Lo stregone

L’ambito Premio Strega, è stato vinto da Sandro Veronesi con “Il colibrì”, aveva già vinto nel 2006 con “Caos calmo”.

Non ho letto nessuno dei due e non credo li leggerò. Magari sono bellissimi, non ne dubito, ma è mai possibile che in Italia non ci siamo scrittrici? Che a vincere sempre siano uomini?

Il premio Strega è stato fondato nel 1947 e da allora sono solo 11 le donne che lo hanno vinto.

Neppure quest’anno le donne sono riuscite a rompere il famoso soffitto di cristallo. Quello che frena tutte le carriere delle donne da sempre. Ci cozzano contro ma quanto è duro!

Sarà un pregiudizio il mio, di sicuro, sarà che gli uomini sono molto più bravi di noi, sarà…ma non mi riesce, francamente di capire, come mai anche in questo campo, le donne debbano essere in minoranza.

Minoranza si fa per dire, in questo caso il loro numero è risibile confrontato a quello dei loro colleghi maschi.

Capisco benissimo che sotto ci siano interessi vari ed eventuali. E’ sempre cosi in Italia e non cambierà forse mai.

Conta chi conta, gli altri non contano. E soprattutto se sei donna, se non conti, non conti nulla.

Puoi anche essere la migliore in qualsiasi disciplina, non conti nulla. Se non ha maniglie alle quali afferrarti, sei fuori, out. Eccezioni? Mah, forse cosi poche da essere invisibili.

Meritocrazia? Utopia. Chi scriverà il prossimo romanzo vincitore del prossimo Strega? ma… uno “stregone”, quasi per certo!

12 commenti su “Lo stregone”

  1. Ricordo il verso di una poesia cinese dei tempi trascorsi, diceva:
    “Com’è triste nascere donna! Non c’è nulla che valga così poco…”

    Oggi la donna nei paesi occidentali ha migliorato parecchio la sua condizione sociale, soprattutto nel campo dei diritti, ma nel campo della vita reale molto meno.
    Sulla donna grava, se così si può dire, il compito assegnatole in parte dalla natura stessa che la vuole madre e in parte dal maschio a cui invece è estranea la funzione del procreare.
    I figli, la famiglia, la casa sono il campo in cui ha agito e agisce tuttora la donna, anche se in maniera meno esclusiva.
    Tutte le attività esterne a quell’ambito sono riservate all’uomo.
    È vero che la tendenza moderna è quella di intersecare i due campi, prima nettamente separati, ma non di sovrapporli.
    Così i manager, i politici, i direttori d’orchestra, gli artisti, i giocatori di scacchi, i registi cinematografici, i vincitori di premi letterari etc. saranno in prevalenza uomini.
    Ciò al netto di ostacoli, esclusioni, soprraffazioni, e altro, che il maschio possa fare nei confronti della donna, per impedire sovrapposizione dei campi e voler ancora tenere nettamente separate le competenze. Tutte azioni che sicuramente incidono parecchio in questo senso .

    Però educare i figli, accudire alla famiglia e alla casa, operazioni fondamentali per il mantenimento della società e per il progresso, vengono a mala pena riconosciute per quel valore grandissimo che hanno.

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    si certo, hai ragione, compiti importantissimi ma che non vengono riconosciuti quasi per niente. Quasi sempre. E la creatività di una donna viene spesso usata per fare “grandi” dei piccoli uomini. Piccolissimi uomini.

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  2. “”E avverrà pure che quanto diranno gli altri sarà ascoltato, e quanto dirai tu non sarà tenuto in nessun conto.
    Gli altri chiederanno e otterranno: chiederai tu, e non otterrai niente.
    Gli altri saranno grandi agli occhi del mondo; di te non si parlerà neppure.
    Agli altri si affiderà questa o quella mansione, mentre tu sarai giudicato un buono a nulla.
    Per tutto questo, in te, la natura fremerà abbastanza spesso; ma ogni volta che tu saprai soffocare la sua voce, ti guadagnerai un merito non piccolo.””
    Tommaso da Kempis
    (Per favore virgolettare sempre le citazioni NdR)

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    Romolo E’ proprio cosi. Ma “gli ultimi saranno i primi” non è sempre cosi digeribile. C’è tanta gente che pur di ottenere la fama fa qualunque cosa, e quando dico qualunque cosa ci siamo capiti. Per esempio copiare, rubare il talento degli altri per farsi belli, questo è molto comune. E la fanno quasi sempre franca. Non so quanto la loro coscienza gli mandi segnali della vergogna di un simile comportamento, ma credo nessuno. E si fanno anche il segno della croce quando vanno in chiesa! E si raccomandano l’anima…

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  3. X sig Romolo e sig Alessandro:
    1. Il fatto che uno sia poeta non significa automaticamente che sia intelligente. Quel poeta cinese ha detto una castroneria atroce
    2. Giorgia Meloni è stata inserita da Times tra i 20 personaggi ( unico italiano) che potrebbero plasmare il 2020. Eppure certe donne continuano a massacrarla ( Gruber)
    3.sig Romolo e sig Alessandro vivete in Italia o nello Yemen? Non potreste essere un po meno ossessionati e piu obiettivi nei giudizi ? Nelle vostre famiglie succedono queste cose? E nel cerchio di amici e conoscenti?
    Cordialità

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    Signor Bianchi, devo correggerla: non ho mai sentito Gruber “massacrare” Giorgia Meloni né nessun altro, si tratta solo di una sua insinuazione. Anche questa rivolta ancora una volta ad una donna e di successo come la giornalista.

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  4. Non ho capito che cosa volesse dire il Sig. Massimo Bianchi sul vivere in Italia o nello Yemen mio e del Sig. Alessandro.

    Mah!

    Mi sono semplicemente permesso di trascrivere il pensiero di Tommaso da Kempis, tratto da “L’ imitazione di Cristo”, solo per per far notare, a commento dell’articolo della Sig.ra Gazzato circa la emarginazione femminile dal giro letterario e vita civile (emarginazione non solo delle donne), che nella umana esistenza spesso le brave persone, semplici, sensibili e magari anche valide, sono ghettizzate rispetto a gente spregiudicata e con “santi in paradiso” pronte a spalleggiarle.

    Accade, spesso, un po’ come diceva Totò in: “Siamo uomini o caporali”, che quest’ultimi, i caporali, vadano avanti nella vita non tanto per meri… meriti personali ma solo grazie alla loro faccia tosta e spregiudicatezza.

    Mi dispiace che il pensiero di Tommaso di Kempis, che trovo azzeccatissimo e saggio, abbia apportato nel blog un inatteso e forse malinterpretato intendimento….

    È una mia impressione?

    Comunque un cordiale saluto a tutti i…”blogisti” (si può usare tale termine?)

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    signor Romolo, nessun malinteso, va benissimo, quel pezzo che lei ha postato è molto bello e fa riflettere. E in quanto alla faccia tosta dice benissimo, come per la spregiudicatezza alla quale non c’è mai fine, purtroppo e a farne le spese sono le donne come gli uomini ma forse queste ultime ancora di più.
    Ricambio i saluti
    Ps: forse blogghisti?Mah, non saprei.

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  5. X sta Gazzato : in una trasmissione di Otto e mezzo, la Gruber tranciò la Meloni , che stava parlando di finanziamenti europei, dicendole che i meccanismi dei finanziamenti europei erano troppo complessi per lei e che era meglio lasciasse perdere. Naturalmente la Meloni , documentatissima come sempre su ogni tema, si incazzo non poco di fronte a tanta arroganza . Magari non ha visto l”episodio, ma non c’è nessuno da correggere. Il fatto poi di dire che faccio insinuazioni su una ” brava giornalista” , mentre di fatto sono l’unico tra i suoi aficionados ad esaltare una figura di donna, lo trovo un femminismo a targhe alterne.

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    Bianchi, di solito non me ne perdo una, so che Lilly Gruber è piuttosto ficcante nelle sue battute, ma quando si sceglie di farsi intervistare da lei e di utilizzare una platea cosi vasta, bisogna aspettarsi anche di essere contraddette. Peraltro mi risulta che Meloni si difenda benissimo e questo fa parte del “gioco” dello spettacolo dei talk show e lei (Meloni) lo sa benissimo. In quanto al “femminismo a fasi alterne” glielo rimando al mittente, è lei che dice che Gruber “massacra” qualcuno io la difendo “”Eppure certe donne continuano a massacrarla ( Gruber)”.Ma mi dovrebbe dare le prove che Gruber ha detto proprio quella frase magari non era proprio cosi tranchant.

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  6. X sra Gazzato : negare che la Gruber sia ossequioso e sorridente con gli ospiti della sua fede politica e scostante con quelli di indirizzo diversi è un fatto inoppugnabile. Affermare il contrario è come sosttenere che Gesù sia morto di freddo.Non ho la registrazione della puntata con la Meloni né me ne frega più di tanto. Ho solo riferito che malgrado le espressioni catastrofiche sulla condizione della donna, ce n’era una in Italia riconosciuta dal Times a livello mondiale.Peccato che fosse la Meloni e deve essere stato un boccone un po amaro da buttar giù per molti
    X sr Romulo: il drammatico quadro che ha fatto della situazione della donna non mi pare si possa configurare in Italia ma piuttosto in qualche arretrato paese islamico, tipo Yemen. Per questo le ho chiesto se vive in Italia o nello Yemen.Capito?
    Per finire la sua chiave di lettura del titolo di Totò credo che sia sbagliata. Per Toto i caporali erano i tonti,gli uomini da nulla e non i furbastri.
    Cordialita

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    quello che afferma lo afferma lei, non certo io. Nessuno ha mai negato che Giorgia Meloni sia una donna di carattere e che sia arrivata ad ottenere ottimi risultati in politica, anche se non sono d’accordo con lei su molte cose, né la voterò mai, posso dire che lei a volte mi è simpatica ed apprezzo il suo piglio volitivo e la sua concretezza.
    Si può apprezzare una persona, se si comporta bene a prescindere dalla politica. Che abbia dei riconoscimenti internazionali non può che farmi piacere da italiana.
    I caporali per Totò erano quelli che si approfittavano di tutto e di tutti, ipocriti, fasulli, pronti a vendere anche la propria madre pur di arrivare ad ottenere quello che vogliono e senza disdegnare di leccare gli stivali al potente di turno. Si guardi il film e vedrà che i tonti non c’entrano affatto.

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  7. Ho molto apprezzato la citazione fatta da Romolo di Tommaso da Kempis, tratta da “L’ imitazione di Cristo”.

    In quanto a Bianchi che taccia di “castroneria” il poeta (o forse poetessa) da me citato -giudizio sommario ed offensivo- che ne direbbe il suddetto se qualcuno affermasse con egual giudizio “pregnante”, che sta dicendo ca..late?
    Essere scontenti del proprio stato, è un motivo universale, se poi ci si riferisce ad uno
    stato infimo, come poteva essere in Cina qualche secolo fa, la tristezza di chi vi si trova può essere pienamente giustificata. Ricordo, come esempio di trattamento disumano, che in India si usava far morire la vedova, abbandonandola lungo il Gange insieme col marito defunto.
    In quanto alla domanda se io e Romolo viviamo in altro paese, la risposta è se lei, sig.Bianchi, abbia i prosciutti negli occhi, visto che non vede le forti sperequazioni che ancora ci sono a danno del genere femminile.

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  8. X sig Alessandro: se qualcuno definisse corbellerie le mie opinioni , mi lascerebbe totalmente indifferente. Un vero contrasto di opinioni va bene anche se aspro. Lei cita in maniera astratta un poeta ( uomo o donna? Servo della gleba o mandarino ? Di che secolo) ed onestamente il testo è inconsistente, incomprensibile e stupido. O basta che uno si definisca poeta e dica qualsiasi sciocchezza per essere apprezzato? Le corbellerie non hanno né patria né età.
    Si parlava della condizione della donna oggi e non della Cina di secoli fa. Si faccia un giro per Bologna, Parma, Udine, Treviso, Bergamo, Milano, Genova, Torino e vedrà che la donna non è la schiava da voi descritta. Anche nel nostro profondo sud le donne non sono trattate come scimmie. Per quanto attiene all’India, visto che mi pare lei faccia ampio uso di Wikipedia, si informi sul destino delle vedove indiane e vedrà che non sono abbandonate lungo il Gange, ma sono messe sulla pira funeraria assieme al defunto sposo. Oggi è una bella domenica di sole e spero la trascorra piacevolmente leggendo le opere del misconosciuto pseudo Savonarola tedesco.

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    Nessuno qui scrive che la donna sia una schiava, per quanto ci sono situazioni ancora oggi purtroppo, che ricordano questa situazione soprattutto quando una donna non trova un solo minuto della propria giornata per riposare a causa delle tante incombenze che le ricadono addosso, più che mai durante il lockdown o quando in famiglia non trova nessuna condivisione nella cura della casa che porta via molto tempo a chi ci si dedica e magari ha anche un altro lavoro all’esterno. Si parla di discriminazione ancora molto presente nella società e soprattutto nel giudicare un’opera letteraria e sembra perlomeno “strano” che in oltre 70 anni il premio sia andato a sole 11 donne.
    Per quanto riguarda questo:
    “onestamente il testo è inconsistente, incomprensibile e stupido”. Questa è una sua opinione, quando si giudica un verso di una poesia. che piaccia o meno, criticarlo è legittimo disprezzarlo suona strumentale oltre che vano.

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  9. X Sra Gazzato: mi pare che le sia sfuggito che l’editore del vincitore dello Strega è “La barca di Teseo” di Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio. Come vede sono le donne ( Marina Berlusconi ed Elisabetta Sgarbi) a dettare le linee guida della cultura editoriale italiana. Non le sembra una posizione di potere e soprattutto prestigio? Sono loro le vere persone importanti non un autore che si è fatto pubblicità salendo su una nave di clandestini per accalappiare i soliti tonti political correct. Per quanto riguarda la poesia, lasciamola ai grandissimi. E’ una cosa troppo delicata.Il mondo è pieno di illusi che credono di essere poeti, ti torturano con le patacche che producono e sono solamente patetici.Ma non lo capiscono?

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    Le rispondo con questo che ho trovato oggi in rete e ho copiaincollato perché il link non prendeva:

    “”Corriere della Sera
    La Ventisettesima Ora
    3 luglio 2020

    IL DIBATTITO
    Premio Strega, la battuta di Valeria Parrella sul #metoo che fa discutere (anche della credibilità delle donne che scrivono)
    di Elena Tebano
    @elenatebano
    «E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri!» ha detto ieri la scrittrice Valeria Parrella al conduttore Giorgio Zanchini durante la finale dello Strega, il più importante premio letterario italiano. È bastata una frase, pronunciata con il sorriso sulla bocca, per scatenare una valanga di reazioni sui social network, perché Parrella, in sestina con Almarina (Einaudi), — con una prontezza e una precisione pari solo alla sua gentilezza — ha messo il dito nella piaga di quello che stava succedendo durante la diretta. E che continua a succedere nel mondo letterario e nella società italiana. Zanchini infatti aveva appena introdotto il segmento successivo della trasmissione, in cui avrebbe parlato con il giornalista tv Corrado Augias «di cosa è cambiato in questi ultimissimi anni con il #metoo», premettendo però che sul tema «Valeria Parrella potrebbe tenerci per tutta la sera». Da lì il commento della scrittrice. Così Zanchini si è trovata sbandierata in faccia la contraddizione implicita nelle sue parole ed è corso ai ripari: «Dice perché fra uomini facciamo male a parlarne? Prometto che ne riparleremo anche con lei».

    Non è ovviamente che gli uomini facciano male a parlarne: il problema è che per parlare di un movimento che ha sottolineato la necessità di riconoscere la voce e la credibilità delle donne il conduttore ha scelto un uomo, subito dopo aver premesso che l’unica donna lì presente avrebbe avuto molto da dire. E allora perché non sentire quello che aveva da dire?

    Questo, anche se non sembra, c’entra tantissimo con un tema molto e da tempo dibattuto, che è la scarsa presenza femminile nei premi letterari. Alle donne si riconosce meno credibilità, anche quando hanno molto da dire, anche quando sono molto lette. Vendono, ma non vincono altrettanto i premi, ovvero i riconoscimenti che dovrebbero attestare la qualità di ciò che scrivono.

    In un intervento del 2016 sul sito Il Libraio l’editore Luigi Spagnol, da poco scomparso, rifletteva su tutto questo, partendo anche dallo Strega che nei trent’anni precedenti era andato quasi sempre agli uomini (da allora non è cambiato niente: considerando quello di ieri, assegnato a Sandro Veronesi, 29 dei 34 ultimi vincitori sono uomini). «È vero, si pubblicano tantissime donne, ma i loro libri vengono presi nella stessa considerazione con cui vengono presi i libri dei maschi? Riconosciamo, il mondo letterario e la società in generale riconoscono alle opere scritte dalle donne la stessa importanza che viene riconosciuta a quelle scritte dagli uomini? Siamo altrettanto pronti, per esempio, a considerare una scrittrice o uno scrittore dei capiscuola, ad accettare che una donna possa avere la stessa influenza di un uomo sulla storia della letteratura? D’istinto, la risposta che mi sono dato è: no, non lo siamo. Quanti scrittori maschi abbiamo sentito citare tra i loro maestri, tra gli autori a cui si ispirano o che li hanno maggiormente influenzati, delle donne? Sempre d’istinto, direi pochi» chiedeva Spagnol. E spiegava che tutto questo significa rifiutarsi di «leggere il mondo attraverso, anche attraverso, gli occhi di grandissime artiste che hanno l’unico difetto di appartenere a un sesso diverso dal nostro» e quindi «per noi maschi» rinunciare «alla possibilità di arricchire il nostro orizzonte culturale, di nutrire il nostro mondo interiore».

    Valeria Parrella avrebbe potuto parlare del tema Meetoo e invece hanno scelto Augias, non sembra anche a lei che questo significhi qualche cosa?
    Tralascio di commentare sulle due editrici (lei ha già capito perché) e comunque è ininfluente, rimane il fatto che è ben specificato anche qui, quindi le due editrici sono una conferma ancora maggiore di come anche le donne, a volte, discriminino altre donne (non attribuisco santità a nessuno).
    IN questo caso non capisco perché non poteva essere Parrella la vincitrice. Forse perché il suo libro (Almarina) parla di donne e di libertà e giustizia?
    C’è sempre una ragione per preferire un uomo e i fatti confermano, ciò non significa che sia una ragione valida. Anche perché anche l’anno scorso aveva vinto un uomo…ma la par condicio da noi vale solo per i politici…quando vale.

    In quanto ai poeti, ha ragione, ci sono in giro molti pataccari, ma se con questo voleva darmi questa patente poteva anche farlo in modo più diretto. Non mi offendo.

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  10. Bianchi discutere con lei è inutile, perché lei non discute, fa affermazioni tranchant con l’intenzione proprio di troncarla o di prolungarla fino allo sfinimento, o di squalificare l’interlocutore, altro che “vero contrasto di opinioni, anche aspro”.
    “Corbellerie” non è un’opinione, è un insulto, e se lei non si offende, è forse perché abituato a dirle.

    Ciò premesso lei per confutare una tesi ne esagera in modo ridicolo i lati negativi attribuendo agli altri false opinioni (“la donna non e la schiava da voi descritta”) o si appiglia a disinguo gratuiti e ridicoli che non mutano la sostanza di quanto detto (“le vedove indiane etc.”), vecchio trucco che qui non attacca. E poi batte sempre sullo stesso tasto scordato, come quei bambini che vogliono esaudiri i loro capricci.
    Di che si stava parlando lo so bene, della condizione della donna, e non sarà lei a ciroscrivere l’ambito di discussione, se la donna di Bergamo o di Vattelappesca.
    Se lei è di opinione diversa lo esprima civilmente.

    Infine, pensi lei alla sue domeniche, che quella mie le gestisci io, però un suggerimento voglio darglielo anch’io: si goda la domenica senza rodersi il fegato.

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  11. Augias che parla di Meetoo? non mi meraviglia è un espertone, sa tutto di quasi tutto.
    La Parrella è donna, che ne sa lei? Diciamolo quando c’è da parlare di cose serie ci vuole l’esperto, con la L maiuscola, non scherziamo.
    In quanto alla poesia, a me piace quella che mi piace, poi che ci siano i patacconi va bene, ma e allora?
    Fiori di poeti hanno illuminato questo mondo cosi tetro a volte. Non ci fossero bisognerebbe inventarli e oh…mica è facile poetare, provateci voi , ci provi lei Bianchi, edddai vediamo cosa sa fare.

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  12. X Serena : non scherziamo Serena , la poesia è una cosa seria. Non mi permetterei mai per un senso di ritegno. Mio padre fu fatto prigioniero dagli Inglesi ad El Alamein. Nel suo zainetto portava sempre ” La pioggia nel pineto” perché diceva che leggerla tra il caldo e le mosche gli dava un senso di refrigerio. Ma quello era D’Annunzio. Sono i poeti della domenica che mi fanno un po pena e non capisco la loro presunzione.
    Un caro saluto

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    un elegante (o elefante) riferimento…alla sottoscritta, ma La pioggia nel Pineto sarebbe inarrivabile per chiunque e il “senso di refrigerio” è comprensibile altrimenti si sarebbe chiamata Agosto assolato nel Pineto oppure anche Ossi di polli nel frutteto…comunque bella questa immagine romantica del papà prigioniero che legge D’Annunzio, lo vede che non tutta la poesia vien per nuocere?
    “e non capisco la loro presunzione”, si sforzi un po’,signor Bianchi lei dovrebbe conoscere bene la “materia”.

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