Ribrezzo

Deve essere costato molto a Christine Blasey Ford circostanziare davanti alla Commissione Giustizia del Senato americano, la sua accusa di tentato stupro, diretta al giudice Brett Kavanaugh, nominato da Trump giudice della Corte Suprema. Ho seguito il video dell’audizione e il racconto della psicologa è stato molto convincente. Io non avevo bisogno di essere convinta perché le credevo  già prima.

Lui si è difeso dicendo che non mette in dubbio le parole della dottoressa Ford, ma che è convinto che lei si sbagli: non era lui quel ragazzo che l’ha assalita quel giorno di 36 anni fa.  Non può che negare per non  perdere quel posto cosi prestigioso che Trump gli ha assegnato.

Già, Trump,persino lui, mi sa,sta cominciando ad avere dei dubbi sulla sua scelta ma solo per opportunismo, ma non lo dirà mai e anzi continuerà a sostenerlo. Lui che ha problemi analoghi, dato che più donne lo stanno accusando di molestie sessuali,  figuriamoci se se lo perde uno cosi. Al Senato i repubblicani erano tutti uomini tranne una donna giudice che ha posto le domande a Christine Ford, la quale con molta compostezza e con la voce rotta dall’emozione, ha raccontato come sono andate le cose e quanto quell’esperienza le sia costata.

In due: Kavanaugh e un suo amico, durante una festa a casa di comuni amici , ai tempi in cui Christine e Brett erano compagni di liceo, l’hanno seguita  al piano superiore e  l’hanno spinta dentro la camera da letto e sul letto, dove Brett ha cercato di violentarla. Entrambi molto ubriachi e forse grazie a questo lei riesce a  liberarsi e a fuggire. Lei gridava e loro se la ridevano e Brett le ha messo una mano davanti alla bocca fino quasi a farla soffocare, tanto che, ha detto, aveva paura di morire.

Alla domanda se fosse sicura che si trattasse proprio del giudice Kavanaugh ha risposto : “Come sono sicura che sto parlando con lei ora”.E ancora: a come faccia ad esserne cosi sicura dopo tanto tempo risponde: “il ricordo si è fissato nel mio ippocampo, non potrò mai dimenticare quelle risate”.  E ne sono sicura anch’io: non si può mentire su certe cose e nemmeno confondere una persona con un’altra.  Le credo al 100%.

E le smorfie del giudice Kavanaugh, durante la sua autodifesa, non fanno che confermarlo. Ha persino finto  di piangere quando ha raccontato che la sua bambina ha chiesto di pregare per “quella donna”. Quanta ipocrisia. E’ sconcertante constatare quanto poco sia tenuta in considerazione la donna, ancora oggi e quanta poca importanza si dia al suo diritto di non essere abusata, violentata, molestata.

Comunque vada a finire, il mondo ha assistito all’ennesimo trincerarsi del potere davanti alla Giustizia, al suo sentirsi sopra ogni legge: un giudice, nominato alla Suprema Corte, accusato di tentata violenza sessuale, che giura di dire la verità sulla Bibbia, ma racconta  la sua verità, quella che gli fa più comodo. Considerando che di mestiere giudica gli altri pur sapendo di avere causato tanto dolore con il suo comportamento indecente, ho provato ribrezzo.

Mentre Christine è stata davvero molto coraggiosa.

Elemosina

Recenti stime dell’Istat, danno una percentuale di disoccupati in Italia, pari circa all’11.2%.

A cui va aggiunto l’esercito di lavoratori con lavoretti precari, gratuiti, o usa e getta.

In gran parte si tratta di giovani e maggiormente del sud.

Ora il governo del rimbambimento, intende varare il Reddito di cittadinanza. Per farlo ci stiamo indebitando oltre il collo e per i secoli a venire, ma per i Cinque Stelle è una misura che servirà a dare un impulso eccezionale al paese  ed è un a misura di equità sociale. Premettendo che esiste già il sussidio di disoccupazione ed altri ammortizzatori sociali e che trovo giusto che ci siano e che vengano incentivati, aumentati o meglio organizzati (come avviene in altri  paesi europei), ritengo dare oltre 700 euro al mese (la cifra ancora non è certa) a chi non ha un lavoro e dovrebbe mantenersi con questo sussidio statale, mi pare, francamente una follia.

Lo trovo profondamente sbagliato e devastante per chi deve pensare a costruirsi un futuro. Sapere di poter contare su un reddito che piove dal cielo senza fare alcuna fatica se non rifiutare almeno tre proposte di lavoro (e poi si vedrà) potrebbe togliere anche la residua voglia di mettersi a cercare o inventarsi un’occupazione stabile e che possa essere soddisfacente e duratura.

Non è  cosi che si incentivano i giovani a lavorare, non facendogli l’elemosina. Cosi non si fa che renderli schiavi dello stato padrone il quale diventa, in tutto e per tutto, “proprietario” delle loro vite rendendoli schiavi di quel reddito da non lavoro, né dipendenti, né lavoratori autonomi e li farà solo sentire dei parassiti della società.

L’Italia ha bisogno di Lavoro, ha bisogno che le proprie industrie funzionino, prosperino e assumano, che lo stato investa in imprese che possono offrire opportunità lavorative.

Fare impresa o mantenerla, nel nostro paese diventa sempre più difficile per tanti motivi e in molti preferiscono vendere al miglior offerente e i migliori marchi italiani stanno scomparendo. Via via, i migliori brand italiani vengono acquisiti da investitori stranieri che rimangono un poco in Italia e poi delocalizzano, licenziano il personale e lasciano i capannoni vuoti e centinaia di famiglie sul lastrico. Non è così che l’economia italiana cresce, cosi può solo morire.

E i marchi dei prodotti migliori della tradizione italiana non sono più italiani e quando li acquistiamo non li riconosciamo più tanto sono peggiorati in qualità.

Troppe tasse e troppa burocrazia uccidono lo spirito imprenditoriale che ha fatto dell’Italia una delle maggiori potenze industriali al mondo.

E ora il governo, invece che pensare seriamente allo sviluppo economico del paese non fa che sprofondarlo nei debiti e sprofondare in depressione profonda i giovani (o meno giovani) che non hanno futuro.

E pensano di curarli” iniettandogli ” qualche centinaio di euro che non faranno che aumentare la loro inerzia e rassegnazione? E poi, anche volendo, chi mi dice che saremo capaci di mettere in piedi un’organizzazione tale da prevedere un meccanismo di proposte di lavoro e di controllo affinché i soldi non vengano dati a vanvera e alle persone che ne hanno meno bisogno e che non ci  sia, come al solito, solo chi specula coi  soldi di tutti?

E se per dare queste elargizioni generose si dovranno attuare tagli ai servizi che paghiamo tutti, la misura è ancora più devastante e, alla fine si dimostrerà improduttiva e deleteria e non avrà aiutato la crescita sia economica che personale, nè dei tanti giovani che hanno bisogno di ben altro che di un’elemosina, nè, tantomeno del paese.

 

La manovra del polipo

Ricordo molto bene che, durante la campagna elettorale, Di Maio diceva che le coperture per il reddito di cittadinanza c’erano. Che loro le avevano trovate e che erano state bollinate dalla tesoreria  dello  stato. La stessa che quando è andato al governo, Rocco Casalino ha definito composta da pezzi di m… che se non trovavano i dieci miliardi che servono per il reddito di cittadinanza, sarebbe stata perseguitata per tutto il 2019.
Quindi, le coperture non c’erano e Di Maio ha detto una solenne e grande bugia.
Ieri ha esultato dal balcone (chissà chi mi ricorda?) con le dita a segno di Vittoria per dire che aveva espugnato il fortino e trovato le coperture per fare la “Manovra del popolo”.
Ma a me, francamente,questa sembra la manovra del polipo.
Come si fa ad esultare per aver aumentato notevolmente il già mostruoso debito pubblico?
Non si preoccupa delle conseguenze sui risparmiatori, è sereno che i mercati capiranno e che gli investitori continueranno a fidarsi di noi.
Ma intanto lo spread sale e la borsa scende.
Ora, con tutto il rispetto per il ministro Tria che è sicuramente una brava persona e che ha tentato fino all’ultimo di impedire questo scempio, mi chiedo come faccia a rimanere al suo posto.
Glielo ha chiesto Mattarella? Ma anche lo avesse chiesto il Papa dovrebbe dimettersi subito. Fra un minuto è già tardi.
Ma che cosa ci sta a fare uno che ha ceduto all’assalto alla diligenza da parte di altri due ministri ormai complici della nostra rovina, che da acerrimi nemici si sono coalizzati per dare l’assalto alle casse (vuote) dello stato?
Prego, signor ministro, si accomodi alla porta, ritiri i suoi effetti personali e si dichiari prigioniero politico, faccia come crede ma sparisca dall’orizzonte della politica italiana.
Ma come si fa a dire il giorno prima che avrebbe servito solo lo stato al quale aveva giurato fedeltà e poi cedere davanti al ricatto di due che si sono coalizzati per mandare avanti le loro politiche e ottenere consensi popolari con la conseguenza di mandare a gambe all’aria il paese?

Non è più credibile né davanti agli italiani , né in un consesso internazionale.
Questa è stata una Waterloo, non c’è stata nessuna mediazione: ha ceduto davanti alla forza bruta di chi ha in mente solo il “successo” delle proprie idee politiche.
E quello spettacolo penoso dei deputati del M5S (quanto suona falso e pedante questo logo alla luce di quanto succede) in piazza, con le bandiere di partito!
Ognuno di loro ha giurato di servire la Repubblica Italiana non la piattaforma Rousseau. E il bilancio dello stato non è al servizio dei consensi per il partito.
Anche Salvini ha messo da parte un poca della sua tracotanza guerresca davanti alle pretese dell’alleato di festeggiare per questa totale sconfitta dello stato.
Anche lui sarà complice del default dell’Italia (speriamo di no), se questo avverrà.
E lo ha fatto per mera convenienza ed opportunità politica conscio del fatto che le divergenze con l’alleato avrebbero potuto portare alla fine del governo e invece entrambi hanno una grande sete di potere che non si estinguerà tanto facilmente.
L’Italia non può e non deve permettere a questo governo di arrembanti demagoghi di mandarla in rovina.
Cosa deve succedere ancora  perché sia chiaro dove ci stanno portando?

La Repubblica delle nespole

Che soddisfazione! I grillini sfegatati festeggiano impazziti per il raggiunto accordo sul 2.4 del rapporto deficit/Pil e adesso?
Ci indebitiamo per sette vite e questi ballano?
Rocco Casalino ha vinto! Il premier è lui. Conte è il suo portaborse comprese quelle sotto agli occhi.
Il ministero del Tesoro è annichilito davanti alle furie giallo-verdi, quelli che stanno col popolo, che vogliono abbattere la povertà e onorare il padre e la madre.
Quelli che hanno messo spalle al muro il ministro Tria, uno dei pochi ministri di buon senso di questo governo, una persona seria ed onesta che si deve essere sentito come l’ultimo dei Mohicani assediato dalle truppe del generale Custer.
E, pare che abbia detto che si dimetteva ma che Il presidente Mattarella e Savona gli abbiano consigliato di restare, gli devono aver sussurrato all’orecchio: se te ne vai lo Spread sale a mille, domani e le banche chiudono gli sportelli dei bancomat.
Ora è chiaro: abbiamo degli irresponsabili totali, scatenati, che stanno firmando la nostra condanna alla povertà assoluta. A tutti noi. E poi ci daranno il redditto di stupidità.
E che cosa ci sia da festeggiare non si capisce. Festeggiare la nostra rovina?
Con questo debito e questo sforamento possiamo solo sperare che Mattarella non firmi.
Siamo nelle sue mani. Ma ormai non ho troppa speranza neppure in lui se sono riusciti a mettere alle corde Tria possiamo aspettarci di tutto.
Terza Repubblica? No, Repubblica delle nespole gialloverdi che non maturano mai!

Ultimi

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il blaterare e cincischiare.

Dopo un mese e mezzo il Decreto per Genova è ancora nelle more. Che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.

Ma chi l’ ha visto ha visto anche che ha i puntini di sospensione su alcune cifre. Il passaggio più importante e decisivo manca.

Quando, prima che i Cinquestelle andassero al governo, c’era chi diceva che se avessero governato l’Italia come stanno governando Roma, l’Italia sarebbe finita a “schifio”, a quanto pare, non si sbagliava di tanto.

E, purtroppo, a me pare (ma non sono la sola) che cosi sia. Annunciano, si sbrodolano,  fanno le passerelle tra i battimani, i selfie coi fan, vanno in Tv a pontificare sui ponti, sulle messe in sicurezza, sulle responsabilità (degli altri), decretano d’urgenza una cosa che dal 13 di Settembre è stata messa in salamoia e non si sa quando verrà tirata fuori dal frigo.  Il sottosegretario, vice ministro Rixi paventa “ritorsioni da parte del ministero del Tesoro, ma dice che entro oggi dovrebbe approdare al Quirinale e che ora si trova a Palazzo Chigi. Vedremo, certo è che va come una lumaca. Allora, tanto valeva fare una legge regolare col regolare passaggio al Parlamento.

Loro sono quelli che ripetevano fino alla morte che il governo precedente aveva superato e svilito il parlamento, con loro, invece, proprio si sono perse persino le tracce del Parlamento. Un Parlamento muto, mentre loro parlano fin troppo e in ogni luogo.

Ma Genova aspetta da un e mese e mezzo che le si dica che fine deve fare, gli abitanti delle case evacuate sono ancora in attesa di sapere quale sarà il loro destino, i tronconi del ponte sono ancora li, incombenti sul panorama e il traffico intorno è ancora in tilt e il commissario è ancora ignoto.

Ma, come a Roma, i Cinquestelle con Toninelli a capo delle Infrastrutture, temporeggiano, cincischiano, lanciano accuse, fanno proclami ma non concludono nulla.

Il Quirinale aspetta da giorni di vederlo questo famoso Decreto, ma passa un giorno e passa l’altro e mai non arriva il prode Decreto. Tanto che Mattarella domanda tutti i giorni alla segreteria: “E’ arrivato?”, “Macché”, “Ecchecaspita aspettano”?

Pare che il presidente abbia perso la pazienza e figuriamoci i genovesi.

Ma mettiamoci il cuore in pace, fin che dura questa nuance limone acerbo al governo, sarà cosi: Salvini che corre e i Cinquestelle che che lo rincorrono.

Sembra la fiaba della lepre e della tartaruga di Esopo.

Ma nella fiaba la tartaruga alla fine ce la fa ad arrivare prima perché è più furba ma qui mi sa che saremo tutti noi ad arrivare( ancora più) ultimi.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il blaterare e cincischiare.

 

Donne

Non so se avete notato che il nome  delle nazioni e dei continenti sono quasi tutti al femminile: Italia, Francia, Germania, Polonia, Danimarca, Ungheria, Austria, Svizzera…poi Asia, Europa, Africa, America. Australia…quasi tutto in “a” finisce a parte qualche sparuto esempio.

Ma il “femminile”, in quasi tutti i paesi è sempre più sorpassato dal “maschile”.

In Italia il maschilismo è in ascesa. Lo si nota dovunque. Ieri notavo che al supermercato che frequento tutti i giorni   ci sono molte donne che vi lavorano: cassiere, commesse, donne delle pulizie…ma il direttore è un maschio.

Regolare! Il dirigente deve essere maschio perché altrimenti le donne farebbero un gallinaio di quei posti, non è vero? E’ molto probabile che chi li gestisce dall’alto (tutti maschi) la pensino cosi. Una donna direttore non è pensabile, si prenderebbero troppa confidenza e poi non avrebbe il giusto polso della situazione.

La donna va bene a compiere tutte le mansioni dove viene comandata ma a comandare non è tagliata, che diamine!

Ci vuole un piglio virile e un occhio maschio per tenere tutto sotto controllo.

E non è diverso in altri supermercati che frequento, ci ho fatto caso: il direttore è sempre un uomo, immancabilmente.

Ora, non ho niente contro gli uomini, anzi, non vorrei che qualcuno si facesse delle idee sbagliate.

Ma qualcuno mi può spiegare perché le donne, in Italia, non possono avere mansioni dirigenziali? Sono forse incapaci di mantere l’ordine? Non hanno capacità organizzative? Non hanno la giusta “mano ferma” che si impone quando si deve punire qualcuno perchè non si comporta secondo le regole?

O forse, non sarà che gli uomini continuano a voler tramandare la linea del potere da maschio a maschio, in tutto e per tutto? Ancora e sempre?

Guardate per esempio il nuovo governo: tutti maschi i ministri più importanti e sottosegretari e portaborsello vari e si vedono sempre e solo maschi in TV a propagandare le mosse del governo.

Oggi campegggia su tutti i giornali la foto di Giuseppe Conte e di Matteo Salvini con il decreto sicurezza denominanto : “decreto Salvini”.

Sorridenti, felici sembra che tengano un braccio un bebè concepito da entrambi, sembrano una coppia gay col loro primo figlio. E, se guardate bene Salvini somiglia sempre di più a capitan Bluto, con quel faccione da lupo di mare.

E guardate i talk show che si sono appena riaperti dopo l’estate: tutti uomini gli invitati o quasi tutti. Mi riferisco ai talkshow politici, gli altri non li considero neppure. Tutti giornalisti, scrittori, filosofi, politici e tutti rigorosamene maschi, tutti col loro immancabile libro sul quale hanno buttato il sangue da propagandare come la Bibbia.

Donne zero.

Mi viene un sospetto…non saranno forse le donne a voler rimanere nelle retrovie? non saranno forse, pigre, sciatte, poco intelligenti, banali, futili, irresponsabili, incapaci di assumersi un compito e portalo avanti…?

Eh già, si, piacerebbe agli uomini, scommetto, a molti uomini che fosse davvero cosi. In fondo le donne stanno bene dovunque meno dove si organizza, dove si dirige, si comanda, si studia, dove si prendono decisioni. Sono troppo labili, emotive, non reggono lo stress…

Certo come no, peccato che se non fosse per donne i signori grandi ministri, scienziati, dirigenti, professoroni e affini, sarebbero ancora a studiare come soffiarsi il nasino.

E magari lo riconoscerebbero pure se glielo chiedessi, ma poi, andiamo, le donne sono degli impiastri sempre pronte ad attaccar brighe, spettegolare e incipriarsi…siamo seri!

Anche Sciascia che divideva gli uomini in cinque categorie si è dimenticato che ci sono anche le donne che potrebbero volere essere inserite in almeno una di quelle categorie, naturalmente quella delle Donne, perché le mezze donne, donnicchie, ruffiane e quaquaraqua …nel femminile non hanno cittadinanza.

Jimmy go home!

IL padre di Asia Argento, Dario, finalmente, parla della vicenda che ha tenuto banco in questi giorni e cioè delle accuse di molestie da parte dell’attore californiano Jimmy Bennet nei riguardi della figlia. E lo dice esplicitamente: è stato pagato da Weinstein perché voleva vendicarsi.

Non è difficile crederlo. L’ho pensato appena letta la notizia che il New York Times aveva pubblicato sulle presunte molestie subite dal 22enne Bennet e del fatto che Asia avrebbe pagato perché non le rivelasse. Mi era puzzato d’imbroglio già allora. (E ne parlo in un articolo precedente).

L’ho pensato subito perché avere a che fare con i potenti (e Weinstein lo è) è sempre molto rischioso e ora Asia paga le conseguenze della sua denuncia che ha dato l’avvio al movimento Meetoo.

Questo ragazzo si è presentato in compagnia del suo avvocato negli studi di La7 per un’intervista esclusiva a Giletti. Ha risposto alle domande del conduttore e a me ha dato subito l’impressione di una recita, ben fatta ma sempre di una recita.

Entrambi, avvocato ed assistito, avevano curato in modo particolare il look dei capelli e sembravano appena usciti dalle pagine di Vogue. Mi ha incuriosito questo particolare che sembra banale, perché ho pensato che entrambi volessero impressionare favorevolmente la platea. Un modo per attirare l’attenzione e suscitare simpatia.

In me non ne hanno suscitata per niente, anzi, mi è sembrata una buffonata per imbarcare cucchi.

Dunque il ragazzo sarebbe stato “violentato” da Asia, nel 2013 in un Hotel della California, dove si erano incontrati in seguito ad una mail dell’attrice/regista. I due si conoscevano perché Jimmy bambino aveva interpretato il ruolo del figlio della principale interprete (Asia Argento) in un film diretto dalla stessa. Tra i due era nata un’amicizia, anzi Asia diceva di considerare Jimmy come un figlio e lui ha continuato a chiamarla mamma anche dopo le riprese del film.

Ma la notizia rivelata dal N.Y.T. che Asia avrebbe pagato 380mila dollari perchè Jimmy non rivelasse che lei lo aveva molestato, è piombata proprio nel momento in cui Asia era ancora nell’occhio del ciclone dopo le sue accuse di violenze al potente produttore americano e prima artefice del movimento che ha raccolto moltissime adesioni.

Asia Argento non è indagata ma il giovane americano le ha fatto una richiesta di risarcimento danni per 3 milioni e mezzo di dollari.

A me non interessa sapere che cosa hanno fatto i due in quella camera d’albergo quando lui aveva 17 anni e lei venti di più. Non me ne importa niente: affari loro.

Ma tutto questo mi suona come un’estorsione bella e buona e mi è sembrata tale fin dal primo momento.

Che questo Bennet venga anche in Televisione in Italia con quel faccino da ragazzino innocente (e furbo) a chiedere la nostra solidarietà, mi sembra una grande presa per i fondelli.

Non gli darei un solo centesimo, si faccia restituire dalla sua famiglia i soldi che ha guadagnato e che  sembrano essere spariti e con  la quale sembra abbia in corso un contenzioso. Io non credo affatto che Asia sia stata la causa della sua mancata crescita nella carriera da cinque anni a questa parte, al contrario penso che Asia sia vittima di un ricatto bello e buono.

Non gli avrei dato tanto spazio. Non se lo merita. Non gli credo, per nulla. E i ricattatori poco mi piacciono. fossi stata Giletti gli avrei detto chiaro e tondo: torna in America a prendere in giro la gente e non venire qui a farti pubblicità gratuita. Jimmy go home!

Un bravo ragazzo

Dal blog dell’M5S  parole rassicuranti sull’audio di Rocco Casalino, si tratta della linea del movimento, niente di cui  strapparsi i capelli.

Dunque succede che  l’ing. Casalino dica ad alcuni giornalisti, in sintesi, che se non si trovano dieci miliardi del c…per fare il reddito di cittadinanza, il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m…del Mef.

Proprio cosi, minacce ad audio aperto in puro stile Al Capone ai funzionari del Ministero del Tesoro se non troveranno i soldi per il reddito di cittadinanza tanto caro ai Cinquestelle.

Dicono, i Cinquestelle, che al ministero ci sono persone che remano contro di loro, tradotto: chi sta  al  governo dice che al ministero del  Tesoro ci sono delle persone che tramano sottobanco per metterli in difficoltà e che il ministro Tria non è che un burattino nelle loro mani.

Sono accuse gravissime. Chi le fa è il capo della comunicazione dei Cinquestelle e portavoce di Conte, Rocco Casalino,  che guadagna uno stipendio lordo di euro 169mila annui.

E per forza, deve guadagnarsi lo stipendio e lo deve dimostrare. Mettere in giro la voce che nei ministeri ci sono dei traditori della patria col coltello tra i denti pronti a sabotare le sacrosante iniziative dei grillini.

E lui mostra i denti e, devo dirlo, mette paura. E’ un metodo, forse un tantino violento ma…a mali estremi.

Non si può perdere tempo a gingillarsi: i soldi per il reddito di cittadinanza devono uscire o di riffa o di raffa e Rocco ci  si mette d’impegno. Lo aveva detto anche  Di Maio a Tria che doveva trovare i soldi, ora è ancora più chiaro: o la borsa o la vita.

E come si sentiranno i diretti interessati, non deve fare molto piacere conoscere cosa pensa di loro il portavoce del premier. Ma il premier che cosa dirà? Si sente rappresentato dal gergo da capo banda del suo strettissimo collaboratore? In tanti stanno chiedendo la testa di Rocco, l’indignazione è alle stelle.

Ma io ho l’impressione che Rocco sia intangibile come la Venere di Milo e che resterà al suo posto, ma dove andrebbero  i grillini senza un comunicatore di questo livello?

Immagino la dichiarazione del premier: “Rocco è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar, non facciamo una montagna di un topolino, in fondo sono cose che si dicono in un contesto confidenziale , sono sicuro che Rocco non intendeva dire quello che ha detto ma che è stato frainteso”.

Scommettiamo?

P.S.Leggo ora  su Hufftington Post la replica del premier: “Le dichiarazioni del mio portavoce Rocco Casalino hanno chiarito che la diffusione dell’audio che sta circolando in queste ore configura condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici. Chiarito che trattasi di un messaggio privato, mi rifiuto finanche di entrare nel merito dei suoi contenuti”.
Come volevasi…non ha usato le mie parole ma è arrivato a parlare di difesa della privacy di una conversazione che, pare, sia stata diffusa dallo stesso Casalino.
Ma se anche cosi non fosse, bel modo di esprimersi in “conversazioni private”, a me pare che chi  tradisce principi costituzionali e deontologici sia proprio il suo portavoce…chissà che questo capolavoro non gli sia stato proprio suggerito dal medesimo. Altrimenti che cosa ci sta a fare a capo della comunicazione?

Prima gli ‘taliani

Abbiamo il governo più litigioso della storia ma anche il più opportunista ed ipocrita.

Per chi aveva pensato che i Cinquestelle avrebbero calmierato l’esuberanza leghista in nome della trasparenza e della legalità e di tutte le altre belle fandonie con le quali hanno conquistato la “scatola di tonno”, si possono mettere il cuore in pace: si erano sbagliati e anche di brutto.

I Cinquestelle avvallano  tutte le proposte (oscene) dei leghisti in cambio di briciole che capitan Spaventa gli lancia, mollichelle che loro raccolgono via via sperando di arrivare alla casa di marzapane.

In quatrro mesi non hanno fatto che litigare, sfornato quasi niente salvo il decretino dignità che farà perdere posti di lavoro o li renderà ancora più precari. Ormai è assodato.

Ed ora il decreto sui migranti, fortemente voluto dai leghisti che fanno il bello, il brutto e il cattivo tempo, fino nei supplementari.

La prepotenza e l’arroganza sono sempre state la loro cifra, ma ora si stanno largamente superando.E i Cinquestelle restano con un palmo di naso, nervosi ed irritati, ma pronti a cedere pur di non perdere le poltrone alle quali ormai sono attaccati col bostick.

Ancora un decreto dunque, quando avrebbe potuto benissimo essere un disegno di legge fatto con calma perché l’urgenza è solo nella testa di Salvini che deve fare presto di suo, come la famosa collaboratrice domestica della famosa pubblicità Ma ci sono tante cose che non piacciono a Mattarella, che cozzano contro la carta costituzionale di cui lui è il garante. Ma Spaventa è pronto a fare a pugni, a far diventare il Quirinale il suo privato ring istituzionale, muoia Sansone e tutti gli asilanti.

Lui i migranti proprio non li vuole e mentre Conte va ancora in giro a fare i bei discorsi sulle quote di accoglienza degli altri stati menbri della Ue, lui vorrebbe cacciare anche quelli che già sono qui.

I Cinquestelle sanno che sta tentando un piccolo”colpetto di stato”, un po’ come con la Diciotti, per il quale dovrà rispondere di sequestro di persona aggravato, ma lui se ne fa due baffi e pure due barbe. Si sente anche lui “unto” e sappiamo che chi si sente unto esagera per forza di cose.
Non fanno che scambiarsi favori, poltrone, nomine, gabinetti di regia: io ti do una cosa a te e tu mi dai una cosa a me.

Però: prima gli italiani!

Già, prima gli italiani, prego. Prima gli italiani si accorgeranno di come questi li stanno menando per il naso e meglio sarà.

Ma la vedo molto dura! Presidente,forza e coraggio, sono dalla sua parte (e anche dalla mia).

Movimento fermo

Il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, getta la spugna: non c’è atmosfera olimpica, dice e mette in naftalina l’accordo a tre per le olimpiadi del 2026. L’asse Milano Torino Cortina, si è già rotta.

Ognuno protesta che la colpa è dell’altro ma la sensazione è che anche questa volta il colpevole del mancato accordo sia il movimento. Il movimento fermo.

Loro non vogliono fare le cose, vogliono tenersi i soldi in saccoccia e spenderli per le loro promesse ai “loro” elettori. Come se l’Italia fosse il loro feudo. Hanno questa visione cosi lungimirante del futuro che non va oltre il qui e ora e il cotto e mangiato.

2026? Troppo lontano e troppi soldi da spendere, meglio tenerli in cassa e anche se i leghisti si mettono d’accordo tra loro per fare questi benedetti giochi olimpici, i grillini non hanno tempo per giocare e soprattutto non vogliono spendere. Ci pensi il lombardo-veneto già ricco di suo!

E Giorgetti da Gruber ridacchia sotto i baffi con quell’aria da signor Sotuttoio ed è cosi e basta. Ma niente screzi con gli alleati di governo, per carità, solo visioni diverse che però, poi, coerentemente, si arriva a far combaciare: quando c’è la salute…

Intanto non stanno concludendo niente, solo tante chiacchiere dovunque in Tv e sui social.

Di Maio è arrivato quasi a minacciare Tria che se non caccia i soldi dovranno sostituirlo con qualcuno di più accondiscendete. Lui ha in mente una sola cosa: il reddito di cittadinanza promesso agli elettori, del suo ministero se ne fa un baffo,lo Sviluppo e anche il lavoro possono attendere, marcire tra le scartoffie, ora gli preme Tria e la borsa dei soldi: o la borsa o Tria se ne va via…annuncia con un’aria che non promette né redditi, né cittadinanze.

Sapendo poi che dovrano ingoiare il rospo dell cosiddetta “pace fiscale ” altrimenti detta condono, parola aborrita dai cinquestelle, Di Maio è diventato ancora più nervosetto anzichennò, anche se continua a miagolare in giro per il mondo (in business class) che tutto va ben, madama la marchesa.

Faranno la” pace fiscale” solo con coloro i quali hanno evaso in buona fede e perché non avevano i soldi per pagare,dicono, sta sul Contratto… ma scusate signori governanti del cambiamento, ma secondo voi, quanti italiani dipendenti ai quali vengono trattenute fior di tasse alla fonte,non se li terrebbero volentieri in tasca per pagare le bollette senza dover chiedere mutui in banca o farsi prestare i soldi dalla nonna?

Giorgetti dovrebbe rispondere a questa domanda prima di fare sorrisetti compiaciuti sotto quei baffetti  da sparviero.

Non ha i baffi? Gli cresceranno, fidatevi e anche la barba, cosi, tanto per cambiare e anche per cambiare i connotati in vista di altre mancanze di “atmosfera”, prossimamente sugli schermi giganti del governo del rodimento.