La fata Turchina

Il problema è già risolto fa Azzolina

a viso aperto, non si tira certo indietro

lei risponde a tutti quanti a domande

imbarazzanti.

Tanti vogliono sapere come fa ad esser

sicura che alla data destinata riapriran

tutte le scuole in version però aggiornata.

Non avran più banchi doppi dove ci si sta

vicini ma saranno i monoposto distanziati

e più sicuri buoni per grandi e piccini.

Questo dice l’Azzolina vispa e arzilla

e cosi tanto carina con o senza mascherina.

Si, ma…dicon sempre quelli che ne hanno

sempre una dubitosi e impertinenti e le

fan domande urgenti perché il tempo stringe

invero e lei pur con competenza, diligente

e scolaresca, sembra più una che finge di

non essere li li…a precipitar dal pero.

Come fanno i produttori in un mese o forse meno a

produrre monobanchi per la cifra non meschina

di milioni una treina?

Hanno già tutti le mani nei capelli e pure altrove

e par proprio che nessuno riesca a prendersi

il cimento di produr tale portento.

Come fanno poveretti? Non ne possono produrre che

di molti molti meno e neppure  Mary Poppins se venisse

in loro aiuto ne potrebbe tirar fuori cosi tanti, ma neppure

con l’imbuto.

Ma Azzolina va sicura e si dice assai tranquilla dorme tra

sette guanciali e si sveglia sempre arzilla, fresca, azzurra

e riposata e il tailleur sempre perfetto del color suo

preferito e che indossa ogni mattina perché lei

è si ministra ma di più fata Turchina!

 

4 commenti su “La fata Turchina”

  1. Quanti esperti, tutti esperti, non ci sono che esperti in Italia che vogliono insegnare agli insegnanti come fare il loro mestiere. Prima durante e dopo.
    Anche quando vanno in pensione perché il docente lo è e lo rimane non è una professione ma uno stato d’animo.
    E ce ne vuole molta di anima da tirarsi su da sempre ma soprattutto ultimamente con la scuola italiana.
    Chi educa gli educatori? Non basta più nessun titolo per insegnare, peccato però che cominciano a stancarsi, ma anzi no si sono proprio rotti di essere “insegnati” da tutti.
    Per non parlare dei ministri che li vogliono moderni superdigitalizzati e con competenze sociopsicoattidudinali oltre alla competenza specifica della materia, che non guasta mai.
    I banchi a rotelle?
    Veramente si tratta di “sedute” con un vassoietto davanti sul quale si può appoggiare a malapena un gomito, il tablet ci sta ma traballa e la seggiola se non se ne parte e attraversa tutta la stanza come un parapendio è già un miracolo.
    La pazzia si è instaurata in tutti tramite il Covid19, la scuola italiana ne è uno dei primi esempi concreti. Della ministra non parlo per solidarietà femminile ma vorrei dire solo che mi fa un po’ di pena. Non sa di che cosa parla, ma è un tratto distintivo del partito di appartenenza.
    Si parla di monoposto come in treno, carrozze pullmann seggioline col pallottoliere buoni forse per appoggiarci un peluche.
    A volte, quando mi sveglio la mattina e penso che sono italiana espatrierei ma per andare dove che siamo circondati?…non ci fanno più escì.
    Ah, dimenticavo, I forgot…il bando per la gara d’appalto è partito e però non pare arrivato ma c’è tempo, tra ire e ore un mesetto hai voglia il tempo che c’è per produrre 3 milioni 3 di quei trabiccoli da astronavi del medioevo.
    Caldo eh?

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  2. Giorni fa ho ascoltato un dibattito in uno dei tanti talk show televisioni sulla questione banchi per le scuole.
    Vi partecipava qualcuno in rappresentanza del governo (non ricordo se un sottoministro o un sottosegretario, ormai ci sono tanti di quei sotto- che non si capisce più sottochecosa siano) e due industriali produttori di banchi, oltre il conduttore.
    Mentre per il sottononsochecosa predurre i banchi per quella data sarebbe stato fattibile, per gli altri due, i veri competenti cui spettava assicurare la peoduziine denunciavano l’impossibilità di farli.
    “Ma lei, quanti ne può produrre al giorno?”
    “Io ho la possibilità di farne al massimo 1000 al giorno”
    (che è già una bella cifra, aggiungo io)
    “E lei si sforzi di farne di più”
    “Si, ma anche se si potessero fare -diceva l’altro- occorre poi distribuirli, ci vorrebbero settanta chilometri di tir che vanno su e giù lungo lo stivale e le isole…”
    “Ma lei non si preoccupi, li troveremo”.
    E così via, un dialogo tra sordi, dove il vero sordo era il sottononsochecosa, ossia il più rassicurante dei tre.
    E intanto il 14 settembre si avvicina, forse per questo ibanchi avranno le ruote, così arriveranno prima.

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    un governo sottobanco a rotelle

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  3. Però non si potrà mai dire che alla ministra manchino le rotelle.

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    Non è ancora detto, potrebbero mancarle e anche molto presto. Alla peggio farà restare i ragazzi in piedi a fare il girotondo distanziati.

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  4. O Fata Turchina,
    che pensi? Che fai?
    Hai forse smarrito
    colori e pennelli?
    Perché non ti unisci
    agli altri fratelli?
    Negletta e soletta
    Io so che tu pensi,
    i banchi di scuola
    fornir di rotelle,
    purché si propini
    gran gloria alle stelle:
    non parlo degli astri,
    Intendo i grillini.
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    Milly, mi sorprende! Siamo tutti rimaroli in questo blog. Beh beh devo dire che la fata turchina ha il suo bel da fare e non sa se ne viene fuori sembra molto ottimista ma mi sa che ogni notte nella sua cameretta, quando spegne la luce si mette a piangere.

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