L’Italia che si sbriciola

Volevo scrivere di tutt’altro, ma leggendo la cronaca, ho appena scoperto che poco fa è crollato un ponte a Genova, un viadotto dell’autostrada A10, sul quale transitavano molte auto e non si sa quante siano le vittime.

Il ponte Morandi è precipitato per cento metri con tutto il suo carico, qualcuno ha ripreso il momento in cui l’enorme struttura crollava al suolo come un giocattolo, come un pezzo di Lego.

Orribili e devastanti immagini di un paese che si sta sbriciolando, letteralmente.

Ora, inutile prendersela con l’attuale ministro alle Infrastrutture che non ha certamente colpe, ma dobbiamo credere che ci sia stata, sinora, la necessaria attenzione? I necessari controlli?

Sappiamo bene che ultimamente la realtà  é un’altra: abolite le Province (ma non del tutto) si è creata una grande confusione su chi deve fare cosa e, purtroppo, non è il primo viadotto, ponte, cavalcavia, che crolla e, temo non sarà l’ultimo.

Mi viene da piangere al pensiero di chi sta la sotto, magari cercando di farsi strada tra le macerie, spero che lo raggiungano prestissimo e che vengano salvati tutti, ma temo che non sarà cosi e l’Italia dovrà piangere le ennesime vittime dell’incuria della politica e della dabbenaggine di chi prende provvedimenti insensati e non capisce che cosi mette a rischio la vita di molte persone.

Un priorità, un’emergenza nazionale è la messa in sicurezza del nostro territorio, devastato dal cemento. Tutti lo dicono ma nessuno lo fa. E l’ultimo governo lo farà meno degli altri.

Non possiamo e non dobbiamo costruire più nulla: siamo alla copertura quasi totale del terreno della penisola: fra un poco i costruttori vorranno costruire sui corsi d’acqua e sulle spiagge ( non sarebbe neppure una grossa novità).

Consumo del suolo: totale.

Non ci vorrebbe molto, la buona volontà di capire che siamo tutti a rischio, che molte delle nostre infrastrutture non sono manutenute a sufficienza e sono a rischio e che continuare a costruire ci mette tutti a rischio.

Chi ha la responsabilità di questo ennesimo buco nero nella manutenzione delle nostre strade, dovrebbe prendersela.

Il ministero in primis, chiunque lo guidi ora e poi Società autostrade che prende un diluvio di denari dai pedaggi e che dovrebbe prevenire queste tragedie e la politica che non tiene conto del pericolo che ci fa correre a tutti, diminuendo gli investimenti per la cura e la manutenzione del territorio e di tutto quanto ci insiste sopra compreso questo governo dello status quo che nel famoso e tanto osannato contratto non ha messso una sola virgola su questo tema, mi dimostrino il contrario e se anche l’hanno fatto, pensano a tutt’altro, blaterano di tutt’altro.Non è fatalità questa, signori, no! Per nulla: è colpa grave di chi dovrebbe impegnare molti soldi nella manutenzione stradale, delle scuole e degli edifici pubblici, delle strade e dei fiumi etc.etc. e non lo fa o non lo ha fatto.

La mia solidarietà tutta, di cuore a chi è sopravvissuto e un pensiero commosso a tutte le vittime, ignare in un ferragosto anomalo, con temporali diffusi su tutto lo stivale, ma soprattutto con l’incombenza di una politica del non fare, del temporeggiare  e del tanto blaterare che ci sta portando oltre l’orlo del burrone.

Si può fare molto, se si vuole, siamo in tempo, ancora, se vogliamo, per evitare altre vittime di questa insensata irresponsabile corsa a scaricare i barili delle colpe sul destino cinico e baro.

13 commenti su “L’Italia che si sbriciola”

  1. Ho percorso ogni tanto le autostrade che confluiscono a Genova, trafficatissime, con svincoli stretti, raggi di curvatura minimi, ripide pendenze, ponti e cavalcavie, segnaletica che ti si para davanti all’ultimo momento, e tir che appena rallenti ti assordano con le loro trombe. Quelle rare volte che mi sono trovato lì, ho avuto paura.
    Ponti e dighe sono tra la opere di ingegneria più difficili da realizzare, anche perché è fondamentale la tenuta del terreno su cui poggiano. Inoltre sono opere in calcestruzzo che col tempo si deteriorano. Per questo necessitano di continui controlli sulla struttura e di manutenzioni.
    È questo il nostro punto colpevolmente debole.

    La tragedia è immensa e spaventosa non solo per le vittime che ha fatto (al momento una ventina), ma perché fa immaginare quale sia lo stato delle nostre infrastrutture.
    Toninelli confrma che l’ente concessionario per la manutenzione era già attivato con interventi ordinari e straordinari, come da copione. Ma è tutto da verificare.
    Ora saremo tutti pronti a versare lagrime, promettere e minacciare, tutto già visto e sentito ogni volta che questo martoriato Paese deve contare le sue vittime.

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    • Si, le strutture sono tutte obsolete, ma quello che è successoo ggi è terrificante ed inspiegabile oltre che inimmaginabile, sarebbe come se fosse crollato il ponte di Brooklyn.
      Non lo vedo possibile! Da noi invece diventa possibile tutto, ormai! Io non ci sto.

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  2. Tra morti e dispersi più di trenta vittime, sfortunati che il caso ha voluto transitassero da quel ponte al momento del crollo
    Non si può morire così in un’autostrada tra le più traficate di una citta come Genova, perché lo Stato non ha provveduto a salvaguardare l’incolumità dei cittadini.
    Adesso ci sarà lo scaricabarile delle responsabilità, le promesse che non saranno mantenute, le varie forme di solidarietà, e le strumentalizzazioni politiche.
    Intanto come dice il titolo l’Italia si sbriciola.

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  3. Salvini dice chi ha sbagliato pagherà. Giusto, lapalissiano, è il minimo. Speriamo non ci si fermi alle ultime rotelline del carro.
    Però Salvini &Co, nel loro contratto di programma, questa imponente opera di controllo, monitoraggio, manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere civili e del territorio, non l’hanno nemmeno menzionata.
    Oggi sentivo parlare di censimento dei ponti: siamo ancora a questo punto?

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    • Ora inizia il solito balletto. La “nuova” politca puzza di muffa, di stantio, proprio come la “vecchia”.
      Questa tragedia annunciata è immensa se pensiamo che quel ponte era di fondamentale importanza per il traffico di tutta la nazione e non solo della città. le responsabilità del crollo diventano gigantesche. Non mi raccontino che era imprevedibile, doveva essere chiuso per essere manutenuto seriamente fino a che non ci fosse la certezza assoluta che era stato messo in sicurezza. Aspettavano il bando che si sarebbe chiuso a settembre, il ponte non ce l’ha fatta, come si dice da noi: “fin che el dotor pensa l’amalà more”. purtroppo è andata proprio cosi.
      E vorrei ringraziare tutti quanti si prodigano in queste oore per aiutare le vittime, pensare che c’è ancora gente sepolta li sotto che potrebbe uscire viva e spero che sia veramente cosi e che i soccorrittori non demordano ma sono sicura che stanno facendo tutto il possibile e l’impossibile. L’Italia si sta sbriciolando ma sono sicura che gli uomini e le donne, tutti gli addetti al soccorso, le Forze dell’Ordine i Vigili del fuoco, la Protezione civile e i volontari (se ci sono) sono tra imigliori al mondo e ci comprendo anche i nostri medici e infermieri. Almeno questo serve da piccola consolazione nelle tragedie,tante, troppe, italiane.

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  4. È impressionante come basta leggere wikipedia per capire quale pericolo costiituisse quel.ponte e come fossero state presi sottogamba i segni premonitori del disastro.
    Estraggo:
    “Il ponte fu soggetto a interventi di risanamento sin dagli anni settanta per via della fessurazione e del degrado del calcestruzzo e del creep dell’impalcato. Inoltre, per via di un’errata valutazione degli effetti di viscosità del calcestruzzo, che causò spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale, il piano viario del ponte si presentava con molteplici alti e bassi anziché orizzontale. Solo negli anni ottanta ripetute correzioni di livelletta portarono il piano viario a condizioni accettabili di semi-orizzontalità.
    (…)
    Il viadotto era ormai considerato obsoleto anche dal punto di vista della portata di traffico. Secondo lo studio della Società Autostrade sulla gronda di Genova, del 2009, il ponte portava 25,5 milioni di transiti l’anno, con un traffico quadruplicato negli ultimi 30 anni
    e “destinato a crescere,
    (…)
    Lo studio sottolineava come il volume del traffico, con code quotidiane alle ore di punta all’estremità per l’innesto sull’autostrada Serravalle, producesse “un intenso degrado della struttura sottoposta ad ingenti sollecitazioni”, con la necessità di una continua manutenzione. Lo studio ipotizzava che, nella variante della “gronda bassa”, il viadotto di Polcevera venisse demolito e sostituito da una nuova struttura poco più a nord.
    (…)
    I notevoli costi della continua manutenzione straordinaria del ponte, nel 2016 avevano portato l’ingegner Antonio Brencich (professore associato di Costruzioni in cemento armato all’Università di Genova) a sostenere che “tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo”.
    Il 3 maggio 2018 la Società Autostrade comunicava che era presente un appalto in scadenza l’11 giugno di 20 159 000 € per l’adeguamento”.

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    • Il The Guardian descrive il fatto come un’ “apocalisse” e dice che il ponte era continuamnete sotto controllo perché aveva mostrato segnali pericolosi ed era ormai sottodimensionato per il traffico che doveva supportare. Inoltre indica le cause del crollo nella mancata o superficiale manutenzione.

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  5. E vero, il nuovo governo e insediato da poco, ma non può lavarsene le mani. Oltre a quanto appurerà la magistratura per il passato remoto e prossimo e per il presente, c’è la negligenza grave, di oggi, del non aver chiuso al traffico il ponte per tempo o quantomeno di non averne limitato l’intensità. Era questo l’unico provvedimento efficace da prendere e non è stato preso.
    Chi poteva (doveva) farlo e non l’ha fatto deve pagare.
    Salvini ha proclamato che i responsabili dovranno pagare, ma che paghino tutti, nessuno escluso.
    Poi c’è la leggerezza del governo di aver dato l’ostracismo alle grandi opere, senza valutare che le vecchie sono obsolete.
    Basta questo per giudicare in che mani siamo.

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  6. Concordo con chi ha scritto che
    si poteva evitare il disastro, bastava interdire al traffico quel ponte. Un provvedimento semplice di immediata attuazione. Chi poteva farlo e non l’ha fatto è responsabile.
    Poi viene anche il resto, la cattiva o mancata manutenzione, chi ha impedito che fosse costruita una variante per ridurre il traffico di quel ponte, etc.
    Ma lo stato dell’opera era tale che si imponeva una immediata chiusura.

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  7. Sono molto colpita e affranta per questa ennesima strage ,una strage che si poteva e doveva evitare visto che da anni la situazione del ponte era accertata . Chi sono i colpevoli ? Secondo me tutti quelli che sapevano anche in parte della situazione e che non sono intervenuti ,non hanno segnalato la cosa nelle diversi sedi dal comune allo stato . Il pericolo. VA segnalato e presi immediati provvedimenti anche di protesta ,non si può morire per negligenza incuria e superficialità . Paradossalmente se vado al mare non posso fare il bagno con la bandiera rossa e se lo faccio lo stesso è una mia scelta e allora mi verrebbe da dire mettiamo una bandiera rossa in ogni posto pericoloso o che notiamo possa esserlo ( vedi anche quel bambino rimasto schiacciato da un opera d arte di ferro messa in una piazza)

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    • Si, tutto giusto, pare che quel ponte fosse stato messo più volte sotto accusa (fin dal giorno dopo l’inaugurazione) e che in molti (tutti competenti) avessero preannunciato che sarebbe finito in questo modo. Profezia purtroppo avveratasi.
      Nessuno ha voluto cogliere questi messaggi, nessuno si è voluto prendere la responsabilità di chiuderlo in tempo prima che succedesse questa enorme tragedia.
      Il progetto della bretella o “gronda” è stato molto osteggiato dagli ambientalisti ( molto dai grillini, che avevano definito una “favoletta” l’eventualità prospettata che e il ponte crollasse) per paura che deturpasse il paesaggio( e non senza ragione).
      Il governo precedente aveva previsto che i lavori sarebbero dovuti iniziare a fine di quest’anno perché il sentimento di paura che il ponte crollasse da un momento all’altro , era forte nelle Istituzioni ma nessuno, comunuque si è voluto prendere le responsabilità che gli spettavano in tempo per fermare la tragedia. E i grillini, ora, hanno rimesso tutte le grandi opere in discussione…
      Anch’io sono per non deturpare ancora l’ambiente ma ci sono delle opere che sono assolutamente necessarie per evitare che succedano tragedie come questa.
      E vanno fatte senza aspettare che si compia quanto si temeva da tempo.
      E le bandierine rosse andrebbe messe ormai su tutte le nostre strade e autostrade perché chi ci entra sappia che ha sempre meno probabilità di uscirne vivo.

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