Tanti auguri ai genovesi

Erroneamente, avevo scritto che i palazzi sotto il ponte Morandi a Genova, erano stati costruiti dopo il ponte, invece, sono stati costruiti prima.

Cioè, questo significa che quando è stato definito il tracciato sul quale il ponte doveva essere costruito , non si è tenuto in minima  considerazione o  il fatto che sarebbe passato sopra pochi metri dai palazzi preesistenti: una vera follia!

Capisco che ci saranno stati dei problemi nel definire il percorso più valido, ma non posso pensare che non si potesse deviare di qualche metro, almeno per evitare di passare proprio direttamente sopra dei palazzi che ora, dopo quanto è successo, con tuttta probabilità dovranno essere abbattuti.

E non posso neppure immaginare (io odio il traffico) come si svolgesse la vita di quelle persone sempre con quell’ammasso di cemento e ferro sopra la testa dove transitavano centinaia di auto e camion e Tir e quant’altro, ininterrottamente: il rumore e la puzza dovevano essere tremendi.

Ma ci sia abitua a tutto. Certo, avendo il ponte una cinquantina d’anni è poco probabile che si ci siano ancora i primi proprietari o inquilini ma che le case siano state,nel tempo, vendute ad altri proprietari i quali, al momento dell’acquisto avranno valutato a cosa andavano incontro con quel mostro sopra le teste.

E, probabilmente, i costi rispetto ad altri appartamenti che non hanno quell’impiastro direttamente sopra, saranno stati inferiori.

Tutto quello che vogliamo. Ciò non toglie che ora, quasi trecento famiglie saranno costrette a lasciare la loro casa da un momento all’altro portando via solamente poche cose, le prime che gli vengono in mente nell’angoscia di dover lascire tutto li.

Gli oggetti che compongono la nostra vita: i mobili, i quadri, le nostre cose più private, i libri, le foto, tutto quello che una casa raccoglie nel corso degli anni e che fanno parte, a pieno titolo, della nostra vita, che sono parte di noi stessi.

Tutta la mia solidarietà e vicinanza a quelle persone che stanno per perdere (probabilmente) tutto questo a causa del crollo del ponte che  dovrà necessariamente essere abbattuto (quello che ne resta) e che si porterà dietro le loro case e tutti gli oggetti che fin qui,hanno composto la loro vita.

Immagino (non senza difficoltà perché bisogna trovarcisi in certe situazioni) quali possano essere i loro sentimenti.

Eppure, nelle immagini che ho visto nei vari servizi, ho notato la compostezza di quelle persone,la loro commozione ma anche la dignità che dimostrano nel non farsi prendere dallo scoramento. Nessuna protesta, nessun cenno di perdita di lucidità, al contrario una pacata rassegnazione pur nella speranza che possa succedere il miracolo di mantenere la propria casa.

Purtroppo per loro temo che sarà molto difficile e che dovranno armarsi della pazienza che hanno dimostrato davanti alle telecamere perché la strada sarà lunga e difficile.

Naturalmente gli auguro che tutto vada per il meglio e spero e credo che chi di dovere si prenderà la massima cura di portare a termine l’operazione molto delicata di dare una casa a tutti.

Sono sicura che in cuor loro c’è la consapevolezza di aver scampato un grosso pericolo e anche la gratitudine nei riguardi di chi li sta soccorrendo amorevolmente.

Tanti, tantissimi auguri.

 

6 commenti su “Tanti auguri ai genovesi”

  1. In questa immane tragedia il comportamento di autostrade per L Italia ( pretendono il pedaggio nonostante la legge che rende esenti i mezzi di soccorso e poi non fanno neanche la manutenzione ordinaria ) a chi è davvero in mano L Italia?

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    • Da Agi Cronache di ieri 16 agosto 2018

      “Autostrade per l’Italia ha annunciato lo stop al pagamento del pedaggio da parte delle ambulanze. Dopo che anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva sollecitato un intervento in questo senso, la società ha comunicato in una nota: “Sulla base della sollecitazione pubblica del sottosegretario Rixi, e per favorire lo svolgimento delle preziose attività di soccorso, Autostrade per l’Italia annuncia che le ambulanze non pagheranno più il pedaggio sulla propria rete. La decisione ha effetto immediato”.

      Ancora da Wired.it di ieri:
      …”Tuttavia, come ha chiarito anche Bufale.net, nel caso specifico di Genova le ambulanze (in generale) non stanno pagando per transitare in autostrada quando svolgono un intervento emergenziale.

      La storia del pagamento del pedaggio non è però una completa bufala, nel senso che – per poter entrare e uscire al casello – anche i veicoli di soccorso devono passare attraverso i sistemi automatici (o manuali) di riscossione dei pedaggi. Ciò significa che, almeno nei casi di emergenza, di norma la società che gestisce l’autostrada non riceve alcun compenso, ma i veicoli d’emergenza devono comunque rispettare tutti gli step di pagamento, e a posteriori avviene il rimborso oppure viene annullata la multa per mancato pagamento”.

      Direi che dobbiamo prestare molta attenzione e valutare bene tutte le notizie che circolano in questi giorni in Rete. E fare bene la tara anche a quello che “strillano” i nostri “nuovi” governanti. La propaganda politica, purtroppo, non manca neppure in queste occasioni!

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  2. Mi associo agli auguri ai genovesi.
    Vissi a Genova il periodo dei miei studi universitari, vi trascorsi tre anni di vita intensa e nel ricordo bellissima.
    Villa Cambiaso (la sede di Ingegneria), la Casa dello Studente di Corso Gastaldi, il quartiere di San Martino con l’ospedale, San Fruttuoso con la bella villa, le stazioni Brignole e Principe, piazza della Vittoria con la fiamma perenne a ricordo dei caduti in guerra, il bel lungomare da piazza Rossetti a quell’angolo di mare con le sue case colorate che è Boccadasse, corso Vittorio Emanuele con i portici, la cattedrale San Lorenzo, porta Soprana con la casa di Colombo, piazza De Ferrari con la fontana e l’acqua a lenzuolo, il teatro Carlo Felice, le viuzze dei Carrugi, via Pre e la zona del porto coi loro traffici di sigarette e d’altro, e i transatlantici imponenti attraccati, Sanpierdarena, Marassi col cimitero monumentale di Staglieno, e nei d’intorni, Pegli con la Villa Pallavicini e poi dall’altro lato Sturla e il lungomare di Nercvi e i suoi giardini.
    Basta nominarli questo luoghi ed ecco evocato un tratto di vita breve, ma lunghissimo nella memoria.

    Già a quel tempo Genova stretta tra le sue colline soffriva dei problemi del traffico e la sopraelevata era appena abbozzata. Il traffico col tempo non s’è fermato, è aumentato in ragione esponenziale, le infrastrutture invece hanno segnato il passo, in nome di un’ideologia miope che ha messo al bando le grandi opere.

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  3. Avete sentito per caso un’ammissione di responsabilità da parte della troika di governo o dei qualche ministro della Repubblica?
    Nulla, solo atti di accusa.
    Loro non c’entrano nulla,
    Il manufatto era antico, gli stralli era meglio fossero in acciaio e non in cemento armato, e loro, dopotutto, sono al governo da poco, impegnati fra l’altro a valutare costi e ricavi, come possono essere chiamati a rendere conto del disastro?
    È come se crollasse il Colosseo e si dicesse la colpa è degli antichi romani e dei custodi che dovevano controllarne lo stato.
    Secondo me le manchevolezze del governo ci sono, e come:
    Prima di tutto non aver sollecitato la costruzione di una variante ad un’arteria dove il traffico era cresciuto esponenzialmente negli anni. Non solo non si è sollecitato, ma è stato di fatto impedito.
    Secondo, la mancanza di un piano di messa in sicurezza del nostro territorio (non solo dei ponti)
    Terzo, se Autostrade ha il compito di fare i controlli, chi deve garantire che tali controlli vangano fatti puntualnente e a regola d’arte, se non i ministeri preposti del Governo?
    Infine, dì fronte un degrado del manufatti, impossibile da tamponare in tempi brevi, chi avrebbe dovuto provvedere a bloccare il traffico o quantomeno, a ridurrlo, se non l’amministrazione pubblica?
    Questi quattro motivi dovrebbeto bastare perché chi ci governa reciti pure lui il mea culpa (come minimo) e smorzi la tracotanza, smettendo di cavillare strunentalmente su chi ha prolungato la concessione ad Autostrade e altre amenità.

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  4. Che stonatura quegli applausi al funerali i Stato delle vittime, all’arrivo dei politici, come se lo Stato fosse immune da ogni responsabilità.
    Solo per 19 vittime sono stati celebrti i funerali di Stato, per le altre i familiari hanno rifiutato.
    Non si può dare loro torto.
    Di fronte una simile catastrofe, lo Stato non può declinare responsabilità.
    Tutti sapevano le condizioni di quel ponte, tutti coloro che dovevano asssicurare l’incolumità della gente, in primis lo Stato, sono.moralmente responsabili di quei morti.
    Ricordo, a suo tempo, come ai funerali di Falcone, le autorità dello Stato furono giustamente contestate.

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  5. Anche qui nel Parmense, ma solo ora , si sono mossi ad ispezionare i ponti sul Po ed affluenti, tutti decrepiti, divorati dalle intemperie e dal sole, uno schifo. Piloni crepati e rattoppati alla meglio, giustapposti ad altri nuovi, nessuno ad incastro, tutti poggianti, armatura d’acciaio esposte. I sindaci di Ragazzola e Viadana sono anni che protestano per il passaggio,di mezzi dal peso immane sui ponti del Po, inadeguati a sopportarne le continue vibrazioni, che crepano i piloni e le strutture portanti. Ora si daranno da fare, per un poco, poi, quando tutto sbolllirà, finirà a taralucci e vino, fino al prossimo crollo. Le vittime di un tempo, di ora, del futuro e di sempre, ringraziano sentitamente. Inoltre, mi ha dato molto fastidio il fasto dell’abbigliamento del clero officiante, a cominciare da Bagnasco, che, per me, strideva fortemente con la mestizia tragica del momento e con lo strazio dei parenti delle vittime. Semplicità e modestia mi paiono molto più adatte alla circostanza.

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