Senza se e senza ma

Il Presidente Mattarella domani sarà a Vittorio Veneto, medaglia d’oro della Resistenza, per festeggiare il 25 Aprile.
Salvini, invece, sarà a Palermo a combattere la mafia.
Un presidente siciliano che viene al nord e un vicepremier lombardo che si reca al sud per snobbare i festeggiamenti a ricordo del sacrificio di chi ci ha liberati dal nazifascismo.
Cosi, a quanto sembra, faranno  i leghisti, ministri compresi.
Mentre il governatore del Veneto, il sindaco e l’ex sindaco, tutti leghisti si dicono molto contenti della presenza del Presidente nella città veneta e che parteciperanno con convinzione alle celebrazioni.
Beh, direi un bel segnale.
Non tutti i leghisti sono salviniani, qualcuno ha un po’ più rispetto delle Istituzioni e delle tradizioni.E non tutti si fanno fotografare abbracciati ad un mitra.
Ma il 25 aprile , come al solito, divide la politica. C’è chi dice no a questo che definisce un “rito” privo di significato.E invece di significati ne ha eccome.
E divide il governo (ce ne fosse bisogno) e tra DiMaio e Salvini va in scena l’ennesima tragicomica farsa: l’uno contro l’altro armati (questa volta mi sa che fanno sul serio).

Il nonno mi raccontava questo episodio.
Una notte d’inverno dell’ultimo anno di guerra, tutta la famiglia dormiva quando hanno sentito delle urla provenire dall’esterno, erano” soldataglia tedesca” (cosi li chiamava il nonno) che picchiava col calcio dei mitra al portone per farsi aprire.
Una volta entrati, hanno fatto uscire tutta la famiglia (tranne la piccola che mia nonna aveva nascosto dentro un armadio) e sempre coi mitra spianati li hanno fatti allineare sul muro esterno. Inutile dire che erano tutti atterriti (due genitori e sei figli) e che la nonna aveva già fatto più volte il segno della croce (oltre ad avergli gridato di tutto).
Ma con loro grande sollievo, dopo aver sparato salve di mitra in aria, sono risaliti sulla camionetta e ridendo e cantando, se ne sono tornati da dove erano venuti.
Erano molto giovani e tutti ubriachi e, evidentemente si erano solo voluti divertire.
A quella famiglia è andata bene e se la sono cavata con tanta paura, ma per molti altri non è andata affatto cosi.
Da noi, in Veneto, i ricordi della guerra e della Resistenza sono ancora tanti e molto vivi.

Credo che chi rappresenta le Istituzioni italiane abbia il dovere di onorarli e tramandarli. Senza se e senza ma.

4 commenti su “Senza se e senza ma”

  1. Dovere, onore, senso di responsabilità, avversari politici che fanno il loro mestiere e ciò per cui sono lautamente pagati ( e proprio per non cadere nella corruzione) Questo è quello di cui sento l’esigenza quando guardo al mio paese e soprattutto la difesa della nostra democrazia attraverso anche il ricordo di quel non troppo lontano 25 aprile del ‘ 45 per cui domani alla mia finestra ci sarà il tricolore 🇮🇹

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    anche alla mia.
    m.g.

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  2. Hai detto bene Mariagrazia, senza se e senza ma.
    Il tuo racconto d’infanzia, di quanto narrato dal nonno, è molto significativo nel dare l’idea dell’incertezza del propio destino di fronte la violenza.
    Io posso testimoniare la gioia del paese dove con tutta la famiglia eravamo sfollati dalla città, martoriata dai bombardanenti, alla consapevolezza della caduta del regime fascista.

    Senza se e senza ma, soprattutto oggi che, di se e di ma, se ne sentono dire tanti, anche da chi non ti aspetteresti.
    La defezione di Salvini dalla cerimonia è irrispettosa:
    verso chi ha lasciato la vita combattendo contro quel regime nefasto che fu il Fascismo aggravato dell’alleanza col regime nazista; è irrispettosa verso la Repubblica che da quella lotta è nata; è irrispettosa perché fatta da un ministro e vice premier che ha giurato fedeltà alla Repubblica.
    E poi, la motivazione portata a scusa, è irridente, la mafia non si combatte in un giorno e tantomeno non si combatte con le parole, anche questo è populismo, e ancor peggio, una presa in giro per tutti, per la Sicilia e per l’Italia intera, un pretesto subdolo, perché vorrebbe ammantarsi di una nobiltà che non ha.
    Infine, non conta rivangare il terribile periodo che seguì alla caduta del regime, una bruttissima pagina nata da una guerra disastrosa, da un regime oppressivo, da una guerra civile sanguinosa.
    La libertà si conquista con dolore.

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    hai detto bene anche tu ed è nostro dovere difenderla senza se e senza ma.
    mg

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  3. Oggi, Conte è andato in visita alle Fosse Ardeatine, a rendere alle omaggio alle 335 vittime civili, trucidate il 24 marzo 1944, dalle truppe di occupazione tedesca.
    Fu un’orribile rappresaglia per l’attentato di via Rasella, avvenuto il giorno prima ad opera dei partigiani dei Gruppi di Azione Patriottica.
    Per ogni vittima tedesca furono trucidati dieci civili, col sovrappiù di cinque persone fuori elenco, uccise solo perché testimoni.
    Una delle pagine più nere di una guerra disastrosa voluta dal Fascismo.

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