Spifferi

Pare che ci sia una diatriba tra le show girls Parietti, Cuccarini, Parisi. La più (ex) amata dagli  italiani, Lorella Cuccarini, pare abbia dimostrato simpatie accese verso il ministro dell’interno (eh, acchiappa) e che abbia detto che lui è più di sinistra di altri uomini, cosidetti di sinistra (chissà di chi avrà inteso parlare?). Opinione personale, dove vuole collocare Salvini, la Cuccarini, non mi pare un problema sul quale perdersi a ponzare. Lo collochi un po’ dove le pare.

Ma, la showgirl Heather Parisi, la sgambatissima bionda ballerina da sempre nemica della suddetta (anche se mai ammesso apertamente e poi chissene…) ha detto che Lorella è una “ballerina sovranista”, anzi no: una sovranista tout court.

Mah, che cosa voglia dire poi questo termine ormai abusato e che cosa si intenda per “sovranista” è tutto da vedere. Posso solo pensare che, non volendo essere proprio un complimento, si possa intendere come una non troppo…diciamo,  per la quale. Ecco, una para…spifferi, sovranista.Un po’ come quelli che si mettono sotto le finestre d’inverno.

In questa contesa è entrata a gamba tesa (e che gamba, direbbe qualcuno del sesso opposto al mio), Alba Parietti  e come un centravanti di sfondamento ha tirato una palla in gol. Cioè, in pratica, ha detto che Lorella è una a cui piace salire sui carri dei vincitori.

Ma, insomma, che cosa ci sarebbe poi di tanto male a salire sui carri dei vincitori, soprattutto quando i vincitori sono tipetti  dal “fascino”  padanolombardoveneto del nostro ministro dell’Interno? Eddai, l’uomo piace, soprattutto ha presa sul mondo dello showbiz. Chissà perchè? Forse perché è anche lui uno spettacolo di uomo?

Mah, non ci perderei il sonno. Comunque ora ho più chiaro il concetto di sovranista: uno che sta sovra, cioè sopra, un sopranista, uno che salta sui carri da vincitore o da “ammiratore” di vincitori (per non usare altri termini meno polite che tradotto significa “puliti”).

Alba Parietti però ha affermato che lei sale solo sui carri che vanno in direzione contraria al potere.

I vincitori sui carri le danno l’orticaria.  E ci voleva tanto? Finalmente si risente parlare di sani concetti di sinistra.

E di questi tempi, con gli spifferi che tirano, non è poco.

Misteri

Una sbruffonata elettorale. L’accoglienza all’aeroporto di Cesare Battisti con Salvini e Bonafede schierati in attesa che scendesse dalla scaletta dell’aereo. E tutto quello schieramento di Forze dell’ordine. Sembrava l’arrivo di un capo di stato. Ma  che ci facevano due ministri in quella circostanza se non  per dimostrare che c’erano e che contavano? E che volevano essere immortalati al rientro in Italia dopo 37 anni di fughe rocambolesche di un latitante condannato all’ergastolo?

E quelle frasi cosi violente  di Salvini non si possono sentire. A mio parere, ad un uomo delle Istituzioni. è richiesta molta più compostezza e riservatezza per il ruolo cosi delicato di ministro dell’Interno

Una passerella mediatica che i due hanno sfruttato per intestarsi il “successo” dell’evento. I trionfalismi, le frasi di disprezzo, i proclami violenti gettati in pasto ad un pubblico che si immagina plaudente al di la dello schermo, sono fuori luogo, sempre, più che mai in queste occasioni dove servirebbe maggior senso delle Istituzioni, dignità e la consapevolezza che nessuno ha il diritto di strumentalizzare una vicenda cosi complessa e che si porta dietro un periodo atroce della storia italiana. E uno stato democratico non fa mai “vendette”, ma solo Giustizia.

Soprattutto per rispetto delle le vittime di un periodo travagliato sul quale ancora dopo tanti anni non è stata fatta luce piena  e ancora troppi misteri lo circondano.

Pubblicato oggi (16.1.2019) su Italians del Corriere della Sera

Un tesoro

Si può essere amici anche senza mai essersi visti? L’amicizia al tempo dei social è una specie di lotteria dove il premio è trovare qualcuno che corrisponda al tuo ideale di amico o perlomeno che si avvicini.

Ma l’amicizia è una cosa molto seria, non la si può sprecare per chi potrebbe essere solo un bluff. Nel senso che ti potresti ritrovare, non con un amico, ma con un pugno di mosche. O peggio: un pugno di mosche fastidiose.

L’amicizia non si può pretendere, si può solo sperare di avvicinarsi a qualcosa che le assomigli. Da adulti è molto difficile fare amicizie solide. Siamo ormai soggetti con un forte spirito critico e le esperienze negative possono avere influito sul nostro carattere facendoci diventare sospettosi.

Ma si può fare. Si può provare ad avvicinarsi al prossimo, ad essere gentili, magari compassionevoli, comprensivi degli altrui problemi. Ciò non toglie che dall’amicizia, tutti, ci aspettiamo più di poter prendere che di dare.

Giudichiamo con molta più scientifica precisione, ogni gesto, ogni movimento, ogni parola e la soppesiamo fino a farla diventare un’arma da scagliare, eventualmente, contro chi non sembra corrispondere all’idea che ci siamo fatti di amicizia, sedimentata negli anni.

Ci sono quelli (e sono in tanti) che pensano che l’amicizia sia un ricevere di continuo consigli affettuosi, pacche sulle spalle, esortazioni a farcela, ascolto e massima condivisione dei nostri problemi. Ma, se appena proviamo a parlare di noi o ad essere distratti e poco reattivi di fronte ad un racconto dell’ennesima vicissitudine raccontata con dovizia di particolari, allora si notano segni di insofferenza: non siamo abbastanza disponibili, non diamo sufficiente ascolto, non abbiamo doti di massima comprensione ed empatia e non siamo per nulla divertenti.

Capita che credi di avere qualche rapporto di amicizia, raro, ma consolidato e che ti illuda che questo possa essere un gancio in mezzo al cielo nei momenti difficili. Esistono casi in cui ci si può fidare. Perbacco, eccome se esistono. Ma sono rari, anzi, rarissimi.

Non per nulla il famoso proverbio equipara un amico ad un vero tesoro. E i tesori non si trovano sotto ai cavoli.

Ma la maggior parte delle conoscenze o relazioni amichevoli sono dei veri e propri bluff. Sono comodini sui quali appoggiarci un libro, una tazza di tè, un resoconto spicciolo delle nostre idiosincrasie, un “ciao, come va? Tutto bene?Si, grazie. E più spesso non arriva quel famoso e atteso: “e a te”?

Non arriva perché non è interessante. Quello che interessa è l’essere riconosciuto come individuo meritevole di attenzione, in quanto a darla, però, ce ne corre.

Non serve avere attitudini in comune per essere amici, si può esserlo anche essendo profondamente diversi ma occorre una condizione di base: essere sempre sinceri, fino in fondo. Ma anche la sincerità è merce rara. E’ contrabbandata spesso per franchezza ma è solo retorica fasulla dell’autocompiacimento di sé.

Il pronome “io” è abusato. Fateci caso. Una persona che dice spesso “io”, vi butterà sempre addosso tutto quello che le passa per la testa e non starà mai ad ascoltarvi perché avrà sempre qualche cosa da fare all’ultimo momento.

Oppure se vi ascolta é  solo per potervi dire come farebbe lei al vostro posto. Come agirebbe se si trovasse nella condizione data.  Ne ho conosciute persone cosi, tante. Non hanno in mente che se stesse e i proprii “asini”.

Di recente è morta un’amica di tanti anni. Ci vedevamo molto poco e ci sentivamo raramente. Ma io ero sicura che se avessi avuto bisogno di lei, lei sarebbe stata disponibile ad ascoltare e che non mi avrebbe parlato di come avrebbe fatto lei in quel tal frangente ma avrebbbe solo ascoltato in silenzio ed alla fine avrebbe detto, con un lieve sospiro: “I understand, Grazia”. Si, perchè la mia amica era inglese ma ha vissuto buona parte della propria vita viaggiando in tutto il mondo.

Ho saputo che poco prima di ammalarsi aveva iniziato ad imparare l’italiano. Per un’inglese è una cosa abbastanza rara: di solito non amano molto apprendere altre lingue visto che  la loro è la lingua universalmente più parlata.

Ma Olive (questo era il suo nome)  era una persona straordinaria e aveva poche delle caratterisstiche tipiche degli anglosassoni ma era una vera e propria cittadina di un mondo aperto, ospitale e condiviso.

Una persona gentile, colta e con una grande curiosità sempre accesa verso il mondo, spiritosa come sanno essere solo gli inglesi e riservata ma con una grande capacità di farti sentire parte del suo mondo. Una persona accogliente senza essere invadente.Insomma, una persona davvero rara.

Una persona cosi, insegna che l’amicizia può essere un virtù e che quando si incontra davvero non dobbiamo farcela scappare. Non posso dire che Olive mi mancherà perché ci sentivamo sempre meno, ultimamente ma posso senz’altro dire che l’averla conosciuta è stato per me un grande privilegio e ora che non c’è più, la porterò nel cuore per sempre come un prezioso regalo che la vita mi ha fatto e del quale le sono grata.

 

A caldo

  • I am quite worried about this new coming government. The two leaders are fighting each other’s ideas and cannot last long. They put a third capro espiatorio between them to tame their rows. Arlecchino servitore di due padroni, famos play by Goldoni is the representation we are going to see in the next months.
    I am quite sure they will not be able to put into real practise the promises they made to their voters in compaign, but this is not the point, the point is that if they did Italy shall run for bankrupcy.
    We, italians, have been enough ridicouled in these last days from members of the Ue, such as last Junker statement (italian must be less currupted and work harder), it is intolerable.
    Italians want to work as hard as all other member of the Ue, but, in these last years have been put into a position not to be able to do so. Our best graduated have to leave Italy because here thay are treated as lazy scholars eternal puer and it is a terrible shame!
    Industries have been led mostly by unscrupulos managers who brought them to failure or to delocalisation and the governments of all colors let them do it.
    Our beautiful landscape has been ruined by speculation from all parts, thousands of olive’s trees let die without even trying to save them, and this to give speculation a broader way.
    I am really very upset this morning, I am quite sure this government will last just the time to put us even more in trouble: two popolulists together cannot be nothing else than more problems.
    I did not give my vote to any of them and I pity for the italians who did because they are going to be very, very disappointed in all their hopes, God save us!

    Questo post che riporto qui, l’ho scritto sul sito del giornale inglese “The Guardian” il giorno dopo l’insediamento del governo.

    L’ho ritrovato per caso e l’ho pubblicato perché mi pare di non essere stata troppo pessimista nella mia “profezia”.

    Ma dopo sette mesi le cose sembrano mettersi proprio nel modo suggeritomi dalla mia prima senzazione a caldo di quel momento.Ai posteri..

Sconnettiamolo

Abbiamo i nostri problemi, in Italia. Ma anche in America non scherzano. Quando è stato eletto Donald Trump, ho pensato subito che sarebbe stato un problema per il mondo intero. Non riesco ancora a capacitarmi come, la più grande democrazia mondiale, abbia potuto mettersi a capo uno come lui.

Ma bisogna farci i conti. Ora hanno parzialmente chiuso il governo per lo Shutdown, una procedura che avviene nei casi non si riesca a trovare un accordo sulla Legge di bilancio. Vengono sospesi i servizi non essenziali e un quarto dei dipendenti federali vengono messi in aspettativa senza stipendio.

Questo provoca danni all’economia del paese. Ma Trump sembra infischiarsene. Il problema lo ha causato proprio lui. (Guarda caso), con la sua pretesa di ottenere 5.7 miliardi di dollari, per avviare la costruzione del famoso muro.

Vuole erigere un muro d’acciaio al confine col Messico. La sua propaganda antimigratoria, continua.

Con in testa un ridicolo cappellino con la scritta: “Make America great again”, se ne va in giro dicendo che i democratici, che hanno la maggioranza alla Camera, lo stanno sfidando e la colpa di tutto è il loro diniego alle sue richieste.

E pensa, addirittura, di proclamare l’emergenza nazionale.

Credo che abbia ragione, ma la vera emergenza nazionale americana è rappresentanta, non dai migranti che cercano di passare la frontiera, ma da lui. Esattamente da Mr. Donald Trump, detto anche The Donald, beninteso, perché lo si deve distinguere dal più simpatico Donald Duck, alias Paperino, il quale è notoriamente quello che volgarmente verrebbe definito uno “sfigato” di successo.

Mentre il presidente, è un uomo di successo a tutto tondo. Ma ora,con l’inchiesta Russiagate che incombe su di lui come un’ombra funesta, non trova di meglio che proteggersi dietro al muro.Non si sa mai.

Un muro impenetrabile che difenda tutti gli americani (lui in testa) dalle centinaia di migliaia di persone che tentano di passare il confine per cercare una vita migliore, che Trump ha recentemente fatto ingabbiare e dividere tra adulti e bambini con la conseguenza che molte famiglie sono state divise mettendo i bambini in una situazione di disagio veramente crudele.

Ma non gli basta, deve diffondere al megafono, l’idea che sono tutti delinquenti e che sono una minaccia per il paese e che le donne e i bambini, particolarmente, sono messi in costante pericolo da una massa di personaggi inquietanti che attenterebbero alla loro incolumità.

E a chi gli chiede perché insista tanto su questo benedetto muro che costa una marea di soldi e che, forse, non servirà a nulla, lui risponde serafico (o meglio , mefistofelico) che anche le case hanno i muri, i giardini hanno le reti di protezione e che servono a proteggere chi si sta all’interno dai mascalzoni che attentano alla loro incolumità.

La trovo una tesi delirante. Trovo tutta questa faccenda un delirio.

Il presidente Usa ha gravi problemi  a causa delle inchieste in corso che lo riguardano e lui che cosa fa? mette il paese a ferro e fuoco per distrarre l’opinione pubblica dai suoi problemi legali.

Pare che, durante un colloquio con la presidente dei Dem Nancy Pelosi, se ne sia andato dopo aver sbattuto i pugni sul tavolo. Di brutto. Poi, ha raccontato che non è vero, che lui è un tipetto calmo e ragionevole e non sbatte mai i pugni sui tavoli.

Gli credo, si vede, basta guardalo mentre parla ai giornalisti, soprattutto quelli che non gli sono favorevoli: se potesse li incenerirebbe con lo sguardo.

Vedremo come andrà a finire. Noi, dalle nostre parti abbiamo i guai nostri, potremmo dire pure un bel chissene…degli americani.

Ma in un mondo interconnesso come l’atttuale, quello che succede a New York ha conseguenze fino a Canicattì.

A meno che non lo sconnettiamo. Ecco, io, Trump, lo sconnetterei proprio e non solo da Canicattì. Ma da tutto.

Uno spettacolo ridicolo

Assomigliano ai fratelli Marxs, comici americani tra i più amati per le loro esilaranti gags.

Parlo dei “Tre pazzi a zonzo” (titolo di uno dei loro film meno riusciti, titolo originale: At the Circus), alias i nostri tre, per niente comici, governanti.

Sono un po’ come Groucho, Harpo e Chico, hanno le loro caratteristiche: Salvini/Groucho, sigaro in bocca mentre cammina per tutta la stanza sproloquiando in modo surreale e con l’aria di dare ordini; DiMaio/Chico, cappelletto in testa, aria scanzonata di scugnizzo cresciuto in fretta, maneggione e istintivo e infine Conte/Harpo: chioma ricciuta sorriso serafico, sguardo limpido e auto compiaciuto da finto ingenuo, che, però, col tempo, si scopre essere il più furbo dei tre.

Eccoli, mi piace farne questo ritrattino comico surreale per inquadrarli meglio e renderli  più simpatici (difficile). Hanno messo su uno spettacolo (quasi) comico e ridicolo che non si capisce come andrà a finire.

I leghisti capitanati da Groucho, sono sempre più duri, ma si sono persi la purezza da lunga data. Ora che sono risorti dalle ceneri, che non sono più quelli del cielo duro ma del cielo, punto, dagli orizzonti ampi, stanno al governo e dettano legge ai Cinquestelle, guidati da Chico che sta seguendo il copione lasciato in eredità dagli attori di un altro “film”. E non vengono alle mani solo perché non si debba sciogliere la compagnia.

Infine Harpo, che non ci sta a passare per fesso e vuole assumere il ruolo di regista anche se non ne ha le competenze, né, forse, le attitudini.

Seguiamo la trama di questo strano film, ma non ci capiamo molto, come nei film dei fratelli Marxs dove la trama non è affatto importante ma quello che conta sono le trovate, le battute, le evoluzioni, i voli pindarici…

Riusciranno ad “intrattenerci” fino alle prossime europee o, da bravi fratelli coltelli, si massacreranno  a vicenda prima fino a far sprofondare il governo in una crisi?

Propendo per la seconda. Ma forse mi sbaglio e succede il famoso colpo di scena dove gli attori riescono a ribaltare di colpo tutta la trama e ci lasciano a bocca aperta per il finale travolgente.

Mah. Di una cosa, però,  sono quasi certa: non prenderanno l’Oscar.

Chico, Groucho (seduto) e Harpo.

(Fonte Wikipedia).

Deriva violenta e pericolosa

ll ministro dell’Interno dovrebbe rispondere con maggiore chiarezza su come un sorvegliato speciale potesse infischiarsene della sorveglianza ed essere in giro ad aggredire due giornalisti dell’Espresso (un cronista ed un fotografo) che si trovavano al Verano a Roma per filmare una manifestazione di esponenti di estrema destra.
Su come e perché le forze dell’ordine non siano intervenute per fermare alcuni di loro che mentre facevano una commemorazione non hanno trovato di meglio che aggredire a calci e pugni due persone che stavano solo facendo il loro lavoro.
Su come e perché l’Italia stia pericolosamente scivolando in una deriva violenta, dagli stadi ai cimiteri, passando per i porti chiusi alle navi delle Ong e le manifestazioni di protesta dei sindaci che si rifiutano di mettere in atto una legge che impone di mettere al bando persone che solo per essere degli emigranti, dovranno finire alla macchia ingrossando le fila della criminalità organizzata.
Perchè?
Ministro Salvini è questa l’Italia che ha in mente? E la retorica di “prima gli italiani” altro non è che uno slogan elettorale perché degli italiani il governo si sta facendo beffe affermando che le tasse diminuiranno quando invece aumentano.
Non ho sentito parole di solidarietà da parte di Salvini dei confronti dei due giornalisti.Decisamente, secondo me, non la prova e quindi non la esprime.
Ma io credo che dovrebbe farlo, se non altro per obbligo istituzionale.
Fra tanto blabla sui suoi pranzi, colazioni e merende varie, dovrebbe trovare il tempo per una decisa condanna del gesto,su queste cose un ministro della Repubblica Italiana non può che mostrarsi più che intransigente.

Brutta Befana

Ci sono donne che vengono definite Befane. Non è un complimento. La Befana è rappresentanta come una donna anzianotta, naso ricurvo, lineamenti grossolani e viaggia a cavallo di una scopa.

E’ l’iconografia classica della tanto amata vecchina che porta i doni ai bambini il 6 di gennaio, passando per il camino.

Mentre Babbo Natale è un buon caro vergliardo dalla curata barba bianca, di sana e robusta costituzione, pacioso allegro, di bell’aspetto che scoppia di salute, bardato con abiti rossi e slitta, la Befana è una figura vestita di stracci, ingobbita col naso a becco e, non fosse che è amata perché rappresenta una figura positiva e innocua, sarebbe perlomeno inquietante. Al solito, la donna viene rappresentata nel suo aspetto peggiore: non poteva essere di sembianze gentili, normali, di età media, ancora in salute e di carattere equilibrato.

No, manco per niente, doveva essere la Befana, cioè una stracciona  che solca i cieli in cerca di camini nei quali sguazza tutta inzaccherata di fuliggine per riempire le calze di chi l’attende con ansia sperando che gli caschi qualche cosa nel piatto.

Può anche portare solo del carbone, ma, in genere è carbone dolce.

Ma quando si vuole definire una donna bisbetica, arrogante, decisamente brutta e avanti con gli anni (cosa che per le donne è colpa grave), la si chiama Befana: brutta Befana.

Già brutta Befana!

Una donna che ne vuole offedere un’altra non potrebbe trovare appellativo migliore. Non importa che porti i doni ai bambini, che dietro quell’aspetto trasandato e decrepito si nasconda un animo gentile, non importa, quello che importa è che quando una donna vuole colpire al cuore un’altra donna non può che riferirsi al suo aspetto fisico.

L’invidia o la gelosia delle donne nei riguardi di altre donne possono essere micidiali. Possono fare danni enormi. Alcune sono veramente delle streghe potentissime. Non scherzo.

Quando una donna invidia un’altra donna lo fa sul serio, scientemente e con precisione chirurgica le lancia tutte le maledizioni che riesce a concepire.

Ma, d’altro canto, la Befana, se vogliamo è anch’essa una vittima. Una vittima del proprio ruolo nel quale è stata confinata dalla società, da sempre maschilista e per riscattarsi se la prende con le altre donne.

 

Naturalmente scherzo, è il frutto delle mie paturnie festive, che stanno comunque per passare, non esistono donne capaci di mandare maledizioni che possano nuocere ad altre donne, me lo sono inventato, o meglio sono i miei ricordi d’infanzia di quando mia nonna mi diceva di non passare e non fermarmi nella casa di una signora che era considerata una strega e mi raccontava, anche, che il giorno che è morta, un gatto nero è salito sul suo giaciglio mortale e le si è accovacciato ai piedi.

Fiabe per tenere buoni i bambini

Risultati immagini per la befana

Grazie Presidente

Ho ascoltato il discorso del Presidente in differita. Quest’anno ero un po’ diffidente e poi, me ne sono dimenticata.

Ma l’ho visto ora e mi è piaciuto molto. Mi è piaciuto soprattutto lui, il nostro Presidente.

Seduto in mezzo alla stanza, senza scrivanie a fropporsi tra lui e gli italiani, idealmente. Una scenografia molto semplice ma accurata che trasmetteva il senso di comunità.

Quel senso di comunità sul quale Mattarella ha insistito in tutto il suo discorso.

La cosa che mi ha commosso è stata proprio questo suo sottolineare che siamo parte di una comunità forte, pur con molti problemi, ma superabili con la buona volontà.

E su questo punto ha insistito, sulla tenacia e la determinazione che tutti noi dobbiamo avere nel voler superare le difficoltà di questo momento, come di tanti altri momenti che hanno visto il nostro paese messo davati a scelte importanti.

Questa volta, senza retorica, con lo sguardo limpido,sereno e diretto, questa figura che fino ad ora mi era sembrata distante, jeratica, quasi distaccata, finalmente mi ha trasmesso un forte senso di appartenenza.

Si, di appartenenza, non sembri questa mia una parola di vuota retorica. Appartenere ad una comunità come la nostra deve essere motivo di orgoglio.

Ma ha anche voluto porre l’accento sui tanti problemi che sembrano irrisolvibili e che necessitano uno sforzo comune della politica, superando le incompresioni, le differenze di vedute, perché l’obiettivo comune deve unire e non essere motivo di dispute costanti ma un target da perseguire senza sosta superando gli egoismi.

Non so se la nostra classe politica sarà in grado di comprendere l’importanza di questo messaggio ma è stato bello sentirlo pronunciare con tanta semplicità e chiarezza di immagini.

Grazie Presidente, l’Italia ha più che mai bisogno di uomini come lei.

Auguri di buon anno a lei e a tutti noi. Ne abbiamo davvero bisogno.