Il ministro delle zecche

Li ha chiamati: “Quattro zecche da centro sociale”, i contestatori che, durante un suo comizio lo hanno duramente contestato gridandogli epiteti che andavano dal , “buffone, scemo” passando per “fascista e Modena non ti vuole”.

Matteo Salvini, dopo essersi fatto ritrarre coi suoi fans che lo aspettavano sotto il palco allestito in piazza Matteotti, ha risposto cosi a chi gli faceva il dito medio: “vi voglio bene, andate a casa a mangiare pane e Nutella”.

Deve avere un contratto con la Nutella per propagandarla in questo modo ad ogni occasione.

Ma oggi, a Modena alcuni ragazzi sono stati feriti dai poliziotti in divisa antisommossa che li hanno presi a manganellate.

Ce n’era davvero bisogno? Non erano violenti, li ho visti, in diretta, in un video pubblicato su La Stampa, mentre cantavano “Bella ciao”. E tra loro c’era gente di ogni età, giovanissimi ma anche non più giovani e tante donne.

Tante donne ho visto. Una signora che gridava: “Ho settantasette anni e sono una sfollata, non lo voglio vedere Salvini nella mia città, non voglio il fascismo”.

E a chi le faceva notare che il fascismo è morto lei rispondeva “No, non è vero è più vivo che mai”.

Modena ha reagito con vero orgoglio e spirito partigiano. Ha”resistito” al comizietto di un leader di partito che si sente un semidio, incoronato dal “suo” popolo e sempre più in alto nei sondaggi.

Come sei i “sondaggi” fossero la Legge. Danno indicazioni su come la pensa la gente, ma, il più delle volte sono del tutto fuorvianti. Quando non del tutto sbagliati.

Salvini, sul palco di Modena è stato più fischiato che osannato e sembrava persino avere un po’ di paura nonostante il cordone di protezione che era stato dispiegato un  po’ dovunque.

Ma, mi chiedo, un ministro dell’Interno può permettersi di seminare il caos, di mettere a repentaglio l’incolumità di agenti pagati dallo stato e che sono comandati da lui per difenderlo dai contestatori pacifici, che vengono malmenati, mettendo il disordine in città?

Non è solo il leader della Lega ma bensi, e prima  ancora un ministro che ha giurato sulla Costituzione di servirla con dignità e onore e che si permette di chiamare delle persone che lo contestano democraticamente: “quattro zecche”?

Doveva essere ben spaventato per lasciarsi sfuggire dal seno villoso una simile, disgustosa affermazione. Lui è il mnistro di tutti non solo di quelli che si vogliono far fotografare avvinghiati a lui ma lo è anche delle “zecche”.

Alle quali, secondo me, dovrebbe chiedere scusa.

 

3 commenti su “Il ministro delle zecche”

  1. Ecco un grande attore che racconta la storia in forma ironica ma sorprendentemente attuale .. da far vedere nelle scuole https://m.youtube.com/watch?v=Zc_aYkStXTc

    RISPOSTA
    Grazie, veramente grandioso, si, hai ragione dovrebbe essere insegnato come materia scolastica: la satira è la migliore forma di informazione perché diverte e fa pensare.

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  2. Cosa si aspetta Salvini dalle seguenti frasi dette nei confronti dei contestatori?

    “Magari sei mesi di servizio militare negli alpini non farebbero male, una cosa per volta”.

    “Mia figlia che ha sei anni fa cori più intelligenti. Se sono abusivi, sindaco, quei centri sociali me li sgomberi”

    “Prendere nome e cognome di quei cinquanta lì in fondo. Se vogliono mantenere dieci clandestini a testa, glieli mandiamo a loro. Cari compagni, faremo un museo a Modena dopo il 26 maggio a tutela del panda e dei comunisti.”
    (da TgCom24).
    Sarcasmo e minacce fatte da un ministro dell’interno, vicepremier,
    leader del partito leghista.

    Pensa forse di cinvincerli? Pensa di tacitare le contestazioni? Pensa così di risolvere i problemi?
    No, semplicemente mostra la sua natura, l’arroganza dell’uomo di potere. Non farà altrto che esacerbare gli animi peggiorando la tensione sociale.

    Da che mondo è mondo in democrazia chi esercita il potere con arroganza viene contestato. Solo nei regimi autoritari non esiste contesazione.
    Ben venga perciò la protesta, segno che il paese è ancora vivo e vitale.

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    Giusto, non vorrei mai che il mio paese finisse come il Venezuela.

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  3. Salvini, a Forlì si affaccia alla finestra dalla quale il Duce assisteva all’uccisione dei partigiani. Considerando che ieri a Forlì pioveva non ha pensato di fermare il comizio, ma di parlare affacciato a quella finestra come Mussolini.
    Sotto c’erano un buon numero di persone con l’ombrello aperto a gridargli “scemo, scemo” e “siamo tutti antifascisti”.
    Affacciarsi a quella finestra per arringare il popolo, francamente è una delle mosse sfacciate che il ministro dell’Interno sta collezionando giorno dopo giorno.
    Che cosa dobbiamo vedere ancora per capire che l’Italia sta pericolosamente sbandando verso la destra più a destra?
    Vederlo in quelle immagini dove è ritratto assieme all’ipocrita premier ungherese che davanti alla sua faccia gli bacia l’anello ma poi è prontissimo a sparlare dell’Italia in ogni modo possibile, fa impressione.
    E quel filo spinato schifoso che ricorda tanto i campi di concentramento sullo sfondo è veramente intollerabile. Le facce torve della delegazione ungherese che circordano quella altrettanto torva di Salvini che si deve adeguare per l’occasione, fanno rabbrividire.
    E quelle parole di scherno verso i manifestanti…vergognose. Mi si passi il termine.
    Soprattutto in bocca ad un ministro dell’Interno che dovrebbe saper tacere meglio che parlare.
    Mi consola, però, vedere che ci sono ancora tanti italiani che si oppongono all’arroganza di chi vorrebbe farci tornare indietro invece che andare avanti.
    L’Italia ha già la sua storia atroce e un fardello pesante del quale si è liberata a fatica ma di cui porta ancora tante cicatrici.
    Spero davvero che non si debba ripetere mai più l’atrocità e la stupidità di un periodo nero sotto tutti i profili e che la democrazia vinca sempre su ogni desiderio di autoritarismo che si nasconde dietro slogan del tipo “Prima gli italiani”.
    Propaganda buona per farci cibo per animali non per umani che si ritengono intelligenti.

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