In fondo ai fondi

Interessante la discussione sul MES (Meccanismo europeo di Stabilità) che occupa tutti i media da giorni.

GLi “esperti” ce la raccontano un po’ come la vedono e un po’ come sanno, addirittura, a volte, smentendosi a vicenda e capire di che cosa si tratta è veramente un’operazione difficile.

Ma se leggiamo sui giornali le dichiarazioni dei politici che tenderebbero a “semplificare” cose complicate le idee ci si confondono ulteriormente.

Ma la politica ce la racconta sempre  come vuole e soprattutto come vuole la propaganda di ciascun partito per tirare l’acqua al proprio avido mulino.

Il caso del Mes è lampante.

La discussione tra i tecnici è incomprensibile ai più anche perché la politica limita, se non riduce del tutto la possibilità di capire.
Allora farei un giochetto semplice:
Il Mes, secondo il tecnico è il Fondo salva stati
Il Mes secondo la politica è il fondo salva…Fondo.

Naturalmente a seconda di che “fondo” si tratti.
Nel caso dei fondi depositati nelle banche italiane, ho capito, dai vari esperti che tentano di spiegare l’inspiegabile, che sarebbero a rischio in caso di ristrutturazione del debito, il bail- in era in agguato prima e lo sarà ancora di più ora.

Che cosa é il Bail-in? (Salvataggio interno) Per esemplificare, si tratta di un meccanismo europeo entrato in vigore nel 2016 che coinvolge i risparmiatori nel salvataggio di una banca quando questa rischia di affondare.

Ora, il premier e il ministro dell’economia, garantiscono che siamo tutelati ancora di più e con l’entrata in vigore della riforma del MES l’Italia può dormire sonni tranquilli, tra sette guanciali…mentre l’opposizione grida al complotto … e noi a chi dobbiamo credere?

Beh, ai politici secondo me va sempre fatta la cosiddetta tara degli interessi, appunto di partito, agli esperti va riconosciuto il merito di cercare di spiegarci qualcosa di estremamente complicato (non a caso).

E noi se non vogliamo finire rivoltati in padella come le braciole faremmo bene ad informaci da fonti credibili e tenere sempre bene gli occhi aperti quando si tratta di investire i nostri soldi e soprattutto quando andiamo a votare per non cadere dalla padella delle banche nella brace della politica.

Che, a pagare, eventualmente sia ancora e sempre Pantalone mi sembra che nessuno possa obiettare (vedi Cacs).
https://www.ilmessaggero.it/politica/mes_clausole_cacs_titoli_pubblici_oggi_ultime_notizie-4905894.html
non proprio un “pacchetto natalizio”

5 commenti su “In fondo ai fondi”

  1. Come sarebbe cosa buona e giusta se invece di dibattere, a torto o a ragione, sul MES, mantenendo, però, principalmente e purtroppo, ogni Stato, la sua indipendenza e sovranita’ (in buona sostanza chi sta bene continua a star bene e chi ha debiti continua ad aumentarli) questa UE, che, in barba all’altisonante nome, unione non è affatto, i leaders dei Paesi europei si sedessero attorno ad un tavolo per porre davvero le basi di una vera unione, monetaria, bancaria e soprattutto politica:

    tasse uguali per tutti gli Stati membri e non, come adesso, che ognuno applica il sistema fiscale che vuole in casa propria cosi che, ad esempio, pensionati italiani si trasferiscono in Portogallo perché la’ le tasse sono minori che da noi (ma Italia e Portogallo non appartengono alla medesima UE?);

    moneta comune va bene ma deve essere gestita da un unico dicastero economico con una Banca centrale a guisa di Federal Reserve che stampi e governi la valuta e non come adesso che anche se la valuta e’ comune però ogni Stato è autonomo in casa propria e non vi è condivisione né tantomeno ridistribuzione di ricchezza fra i componenti della cosiddetta Unione;

    unico Parlamento federale in cui gli Stati mandano ciascuno i loro rappresentanti preventivamente eletti dai cittadini delle rispettive nazioni sulla base proporzionale (ogni cinque milioni di abitanti uno Stato membro ha un rappresentante al Parlamento federale): Parlamento che, a guisa di Congresso americano, ha potere di legiferare su tutta la Unione (salvo le prerogative autonome di ciascun Paese membro stabilite in una Costituzione europea democratica e condivisa);

    Parlamento che elegge tra i suoi membri il Presidente della Unione che a sua volta nomina i propri collaboratori (ministri o commissari che dir si vogliano) e forma il governo federale;

    il governo federale sovrintende a quei settori sovranazionali quali la moneta, la economia, la difesa, la politica estera….e quant’altro stabilito nella succitata Costituzione.

    Concludo affermando che la attuale UE è, per dirla alla Fantozzi, UNA “C…PAZZESCA”.

    Se non si cambia passo il tutto rischia di divenire (ma in parte lo è già) una ipocrita, demenziale ed inutile istituzione dove invece di lavorare per cose serie ed utili si pensa solo a litigare, a tirarsela gli uni con gli altri e a sindacare sulle dimensioni delle vongole o dei cetrioli…

    Cordiali saluti.

    Naturalmente non condivido la sua affermazione alla Fantozzi su un’Istituzione che ha molti aspetti positivi. però dovrebbe, dovrebbe, ma ancora non è. E, credo,ci vorrà molto tempo prima che l’Unione diventi tale di fatto e non solo di nome. E speriamo che prima o poi lo diventi, non è detto, ci vuole molta buona volontà da parte di tutti gli stati membri che, per ora, non si vede.

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  2. Il vero problema della Unione Europea è che non c’è una lingua comune. Ma dove s’è mai visto uno Stato in cui si parlano lingue diverse?
    Si dice che la lingua comune sia l’inglese. Ma questo vale per le élite non per il popolo che rimane estraneo a questa grande idea che potrebbe essere l’Europa Unita.
    Difficile sentirsi uniti se non si parla la stessa lingua.
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    Si beh gli italiani con le lingue non vanno proprio d’accordo, alcuni o tanti fanno fatica pure con l’italiano…

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  3. Gentile Mariagrazia, è mia convinzione che l’Italia è diventata “più Nazione” da quando l’avvento della Tv ha unificato e diffuso capillarmente la lingua parlata.
    Parlare correttamente è bene, ma non necessario, l’importante è che ci si capisca.

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  4. C’è un altro serio ostacolo nel conseguinento di una Ue intesa come federazione di Stati.
    Che nessuno degli stati più più importanti vorrebbe perdere la propria sovranità e cederla all’istituzione federale.
    Francia, Germania, Italia, Spagna non parliamo dell’Inghilterra che si sta tirando fuori dalla Ue, nessuno di questi Stati vorrebbe cedere la propria sovranità, come una federazione imporrebbe.
    Il.destino della Ue è quello di rimanere una semplice confederazione.

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    Si, e temo che l’unione bancaria tanto auspicata resterà sempre utopia. Troppi interessi particolari per raggiungere intese e condivisioni.

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  5. A questo punto si apre un’alternativa: invece di puntare ad un’unione più organica, che appare ormai un’utopia, si potrebbe puntare ad un’unione più essenziale di quella attuale, una confederazione e un’alleanza militare. Pochi principi fondamentali, poche regole importanti e il resto lasciato agli stati membri. Niente regolamentazione dell’etichettatura dei prodotti alimentari (solo il marchio CE per la sicurezza), niente quote di produzione, niente regole spicciole che fanno solo lievitare i costi e svalutare le eccellenze italiane.

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    Niente di questo e niente di quell’altro….Lenzini, sembra senza UE addirittura.

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