Impepata di cozze

Che qualcosa stia cambiando? Cosa c’è di nuovo nell’aria? L’ho pensato stamattina quando entrata in salotto mi ha subito avvolto il profumo pungente del’impepata di cozze che proveniva dal piano di sotto.

Sono tornati, ho pensato, bel segnale, passata la paura? I miei vicini erano assenti da una settimana, spinti forse dal bisogno di vedere facce gioiose e familiari per cercare conforto. Dal profondo nord al profondo sud dove ancora si respira l’aria e la vita è più lieve, qualcuno avrà anche pensato alla legge del contrappasso. Ne sono quasi sicura.

Oggi qui piove, a dirotto. L’acqua guarisce molti mali, non per nulla le lacrime sono un “detergente” naturale degli occhi e dell’anima.

A proposito di detergere…

Sinceramente, che l’acqua e il sapone fossero il miglior antidoto antivirus lo sapevo da quando bambina me lo hanno insegnato come prima regola. A casa mia l’acqua e il sapone, da sempre, si sprecano. Mi dispiace dirlo perché in molti paesi l’acqua manca ed è, lo riconosco, il bene più prezioso, ma ciò non toglie che da me se ne faccia da sempre largo uso.

Lo testimoniano le bollette, almeno la pago e la pago anche cara (anche se è impagabile).

Ora poi, non ne parliamo, abbiamo tutti, in famiglia intensificato le lavate di mani .

Luoghi affollati, poi, personalmente ne ho sempre (potendo) frequentato pochini.

Ma in questi giorni quelle che si sprecano sono le chiacchiere. Eppure, specialmente politici e medici, a mio parere, dovrebbero dosare le parole col bilancino del farmacista.

E invece…giù a spararle.

Non voglio criticare chi come Zaia e Fontana, in questi giorni sono stati presi di mira per gesti e parole…chi è senza peccato…etc.etc.

I due stanno affrontando una situazione del tutto inedita ed è comprensibile che qualche corbelleria scappi, mi meraviglierei del contrario.

Ma io mi fido di loro e anche del governo. Ma si, navigano a vista, sembrano pulcini nella stoppa, fanno tenerezza ma, certamente non faranno niente in malafede, li vedo persino troppo preoccupati. Magari faranno molti errori ed anche gravi ma non me la sento di infierire, mi fido che operino per il meglio e tanto basta.

E poi mi fido dei nostri medici e ,ricercatori, per me sono i migliori al mondo e sanno come gestire, pur con molte difficoltà, questa situazione.

Ma a chi ci specula mi sento di dire che sono degli sciacalli sfruttatori e che meritano la galera a vita. Ma forse sono ancora troppo buona.

8 commenti su “Impepata di cozze”

  1. Mariagrazia,
    mia madre dopo essere sopravvissuta al terremoto di Messina, nel 1908, è scampata a Catania pure dalla terribile epidemia delle spagnola.
    Allora le notizie non si propagavano con le velocità e nella quantità di oggi, non c’era chi ti potesse dare suggerimenti in tempo reale per la prevenzione del male, non c’erano mascherine da usare, come oggi, andate a ruba a prezzi esorbitanti.
    Ci si regolava semplicemente col buonsenso, e si sperava nelle buona stella.
    Se me lo consenti, ti trascrivo qualche brano delle sue memorie, relative a quel tempo(allora aveva dieci o undici anni), scritte da grande, con semplicità, ma con l’efficacia di chi ne fu testimone.

    “…intanto fuori, si coglievano qua e là mormorii allarmanti di una terribile epidemia che stava arrivando. Il male crudele si manifestava con la tosse e la febbre alta, e non c’erano cure per stroncarlo: si moriva ed era estremamente contagioso.
    Veniva dalla Spagna e per questo era chiamato spagnola, nome gentile che mal si conciliava col terribile morbo.
    Quando si sentirono le prime voci, quasi non ci si credeva, forse era esagerato quello che si diceva, in giro per i quartieri, ma quando piano piano si videro per le strade i carri che raccoglievano i numerosi morti e non c’era il tempo per approntare le casse, e i cadaveri venivano frettolosamente buttati gli uni sugli altri, la gente atterrita scappò per le campagne. Ma neanche la campagna fu risparmiata, così perirono intere famiglie.
    Le scuole, i locali pubblici, avevano già chiuso i battenti, ora anche le botteghe, solo alcune, quali i panifici rimasero aperte.
    Le persone si guardavano a vicenda dubbiose, impaurite, il contagio si propagava pure via aria, tutti si tenevano lontani da amici e parenti, una stretta di mano poteva essere fatale.
    A me e Gigi, essendo i più grandi in famiglia, toccò di uscire a comprare l’indispensabile. Camminavamo muti, nel mezzo delle strade per stare lontano dai muri delle case che sarebbero potuti essere infetti, con i bastoncini di canfora tenuti sotto il naso, e vedemmo con occhi impauriti, nelle case terrene, i corpi senza vita in mezzo alle stanze con qualche candela accesa, e sentimmo odore di morte in tutti gli angoli, grida, invocazioni, puzzo di disinfettante, e camion fermi davanti alla case in attesa che gli addetti, muniti di bavagli e guantoni, vi caricassero i morti, bambini o adulti che fossero. La morte impietosa mieteva vittime in tutte le case, ma noi, proprio noi, fummo miracolosamente risparmiati, salvi come al tempo del terremoto di Messina”.
    Ecco la testimonianza di quello che fu la terribile pandemia spagnola, che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo.

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    davvero complimenti, tua madre era una scrittrice con un talento raro per come ha descritto quei momento.
    Ma ne è scampata perché non era la sua ora e doveva adempiere la sua “ghianda”e crearsi una famiglia ed avere dei figli. Aveva certo la sensibilità dell’artista e questo, a volte, significa che il destino si deve compiere per tramandare eventi che altrimenti senza i poeti, gli scrittori e i pittori, andrebbero perduti.

    In quanto alle mascherine, servono in ospedale ma in giro da noi non se ne vedono. A mio parere sono terrificanti.

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  2. Una considerazione generale.
    Inizialmente gli esperti e meno esperti sono partiti a ruota libera, esprimendosi liberamente, e ci sono state polemiche anche pesanti tra l’ala preoccupata (Burioni) e l’ala rassicurante (Gismondo).
    Poi, improvvisamente, un giorno sono passati tutti sui toni rassicuranti, e il nuovo corso è stato sancito in Porta a Porta di Bruno Vespa.
    Cosa era cambiato?
    Presumibilmente era cresciuta la preoccupazione per gli effetti economici dell’epidemia: turisti che cancellano le prenotazioni, embargo sui prodotti italiani, collegamenti aerei chiusi …
    Il governo avrà deciso che era meglio rassicurare all’estero per cercare di tamponare la crisi e avrà dato disposizioni precise a tutti.
    In realtà, i dati che sono stati presentati erano gli stessi di prima, ma erano letti in maniera opposta. Dal bicchiere mezzo vuoto al bicchiere mezzo pieno.
    Prima sapevano che il tasso di letalità (morti/contagiati accertati) era del 2-3% (quello dell’influenza sta sullo 0,5 per mille) e appariva un dato preoccupante.
    Da Bruno Vespa il prof. Ricciardi ha detto che il 95% guarisce, che, detto così, sarebbe anche peggio, ma lo ha detto in tono sdrammatizzante. Forse voleva dire che il 95% guarisce senza bisogno della terapia intensiva.
    In effetti anche in Italia siamo sui 30 morti su 1000 contagiati, come in Cina, e il problema è serio.
    Però, una volta prese le misure necessarie, è inutile sottolineare.
    Un fatto curioso è che, per sdrammatizzare, hanno detto che in Italia erano morte solo persone anziane e malate, tra cui una signora di 62 anni.
    Personalmente, essendo sensibilmente più vecchio, non troverei per niente naturale morire, anche se sono parte della categoria.
    Anzi, in un tempo in cui si celebrano i morti facendo interviste ai parenti in lacrime, che ripetono quanto erano brave persone, quei 30 poveracci non hanno avuto neanche una menzione, quasi non fossero stati esseri umani.
    Siamo in un momento in cui i paradigmi cambiano profondamente.

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    ha ragione, cambiano i paradigmi si adeguano alle circostanze, proprio come la politica.

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  3. Interessante questa carrellata di “eroi”, tra i quali metterei Angelo D’Arrigo, quel giovane che volò col suo deltaplano, per monti e per mari, nei cieli azzurri del nostro pianeta, seguito dalla sua aquila, prima che un volo di prova su un piccolo aereo da turismo ne stroncasse la vita.
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    perché non ci mandi un link che ne parla?

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  4. Nel 2016, il cantautore rapper reggiano Murubutu ha pubblicato un album, L’uomo che viaggiava nel vento, in onore di Angelo D’Arrigo.

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  5. Ma che è? Qui ci diamo alla culinaria?
    Certo che stà impepata mi suona bene, deve essere una cosa con le cozze affogate nel peperoncino una cosetta leggera…mica scemi i vicini, prima se ne vanno in vacanza e poi si preparano i manicaretti, giusta strategia direi.

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  6. Signor Lenzini,

    lei dice: “Un fatto curioso è che, per sdrammatizzare, hanno detto che in Italia erano morte solo persone anziane e malate, tra cui una signora di 62 anni.”

    Ha ragione da vendere, in un Paese in cui la speranza di vita aumenta, dalle dichiarazioni di molti, sembra che si voglia affermare che la vita, man mano che scorre, non vale più la pena di viverla: e invece è l’opposto, poiché l’anziano deve fare i conti col suo “resto di vita”, questo, man mano che si riduce, per lui acquista valore, è perciò importante che lo possa vivere il meglio possibile. Con ciò non vorrei essere frainteso come fautore del cosiddetto “accanimento terapeutico”, ma sono del parere che proprio agli anziani dovrebbe essere garantita una vita il più possibile priva di malattie, serena e dignitosa.

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