Alla scuola va il bambino…

Una carovana, quella della scuola, che non si ferma certo se manca il ministro.

Lorenzo Fioramonti si è dimesso. Scommetterei che pochi sapevano che era in carica.

Cambiano i ministri ma il disastro della scuola italiana rimane una certezza.

Ma perché avrà lasciato una poltrona cosi prestigiosa?

Beh un tantino scomoda, certo, in fondo non fornisce una grande visibilità, la gente poi non stravede per i ministri dell’Istruzione, come non stravede per gli insegnanti.

Ma che ci stanno a  fare in cattedra? pensano, in maggioranza. Ancora di più c’è da chiedersi a che serva un ministro pagato dalla collettività per intorbidare le acque già stagnati della scuola italiana.

Una cosa mi pare di poter affermare: non se ne accorgerà messuno, tutto andrà avanti come prima fino a che il prossimo si prenderà in carico una simile patata bollente.

Si era stancato di chiedere soldi invano? pare di si: Gli avevavo promesso 3 miliardi, pare, ma poi non si sono trovati. Solito. E lui non ci sta. E’ di sicuro un’eccezione uno cosi. Dimettersi perché non ti danno i soldi promessi…non era mai successo.

Ma i grillini, che la sanno lunga dicono che si dimette perché era in arretrato coi rimborsi al Movimento di una bella cifra e, pare, non avesse nessuna intenzione di mettersi in regola: non gli danno i soldi richiesti per il suo ministero? E lui non paga i rimborsi dovuti alla Casaleggio e soci.

E poi, pare che non si trovasse più tanto bene nei panni del ministro grillino. Insomma il cinquestellismo gli stava stretto e i cinquestelle gli stavano un po’ …diciamo, antipatici.

La simpatia è una cosa seria.

Però, certo ha scelto un bel momento per andarsene: il giorno di natale!

Beh, meglio, avrà pensato, le scuole sono chiuse, c’è tutto il tempo per trovare un sostituto in fretta e furia.

Ci saranno già le code.

Vediamo, chi potrebbe andare a suo posto?

Mi lambicco ma non mi viene in mente nessuno…beh uno magari ci sarebbe…

Perché non dare quel ministero a DiMaio? Sarebbe perfetto per lui, potrebbe, nei ritagli di tempo studiare un pò la coniugazione dei verbi,seguire qualche corso full immersion di inglese, non gli farebbe niente male.

Due ministeri cosi di peso, Esteri e Istruzione ad un sol uomo?
Beh, si ma che uomo!

“Alla scuola va il banbino, va nei campi il contadino, va al macello il macellaio e il DiMaio a ministrar”

2 commenti su “Alla scuola va il bambino…”

  1. Al ministro Fieramonti avevo chiesto -tramite lettera alla rubrica Noi e voi dell’Espresso- di poter risolvere il grave problema del sovrappeso che gli alunni sono costretti a portare nello zainetto stipato dei libri e dei quaderni delle giornata.
    Due o tre volte il peso consentito, ossia da dieci o dodici chili e più di libri.
    I bambino hanno uno scheletro ancora in sviluppo, da ciò potrebbero derivare danni irreversibili alla spina dorsale.

    Com’era da immaginare, il ministro non avrà letto, e se ha letto non ha risposto, ma ciò che è peggio non ha mosso un dito per venire incontro ai ragazzi costretti come muli da soma sotto il peso dei libri.
    Bastava dare delle disposizioni ai presidi e agli insegnanti che risolvessero il problema nell’immediato (per esempio stabilire una suddivisione dei libri da portare per ogni coppia di compagni di banco, un provvedimento che non costa un euro).
    E per il lungo termine emanare una legge che obblighi gli editori a suddividere in due o tre volumi le materie di un anno. Anche questo non costerebbe nulla.
    Ora, se un ministro non riesce a mettere in atto provvedimenti che non costano nulla, come gli si possono affidare capitali da investire?
    Ponti d’oro a Fieramonti, sperando che il nuovo ministro si ponga come obiettivo di risolvere anche i problemi a costo zero.
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    certo, ponti d’oro ma il prossimo temo non sarà meglio dei suoi predecessori, la scuola ha tanti problemi tra questi c’è anche il Miur

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  2. La scuola è senza ministro, chi firmerà le circolari? Fioramonti ha lasciato perché si è spaventato, troppi problemi, gli facevano venire il mal di testa.
    Troppi quotacentisti, troppi vuoti, troppi pieni e tante tegole che cascavano.
    Meglio fare il deputato semplice, portarsi a casa lo stipendio senza troppe responsabilità. Gurada che fine ha fatto Toninelli.
    E poi deve organizzare il partito di Conte, una volta digerita l’ultima fetta di panettone bisogna pensare alle strategie per stare a galla. I grillini sono alla frutta mentre il premier gode di un discreto consenso.
    Un bel partitino del premier con alcuni fedelissimi potrebbere anche andare alla grande.
    Altro che scuola Non ha mai portato bene quel ministero. Alla larga.
    ma come potrebbe chiamarsi il partito di Conte.
    Pives (prendi i voti e scappa)?

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