Una vecchia questione di attualità

Potrà sembrare un tema trito. Le donne che in questo periodo soffrono di più a causa della pandemia, del prima, durante e dopo virus.

Le donne si prendono sulle spalle la famiglia, la casa, i genitori, se serve, i figli, il lavoro se ce l’hanno e quando ce l’hanno o è precario o sottopagato e molto meno gratificante di quello di un uomo.
Le donne si occupano delle cure familiari circa 4 ore e passa al giorno, mentre l’uomo 1 ora e passa, secondo una recente statistica.
Ma lo sapevamo e mi meraviglia anche quell’ora, forse più uomini si rendono conto di quanto siano stressanti  i compiti giornalieri di una donna.
Ripetitivi, incombenti, sempre col fiato sul collo. Tanto, a volte, da farle ammalare di stress. Ma poi, chi se ne importa? Nessuno, perchè tanto la casa deve andare avanti, il lavoro se c’è pure, i figli se ci sono idem, i genitori se malati meglio ancora …
E la vita per le donne si è complicata al cubo in questo periodo: loro vengono licenziate di più perché sono loro in genere le bariste, le lavapiatti, le commesse e tutti questi lavori ora sono in crisi profonda e lo saranno, pare, ancora di più in futuro.
Quindi le donne pagano sempre due volte le crisi, sempre, di qualsiasi natura siano.
E se ne devono anche stare zitte perché altrimenti se parlano perdono tempo e risultano delle ingrate.
I maltrattamenti sono aumentati e le donne manco denunciano più, il lavoro a casa costringe ad una convivenza sempre più difficile, quando non assistiamo a casi limite( ma non troppo) del padre che per vendicarsi della moglie che vuole lasciarlo, ammazza i figli, le manda un messaggio dove le annuncia la loro morte e poi si suicida. La tecnologia al servizio dell’orrore.
Uomini “normali” sempre tutti “normali” uccidono i figli o le mogli o le compagne, a seconda di come gli gira ma uccidono.
Ma se tu, donna, osi anche solo far notare che siamo alla notte della civiltà anche qui, nella civilissima Italia, apriti cielo. Si scatena l’inferno.
Tutti pronti a dirti che sono casi, rari, casi, di qualche malato di mente ma certo gli uomini non sono cosi, sei tu, maligna.
Certo, ci mancherebbe che fossero cosi, gli uomini, non lo sono di certo “cosi”.
Però, intanto le donne pagano, pagano sempre, pagano tutto con gli interessi.
E poi, dopo che hanno pagato devono rimettere insieme i cocci e gli va ancora bene.
Perciò chiedere la parità, l’eguaglianza dei salari, i “diritti” delle donne di non essere discriminate o maltrattate o sottopagate o sfruttate in tutti i modi…è utopia. Sembra, almeno “utopia”.Il maschilismo  è una cosa che gli uomini non vogliono più neppur sentir nominare, acqua passata, tanto a loro che gli importa? Mica sanno cosa significa perché il femminismo non è altro che un movimento (superato) che chiedeva solo quello che alle donne spetta di diritto. Una difesa dalla sopraffazione mentre il maschilismo, sotto tutte le sue molteplici maschere è sopraffazione. Ora  se osi alzare la testa, dire la tua, argomentare…pretendere di essere trattata con rispetto… sei vetero femminista, buona solo a perdere il tuo tempo in ciarle e gli uomini, tanti uomini, troppi ancora, uomini, si tengono per manina come all’asilo tra loro e se possono si uniscono  per “dargli una bella lezione”,  per “fargli passare la voglia di protestare” e anche, volendo di pretendere di stare alla “pari” del maschio. Strano, non sembra ma è ancora cosi, anzi più che mai cosi.
Farsi “furbe”. Ecco cosa bisogna fare, farsi “furbe”. Facciamoci furbe, la furbizia paga, meno che agli uomini ma paga. Ecco la soluzione. Ma perché non ci avevamo pensato prima?
Ammicchiamo, salutiamo cortesemente, diciamo sempre di si, abbozziamo, fingiamo di non capire, facciamo l’occhio languido…insomma torniamo all’800 e forse riusciremo a salvare se non l’onore almeno la pelle.
Naturalmente scherzo, anche se, da quello che noto in giro, molte donne lo fanno di già senza nemmeno rendersene pienamente conto.

5 commenti su “Una vecchia questione di attualità”

  1. Mariagrazia hai descritto una situazione realistica dello stato della donna in gran parte d’Italia.
    Il peso dell’accudire alla casa e dell’educazione dei figli ricade ancora in gran parte su di lei, e per coloro che lavorano non è per nulla ottenuta la parità di trattamento economico e di carriera.
    Non parliamo poi degli eccesdi di un sessismo ancora operante nella società.
    Ma molti, a questi discorsi storcono la bocca -e che diamine, ancora se ne deve parlare?- e fingono (o non gli interessa proprio) di non vedere le disparità.
    Per fortuna in Europa le cose stanno meglio, prova ne sia che le massime autorità nella Ue, e sono due donne, la Von der Leyen e la Lagarde e, tra i leader europei, la Merkel primeggia.
    Ma ancora la strada è lunga da percorrere e fai bene a ricordarlo.

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    ecco un esempio (molto tenero) di come le donne lavorano da casa, una dottoressa (in inghilterra i titoli contano) risponde alla BBC sui vari problemi del lockdown e la figlia irrompe nel video chiedendo chi sia quello con cui sta parlando, lo trovo molto significativo:
    https://www.theguardian.com/media/2020/jul/01/mummy-whats-his-name-experts-daughter-invades-bbc-interview

    Qui non l’avrebbero manco considerata.

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  2. X sra Gazzato : veramente l”articolo dice che la bambina, mostrando la foto di un unicorno, chiedesse alla mamma come si chiamasse quello ( l’unicorno) e non il nome di chi stesse parlando con la mamma.Va bè è un dettaglio. Cordialità

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  3. Non saprei se mi fa più tenerezza la mamma o la bambina…la vedete l’esperta italiana che parla in diretta col TG1 ? Non lo so se sarebbe andata cosi, forse dicevano che chiudevano per problemi tecnici, invece qui, che spontaneità in tutti, lei, la bambina il giornalista. Bello.

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  4. Mariagrazia,
    a proposito di inconvenienti alla TV, ricordo quando il siracusano Enza Majorca nelle acque di Ognina (Sr) tentò di battere il record mondiale di immersione in profondità, in assetto costante(ossia facendosi trascinare giù da un peso).
    C’era la televisione a trasmettere il grande evento, e Majorca dopo aver fatto la iper ventilazione, con profondi respiri prolungati per qualche minuto, si tuffò con maschera, pinne e peso. e scomparve negli abissi.
    Ma da lì a poco improvvisamente riemerse urlando come un ossesso:
    “Chi è quello str…o, chi è….”.
    Ma la televisione subito si premurò ad oscurare, e lo spettatore rimase interdetto.

    Cos’era successo? Un giornalista in cerca di celebrità (di cui ora mi sfugge il nome) si era appostato, anche lui con maschera e pinne, a qualche metro di profondità, proprio sul tragitto che percorreva Majorca, allo scopo di fotografarlo.
    Invece fu inevitabile il cozzo, e Majorca infuriato riemerse urlando improperi contro il poco accorto personaggio che gli aveva rovinato il tentativo.
    E’ inutile dire che il tentativo ripetuto il giorno successivo fallì, il nervosismo aveva rovinato le sua condizione atletica.
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    mi pare di ricordarlo.

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  5. A quei tempi, anni sessanta, successe un altro fatto. Una torta in faccia lanciata a un cronista Tv.
    La telecamere non fecero in tempo ad evitare che fosse trasmessa la scena.
    Di quel malcapitato cronista, non si seppe più niente.

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