Giudici “scaltri”

La “scaltra peruviana”, era pure mascolina e dunque non appetibile per gli scaltri stupratori.

Dunque? Assolti. Ma si, ma dai, non se ne può più di queste lagnose e piagnucolose che si presentano dai carabinieri a sporgere denuncia verso dei poveri ragazzi che si volevano solo divertire un po’.

Uno la violentava e l’altro faceva il palo. Ubriachi fradici e forse anche drogati  e  pare che fosse anche lei su di giri perché le hanno trovato, nel sangue, delle sostante che lei non si ricorda di aver mai preso volontariamente.

Insomma, una serata in birreria finita come finisce persino troppo spesso: che lei diventa il “giocattolo” di un gioco che non aveva previsto, che credeva di poter controllare, non conscia fino in fondo che dei ragazzi, su di giri, ubriachi drogati e anche un pochino delinquenti, non si fermano a comando, ma continuano fino a che non hanno esaurito tutta la potenza devastante scatenata da questo cocktail micidiale.

La sentenza di primo grado li condanna, ma poi cambia la musica e riescono a farla franca con la scusa che lei ci stava alla grande e poi era pure bruttina, gli faceva un tantino schifo. E le giudici li assolvono.

Hanno pure previsto un premio per lo stomaco che hanno avuto nel violentare la ragazza? Una qualche forma di risarcimento?

Dopo la storia dei jeans stretti, questa della “mascolinità” della vittima è ancora più umiliante e degradante, sia per le donne che subiscono violenza che per le donne giudice che hanno emesso la sentenza.

C’è una pericolosa tendenza al ritorno al passato nel giudicare le donne vittime di stupro: un passato recente ma ancora molto bruciante. Ora speriamo che la revisione del processo faccia giustizia.

Ragazze, donne, italiane o straniere, scaltre o sceme, attenzione, cercate sempre di presentarvi in pubblico al meglio perché se vi capitasse di essere violentate e siete in ciabatte e senza trucco, il volentatore potrebbe farla franca con la scusa che vi siete inventate tutto per poter dire a tutti che qualcuno vi ha degnato della sua attenzione.

E, un consiglio: non bevete e non fumate cose strane quando siete in compagnia e seguite un corso di arti marziali e, nel caso, menate a più non posso. Propongo che le scuole italiane le insegnino alle ragazze come materia scolastica.

Potrebbe non servire mai, ma potrebbe diventare molto utile nel caso, purtroppo sempre più frequente, che qualche squinternato sia tentato di passare a vie di fatto. Gli uomini si lamentano di non poter più corteggiare le donne per paura di finire denunciati per stalking, Catherine Deneuve sdottora sulla ” libertà di importunare”, ma poi se denunci finisci per essere considerata una “scaltra peruviana”.

Come se le italiane fossero da meno. E che dire delle francesi? E delle tedesche? E delle inglesi…e delle…

 

6 commenti su “Giudici “scaltri””

  1. Certo, dopo i “jeans troppo stretti”, la “tempesta emotiva”, ecco ora arrivare “l’aspetto mascolino” ad cambiare una sentenza, attenuandola, o cime un quest’ultimo caso, capovolgendola col negare il reato di stupro.
    A riprova di quanto sostenuto dai tre giudici donna, la trascrizione del telefonino della (non) presunta vittima col nome “Vikingo”. È già, non ci sono più dubbi, come dire cche sua impossibile usare violenza carnale da parte di un uomo verso un altro uomo.

    Sentenza veramente incredibile emessa dalla Corte di Appello di Ancona, per fortuna annullata dalla Corte di Cassazione: il processo dovrà essere rifatto.

    Mi chiedo come sia stato possibile da parte di tre donne pervenire ad una simile conclusione. Timore forse di essere giudicate a loro volta poco imparziali se avessero creduto alla donna?

    Risposta:
    Alessandro
    purtroppo c’è anche questa possibilità, ma sarebbe gravissima.

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  2. A proposito di canzoni del passato, ero studente a Genova quando uscì, nel 1961, questa bella canzone di Marotta-Mazzocco, cantata superbamente da Milva:

    https://youtu.be/0niNJvC4Dec

    Di Marotta, poeta e crittore, leggevo sull’Europeo la sua critica cinematografica che, più che una recensione, era una divagazione.
    Per apprezzare le sue qualità poetiche, basta leggere le parole di questa sua canzone intitolata
    Mare verde.

    Nun è campagna, è mare, mare verde:
    ‘Nu golfo d’erba, ‘na scugliera ‘e ffronne
    Ca luntano se perde
    Sott’ ô cielo d’està.

    E pe’ ‘stu mare verde senza fine,
    Suonno d’ ‘a vita mia,
    Cchiù carnale e gentile,
    Tu cammine cu mme.
    Ll’ombra te veste ma te spoglia ‘o sole,
    Sì d’oro comm’ ô ggrano.
    Tremmanno ‘e passione,
    T’astregno ‘sti mmane
    E ‘o mare verde
    Ce ‘ncanta e ce perde
    Abbracciate accussì.

    Dorme ‘nu bosco e canta ‘na surgente,
    Sisca ‘nu treno sott’a ‘na muntagna.
    Va sbarianno c’ ‘o viento
    ‘Na palomma ccà e llà.

    E pe’ ‘stu mare verde senza fine,
    Suonno d’ ‘a vita mia,
    Cchiù carnale e gentile,
    Tu cammine cu mme.
    Ll’ombra te veste ma te spoglia ‘o sole,
    Sì d’oro comm’ ô ggrano.
    Tremmanno ‘e passione,
    T’astregno ‘sti mmane
    E ‘o mare verde
    Ce ‘ncanta e ce perde
    Abbracciate accussì.

    E ce perdimmo pe’ ‘stu mare verde,
    ‘Stu mare verde.

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  3. Forse la canzone di Marotta con l’argomento trattato sembra che non c’entri, ma nel paragone della campagna napoletana al mare e nel ricordo sentimentale e appassionato dell’amore per una donna, mi è sembrato quasi un atto riparatore dell’uomo verso di essa.

    Risposta:
    Alessandro, ti ringrazio a nome delle donne che leggono (poche ma buone)e anche che non leggono: una bella poesia, una bella canzone non hanno età.
    E ne approfitto per ricordare Hal Blaine, uno dei più grandi batteristi mondiali, morto questa notte. Il suo nome non dice molto ma di certo la sua batteria l’abbiamo sentita in molti. Questo è un esempio:


    m.g.

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