Smartphonemania

Una dodicenne francese, in gita a Venezia con la scuola, si è gettata dalla finestra del bagno della sua stanza  d’albergo, dopo che l’insegnante le aveva sequestrato il telefonino.

Sembra che la ragazzina si sia chiusa in bagno subito dopo  aver consegnato il cellulare alla professoressa e che questa sia la causa di quel volo dalla finestra del primo piano dell’hotel dove la classe alloggiava.

Ora gli inquirenti dovranno indagare se ci siano altri motivi che hanno spinto la ragazza a compiere quel gesto insensato, ma tutto fa pensare che sia stato proprio l’averla privata dello smartphone la causa scatenante.

Ora si trova all’ospedale in condizioni non gravi, per fortuna il salto non è stato tale da causare ferite mortali, ma,  se non si fosse trattato di un primo piano , le cose si sarebbero messe molto male per lei.

Il Papa, in questi giorni, ha  parlato, durante  un incontro con dei giovani, di schiavitù da telefonino. Ha detto che è un mezzo eccezionale per comunicare ma che deve essere usato con intelligenza perché altrimenti se ne può diventare schiavi.

Mi sembrano parole di buon senso. E non valgono solo per i giovani, ma per tutti.

Vedo tutti i giorni, ovunque, come il telefonino sia  ormai diventato un’ appendice dalla quale non  sembra sia più possibile staccarsi. Vedo gente camminare con lo smartphone incollato davanti agli occhi , scontrarsi con altri e caracollare sui marciapiedi  come ubriachi, intenti a consultare quello schermo magico e totalmente assorbiti dal suo chiarore lunare. Per non parlare di quelli che lo usano, senza criterio, mentre guidano.

Figuriamoci cosa può succedere nella testa di una bambina alla quale viene tolto il ”giocattolo” all’improvviso e senza una preventiva lunga seduta terapeutica per insegnarle a reggersi sulle gambe senza quell’irrinunciabile supporto col quale, magari, convive da anni: non può che andare nel panico.

E per dimostrarlo scegliere di gettarsi dalla finestra.

Se è andata veramente cosi, c’è molto da riflettere sull’uso sconsiderato di un aggeggio che, da strumento, si sta trasformando, per troppi, soprattutto i più giovani,  in  padrone assoluto delle nostre vite.

 

 

1 commento su “Smartphonemania”

  1. Credo che quella bambina abbia avuto altro problemi a monte e che la privazione dello smartphone sia stata solo la causa scatenante.
    È vero, però, che lo smartphone, strumento utilissimo se lo si sappia usare, in un certo senso rende schiavi. Mi capita spesso al cinema o al teatro di essere distratto nel bel mezzo dello spettacolo da una luce che si accende nel buio, seguita da altre luci che costellano il buio della sala come fosse il firmamento.
    È l’ubbriacatura del “sapere a portata di mano” che rende l’informazione e la comunicazione banale merce di consumo.

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