Luigi è solo

“E non ti pago”. Dicono i parlamentari grillini alle casse di Casaleggio. E se ne vanno, escono dal movimento a botte di una quindicina al mese, due anche ieri. Se ne vanno singoli o in coppia dal movimentato  movimentoso ( o ingessato) sempre più in crisi di consensi e con una leadership che traballa.

Si, DiMaio traballa.

Chi l’avrebbe mai detto solo qualche (poco) tempo fa, quando gridava dal balcone “abbiamo sconfitto la povertà”?

Poveraccio, oggi sembra che, invece della povertà, lo sconfitto sia lui. Scuro in volto, teso, insicuro, titubante.

Si presenta agli impegni istituzionali come un trampoliere: su una gamba sola. Insomma, non convince.

Si parla di riunione per decidere il da farsi. Sembra che vogliano farlo fuori in tanti. In tanti aspirano a prendersi la guida, a capopoliticare e riportare un movimento stanco agli splendori del tempo in cui era al massimo splendore.

Ormai con DiMaio, il movimento frena e capotta. Si sentono fare tanti nomi, ma soprattutto uno gira con frequenza sospetta: il tigrotto della Malesia DiBattista(Khan).

Proprio lui con quel “Di” all’inizio potrebbe essere il prossimo a prendersi la guida del partito.

DìQualcosa, comunque smentisce, tutti smentiscono, ma non si sente più quell’ipocrita borbottio sottotraccia che  “sololuigi”… ormai Luigi è solo.

Farà “solo” il ministro? Ma si, in fondo potrebbe anche dirgli meglio. Guidare fino alla prossima sconfitta (sicura) non è più piacevole. Meglio lasciare il volante allo spericolato che se la sente.

Lui ormai è lanciatissimo, può pure scendere in corsa. Attento alle curve, ministro.

 

7 commenti su “Luigi è solo”

  1. Di Maio sta tocca di con mano la differenza abissale tra opporsi, criticare, promettere, e governare, programmare , realizzare.
    Sta anche pagando l’inesperienza e la presunzione che la competenza non fosse necessaria in politica.
    Inoltre sta pagando l’affievolirsi dell’ondata di protesta che l’aveva portato in auge.
    Infine ha deluso la mancanza di coerenza
    rivelatasi nel salvataggio di Salvini e nell’affare Ancelor Mittal, e l’impatto minimo del reddito di cittadinanza come aiuto efficace per trovare lavoro.
    Insomna: chi troppo in alto va cade sovente, precipitevolissimevolmente

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    poveraccio, ne hai fatto un quadretto desolante, ma si, si era un po’ montato la testa forse? Ora l’ha smontata.

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  2. Bene, DiMaio si è dimesso da capopolitico del Movimento con un discorso che se lo ricorderanno a lungo da quelle parti.
    Si è levato una montagna di ghiaia dalle scarpe da ministro, lucide e perfette, dove li tenesse tutti quei sassolini non si spiega.
    Ma gliele ha cantate a tutti. Nessuno escluso.
    Ha detto che lui ha fiducia, si fida di tutti,il prossimo suo lo tratta come se stesso, si però non è mica scemo eh, ragazzi.
    Si sa guardare alle spalle. Lui intanto, ridendo e scherzando, da ragazzo di pizzeria è diventato signor ministro…poh, gli manca solo il cilindro e poi è la controfigura perfetta di Petrolini.
    Quella che ha pianto e piange ancora è Virginia. Come si amavano quei due…ho sentito che vuole fare il bis della sindacatura…ha coraggio da vendere quella donna e anche faccia da vendere.
    Beh signori, romani, non concittadini (stò da tutt’altra parte) e che ve costa? Rieleggetela mo’, in fondo ha fatto parlare de Roma, come ha fatto parlare de Roma lei..manco Rutelli er piacione .
    Insomma, mi sono un po’ commosa allo speech del nostro ministro degli esteri, non me l’aspettavo questa mossa di (romano) orgoglio.
    Aveva paura della ciabattata emilianoromagnola?
    Forse, ma soprattutto aveva quella montagna nelle scarpe, ora si vede che sta meglio.
    Avranno a che fare con il “bel ” Crimi(naltango), meglio di lui per farli pagare i rimborsi chi potevano trovare?
    Con quella faccia da “abbaiaepuremorde” non si salva nessuno.
    O cacciate o vi caccio. Questo è già il suo motto.

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  3. Ma Di Batosta, in tutto ciò, c’entra qualcosa?
    Mi sembra il convitato di pietra, nessuno la nomina, ma tutti lo pensano. Aleggia come uno spiritello con una mazza nascosta dietro la schiena.
    Di Batosta, prima o poi darà la sua legnata. Crimaldello è avvisato.
    RISPOSTA
    Crimaldello? DiBatosta? Non male, ma al momento è in Iran per un reportage (non si fa mancare nulla), ma prima o poi arriva.
    Ma Dimma è contento, si è sfogato, si è levato la responsabilità di fare la “pittima”nei riguardi dei cattivi pagatori…può fare il ministro a tutto tondo tanto…per il peso che abbiamo sullo scacchiere internazionale, possiamo anche mandarlo in vacanza.

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  4. Secondo me, Luigi più che solo è sòla. Si perchè d’accordo con Grillo e per non far cedere il governo in caso di altra dèbace in Emilia, quasi scontata, lui si è chiamato fuori in tempo lasciando ad altri il compito di battersi o non battersi il villoso petto. Infatti ora l’ingenuo Crimi si batte il suo come Tarzan dicendo: “Sono io il capo, non un passacarte”…
    Strategie demo…grilline.

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  5. Sulla scia di Milena Marra osservo che, mentre Di Maio ha fatto la mossa del cavallo e la legge sulla prescrizione è in stallo, i grillini di sinistra scalpitano per correre verso il PD.
    Si daranno tutti all’ippica?

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    Buona battuta. Forse più che l’onor potè il denaro…

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  6. Di Maio si è dimesso in buona misura perché non vuole l’alleanza o la convergenza con il PD, perché M5S era nato come partito non allineato ed aveva preso tanti voti per quello.
    E, effettivamente, se M5S si appiattisce sulle posizioni del PD, molti dei suoi elettori arriveranno alla conclusione che, a questo punto, meglio votare direttamente il PD, cosa che è avvenuta nelle recenti regionali.

    La novità e la specificità del M5S si sono perse quando si è alleato prima con la Lega e poi col PD, e mi pare ragionevole che gli elettori che avevano abbandonato i partiti tradizionali perché affascinati dalla sua originalità tornino all’ovile.
    Tanto più che i grillini hanno dimostrato ampiamente di essere inadeguati, sia in politica interna che in politica estera.

    La dimensione giusta per il M5S è inferiore al 10%, paragonabile a quella dello spagnolo Podemos.

    RISPOSTA
    DiMaio si è dimesso perché non voleva prendersi, da capo politico la smanacciata dell’Emilia. Bel coraggio, devvero!Se gli fosse andata bene si sarebbe alleato (come ha poi fatto) anche con B. (e non sta per Berlusconi).

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