Che faccia!

A me Maurizio Martina sta piacendo. Non so perché, ma da quando si è fatto crescere quella barbetta da sparviero mi è diventato simpatico.
Mi da l’impressione di una persona seria, onesta e veramente trasparente.
E lo sta diventando anche lui trasparente, sempre più magro com’è.
Immagino che il partito lo impegni molto, si nota la sofferenza con la quale si esprime.
Ho visto qualche video della manifestazione a Roma e devo dire che mi sarebbe piaciuto esserci.
Forse avrei gridato anch’io “Unità, unità.
In contrapposizione con quello slogan ormai trito ” Onestà, onestà” che, lo stiamo constatando, non corrisponde molto al significato del termine, ora che chi lo urlava nelle piazze si trova ad occupare gli scranni del governo.
E il fatto che Martina mi sembri del tutto privo di carisma, almeno nel senso classico del termine, mi sembra, ora, quasi una qualità.
Non se ne può davvero più di leader carismatici che poi si rivelano con facce doppie e triple e con facce più simili a facce…altre, diciamo del tipo di quelle che attiravano l’attenzione di Totò e a cui si rivolgeva con questa famosa frase: “Quella faccia non mi è nuova”…
Ed abbiamo davvero bisogno di persone oneste, di facce anche sofferte ma vere.
Di persone che comunichino che sono persone per bene e che ce la mettono tutta e non pretendono di stare sul pulpito per pontificare ma che perseguono un fine onesto e chiaro, senza interessi personali o di bottega o altro, tipo ambizioni senza freni che rischiano di trovare muri contro i quali cozzare.
Mi ha quasi convinta a ritornare all’ovile, quasi quasi, se lo fanno segretario (e diamoci una smossa co’ sto congresso e co’ ‘ste primarie) rivoto Pd e poi, ne sono sicura, con lui alla guida, altre “pecorelle” non troppo smarrite, potrebbero ritrovare la strada di casa.
Home sweet home!

5 commenti su “Che faccia!”

  1. Be’ c’è anche una variante:

    https://youtu.be/AaOkMdhqv9Y

    Totò è l’espressione spassosa della comicità napoletana, fatta di mimica facciale, di battute fulminanti, di situazioni paradossali, dissacratore di moralisti e borghesi altezzosi, ma anche capace di commuovere per la carica di umanità che traspare da certi suo umorismo.

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  2. a me quel Martina non dice niente. Se non avessi votato 5s non avrei certo votato pd che ho votato una volta sola e me ne sono pentito subito.
    Ma trovo che Calenda sarebbe un personaggio più votabile di quel manichino con la barba, sempre questione di gusti, naturale, dico la mia.
    Per quanto riguarda il mitico ci vorrebbe uno come lui in italia e al governo forse le cose andrebbero meglio e almeno ci farebbe ridere un po’.

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  3. Il reddito di cittadinanza era stato vantato, da chi lo proponeva, come il diritto della dignità umana ad essere riconosciuta: sei cittadino? Devi poter vivere dignitosamente.
    Però, man mano che si va concretizzando, si rivela una vera e propria umiliazione della persona e della sua dignità.
    Intanto, a sentire Di Maio, pare che questo reddito lo elargisca lui di tasca propria.
    Poi mettere i paletti alla liberta di spesa è un segno di sfiducia verso chi lo riceve. Si ipotizza che chi ne usufruisce, lasciato in libertà, approfitterebbe della sua indigenza per concedersi certi lussi (!) proibiti, permessi solo ai ricchi.
    Infine la minaccia (l’ennesima): se non fai come ti diciamo noi, il reddito te lo togliamo: non sei più un uomo libero, e cosa c’è di più umiliante di togliere la libertà?
    Infine Di Maio porta l’affondo:
    “sei anni di galera sei” a chi dovesse usufruirne indebitamente.
    Mamma mia, la teoria del “bastone e della carota” elevate e metodo di estrema umiliazione.
    E questo sarebbe il riconoscimento della dignità umana? È ovvio che se ci fosse truffa andrebbe perseguita, ma proclamarla e metterla come corollario di un provvedimento di dignità pare una mera esibizione di potere arrogante.
    Io credo che molte persone intimamente oneste e libere direbbero:
    “No grazie, voglio essere trattato come persona, non come suddito”.

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