery/principe-filippo-funerali-solitudine-regina-elisabetta/

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