Va senza dire

Gentile (si fa per dire) ministro dell’Interno.

Lei ha affermato che non le interessano i “derby fascisti –comunisti” , per cui non andrà a sfilare il 25 aprile, festa della Liberazione, ma sarà in Sicilia a combattere la mafia.

In molti le hanno già fatto osservare (compresi i suoi alleati di governo) che la cosa tanfa. SI, diciamo puzzicchia di opportunismo fascio-leghista.

Lei, come leader della Lega, non partecipa mai alle celebrazioni del 25 Aprile e questo lo poteva fare, al tempo,  libero di infischiarsene dei partigiani e del loro sacrificio; sono morti anche perché lei potesse farlo.  Ma ora no. Eh no.

Lei ora ha una grossa responsabilità: rappresenta la Repubblica Italiana e ha giurato sulla Costituzione. E quella Costituzione, le ricordo, è nata proprio dalla lotta al nazi-fascismo.

A lei non interessa? Bene, si spreti, cioè si sministri…insomma si tolga l’abito (si fa sempre per dire) di ministro dell’Interno.

Altrimenti, scusi, ma cosa pretende? Di ministrare ancora dopo aver schifato la sfilata in onore dei  morti che ci hanno liberato dalla dittatura?

Lei preferiva la dittatura? La Democrazia la disturba? SI? Sente una leggera puzzettina sotto le narici pelosette, ogni volta che ode pronunciare questa parola?
Ebbene, se ne deve fare una ragione.  Indossare l’abito blu, la cravatta reggimenta e andare a fare il suo dovere: onorare i martiri della Libertà che consentono, oggi, anche a lei, ebbene si, di dire tutte le …parole di “buon senso” che ogni giorno riversa in rete.

E, infine, le consiglierei di ringraziare sempre il suo santo protettore ( se ne ha uno), per essere nato in questa epoca qui, perché se nasceva in “quella li”, non sono proprio  sicura che avrebbe avuto tutti i likes di cui oggi va fiero. (Perché ne va fiero, eddai…).

Oggi, qui e ora, le sue esternazioni fanno sensazione e piacicchiano ai nostalgici.  Allora come allora avrebbero fatto ridere i polli.  Polli nostrani e ruspanti,  di casa Italia, va senza dire.

Col massimo del dispetto, oops…rispetto.

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