Un caffè

Il prossimo 21 di settembre si voterà per il taglio dei parlamentari. Ma siamo sicuri? La maggior parte della gente non lo sa. O se ne infischia.  Quei pochi che ho sentito, o non lo sapevano, cadevano dalle nuvole, oppure se chiedo: “tu che fai?”, mi rispondono: Boh! O anche, e questi sono i più informati, dicono che si va bene, non facciamola tanto lunga co’ ‘sti parlamentari, tagliamoli che sono sempre troppi.

Ma questa è quella che si dice “vulgata”, cioè una cosa detta tanto per, senza averci riflettuto, né tanto né poco.

Dunque, la cosa è questa: (lo so che lo sapete ma faccio un riepilogo per me stessa) :

“Con questa legge viene di fatto ridisegnata la composizione del Parlamento: sono 345 le poltrone in meno previste, precisamente 115 senatori 230 deputati, con un risparmio stimato di 100 milioni di euro lordi all’anno”.

Beh, sembrano tanti soldi vero? Certo, una barca ma, pare, che corrispondano ad un caffè per ogni italiano.

Il costo di un caffè! E per un caffè vogliamo venderci la Democrazia un tanto al chilo?

A me pare che già non stia messa benissimo, oggi si è saputo, dalla desecretazione dei verbali del Cts, che il lockdown avrebbe anche potuto essere parziale e non investire tutta la penisola, invece il governo ha deciso per la chiusura totale. Scelta legittima? Può darsi, secondo me sarebbe da vedere. E bene ha fatto la fondazione Einaudi a chiedere di vedere questi benedetti verbali che Conte non voleva mostrare.

Ora si capisce anche perché. Ma questa è un’altra storia.

Dicevamo…il taglio dei parlamentari. Beh, detta cosi…facciamo risparmiare lo Stato e mandiamo a casa un po’ di gente che sta li a vivere alle nostre spalle…questo dicono in sostanza i grillini.

E abbiamo visto quanto poco tengano alle loro poltrone abbarbicati come sono e col terrore di perderle.

Un riforma che va a toccare la Costituzione e che richiederà altri aggiustamenti che andranno a cambiare non poche cose. Non si tratta “solo” di depennare qualcuno dal foglio paga, ma comporta molto di più.

Ma agli italiani alle prese con le mascherine e le ansie della seconda ondata (gli esperti o almeno alcuni di essi la giudicano improbabile) oppure a pensare a come sopravvivere nella jungla di regole e regolette per cercare di ritornare ad una discreta (ma difficile) normalità pur perdurando lo stato di emergenza…non si preoccupano certo del taglio dei parlamentari, anzi, per molti andrebbero pure bene dei tagli anche più sostanziali…

Ora, il PD, o quello che ne rimane, ha, a mio parere una grossa responsabilità che gli pende sulla testa come la classica spada di Damocle: aver concesso quasi tutto al governo e ai grillini pur di mantenere la pace armata, ma cosi non si fa, signori. Il PD rischia di lasciarci le ultime penne e già si sente il caratteristico odore (o puzza) di penne bruciacchiate.

Zingaretti si dimostra persona per bene ma incapace di guidare un partito che sbanda ormai da anni e non sa tenere la direzione, qualunque, ormai, essa sia. Un partito progressista di sinistra? Acchi? direbbe Totò?

Alleandosi coi Cinquestelle è diventato un partito conservatore, soprattutto dei posti conquistati di straforo.

Zingaretti era contrario, all’inizio, lo ricordo bene e avrebbe fatto bene ad opporsi. Ma c’era Renzi che soffiava sotto e sappiamo bene che quando Renzi soffia sotto le braci si incendiano, tanto a lui che importa? Aveva già pronto il coltello a serramanico (metaforico) da infilare tra le scapole al povero segretario. Lui se n’è uscito dal PD, ora lui è Italia Viva e può farsi un baffo di tutto. Mentre a Zingaretti rimangono le caldarroste da togliere continuamente dal fuoco e si vede che le mani gli sfriggono.

Sa, forse, di essere su una brutta china, ma non ha il coraggio di opporsi ai grillini. Petulanti ed invadenti, arroganti e supponenti, con la puzzetta sempre sotto al naso e con la faccia da “vogliamo far cadere il governo? E poi, ve la prendete voi la responsabilità di dare il potere ai Salmoni? (Salvini-Meloni).

E con questa svelata minaccia vanno avanti da mesi a tenere il Pd sulla graticola.

In mezzo c’è stata e c’è l’epidemia ma non significa che per questo dobbiamo far fare ai grillini tutto quello che gli passa per la capa.

Ormai sono scesi ai piani bassi del consenso popolare, non possono più vantare i numeri dell’inizio della legislatura e perciò devono fare il muso da festa e anche far finta di essere “sani” per gettare un po’ di fumo negli occhi, almeno quel poco che serve per sopravvivere. E però il Pd deve prendersi le proprie responsabilità.

Da partito progressista a partito vivacchista.

Non un bel vedere.

1 commento su “Un caffè”

  1. Quanta stima abbiano i 5 stelle dei rappresentanti politici del Popolo, lo si desume dal fatto che li equiparano a “poltrone”.
    Hanno impostato una campagna populista delle peggiori, cavalcando l’onda della corrosione delle istituzioni da loro stessi sollevata, all’insegna del “taglio delle poltrone” con la scusa del “risparmio”
    Si, il risparmio di un caffè per ciascun italiano, al costo di una riduzione della rappresentanza democratica! Bel guadagno.
    Quando i costituenti decisero la rappresentatività, eravamo 45 milioni di Italiani. Oggi abbiamo superato i 60 milioni, ma i nostri rappresentanti anziché farli crescre si propne di ridurli.
    Non ci sto, io voterò contro la riduzione.

    Rispondi

Rispondi a Alessandro Annulla risposta