Maschilismo che si autoassolve e discrimina

Le donne sono discriminate dovunque e comunque. Non si tratta di “darsi da fare”, le donne si danno fin troppo da fare (sul lavoro e a casa), ma i colleghi maschi sono sempre più pagati e fanno carriera mentre le donne devono firmare dimissioni in bianco, se rimangono incinta vengono mobbizzate, da una posizione dignitosa finiscono a pulire i bagni e poi, quando tornano, per paura che ne facciano un altro, o le licenziano con una scusa oppure le mettono in una situazione tale che si devono licenziare.

La situazione non è migliorata negli ultimi anni, al contrario, la crisi penalizza le donne, infatti la denatalità non è mai stata cosi’ alta (no lavoro, no figli) .Ma le donne vengono sempre sfruttate perché sanno che loro rendono più degli uomini, sono più competitive perché devono dimostrare di essere molto più brave ed efficienti. Una grande industria di Montebelluna che produce sedili per auto di lusso, ha assunto molte donne che provenivano dal tessile perché, dicono, abituate a lavorare la notte e il sabato e la domenica, cosa che gli uomini specialmente i giovani non vogliono fare.

Ma, se andiamo a guardare, il loro stipendio è inferiore a quello di un uomo e ha contratti meno sicuri. In tutti i settori le donne vengono sfruttate, malpagate e licenziate il doppio rispetto ai colleghi maschi. Nei supermercati le donne sono tra i lavoratori che si fanno più domeniche al lavoro, e se osservate, i capi e capetti sono sempre invariabilmente maschi. Ma le donne non sono né timide né con poca voglia di fare né scarsa competenza, hanno spesso una scolarizzazione e voti più alti dei maschi. Ma sono solo discriminate in quanto donne. Basta guardare in politica: il rapporto donna/uomo è da terzo mondo, mentre in altri paesi evoluti è fifty-fifty, o addirittura più donne. Nei talk show sono tutti maschi.

Potrei fare l’elenco lunghissimo di maschi che pontificano su tutto, anche su quello che ci riguarda, le donne sono mosche bianche.

 

Pubblicato oggi su “Italians del Corriere della Sera

8 commenti su “Maschilismo che si autoassolve e discrimina”

  1. “Quanti luoghi comuni: la realtà` e` ben diversa da quella descritta. Con la scusa della discriminazione, le donne stanno “facendo fuori” tutti gli uomini dai posti di prestigio. Guardi il telegiornale di RAI3: hanno eliminato tutti gli uomini sostituendoli con giornaliste con volti piu` o meno “rifatti”.
    Sono gli uomini che necessitano ora di “quote azzurre”.”

    Questo è uno dei commenti che ho ricevuto sulla mia mail privata.
    Ho invitato l’autore a entrare nel blog, sinora non lo ha fatto.
    Ma questo commento rende bene l’idea: un uomo che dice che la “realtà è diversa”
    Infatti, parlano di “realtà diversa” gli uomini come se vivessero nei panni delle donne.
    E’ cosi in quasi tutto: parlano di gravidanza, di maternità, di aborto, di qualsiasi cosa di cui solo le donne hanno, per forza di cose, esperienza diretta, ma ne parlano come se le avessero vissute in prima persona.
    E ne parlano dovunque e comunque. Mentre le donne che ne parlano in pubblico, si contano sulle dita di un dito. Scommetto che se leggesse l’autore del commento mi direbbe: “e perché non ne dovrei parlare?”.
    Come se il problema fosse il femminismo che nasce per reazione al maschilismo e non il contrario, come molti vorrebbero farci credere.

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  2. Il problema è che ancora, in pieno terzo millennio, bisogna convincere molte persone che la donna è stata da sempre sottomessa da parte dell’uomo e che tuttora è discriminata.
    Solo di recente, nel secolo scorso, la donna ha preso consapevolezza della sua condizione, e si è ribellata ottenendo a poco a poco il riconoscimento della parità dei diritti, almeno nei paesi occidentali.
    Ma dal riconoscimento all’attuazione pratica nella vita di ogni giorno ancora ne corre.
    La donna dovrà ancora lottare.

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  3. Consiglio a tutti la lettura di questo libro, è un classico sulla condizione della donna e sul maschilismo imperante, scritto con estrema chiarezza e lucidità nonché autentica passione dell’autrice Elena Gianini Belotti

    Titolo: Prima le donna e i bambini.

    https://www.nonsolocinema.com/PRIMA-LE-DONNE-E-I-BAMBINI-di.html

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    E’ un titolo molto conosciuto, francamente non ricordo di averlo letto, ma lo farò senz’altro quanto prima. Grazie del suggerimento.

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  4. Mariagrazia,
    Si è proprio una situazione deprimente ed è tutt’uno con il trattamento in generale
    dei più deboli. È un miope gioco al ribasso dei salari per poi scoprire che i consumi sono depressi; ma chi ha i soldi per “consumare”?
    Nei paesi più seri hanno scoperto che l’occupazione e la valorizzazione delle donne è di per se stesso un fattore di crescita, in tutti i sensi!
    Saluti.

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  5. Si parla di emancipazione della donna, con l’occhio rivolto al mondo occidentale.
    Ma negli altri paesi? Nel continente Africano, come pure in quello asiatico, in Cina, in Giappone, nei Paesi Arabi, etc. la condizione della donna non solo è ben lontana dalla parità dei diritti con l’uomo, ma è sottoposta a trattamenti, umiliazioni e restrizioni disumane.

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  6. “”””Gentile Severgnini, leggo la lettera “Le donne sono discriminate dovunque e comunque” ( https://bit.ly/2Wsn9gs ). Vorrei soltanto segnalare all’autrice ed agli altri lettori che una mia conoscente, una signora laureata in ingegneria e funzionaria di una primaria banca italiana, negli ultimi 5 anni, avendo avuto due bambini, tra gravidanze, pre-parto, parto, post parto, allattamento, ferie pregresse etc, ha lavorato 13 mesi, naturalmente con orari elastici e ridotti. Per carità, niente di male. Siamo tutti contenti che la signora abbia cercato di porre una diga alla piaga della denatalità. Non mi pare tuttavia che sia stata discriminata o sottoposta ai ricatti od angherie che l’autrice della lettera afferma essere pratica comune. Oltretutto, essendo una funzionaria di livello, va da sé che nelle sue sporadiche presenze in banca non potrà dare un contributo a progetti importanti od a medio termine, ma sarà forzosamente relegata ad attività di routine per le quali è inadeguata. Brutalmente, tutto ciò si traduce in un incremento delle fees bancarie per i servizi che la banca mi fornisce. Ripeto: non è questo il problema. Il problema sono le persone che sparano sciocchezze con tanta leggerezza. Cordialità,

    Massimo Bianchi”””””

    Pubblico una lettera apparsa oggi su “Italians” dove l’autore mi accusa di scrivere “sciocchezze con tanta leggerezza” sui problemi del maschilismo e delle donne.
    Ammettiamo pure che l’autore della lettera esponga una situazione reale, pur volendo contrastare quanto affermo, in realtà lo conferma.
    Soprattutto quando scrive”sarà forzosamente relegata ad attività di routine per le quali è inadeguata”.
    Perché, dopo una gravidanza una funzionaria di banca non dovrebbe essere più in grado di svolgere le mansioni che svolgeva prima? E chi lo dice? Ed è esattamente quello che succede in molti casi, non so se anche in quello della signora. Naturalmente qualche eccezone può sempre darsi, ma in generale è cosi: dopo una gravidanza, la donna viene ritenuta quasi incapace di intendere e di volere e relegata in mansioni che umiliano la sua professionalità al fine si spingerla a licenziarsi.
    Esattamente questo succede.
    I congedi per maternità sono un diritto sacrosanto acquisito dopo tante lotte, forse si vorrebbe che le donne non facessero figli o che lavorassero fino all’ultimo giorno col rischio di farlo sulla scrivania? SI, questa è una proposta di legge al vaglio in Parlamento. Inutile dire che la trovo oscena.
    Ma, non basta: questa signora non ha fatto un solo figlio, ma ha “osato” farne ben due…la sfacciataggine dove può arrivare…
    In un paese dove la natalità è quasi azzerata, sarebbe da premiare per il coraggio.
    Poi, l’autore della lettera afferma che non ha avuto alcun problema.
    Ma lui che ne sa? Era li a controllare ogni mossa dei dirigenti? Le ha chiesto un dettagliato report su come si sono svolti i fatti? E’ naturale che la signora, lavorando ancora in quell’istituto bancario, non abbia alcun interesse a divulgare nulla che la riguardi in merito ad eventuali pressioni o altro.
    Questo dimostra però, con evidente chiarezza, quanto affermo nella mia lettera e cioè che sono sempre gli uominini a pontificare su cose di cui non sanno nulla.
    La chiosa della lettera poi è rivelatrice dell’astio che i maschilisti nutrono nei riguardi delle opinioni al femminile.
    Ne leggo tante io di scocchezze scritte da uomini (qualcuna anche da donne in verità)
    che ne potrei fare un romanzo.
    Non è detto che prima o poi non lo faccia. Il titolo: Lo stupidario umano.
    Concludo dicendo che ho invitato (più volte) l’autore della lettera a esprimere sul blog le sue opinini riguardo alle mie (non è la prima volta che le contesta).
    Ma non lo ha ancora fatto. Se vuole prendere coraggio e commentare ora, sarà il benvenuto.
    Ma se dirà “sciocchezze” non mancherò di farglielo osservare.

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  7. Ben detto!
    La questione maternita’ non e’ mai del tutto risolta a nessuna latitudine. Forse qualcosa si muove nei paesi Scandinavi e comincio a pensare che le quote rosa dovrebbero essere introdotte e implementate e forzare gli uomini a stare a casa col figli minimo 6 mesi. Solo così capirebbero.

    Cordiali Saluti

    Laura

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