Prigionieri della paura

Sperimentata la prigionia durante i mesi di lockdown ora che possiamo di nuovo uscire la gente ha le reazioni più disparate. Chi si ributta in mezzo alla folla come se niente fosse successo o chi non si sente sicuro di aver ritrovato davvero la libertà e fatica ad uscire.

E successo che domenica 17 maggio la gente sia ritornata a riassaporare la libertà anche se munita di mascherina e che molti si siano riversati in parchi e strade cittadine senza troppa considerazione delle famose linee guida dettate dal governo sul distanziamento sociale da tenere per non rinfocolare i contagi

A Bergamo, dove il virus ha fatto centinaia di vittime, la gente si è data appuntamento sulla via del passeggio la Corsarola e l’ha letteralmente invasa. Il sindaco Gori, col suo solito aplomb, ha registrato un video dove esterna il proprio disappunto per questo comportamento che giudica irresponsabile anche se non usa questo termine.

Ha ragione, direi, cosi a prima vista. Anche a me vedere quella viuzza super affollata, con la gente gomito gomito taluni senza mascherina, francamente, ha fatto rigirare un poco le budella. ma come ? Siamo stati sprangati per due mesi senza poter mettere il naso fuori se non a rischio di reprimende (oltre che del contagio) ed ora che il peggio sembra passato, facciamo come se niente fosse successo?

Come si spiega questa totale mancanza di prudenza che alcuni dimostrano? Sembra quasi un modo per riappropriarsi delle libertà negate in questi mesi ed anche uno sberleffo alle istituzioni.

Insomma, ora che in teoria si può, ci riprendiamo la nostra libertà! In molti sembrano aver pensato. E non hanno paura del virus.

Io non lo so, non mi butterei tra la pazza folla, credo che la prudenza sia non solo un obbligo ma una cosa di buon senso. Ma questa vicenda ha fatto affiorare troppe tendenze autoritarie nei nostri governanti, in generale, che forse chi ha una sensibilità particolare e detesta le costrizioni (io sarei tra questi), anche se ha ottemperato minuziosamente alle indicazioni, ora non ce la fa più ed esagera nel senso contrario.

Una via di mezzo? Non lo so se esista nel caso della libertà. La libertà o è tale oppure non è.

E credo dovremmo interrogarci se abbiano sempre usato solo il buon senso o se in questo periodo non siamo stati troppo influenzati  dalle direttive del governo.

Forse entrambe le cose, non sono in contraddizione in fondo. Ma non possiamo certo continuare ad avere paura di virus o di multe o di contravvenire a divieti, alcuni fin troppo repressivi, magari persino insensati.

Rischiamo di perdere di vista che siamo prima di tutto persone libere, che la Democrazia si basa fondamentalmente sulla libertà dell’individuo anche a rischiare di ammalarsi e anche di morire. E che deve essere una libera scelta quella di darsi delle regole o di attenersi a delle prescrizioni per un certo periodo, ma non possono certo  essere imposte a vita, prima o poi dobbiamo riappropriaci di noi stessi e della nostra libertà che è preziosa quanto la vita.

Non possiamo rimanere prigionieri della paura.

 

4 commenti su “Prigionieri della paura”

  1. Era immaginabile che al primo allentamento delle misure restrittive, la maggioranza delle persone ne avrebbe abusato. Il governo dice che sono pronti a fare marcia indietro, se si dovesse constatare una ripresa dei contagi. Io credo che non ne avrebbe più la forza.
    Una volta riassaporata la libertà, sarebbe difficile rinunciarvi come agli inizi quando la paura del nuovo “ospite” ancora sconosciuto ha prevalso. Man mano però ne abbiamo preso dimestichezza, lui fatte le sue vittime, quelle più deboli o più sfortunate, sembra appagato, anche se non per sazietà, ma perché si trova dinanzi una popolazione più resistente, più giovane, o più accorta.
    Tra due o tre settimane sapremo se il virus ci terrà ancora sotto scacco o lo scacco matto l’abbiamo inferto a lui. Intanto attenersi ancora a certe regole di buon senso non guasta, In certi casi la prudenza non è mai troppa.

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  2. Purtroppo la democrazia si è un po’ deteriorata.
    In teoria i cittadini dovrevvero delegare con convinzione e fiducia l’autorità, e il relativo uso di azioni coercitive alle istituzioni dello Stato. Un po’ come si delegano certe attività all’amministratore del condominio, o, in altri contesti, al professionista di turno, medico o avvocato.
    Per molte persone, anche a causa del martellamento dei populisti e dei complottisti, le istituzioni non meritano più la nostra fiducia ed esercitano un potere illegittimo di coercizione del cittadino.

    Da qui il superamento del limite di 130 in autostrada (è un limite che non serve e lo rispetto solo se c’è l’atovelox vicino).
    Da qui il rifiuto di raccogliere la cacca del cane se non c’è rischio di multa.
    Da qui l’accensione della sigaretta prima di uscire dai locali della metro ….

    Stante questa diffusa e generalizzata sfiducia nella saggezza dei nostri amministratori, finisce che tanta gente tiene comportamenti irresponsabili e pure autolesionisti solo per il gusto di non avadere le regole.

    E sempre per questo quelli più rispettosi, ma non tanto convinti neanche loro, si abbandonano a comportamenti di rivalsa esagerati appena il vincolo cade.

    A quelli che danno una grandissima importanza alla libertà e all’autodeterminazione ricordo che, in una società civile, la libertà individuale finisce dove inizia la libertà deglli altri cittadini.
    Per esempio, un cittadino è libero di ubriacersi o di drogarsi in casa sua, ma non è libero di mettersi alla guida in quelle condizioni.
    Un fumatore è libero di distruggersi i polmoni, ma non è libero di rovinare col fumo passivo quelli di chi gli sta vicino, né di rischiare la vita lasciando senza reddito una famiglia che dipende da lui per andare avanti.

    Il caso del coronavirus è emblematico. Tutti i comportamenti che ci chiedono servono soprattutto a garantire la salute, la sopravvivenza, e, quindi, la libertà degli altri, e non abbiamo il diritto di non rispettarli.

    Chiudo con una battuta (autocensurata) che ho detto, in metropolitana, a due ragazzi che si erano abbassati la mascherina per parlare tra loro a voce alta. Gli ho fatto osservare che avere su la mascherina serve proprio quando, si parla ed è insensato e irresponsabile abbassarla. Sarebbe come sfilarsi il ……… prima di ……….

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    ” quelli che danno una grandissima importanza alla libertà e all’autodeterminazione ricordo che, in una società civile, la libertà individuale finisce dove inizia la libertà deglli altri cittadini”
    Un classico, il difficile è stabile la linea di confine e chi dovrebbe stabilirla. Se a farlo è l’ stato per un tempo superiore al necessario (ma anche no) è coercizione e privazione della libertà individuale.Anche se a fin di bene. Il chè in questo caso non è in discussione.

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  3. Lenzini
    ma se non sono malato perché mi dovrei chiudere in casa? Se non sono contagioso posso solo contagiarmi e se mi contagio poi contagio altri,,,ma se io sono una persona libera lo stato non mi può mettere in quarantena da sano, non so se ho reso.
    Chi fuma avvelena anche me ho provato a dirgli di smettere ma mi fanno una bella risata in faccia e allora? Lo stato dovrebbe intervenire anche qui? Lo fa? No.
    Chi inquina inquina i miei polmoni e lo stato che fa? Diciamo che ci guadagna in entrambi i casi e anche tanto, mentre nel caso del virus deve spendere. Quale è il confine allora?
    Ho parlato un po’ troppo, torno in silenzio.

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  4. Il problema è che nessuno di noi sa se è sano.
    Ormai il virus circola da 4 mesi e ci sono oltre 200.000 contagiati accertati. E questi oltre 200.000 chissà quante persone hanno frequentato …
    Ciascuno di noi può essere un contagioso asintomatico o può diventarlo.
    Per questo bisogna linitare i contatti e questo limite va applicato a tutti.

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