Moderni cicisbei

Chi sarebbero i cicisbei, oggi? Si chiede un signore intervenuto su un notissimo blog rispondendo al conduttore che aveva affermato che lo contattano molti “odiatori e cicisbei”.

Risposta non c’è stata, almeno sul blog non appare e mi è punta vaghezza di immaginare chi potrebbero essere i cosi definiti “cicisbei” che tanto infastidiscono il noto giornalista.

Intanto cominciamo col dire chi erano: erano i “cavalier serventi” delle nobildonne del settecento alle quali si accompagnavano, ufficialmente, col consenso del marito, felice e contento di avere quel tipo di “protezione” per la moglie che cosi poteva tranquillamente mostrarsi in società, anche senza l’obbligo per il nobile marito di accompagnarla.

Era quella che ora definiremmo una figura (quasi) istituzionale, una specie di “nobile” gigolò ma con mansioni molto diversificate rispetto a quelle ordinariamente espletate da quest’ultimo.

Il cicisbeo era presente sempre accanto alla signora: l’aiutava a vestirsi, a pettinarsi, persino a lavarsi e si narra che non si tirasse indietro neppure li dove il marito qualche volta o spesso, per necessità o virtù, si astenesse dai propri legittimi compiti. Pare che persino  la mamma di Alessandro Manzoni abbia, diciamo, usufruito di questo “servizio” e che lui ne sia la naturale conseguenza, pare, l’ho letto, ma mi dissocio.

Una figura a tutto tondo, insomma, sulla quale si è fatta una vasta letteratura. Letterati di tutto il mondo ne hanno narrate le gesta, da Goldoni a Parini passando per …beh per ora non me ne vengono in mente altri, sforzatevi un po’ anche voi.

Persino Vittorio Alfieri, pare, si sia dedicato in gioventù a questo “mestiere” ed ecco da dove deriva il suo famoso motto: “volli, sempre volli, fortissimamente volli”: dalla volontà di emanciparsi da quello che per un letterato della sua fama avrebbe potuto tramutarsi in” vizio”.

Si, perché, pare, che l’Alfieri non abbia espresso il desiderio di venire legato alla sedia per diventare un grande drammaturgo, ma quando mai? Ma perché, essendo egli stato per ben due anni il cicisbeo di madonna Gabriella Falletti di Villafalletto, ed essendosene egli innamorato, voleva liberarsi da quella che era diventata la sua ossessione.(Pare, io non c’ero e quindi mi dissocio da ogni responsabilità).

Cherchez la femme et… trouvè toujours l’homme (l’aggiunta è mia)

Dunque questi erano i cicisbei e pertanto non si capisce bene a chi il giornalista volesse riferirsi parlando di persone che lo contattano. Forse si riferiva a potenziali da se medesimi ritenuti, grandi drammaturghi, che chiedono di intercedere presso case editrici a lui conosciute, per poter far conoscere al mondo le miracolose opere del loro straordinario intelletto?

Oppure, più semplicemente…e qui azzardo un’ipotesi che potrebbe richiamarmi parecchi invettive poco cortesi…leccapiedi che gli lisciano il pelo, lo adulano da mane a sera, lo circondano di attenzioni quasi morbose per vedere pubblicate le loro strabilianti e portentose e ricche di spunti da prendere da esempio….(prendo fiato) lettere da pubblicare sul blog con costanza bisettimanale (minimo). Naturalmente queste missive sono sempre stilate in modo da non indispettire e non contrastare le idee o ideali del conduttore…ça va sans dire.

E che lo asfissiano e che lui manda regolarmente a …(al più vicino luogo di perdizione). Spesso e anche volentieri.

Si, perché, immagino, e non essendo nella sua testa, mi dissocio dalla mia stessa immaginazione, i “cicisbei” di cui parla il noto giornalista non sono solo dei lecchini (uso un termine un po’ forte mi scuserete ma non ce n’è uno che si attaglia meglio a questa genia), sono spesso anche molto pettegoli e gli riferiscono, sempre blandendolo, informazioni (disinformate)non richieste su chiunque non stia a genio alla genia.

Informazioni delle quali il giornalista non sa, ovviamente che farsene ma che, nella testa del cavalier servante, spesso un paranoico con tendenze schizzoidi, sono ritenute indispensabili per rendergli un servigio ed accattivarsene la simpatia.

Beh, mi pare di avere esaurito il tema, ormai sembra chiaro che il “cicisbeo” non è esattamente un tipo che possa essere ben visto da chi abbia una professione cosi delicata come quella del giornalista che ha a che fare col mondo intero e non può certo perdere il suo tempo a dar dietro a certi rompipalle invadenti e insopportabili che infestano le redazioni dei giornali.

Ecco, avrebbe voluto scrivere “lecchini rompipalle” ma poteva sembrare irriverente verso la “categoria”.

In fondo, poi, è sempre meglio rimanere “amici”…n’est ce pas?

E io lo capisco.

11 commenti su “Moderni cicisbei”

  1. Veramente gustoso questo approfondimento sui cicisbei, dalle lontane origini fino ai cicisbei moderni. Ma mentre in passato questa figura era riconosciuta e accettata, perfino “utile”, oggi a quanto pare è piuttosto una sorta di calabrone che ronza intorno al malcapitato preso di mira, di mosca cavallina difficile da cacciare, di tafano molesto e insopportabile.
    Ho tutta la mia comprensione per quel giornalista e per chiunque vi incappa, occorre armarsi di santa pazienza e mandarli… al diavolo.

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    il problema è che non ci va…il cicisbeo è come l’aglio più lo mandi giù e più ti torna su…

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  2. Mi associo e non dissocio sul fatto che i veri cicisbei non esistono più infatti per meglio definirli si usano altri termini più attuali ,quelli del passato avevano una loro utilità ed erano pure ricercati . Recentemente ho rivisto un vecchio film di Totò che interpreta magistralmente il ruolo del cicisbeo. https://www.youtube.com/watch?v=KbsRGaHp8jg……….chissà se il termine cicisbeo può derivare dal saluto veneto ancora attuale ciao beo

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    bene Carmela, mi hai letto nel pensiero? Avevo pensato anch’io a quel film ma poi ho anche pensato che Totò lo nomino troppo e potrei diventare fanatica (anche se lo sono), in quanto all’etimologia della parola…perché no? suona bene, ma i testi sacri riportano:”suono onomatopeico che deriva da ciacole, birignao,chiacchiericcio etc. che poi i cicisbei ci siano ancora…uhu se ci sono hai voglia quanti ce ne sono…sotto mentite spoglie (molto mentite) ma ci sono…
    Comunque quel film lo so quasi a memoria è uno dei miei preferiti e Totò è in grande forma: “lavatura, sbiancatura, stiratura”…

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  3. Hai capito ‘sti ciccisbe…oti…e io che credevo che fossero delle personcine che al massimo passavano le giornate a guardarsi i nei.
    O a farseli con la matita. Invece oh, persino il grande Alfieri, cicisbeava con la contessa…non dico che mi sia caduto un mito, ma quasi.
    Volli sempre volli…ecco che cosa volleva…

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    mi dispiace Serena, l’avessi saputo…spero te ne farai una ragione.

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  4. Io credo semplicemente che chi ha scritto quella lettera abbia usato un termine improprio e che intendesse qualcos’altro.
    Ci sono tante parole, come cicisbeo, che sono cadute in disuso, e la maggior parte delle persone non sa cosa vogliono dire. Oppure gli attribuiscono un significato sbagliato, magari messi fuori strada dal suono della parola.

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  5. Il dizionario etimologico di Giacomo Devoto (1968), riporta:
    cicisbèo, incr. della seria onomatopeica ci…ci… simbolo del “bisbigliare” e di babbèo.
    Anche bisbigliare è termine onomatopeico che si fonda sulla successione b… s… l (come Bisciolo), e babbeo appartiene alla serie b… b… del balbettare.
    Saluti e bu…bu…buona giornata.

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    e chi sarebbe Bisciolo? L’ottavo nano?

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  6. Sempre dal Dizionario etimologico del Devoto:
    bisciolo, forma onomatopeica del tipo b…s…l, propria del “bisbigliare”.
    Però, geniale l’idea dell’ottavo nano, quei Sette in fondo hanno bisogno di una novità, si sono un po’imbolsiti.

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  7. Per il signor Lenzini.
    Certo, nell’accezione antica di cavalier servente, la parola ha perso quasi l’uso, però nel senso moderno di “corteggiatore galante e lezioso” rende bene l’idea, meglio di “damerino”.
    Comunque concordo che in ogni caso è poco usata, da ciò l’equivoco, quando qualcuno la ripesca, del suo significato.
    Cordialità

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  8. Lenzini
    quando esponiamo le nostre idee agli altri corriamo sempre il rischio che non siano d’accordo con noi, del tutto, o in parte.
    Se vogliamo sempre avere ragione dobbiamo parlare con amici che sappiamo per certo che ce la daranno (o quasi) o almeno, davanti a noi, poi, non si sa.
    O altrimenti rivolgerci ad una platea formata da bipedi da cortile (con tutto il rispetto per oche e galline e tacchine che sono animali intelligentissimi).
    Oppure, se ancora non si trova piena soddisfazione…ricorrere ad uno specchio.
    Qualche camera caritatis volendo, si trova, ma non sarà mai un confronto ma solo un monologo.

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  9. E’ vero. Il problema che ha descritto è reale, anche se non ho capito a cosa si riferisce nello specifico.
    Lei ha trovato la soluzione creando un blog tutto suo e gestendolo opportunamente.
    Coltiva gli utenti amici che la pensano come lei e scoraggia quelli che la pensano diversamente.
    Esordisce con un monologo per esprimere apoditticamente la sua posizione e attacca chi la contesta.
    Chi interviene non ha ovviamente gli stessi diritti dell”amministratore, che si è fatto il mazzo per creare il blog.
    Siamo ospiti in casa sua e ci dobbiamo togliere le scarpe entrando se in casa sua si usa così.
    Alla fine, se in casa sua l’ambiente diventa antipatico, posso solo evitare di venire a farle visita.
    Buon proseguimento!

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    mi stupisce la sua acredine. Lei sa bene a cosa mi riferisco non faccia lo gnorri. Se vuole può farlo sapere anche al blog.
    Se vuole, è una sua libera scelta, ovviamente.
    Io non scrivo solo qui e controbatto con forza le opinioni che contrastano con le mie senza fare vittimismi e lo sa anche lei. E me ne sono prese tante, ma cosi tante che lei neppure immagina. Ma anche tante condivisioni, ad onor del vero.
    Per il resto può risponderle se crede, chi scrive qui, se quello che dice lei non siano solo gratuite insinuazioni e mi stupisce che le faccia dopo tante discussioni seppure animate, ma sempre civili che abbiamo avuto qui sopra. Ma lei direbbe che sono tutti “amici”, o “complici”, ma io con gli amici posso anche litigare, mentre lei se capisco bene li vuole solo plaudenti oppure si ritira ingrugnato.
    Può sempre farsi un blog suo, come ho fatto io e poi mi dirà se funziona come dalla descrizione che lei fa del mio. o se chi lo frequenterà accoglierà a braccia aperte tutte le sue tesi e lei li contesterà mentre accoglierà solo quelli che la contestano o polemizzano o protestano perché non sono applauditi a dovere. Le faccio i migliori auguri.
    Ma non credo che non frequentare un blog solo perché le nostre idee non vengono sempre condivise quando si ha piacere di esprimersi, sia un motivo sufficiente. Credo sia più giusto mettere in conto che non vengano condivise e continuare a battersi se si è convinti e non pensare e insinuare che ci siano pregiudizi contro le nostre idee. . Cosa peraltro offensiva nel riguardo di chi le accoglie e le argomenta.Ci possono anche essere blog che attuano la “politica” che lei descrive, ma certo questo non è fra quelli. Di sicuro.
    Per il resto mi sembra grande abbastanza per decidere chi vuole o non vuole frequentare, ma il vittimismo, a mio parere, posso sbagliare, è un atteggiamento, se possibile da evitare.Ma se trova l’ambiente antipatico, in fondo chi glielo fa fare?
    La saluto.
    PS: le scarpe le può tenere, non siamo in una moschea.
    E se posso darle un consiglio non perda tempo ad ascoltare certi cicisbei moderni.
    Comunque, Lenzini, se ha piacere di commentare, le passo i commenti senza controbattere nulla, a meno che non sia del tutto d’accordo con lei, nel qual caso lo dico.

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  10. Gazzato, tu ……

    Risposta:
    Non pubblico il post di Bifani, l’ho cancellato perché è osceno e offensivo, ma non è il primo e suppongo non sarà l’ultimo data la meticolosità con la quale continua da anni a indirizzarmi le sue moleste “attenzioni”. Non mi interessa sapere perché lo fa ma se pensa di poter continuare a lungo a “divertirsi “ alle mie spalle sappia che ci sono i mezzi legali per fermare questo stillicidio continuo. E sappia che il suo indirizzo ora si trova in Spam che è il luogo che compete a chi si comporta come lui.

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  11. Lei sa benissimo che io non pretendo di avere ragione, anche se sostengo le mie idee con calore e determinazione. Il mio obiettivo è alimentare la discussione con punti di vista a volte contrastanti o provocatori, ma, per lo più, complementari, per completare il quadro.
    Non attacco mai nessuno come persona, e sono semmpre bbastanza garbato anche quando contesto le idee degli altri.
    Lo faccio sempre portando argomenti concreti e senza ironia o sarcasmo e cercando di non esagerare.
    Per esempio, perlando di lavoro e di sindacato io ho sempre fatto riferimento alla mia lunga esperienza di lavoro che mi ha portato spesso a discutere con i sindacati.

    Certo, se la penso completamente all’opposto di lei o di altri, lo dico.

    Quello che mi toglie il gusto di contribuire al suo forum – lo ripeto – e di sentirmi etichettato con cliché che non corrispondono alle mie idee, di leggere repliche frettolose e delegittimatorie, di essere considerato, come ho scritto su Italians, un “politicamente scorretto” con idee retrive, al quale non vale neppure la pena di rispondere nel merito (tanto non capirebbe e non cambierebbe idea).

    Ma il problema essenziale è se in un gruppo ci sentiamo amici e ci stimiamo, pur nella differenza di opinioni, e apprezziamo il fatto di interagire e argomentare.

    Se le repliche sono ostili e infarcite di ultimatum, la sensazione è quella di essere di troppo e non gradito, e io non mi sono mai intestardito a voler stare in paradiso a dispetto dei santi.

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    qui non si mettono etichette né si giudica nessuno, si discute sulle opinioni e basta.

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