Lavorare col pancione

La Lega vuole far rimanere le donne a lavorare fino al nono mese di gravidanza. Cioè, su richiesta e con l’avallo del medico potranno farlo e restare al lavoro fino al giorno prima di partorire. Adesso la legge prevede l’astensione dal lavoro due mesi prima del parto e tre mesi dopo. Ed è una legge ben fatta che tutela le madri lavoratrici (anche se ci sono molti abusi). Ora si vuole distruggere anche quella. Uno dei pochi capisaldi dei diritti delle donne lavoratrici. Cosi’ come si sta facendo da anni con tutti i diritti conquistati con anni e anni di battaglie, anche cruente. E perché? Per fare un favore alle donne o a alle imprese? Già, sarà sempre più difficile rispettare la maternità delle donne e il loro diritto di viverla pienamente e consapevolmente senza essere costrette a portarsi il pancione in ufficio o in fabbrica o dietro il bancone di un supermercato, fino all’ultimo, perché i datori di lavoro diranno che, visto che si “deve” dimostrare fedeltà al proprio posto di lavoro… E se non si fa si corre il rischio di essere mobbizzate fino al punto di essere costrette ad andarsene, visto che il licenziamento non è possibile in gravidanza. Non è affatto un’agevolazione per le donne, ma un modo fornito su un piatto d’argento (metallo nobile) ai datori di lavoro per ricattarle, da una “Lega” che a parole sta con il popolo e coi fatti lo turlupina.

 

 

Pubblicato oggi su “Italians” del Corriere della Sera

5 commenti su “Lavorare col pancione”

  1. Probabilmente i datori di lavoro dovranno assumere delle levatrici per provvedere ai casi estremi in cui il bebè ha deciso di nascere qualche ora prima dell scadenza del nono mese. Un modo per incentivare le assunzioni, no?

    Rispondi
  2. Chissà perché ma ho la sensazione che questa nuova libertà per le donne in gravidanza di decidere se lavorare fino al nono mese si rivelerà invece in un altro diritto negato .il diritto di non dover chiedere o scegliere per forza di continuare a lavorare ,prima la donna era tutelata da una legge ora non più.Penso a tutte quelle donne precarie oppure con la paura di perdere il lavoro ,e i 5 mesi che restano si potranno prendere dopo il parto ,sempre per libera scelta?Parlano di libera scelta ma nel mondo del lavoro per molti è una parola che non esiste

    Rispondi
    • Proprio cosi, la “libera scelta” è sempre condizionata dalla scelta preventiva dei datori di lavoro che, con questa bella novità potranno avere un’arma di ricatto potente: o resti oppure ne troviamo un’altra più disponibile, visto che la legge prevede che tu non sia più obbligata a stare a casa due mesi prima del parto e sarà la scelta obbligata di rimanere fino all’ultimo sul posto di lavoro o, in alternativa (anche questo è possibile) “togliere il disturbo” magari rinunciando al lavoro pur di non compromettere la gravidanza.
      Purtroppo questo governo si sta rivelando peggio delle peggiori previsioni.

      Rispondi
  3. Sono questi i cambiamenti del governo del cambiamento?
    Come l’aumento della tassazione delle auto. Comprare una Panda costerà 400 euro in più.
    Ma non avevano detto questi signori che ci governano che avrebbero fatto le riforme senza aumentare la pressione fiscale?
    Una donna dovrà essete tentata di sopportare lo stress del lavoro compomettendo una gestazione serena?
    Ed è vero o non è vero che lo stress della donna durante la gestazione si riflette negativsmente sul feto?
    Altra pensata da fare arrossire di vergogna, pur di raschiare denaro, è quella di abolire il sussidio di povertà per gli extracomunitari.

    Rispondi

Rispondi a Omnibus Annulla risposta