Si può (ancora) fare

Domenica 3 marzo 2019, la storia siamo stati noi, popolo delle primarie del Pd, alla faccia di quelli e sono tanti, che dicono che gli italiani sono delle pecorelle smarrite che saltano sui carri dei vincitori e non hanno mai il coraggio di fare, ma solo di blaterare.
Ecco, il blaterare, è dimostrato, è di chi accusa gli altri di non agire ma poi se ne sta ben nascosto dietro alle sue rimostranze ma non muove un muscolo per cambiare.
Quasi due milioni di persone che hanno fatto la coda per dimostrare, pacificamente, che se si vuole si può, democraticamente, ribaltare tutti i tavoli. Senza gridare slogan, senza violenza, senza retorica ma semplicementne con la forza delle proprie idee.
Anche la piazza di Milano ha dimostrato che gli italiani non sono più disposti a farsi tiranneggiare, a farsi prendere in giro dagli slogan dei politici che, quelli si, blaterano per farsi votare e poi, una volta a governo, si accomodano sulle comode poltrone e si comportano da piccoli dittatori in erba.
L’Italia, di dittatori ne ha visto uno che ha lasciato un segno indelebile e che ha “vaccinato” questo paese dal “morbo”, dalla pestilenza del razzismo, dell’odio verso il diverso, dalla meschinità di una politica incentrata sul qui e ora dei piccoli interessi nazionalisti di infima bottega.
Domenica scorsa, quasi due milioni di italiani hanno detto no a tutto questo ed hanno messo nero su bianco la propria volontà di ritornare a vivere in un paese veramente libero aperto, solidale e democratico.
Ricominciamo da domenica 3 marzo, si, si può fare.

3 commenti su “Si può (ancora) fare”

  1. Mariagrazia, codivido la tua veduta ottimistica per questo bel risultato eletorale che sono state le primarie del Pd. E sia benvenuto Zingaretti col suo semplice aspetto di persona seria, ma non seriosa. Noi non abbiamo bisogno di maghi.

    Francamente non se ne può
    più di avventurieri tirati su da un manipolo di sfruttatori del malcontento della gente, di promesse salvifiche che rivelano solo demagogia, di contraddizioni e incompetenze che paralizzano il Paese, di slogan elettorali finalizzati solo per carpire il voto.
    Ora è Il momento di reagire a cominciare proprio da noi: dismettere la maschera del pessimismo sempre e comunque; prendere lezione dal passato, ma cessare di considerarlo l’ultimo nostro orizzonte; prendere coscienza che il nostro Paese non merita l’involuzione verso cui sta precipitando.
    C’è bisogno di respiro, di sinergia, di vedute lungimiranti, di rapporti proficui con gli altri Paesi, di un’azione politica seria che guardi con ottimismo e con responsabilità al futuro.

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  2. Nicola Zingaretti—>
    Ti alzo canti negri (in risposta a Matteo Salvini)

    Contagiarti il Zen (riferito al trio Sa-Di-Co).

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    • Il trio Sa Di Co? Bello!E cosa ne dici del trio Co Sa Di? E che mi di ci del Trio Liscanno?
      E Salvini l’uomo del “qui lo dico e qui li annego”?(Beh, è fortina, spero non se ne abbia a male).
      Pare che Di Miao ripresosi dagli uppercuts di questi giorni, abbia esclamato con rinnovata veemenza oratoria: Veni, vidi, mici…e che il suo sodale di governo abbia replicato: qui lo dico e qui li annego!

      Ma l’anagramma di Zingaretti è davvero geniale! Compliments

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