Parlano i numeri

La prima fu la ex-compagna che postò fu Facebook una foto del ministro dormiente accanto a lei che gli dava il benservito.
Poi, nella sua vita, arrivò Carola Rackete e sappiamo come sta andando: Carola sta avendo ragione di tutto anche se imcombe su di lei ancora un processo per violazione di alcune leggi.
Lei è più simpatica e non ci vuole molto, a dir la verità.
Ed ora tocca a Elisabetta Trenta, la ministra della Difesa. Tra loro non corre buon sangue ma un botta e risposta continuo sui migranti.
Lei afferma che lo aveva avvisato che eliminare la missione Sophia (eccone un’altra), sarebbe stato pericoloso e le ONG avrebbero preso a imbarcare migranti per salvarli. Pensa te!
Ma lui insiste che ha ragione e che “parlano i numeri”
Sempre ‘sti numeri che parlano!
Io i numeri li trovo piuttosto afoni più che parlanti. In tanti li danno spesso e volentieri ma che siano giusti, ci sarebbe da rifletterci.
I numeri sono per loro natura muti.
Mentre i ministri sono fin troppo ciarlieri.
Ma siamo sicuri che questa diatriba tra ministri sia una buona cosa per il paese? Ci sentiamo difesi da un ministro dell’Interno che litiga con una ministra della Difesa? E che si difende nascondendosi dietro ai numeri?
Per me, dà i numeri.
La Trenta gli dice che la Libia potrebbe rappresentare un problema grosso e che lei deve difendere i nostri confini. E Salvini le replica che lui lo sta già facendo ma che si sente solo perché, né lei, né Tria gli danno, come si dice, manforte.
Anzi, sono piuttosto ritrosetti anzichennò.
Ma come la vince, Salvini la sua personale guerra ai migranti se i due ministri che sono preposti a controllare i nostri mezzi militari (e anche gli intieri), non collaborano? Anzi, si mettono di traverso?
Povero Salvini, lo vedo sfinito. Ha bisogno di ferie.
Perchè non si prende una vacanza e se ne va a Lampedusa a farsi una settimana di bagni assieme alla fidanzata ? Una delle poche donne che, almeno per ora non gli crea problemi?
In fondo anche DiMaio non si fa mancare le gite con la sua, un po’ di riposo aiuta a ritrovare le energie.
Manda bacioni a tutti, anche questo è un segnale di stress. Si sente solo e spera di essere ricambiato. Il consenso dei sondaggi non lo gratifica più.
Solo numeri, freddi numeri, stupidi numeri.
Anche per questo è litigioso più del solito.
Si prenda otto giorni di vacanza otto e rifletta bene su cosa vuole fare.
Se vuole diventare Dittatore subito o se non sia meglio aspettare che il consenso salga al 99 per cento?
Forse l’80% potrebbe dargli maggior fiducia in se stesso.
Forza, allora, Pd, datti da fare, litiga a più non puoi con Renzi e accoliti, tu sai come fare e cosi, una buona volta, vedremo se con l’ottanta di consenso si svela la vera faccia del ministro.Ancora non l’abbiamo vista.
Dai, mettetevi sotto, si può fare, yes you can.

Colpevoli

Un’altra grande nave, la Costa deliziosa, ha sfiorato Riva sette martiri a Venezia.
Da quello che leggo, il comandante avrebbe perso momentaneamente il controllo, nonostante i rimorchiatori, nel canale della Giudecca e poi ha dovuto compiere una frenata provvidenziale per evitare quella che poteva essere una catastofre di proprorzioni ininimmaginabili.
Era in corso un tremenfo fortunale nel pomeriggio, qui da noi, strade allagate, vento fortissimo e rami caduti in quantità, a tratti ha anche grandinato.
In laguna la visibilità era azzerata e le forti raffiche di vento, da quanto capisco, non permettevano al mastodonte di seguire la sua rotta. Un signore ha detto di essersi visto la nave arrivargli addosso.
Niente da fare: le grandi navi a Venezia devono passare e devono sfiorare la Basilica, il Campanile, i monumenti affacciati in riva, i turisti devono godere del magnifico scorcio di bellezza mentre se ne stanno sedutil comodi sul bordo dei loro lettucci o sulle panchine dei ponti. Hanno pagato profumatamente, non sono dei disgraziati come quelli che arrivano salvati dalle ONG, stremati e in condizioni disperate e che Salvini vuole rimandare a mollo, in mare.
E devono entrare per forza nella cristalliera del mondo in groppa a quell’elefante che fatica a muoversi in mezzo alla chincaglieria e ai gioielli di famiglia.
Io ho paura per la mia città, temo l’incidente mostruoso. Per favore qualcuno faccia subito qualcosa: le fermi, prima che sia troppo tardi.
Al Lido, A Malamocco a Chioggia a Trieste, ma fuori dalla città fragile, dalla città Unica, dalla città patrimonio dell’umanità.
Toninelli, nemmeno questo sai fare? Governo del cambiamento (più uguale di altri), ve lo dico, se succede qualcosa alla mia città, sarete voi i responsabili e non vi perdonerò mai!

Tiro al…magistrato

Salvini ha spostato il tiro, dai migranti ai magistrati, per lui tutto fa consenso e anche brodo dato che è di bocca buona.
Basta guardarlo nel suo discorso accorato e quasi vaneggiante, mentre inveisce contro il Gip che non ha firmato la convalida di arresto per Carola.
E’ un bravo attore, si impegna in quello che fa, la parte è sempre quella del “santo protettore degli italiani”. San Matteo Salvini, suona bene, ce lo faranno presto.
Sta cercando di assoggettare la magistratura, di intimorirla, il suo lungo discorso (un po’ delirante)ma giusto quel tanto che basta per fare sensazione, ne è la prova, gioca al braccio di ferro con un potere delle stato. Gioco pericoloso perché una buona parte di italiani non sa, non conosce o non capisce la differenza tra democrazia e dittatura e la divisione dei poteri è uno dei baluardi della democrazia.
Quella che Salvini prospetta è una dittatura moderna dove lui è il”buon padre di famiglia” e gli italiani i suoi “figli”. Se poi i magistrati vogliono fare di testa loro e liberare una “criminale”se la dovranno vedere con Lui che tutto vede, tutto sa e soprattutto tutto vuole.
Già visto, purtroppo ma la memoria in Italia si esercita poco come si esercita poco lo spirito critico che diventa merce sempre più rara.
E, in fondo, la dittatura non dispiace a tutti, ci sono persino quelli che ne auspicherebbero il ritorno. In chiave moderna, naturale.
Una dittatura con la faccia di Salvini e quella di Meloni. Una dittatura di quelle che”namo, famo, pijamo, sparamo …e ce ne fregamo”…una cosa nera, un all black da cerimonia con qualche noticina di colore qui e la.
Un calzino grigiastro o una felpa blu sulle spalle un rossetto deciso.
E via andare. La dittatura del “democratico” Salvini è già iniziata, ma non preoccupiamoci è benedetta “dall’alto dei cieli” e lassù c’è sempre qualcuno che ci ama. Speriamo che non si disamori proprio adesso.

Scopiazzando

In epoca di Internet, copiare è diventato facilissimo: basta aprire un sito qualsiasi, digitare un qualsiasi argomento e si hanno a disposizione un numero infinito di testi dai quali si può attingere idee o anche semplicemente copiare di sana pianta.

Naturalmente io lo trovo semplicemente disgustoso. Se non si hanno idee semplicemente non si scrive.

Invece c’è chi ruba le idee, la fantasia, la fatica degli altri e ci mette sotto la propria firma.

Si chiama anche plagio ed è un reato. Per me è un reato grave perché farsi belli con l’ingegno degli altri è una delle cose più meschine che ci siano.

Ma copiare è. di questi tempi, quasi un’abitudine. Alcuni non personalizzano neppure, copiano di sana pianta e basta, l’unica cosa “originale” è la firma il resto è scopiazzatura delle più sfacciate.

Niente di nuovo sotto il sole? Eppure la creatività, l’originalità, l’estro, l’inventiva sono tra le cose più preziose che abbiamo a disposizione per esprimerci, per sviluppare idee e talento.

Copiando, semplicemente mortifichiamo queste potenzialità.

Ma soprattutto compiamo una azione molto disonesta.

Ma è l’onestà ancora un valore da perseguire o si rischia di passare per fessi ogni volta che si prova a comportarsi onestamente?

“Ciulemo anca nu” dice Sordi nel film “Il maestro di Vigevano”. La moglie diventata piccola imprenditrice delle calzature cercava un modo per frodare il fisco e il marito, un maestro integerrimo, si finge spregiudicato per compiacerla.

Il film finisce male, molto male, ma la morale che il finale sottintende, oggi vale ancora?

 

 

Pubblicato oggi, 5.7.2019 su “Italians” del Corriere della Sera

 

 

Libera!

E come volevasi dimostrare Carola è Libera!
La Gip di Agrigento, non convalida l’arresto: non è reato salvare vite umane.
Salvini dal suo buco delle facce è incavolato nero si è lanciato in uno speech degno di migliore causa.
Ma tutto fa brodo per il ministro che ora si scaglia contro la magistratura rea di non avere tenuto in nessun conto la sua indignazione pelosa e di aver liberato la capitana che lui ha definito in tanti modi: da sbruffoncella a Criminale delinquente.
Carola, fossi in te querelerei il ministro dell’Interno.
Lui che ha difeso Siri dicendo che non si è colpevoli fino a sentenza definitiva,, lui che è garantista con chi gli pare soprattutto con gli amici, definisce criminale una donna che è appena stata dichiarata innocente e liberata.
Ma il Salvin furioso, dalla luna, spara le sue invettive alla magistratura rea di non avere abbastanza amor patrio e romano orgoglio.
Ha versato lascrime di coccodrillo a lungo per i cinque finanzieri che “avrebbero potuto morire”ma che sono (fortunatamente) vivi e vegeti e che non sono mai stati in pericolo dato che lo speronamento non c’è stato: sono stati loro a mettersi in mezzo durante le operazioni di attracco: chi è causa del suo mal…
E si è fatto una bella propaganda, non si perde nessuna occasione per sciorinare il mantra prima gli italiani e rispetto delle regole…parla lui che da indagato ha chiesto e ottenuto l’immunità parlamentare.
I suoi ruggiti da coniglio si sentono ancora, quando tuonava contro la magistratura e diceva che dovevano passare sul suo cadavere…
Sembrava anche avere alzato un tantino il gomito, mi sa che prima di collegarsi per le sue dirette se ne fa fuori un fiaschetto.
I Cinquestelle hanno detto qualcosa circa la tracotanza del loro caro alleato?
E quando parlano quelli?
Se aprono la bocca cade il palco, meglio attuare la politica delle bocche chiuse, sprangate.
Certo quattro anni cosi sono lunghetti.