Piccole cose, grandi

Senza dubbio, la consapevolezza di aver avuto salva la vita, sta aiutando e aiuterà gli sfollati di Genova dopo il crollo del ponte Morandi, ad avere fiducia nel futuro e a guardare avanti con coraggio. Certo, ne hanno davvero bisogno.

Ho guardato le immagini dei primi entrati a recuperare le loro cose dalle case abbondate e vuote da due mesi..

Come non immaginare quali emozioni, quali sensazioni e quanto dolore  avranno provato e proveranno? Ho provato a pensare a cosa prenderei per prima se  fossi a loro posto e non so rispondere, ma credo che butterei in quegli scatoloni, alla rinfusa, quanto più possibile.

Cinquanta scatoloni sono tanti, ma è difficle farci stare tutti gli oggetti che rappresentano la nostra vita.Come se gli oggetti avessero un’anima e ci tenessero legati a loro. In fondo le cose sono solo cose, ma quando ci appartengono rivestono significati immensi e staccarcene è doloroso come staccarci da pezzi di noi.

Certo, quelle persone si ricostruiranno la vita altrove, ma il ricordo di quei momenti, credo, non li abbandonerà mai.

Hanno superato un momento difficile e molto doloroso, ma ho visto nei loro volti una serenità ed una tranquillità ammirevoli e voglio esprimergli tutta la solidarietà che meritano.

La loro vita da quel giorno è profondamente cambiata, hanno vissuto un’esperienza singolare e terribile ma tutto quel dolore verrà ricompensato dalla consapevolezza di aver scampato un grande pericolo e questo li aiuterà a riprendere la loro vita con una marcia in più, ne sono certa. La sofferenza ha dei risvolti positivi: ci avvicina di più alle cose veramente essenziali della vita e ci fa apprezzare le piccole cose che sono, poi, quelle veramente grandi.

Tanti, tantissimi auguri.

5 commenti su “Piccole cose, grandi”

  1. Perdere o dover lasciare la casa è fra i traumi maggiori che una persona possa avere
    Nella casa anche le mura sono amiche e quelle non si possono portare via.
    Perciò ho un profonda considerazione per quella gente sfortunata che è stata risparmiata nella vita, ma non in ciò che possedevano e che fa parte della propria vita.

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  2. Certo la casa più importante sono loro stessi ,la vita è la cosa più preziosa ma il posto che una persona occupa magari per tanto tempo diventa fondalmentamente un sentimento e quindi anch,esso prezioso .Quando voglio definire con le parole uno stato di benessere completo , In un qualsiasi posto , mi viene da dire infatti “ mi sento come a casa” Certo casa si può ricostruire da un altra parte e con il tempo si superano i traumi ma in quella casa lasciata improvvisamente rimane una parte del tuo cuore

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    • Casa è quel posto dove non vediamo l’ora di tornare. Può essere un luogo fisico ma anche una condizione dell’anima. Un “posto” ma anche una sensazione come dici bene tu. Un sensazione piacevole che ci fa sentire bene. Nel caso di questa tragedia, quelle persone sentiranno la nostalgia di quella casa per tutta la vita e non la dimenticheranno mai, ma il tempo lenirà il dolore e lascerà però immutato l’affetto che quel ricordo evocherà in loro.

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  3. Questa poesia di Giuseppe Villaroel, poeta catanese del XX sec. rende bene l’idea e insieme i sentimenti d’amore e intimità che possono rappresentare la casa.

    CASA DI MIA GENTE
    Sempre ritorno fra le tue pareti,
    come a un rifugio, o casa di mia gente!
    Nessuno albergo mai, nessun ostello,
    per varie plaghe, fu più seducente
    del tuo silenzio, ove, dal lungo esilio,
    vengo a sanarmi d’ogni mia ferita,
    in colloquio coi morti che mi amarono
    perché nacque da loro la mia vita.

    Tu sola ridi, o casa di mia gente;
    tu sola resti, in mezzo alla rovina
    di tutti i sogni miei tristi e mendaci,
    nell’ora di mia vita che declina!
    Tu sola vieni, o casa dell’infanzia,
    al mio ricordo ed alla mia speranza,
    e, nel mio folle errore senza quiete,
    questa sola dolcezza oggi mi avanza.

    Tornerò bimbo sulle tue terrazze,
    guarderò, nelle notti, le tue stelle
    brillare sulle torri delle chiese;
    ci sarà il canto delle mie sorelle,
    ci sarà l’ombra di mia madre e il grido
    del vecchio gallo, all’alba, nei cortili
    e, dalle tue finestre, nell’azzurro,
    vedrò spuntare i rinascenti aprili.

    E sarà la mia gioia e la mia pace:
    l’unica gioia che può dare il mondo
    l’unica pace che può dar la vita:
    vivere sotto il bel sole giocondo
    di nostra terra, quello che ci fulse
    negli occhi quando noi fummo creati
    e morire così, serenamente,
    accanto ai nostri morti e ai nostri nati.

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    • Grazie Alessandro, davvero una bellissima e commovente poesia che rende molto bene il concetto di “casa”come il luogo dove si vorrebbe sempre tornare che poi, alla fine si identifica col grembo materno e la sua liquida e incosciente purezza.

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