Solidarietà a Giorgia

Questo è il rispetto che gira in Italia nei confronti delle donne: lo storico Gozzini ha insultato pesantemente Giorgia Meloni durante una trasmissione radiofonica. Non ripeto qui le offese, ma si è prodotto in un monologo pieno di astio e di parolacce nei confronti della leader di Fratelli d’Italia. Ha detto che non ha mai letto un libro in vita sua e che non è degna di rivolgere la parola ad un uomo come Draghi. Veramente, sono rimasta allibita. Gli altri ospiti della trasmissioni hanno cercato di calmarlo consci probabilmente che stava usando un linguaggio di una oscenità e violenza inaudita. Qualcuno gli ha detto che anche i pesciaioli e gli erbivendoli sono persone perbene e che se proprio vuole trovare una parola per definire Giorgia Meloni , la può chiamare “peracottara”. Gozzini a questo consiglio ha fatto la faccia perplessa, non gli garbava troppo, forse troppo soft e inadeguato. Decisamente inadeguato, direi. Davvero incredibile come ci si possa scagliare pubblicamente contro una donna, leader di un partito in crescita nei consensi, solo per ragioni ideologiche. Se non si è d’accordo con le sue idee si può contrastarla argomentando, ma offenderla ed attaccarla quasi tutti i giorni con quella veemenza, oltre che maschilismo è un atteggiamento fascista alla stregua della stessa ideologia che si pretende di combattere. La mia solidarietà a Giorgia Meloni che guida un partito che rientra nell’arco costituzionale e che siede in Parlamento e che democrazia vorrebbe che si contrastasse con le idee e non con gli attacchi brutali alla sua leader.

 

Pubblicato oggi sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera

(tratto da un mio commento sull’articolo “Ancora un’altra”)

9 commenti su “Solidarietà a Giorgia”

  1. @Alice Donati
    Come mai i giornali abbiano dato poca rilevanza all’autore che cita, lo dovrebbe chiedere a loro, io posso solo arguire che non volessero dargli visibilità. Non lo farò certo io. All’altra domanda ho risposto chiaramente ma se le fosse sfuggito lo ripeto: le offese sono offese sempre da qualsiasi parte arrivino e a chiunque siano dirette, alimentano odio che fomenta altro odio. Bisogna interrompere la catena dell’odio non alimentarla.

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  2. Gentile Maria Grazia
    condivido al mille per mille i suoi sentimenti per il vile intervento dello storico Gozzini. Un uomo che non e` maturato, e che ancora isieme a tanti come lui guarda le donne di spieco, con malanimo e diffidenza. I tipi della sua specie salvano solo le loro madri e le loro sorelle, ma non sempre, visto come spesso anche le madri e le sorelle non sono rispettate. Spero che Giorgia Meloni non si sia distratta dagli insulti di un imbecille. E`una donna forte, e le donne forti son di gran lunga piu forti di tanti uomini. Piena di buon senso son certo che ignorera` chi la teme, e chi per questa ragione cerca insultandola di farla barcollare.

    Cordialmente
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    Giorgia Meloni ha ricevuto una valanga di solidarietà bi e anche tri partisan, non ho dubbi che sia forte e che andrà oltre, ma il problema rimane ed è quello del maschilismo di tre “signori” invitati a dibattere questioni “serie” (sono quasi sempre solo uomini nei talk show ) e mentre uno di loro lancia anatemi e offese volgari e gratuite alla leader di FdI, gli altri due mostrano sorrisetti quasi compiaciuti o al massimo dicono che anche i pesciaioli e gli ortolani sono persone per bene e poi uno di loro suggerisce di chiamarla “peracottara” e nessuno, neppure i conduttori, si azzarda a fargli rilevare che sono indecenti. Spero si prevedano sanzioni nei riguardi di tutti e tre ma in particolare di Gozzini. Mi pare se ne stia parlando.

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  3. Il senso della mia lettera era proprio quello.
    Molti giornalisti ed intellettuali si atteggiano a “maître à penser” dispensando offese gratuite. Occorrerebbe una punizione esemplare per chiunque eccedesse in offese e improperi

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    su questo siamo d’accordo.

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  4. Una storia già sentita varie volte. Come quando Alan Friedman definì Melania Trump una escort. Tra i sorrisetti dei conduttori Monica Giandotti e Marco Frittella. Ecco il punto. In quel caso come in quello del professor Gozzini sarebbe stato utile un categorico “LEI NON SI PUO’ PERMETTERE DI DIRE QUESTO”. E chiudere immediatamente il collegamento.
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    secondo lei, se al posto di Giorgia Meloni ci fosse stato Gianfranco Fini, qualcuno lo avrebbe fatto? Secondo me si. E questa è una delle tante prove di discriminazione delle donne.

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  5. Negli anni ’90 per contrastare la crescente violenza che si manifestava negli stadi di calcio venne elaborato il cosiddetto “ D.A.SPO”, acronimo di Divieto Accesso alle manifestazioni SPOrtive. Allo stesso modo ritengo che per contrastare la crescente violenza che si manifestava negli studi televisivi o radiofonici debba introdursi un D.A.S.TE.PO, ovvero un divieto di accesso agli studi televisivi in cui si parla di politica. Nei talk-show tutti sono opinionisti, anzi opinion-makers (che fa più cool) e tutti confondono la libertà di parola – sancita dalla costituzione – con le parole in libertà. Ecco dunque che ognuno si sente libero di insultare pesantemente una persona e restare impunito avvalendosi della “libertà di satira”. E gli esempio negli ultimi giorni sono numerosi: dall’epiteto “escort” rivolto da Alan Friedman all’ex first lady Melania Trump, al ministro Renato Brunetta sbertucciato per la sua altezza e, last but not least, la Meloni offesa pesantemente da un professore universitario. Con il DASPO è vietato l’accesso agli stadi, con il DASTEPO ci sarebbe una bella sanzione pecuniaria e il divieto di essere invitato in un programma TV o radio per un anno.
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    certo, sarebbe un’idea, solidarietà anche a Brunetta già che ci siamo, prenderlo in giro per l’altezza non è satira è miseria.
    Su Melania si è parlato anche qui sull’articolo “Pessima battuta” a gennaio. Ma avrei anche un’altra idea, visto che i talk show sono quasi esclusiva maschile, perché non fare i NO talk show, dove, esempio, tre uomini stanno zitti tutto il tempo mentre tre donne parlano? Non avrebbero modo di offendere se non con il pensiero. Zitti e muti per tutto il tempo. Comincerei da quei tre!

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  6. Se al posto di Giorgia Meloni ci fosse stato Gianfranco Fini… Ma a un uomo non si può dare dell’escort… Forse del gigolò, ma è un’altra cosa!

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    no, non ce lo vedo Fini a cantare I’m just a gigolò…eccolo in versione blues:

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  7. Ottima idea. Mi perdoni la provocazione: immagini se le tre donne che possono parlare fossero Paola Taverna, Selvaggia Lucarelli e la mia conterranea Michela Murgia. Siamo sicuri che non insulterebbero nessuno?

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    no, non siamo sicuri ma se lo facessero si screditerebbero da sole.

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  8. Cara mariagrazia
    Condivido le tue riflessioni. Pensa se uno di destra avesse rivolto gli stessi pesanti epiteti ad una donna della sinistra ??? Le barricate !! Te la vedi tutta la sinistra perbene che cagnara avrebbe fatto ?? Un putiferio

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    beh, un putiferio è successo anche per Meloni, ma lo trovo giusto e non penso che si debba fare distinzioni di colore politico. Nessuno è autorizzato a offendere o dileggiare qualcuno in alcun modo, se usa le offese come arma politica ancora meno.

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