Elemosina di stato

Qualcuno ne beneficierà. ma molti, ne rimaranno fuori.
Il governo ha varato le due riforme per eccellenza i due fiori all’occhiello dei due partiti che rappresentano la maggioranza sgangherata, attuale: reddito di cittadinanza e quota cento.
Hanno fatto, messo nero su bianco, firmato, controfirmato, sorriso e riso, gioito e brindato.
Non si era mai visto tanta oscena baldanza nello sfornare leggi o leggine o riforme o qualsivoglia atto governativo come in questo spettacolino continuo messo in scena da questa politica di personaggi ed interpreti, di comparse e scomparse, di figli dei figli dei fiori e pure dei figli dei figli dei carciofi.

Il reddito di cittadinanza dovrebbe partire a breve. Mi ricorda i buoni pasto che rallentano le casse dei supermercati.
E’ una buona cosa pensare a chi non ha i soldi per mangiare o pagare l’affitto ma, in un mondo che non sia per forza la brutta copia di un brutto film di fantascienza, si deve prima di tutto pensare a incentivare il lavoro con tutti i mezzi.

Qui si incentiva la povertà pradossalmente contribuendo a mantenere in povertà dando questa regalia pelosa che serve solo come contrbuto alla campagna elettorale permanente, una “platea” piuttosto ristretta di “sfigati” che col tesserino dei poveri andranno a comprarsi il pane e la verdura.

I paletti sono tanti ma non si sa ancora da chi e come verranno piantati.
Chi dovrebbe (in teoria) fornire il lavoro è ancora avvolto nella nebulosa di un bel sogno.
Come saranno reperiti i famosi tre lavori è ancora un mistero gaudioso.
Intanto parte l’elemosina di stato, poi si vedrà.
L’importante è apparire in quanto ad essere il tempo, sempre galantuomo, dirà se questa sarà una riforma di senso compiuto oppure non sarà altro che un modo per togliere qualcosa ai cittadini per dare qualcosa d’altro ad altri cittadini.
Magari anche a quelli che, più furbi” di altri, si “inventeranno” una povertà che non esiste, mentre la maggor parte, dignitosa, preferirà rimanere povera piuttosto che diventare schiava in uno stato di diritto.

3 commenti su “Elemosina di stato”

  1. “Oggi nasce il nuovo welfare state”, proclama Di Maio e ricorda tanto, l’ “abbiamo sconfitto la povertà”.

    Slogan, slogan, slogan.

    Sarebbe meglio aspettare chi, come, quando e quanto prenderanno in concreto il reddito di cittadinanza; quale ripercussione si avrà sull’economia nazionale e sui rapporti con l’UE; se entreranno o meno in vigore le clausole di salvaguardia; se funzioneranno o meno i centri per l’impiego: mi chiedo dove troveranno il lavoro (dignitoso) da sottoporre ai beneficiari?

    Io credevo che l’aiuto concreto a chi e povero e non in grado di sostenersi, lo espletasse già il reddito d’inclusione(magari potenziato).
    Per coloro che sono in grado di lavorare, c’è un solo modo di aiutarli: creare o incentivare le condizioni perché si crei lavoro reale: per esempio potenziano la ricerca, oppure promuovendo la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio, oppure gli incentivando gli investimenti in infrastrutture e grandi opere utili dove mancano (zero nel Sud!); o anche riducendo gli orari di lavoro di chi già ce l’ha come fatto in Germania; infine promuovendo la cultura e premiando l’inventiva e il merito.
    Ecco un modo dignitoso di occupare i giovani, senza l’umiliazione di un’elemosina elargita sotto l’attento e occhiuto controllo e sotto minaccia del “benefattore”.

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    • Tutte proposte concrete che al governo non prendono in minima considerazione, DiMaio dice che siamo in attesa di un nuovo boom economico. è il caso di dire Bum! L’ha sparata (ancora) grossa (pare che andiamo verso la recessione, invece). Intanto lo scaltro Salvini (a pancia sempre piena) ha tenuto a cambiare il cartello e mostrarne uno solo con la scritta “quota 100”, in conferenza stampa. Lui si dissocia e mette già le mani avanti nel caso di flop o grande confusione e delusione dell’ RdC.

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  2. Bankitalia ha rivisto al ribasso il Pil italiano e teme la recessione.
    Di Maio non se ne cura anzi irride alle previsioni catastrofiche.
    Non solo incompetenza, ma protervia allo stato puro.
    Chissà dove andremo a finire.

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