Maschilisti e partiti

Nell’ultimo numero dell’Espresso,” l’antitaliana” Michela Murgia (da sarda non le riesce neppure tanto difficile), parla della vicenda di Giorgia Meloni e dice:
“La leader del partito più maschilista insultata dai prof di sinistra sessisti”.
E fin qui…ma è proprio quel “partito più maschilista” che mi da da pensare e riflettere.
Le chiederei, ma quali altri partiti, secondo te, sono meno maschilisti? IL PD che non ha nessuna donna ministro al governo? Il Pd che ha scelto in extremis per rimediare, sottosegretarie? IL PD che non muove un ciglio davanti ai continui femminicidi se non a parole ormai stantie?
Chi non è partito maschilista? Il Movimento Cinquestelle forse? Non sono tutti maschi i capi e capetti lisi e e ormai tinti e ritinti? Quante donne vede ai vertici? A parte la bella Taverna e la furba Lombardi? E la ancora più furba Raggi che ormai non sanno come togliersi dai piedi. Per non parlare dell’altra sindaca, Appendino appesa a quella condanna e autosospesa dal Movimento che fa quadrato ma solo in apparenza. Anche lei “competente ” come lo sono in generale tutti i grillini che si scagliano solo contro i difetti degli altri ma dei propri si fanno collane d’alloro.
E che dire della Lega?
Non maschilisti i leghisti? Certo loro almeno candidano le donne, incompetenti quanto si vuole (come quasi tutti gli ultimi ministri della povera Repubblica Italiana) , ma donne, ogni tanto però e il più delle volte le denigrano come non ho mai sentito fare dal partito maschilista di Giorgia Meloni.
Cose che ha detto Salvini contro le donne mai le ho sentite dire da esponenti di FdI. E non sono qui per difenderli ma solo per far rispettare, se possibile, un’idea di giustizia, anche vaga.
Dunque?
Cara Michela, i partiti sono tutti maschilisti, quello di Giorgia non fa eccezione ma non è un unicum. Ma ha una differenza rispetto agli altri che si nota come un pugno in un occhio: la loro leader è una donna.

Quanti altri partiti italiani, maschilisti o meno, ne hanno una che li guida?

8 commenti su “Maschilisti e partiti”

  1. E che potremo aspettarci mai dalla mia corregionale Kekkedda (al suo paese era chiamata affettuosamente così) Murgia?
    Una che voleva sostituire il termine “patria” che richiama il patriarcato con “matria”?
    Una che rinnegherebbe anche se stessa pur di ritagliarsi qualche cm. quadrato in qualche trafiletto.
    Saccente, biliosa, stizzosa. Mi vergogno di condividere con lei la cittadinanza sarda.
    P.S. non è vero che i sardi sono anti-italiani.
    Io sono orgoglioso di essere sardo e di essere italiano

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    Salvatore, conosco solo qualche parola di sardo che è una lingua a tutti gli effetti e anche bella. Ma quell’appellativo a Murgia, mi auguro che non sia offensivo, fosse cosi dovrei cancellarlo.
    Lo so, non tutti i sardi non si sentono italiani, ma qualcuno c’è, quello che afferma comunque, le fa onore. La Sardegna è nel mio cuore e anch’io da italiana ne sono orgogliosa.
    In quanto a Murgia, avrà certamente anche delle buone qualità se è arrivata ad affermarsi e mi scuso con lei se, senza volere, ho provocato le critiche di un suo corregionale e anche per quel termine che, in verità non mi suona benissimo.
    PS: Matria però è, francamente, ridicolo.

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  2. Sento di rassicurarla: Kekkedda non è affatto offensivo. È semplicemente un nomignolo vezzeggiativo del suo nome come spesso capita nei piccoli paesi. Ad Arizona ridente paese barbaricino dove vivono i miei nonni io sono «Baroreddu» vezzeggiativo di Salvatore.

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    grazie, mi sento rincuorata e devo dire che sono anche divertenti.

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  3. mannaggia al T9 del cellulare…. il paese dei miei nonni è ARITZO (prov. NU) non certo Arizona…

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    infatti, glielo volevo chiedere…

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  4. Chissà perchè quando ci si lamenta per le poche donne in politica io mi sento quasi sollevato… Fosse vero che almeno loro avessero qualcosa di più serio, importante, sociale e produttivo che “candidarsi”…
    Anche perchè quelle che “ce l’hanno fatta” (a far cosa?) alla prova dei fatti non è che brillino più di tanto: bustarelle, frequentazioni discutibili, ossequio agli ordini di beccata, portamento di borse, sempre lì siamo, gonne o braghe che siano. Il “tocco femminile”, che pure esiste e tanto sarebbe necessario anche nelle stanze dei bottoni, a un certo punto del cursus honorum si trasforma nel solito “bullismo capesco” sessualmente indifferenziato. Giorgia Meloni politicamente, socialmente, culturalmente e praticamente parlando, è solo un Larussa con la voce più acuta. Farà piacere ai fanatici delle quote, ma non è per niente “nuova”. E le tante agognate CEO una volta nell’ ufficio con scrivania da un ettaro e poltrone in pelle umana cominciano ad angariare le lavoratrici incinte esattamente come gli omaccioni cattivi.
    Forse quando parliamo di importanza della presenza femminile stiamo guardando nelle stanze sbagliate. Forse i ruoli che contano non sono quelli più visibili e paparazzati. Forse quando stiamo male e invochiamo la mamma e non la dirigente delle Risorse Umane c’è un perchè.

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    beh beh, intanto lasciamo che ci siano anche loro, fra tanti che smaniano per la poltrona o per la passione politica, qualche donna in più ci starebbe. Certo il potere imbruttisce ma non sempre, guarda la Carfagna.
    E anche Meloni è graziosa eddai. Possibile che non ve ne accorgiate? Un “Larussa con la voce più acuta, anche no”. Ma possibile che se una donna fa la voce un po’ grossa la dobbiamo sempre paragonare ad un uomo? E’ vero che le donne in posizioni apicali si comportano ancora, in molti casi come un uomo, ma non in tutti i casi e ce ne fossero di più forse, si creerebbe anche lo stile donnesco nel management, che ora non può ancora esserci data la scarsa abitudine. Lo so che ci sono anche cose più importanti da fare che dirigere un’azienda o guidare un treno ad Alta velocità, le donne lo sanno, ma se volessero anche fare altro che la mamma non vedo perché no. In qualche caso si può anche invocare papà, tanto mamma poi arriva.

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  5. Non c’è da meravigliarsi di questa situazione, circa la parità di genere l’Italia lascia a desiderare, basta guardare gli indici internazionali sulla uguaglianza di genere:

    “Nell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 elaborato dall’EIGE (L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere) l’Italia ha ottenuto un punteggio di 63,5 su 100. Tale punteggio è inferiore alla media dell’UE di 4,4, punti,

    L’Italia è al 14° posto tra i 27 Stati membri. Dal 2017 non si riscontrano progressi di
    rilievo (+0,5 punti).

    I punteggi dell’Italia sono inferiori a quelli dell’UE in tutti i settori, ad eccezione di quello della salute. Le disuguaglianze di genere sono più marcate nei settori del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti). L’Italia ha il punteggio più basso di tutti gli Stati membri dell’UE nel settore del lavoro (63,3). Il suo punteggio più alto è nel settore della salute (88,4 punti).
    https://documenti.camera.it/Leg18/Dossier/Pdf/AC0340.Pdf

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    beh, almeno in quella, però…direi che non è poco. Le donne poi hanno anche un’aspettativa di vita più lunga…di che ci lamentiamo? che fatica però.
    Non so adesso, dopo il Covid però le cose sembrano cambiate anche nell’aspettativa di vita.

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  6. Vedi, la Meloni è emblematica. Non penso a Larussa in quanto portatore di genitali maschili, ma in quanto esponente di estremo spicco dello stesso partito di cui Giorgia condivide linguaggio, ideali, pretese e pensiero. Niente di nuovo, di speciale, di singolare, di diverso, di esclusivamente femminile: solo la voce e i capelli lunghi. Eppure per tanti è un modello di donna moderna… Io la modernità non la vedo. Se poi TU, paladina del femminismo senza se e senza ma, mi controbatti che “anche Meloni è graziosa”, mi casca tutto il cascabile. Io con un/una politica non ci devo andare a passare un weekend in agriturismo, ci devo passare una legislatura come cittadino sottoposto a leggi e regolo che lui/lei collaborerà a creare. Quale guida sicura mi suggerisce la Carfagna? L’angelica Boschi di quale progetto ideologico è parte attiva e imprescindibile?
    Se devo avere una brutta copia di un passato politico fallimentare, e però con lingerie Yamamai, tanto vale tenersi gli Ignazi originali.
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    prima di tutto non sono “paladina” di nessuno e neppure “femminista” nel senso ormai deteriore che si da a questo termine.
    Se ti casca il cascabile, mi dispiace ma non darne la colpa a me. Tieniti tutti gli Ignazi che vuoi; sei tu che fai illazioni sulla voce della Meloni non certo io: la voce non determina le politiche di un partito come non le determinano i capelli lunghi o corti, ciò non toglie che anche le donne, se lo vogliono, hanno il diritto di partecipare alla politica di un paese esattamente come i colleghi maschi, casomai è questo il tema non la voce di Giorgia Meloni. Ma sia ben chiaro: non voterò mai il suo partito, ma di certe battute faccio volentieri a meno.

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  7. X Alessandro : Nel 1972 il Governo di allora promulgò la incomprensibile legge delle Baby Pensioni che venne tenuta in vita fino agli anni 90, senza revocare le pensioni da elargire. La legge si applicava ai dipendenti pubblici e ne approfittarono quasi esclusivamente donne. Con tale legge non solo si inferse un colpo mortale alle finanze del paese ( conosco mogli di primari ed avvocati che ancora oggi percepiscono la baby pensione), ma tagliò le gambe ad almeno due generazioni di donne , impedendo loro di svilupparsi professionalmente, relegandole al ruolo di prenditrici di stipendi senza prospettive di formazione e di carriera. Come effetto collaterale altrettanto devastante ci fu un decadimento dei livelli produttivi e dell’immagine degli impiegati della PA fruitori di quel beneficio assurdo. Da notare che in quegli anni la sinistra ( PCI) godeva di consensi popolari che superarono anche il 30 %. Questo per dire che se le donne anche oggi incontrano delle difficoltà ad imporsi, la colpa non va soltanto ascritta a perfidi desposti maschilisti e fallocratici, ma ad una miope visioni di Governi italiani.
    Se poi dai dati statistici esibiti dal Signor Alessandro, si evince che, per esempio, ci sono meno donne italiane che lavorano rispetto alle donne tedesche, non me ne farei una tragedia, Preferisco che una bella, sorridente , morbida ed intelligente donna italiana stia a casa per preparare dei ragù da sogno piuttosto di una presidente dell’Unione Europea che faccia quotidianamente danni irreparabili ignorando anche come si fa a comprare dei vaccini ( una massaia italiana, con il suo training di supermercati, la surclasserebbe) o di una giovane isterica ed esaltata che sperona navi militari per garantire la consegna in Italia del suo carico di dolore su cui lucrare. W le donne italiane, ora e sempre!
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    ” ma ad una miope visioni di Governi italiani.” composti quasi esclusivamente da uomini!
    La “massaia” che fa il ragù a casa può stare bene a lei ma non è detto che stia bene alle donne italiane, girare il ragù per farle piacere.
    E quella che lei chiama molto signorilmente una ” una giovane isterica ed esaltata che sperona navi militari per garantire la consegna in Italia del suo carico di dolore su cui lucrare” è una giovane donna che merita rispetto e che è stata premiata per il suo impegno messo nel salvare vite umane.
    Il maschilismo alligna anche in queste espressioni di disprezzo e di odio, Bianchi cerchi di moderarsi altrimenti la prossima volta cancello.

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  8. Signor Bianchi, non sono obbligato a leggere i suoi interventi né a risponderle, l’argomento l’avevo chiuso e le baby pensioni non mi interessano.

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