L’ultimo leader

Mi fossi trovata a Roma all’hotel Ergife dove si è tenuta l’ennesima battaglia del Pd, durante l’ultima assemblea, avrei provato a fischiare, cosa che non mi riesce da tempo immemore. Ma  a fischiare come si fa quando si vuole contestare qualcuno di insopportabile.Le foto lo ritraggono rubizzo, scalmanato, ingrassato, sudato e senza freni inibitori. Una mezz ‘ora di insulti verso il mondo intero (non ha nominato i gufi perché ha capito che non gli portano bene) e in sala c’erano i suoi compagni di partito, quelli che lo difendono ancora e quelli che proprio non ne possono più. Alcuni tra i più sfegatati si sono alzati ad applaudire, gli altri, credo i più, rassegnati, quasi inebetiti, covavano rabbia ma niente, quasi nessuno ha profferito verbo per protestare contro quella parata di insulti che, probabilmente, non si aspettavano.

Ma Renzi ha spiazzato tutti. Si aspettavano uno con il capo cosparso di cenere? No, questo no, ma le smargiassate, forse, pensavano le avesse riposte, almeno fino a tempi migliori.

E invece no, le ha tirate fuori e le ha lucidate a puntino.

Ne ha avuto per tutti: Gentiloni, i dissidenti (la prima causa della sconfitta), i giornali, i social, i poteri dello stato deviati che volevano metterlo in cattiva luce,  la sfortuna e il malocchio che gli hanno tirato i nemici. Ma lui è candido ed innocente come un giglio. Ed ora che è diventato senatore di quel Senato che voleva abolire (ma gli è andata male) è ancora qui a rivendicare successi come se al governo ci fosse ancora lui e non quella melassa bicolore che non sappiamo dove ci porterà. E come se il pd non avesse perso quasi tutto: una Waterloo e lui un Napoleone stracotto che ora pensa che il paese è, nonostante tutto ancora con lui.

Ma quelli che fanno ancora più rabbia di lui, sono i “compagni”, quelli che sanno, che vedono, che hanno consapevolezza di dove ha portato il partito ed il paese e non protestano, anzi, quasi dicono che lui è ancora una “risorsa”.Ma quale risorsa? Uno che dice che lascia la politica per sempre se perde il referendum costituzionale e poi fa dietrofront, contrordine fratelli, rimango, contenti?

Uno che ha scalciato Letta dal suo posto con un tweet: “stai sereno”, si è preso il suo posto e lo ha lasciato solo perché ha subito una clamorosa sconfitta, uno che ha fatto patti con Berlusconi ed ha attuato politiche di destra facendo perdere un sacco di tempo prezioso ad un paese stremato dove i giovani (ormai invecchiati precocemente) non hanno prospettive, uno che non ha fatto quasi nulla di positivo ma ha solo reso i ricchi ancora più ricchi ed ha salvato le banche coi soldi dei risparmiatori.

Uno cosi vogliamo ritenerlo ancora una risorsa per il paese?

Ora siamo tutti concentrati su Salvini, l’uomo del giorno è lui, grazie anche alle sue intemerate contro i Rom e gli immigrati, ma vedremo se poi non si dimostrerà” can che abbaia” ma alla resa dei conti meno pericoloso e destabilizzante di quanto non appaia al momento. Io, almeno me lo auguro per il bene del paese.

Ma questo inquietante personaggio che tiene ancora salde le redini dell’unico partito che potrebbe contrastare la destra in ascesa, che lo tiene abbarbicato a lui come se non ci fosse nessuno altro al mondo che possa guidarlo, come se fosse l’ultimo leader sulla terra…

Ma datevi una smossa piddini, dirigenti ed elettori, ma non vedete che quello vi mena tutti per il naso?

Volete lasciarlo spadroneggiare ancora per molto? Volete lasciare che si compri i castelli? Che diriga trasmissioni Tv con la complicità del solito Berlusconi e volete che tenga bloccata la rinascita di una sinistra ormai priva di spinte valoriali ed emotive?

Io no. Non lo voglio e da ex elettrice del Pd spero che questo personaggio si trovi di meglio da fare che occupare i banchi del Parlamento a spese nostre. Me lo auguro di cuore, ne ho abbastanza di lui e delle sue continue, arroganti, insopportabili, petulanti, ridicole messinscena.

5 commenti su “L’ultimo leader”

  1. Renzi, il rottamatore, ha rottamato il partito.
    Comoda questa vulgata, quella del capro espiatorio.
    Non credo però sia esattamente così semplice.
    Occorrerebbe capire meglio la debacle del Pd, sceso improvvisamente dalle stelle di partito di governo alle stalle di unico partito, o quasi, di opposizione.
    È un’analisi che spetterebbe innanzitutto alla stessa dirigenza del Pd. Conclusa la fase della resa dei conti, delle accuse e delle difese, occorrerà che tutti i dirigenti ritrovino la lingua perduta e comincino la fase costruttiva del partito, pena la sua scomparsa.
    In attesa che ciò accada, posso fare nel merito alcune mie considerazioni sul fallimento dell’ultimo leader e la caduta in picchiata del partito.
    Cominciamo col suo errore più grave, l’aver sfidato a viso
    aperto la vecchia guardia.
    Renzi ha sottovalutato la potenza disgregatrice che gli sarebbe venuta dall’interno. Non c’è spettacolo peggiore di un partito che si concentri e si divida sulle lotte intestine e trascuri la realtà del paese.
    Secondo errore, aver voluto andare oltre i poteri specifici del governo, la riforma Costituzionale non è compito del governo, perché intestardirsi a volerla fare ponendolo come condizione irrinunciabile, pena le dimissioni?

    Altre due cause intravedo che non dipendono strettamente da lui, ma non meno importanti della altre:
    La crisi della sinistra che viene da molto lontano e che coinvolge tutta l’Europa. La sinistra ha smarrito se stessa, non ha saputo cogliere il mutamento dei tempi.

    Infine non bisogna trascurare che un partito di governo è quello che più paga in tempi di crisi. Il popolo cade preda delle facili promesse, e non dimentihiamo che abbiamo attraversato un lunghissimo tempo di crisi da cui non siamo mai realmente usciti.
    Ecco, cara Mariagrazia, al di là delle simpatie o delle antipatie per la persona, alcuni dei motivi (certo ce ne saranno altri) che mi pare abbiano determinato la fine(momentanea) di Renzi e la crisi del Pd.
    Tu ti auguri un definitivo allontanamento di Renzi dalla politica, ma ricordati che una delle conquiste maggiori della nostra Costituzione è la pluralità delle idee e la libertà personale di fare politica attiva.
    Ciao.

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    • La disgregazione dall’interno se l’è cercata proponendo ogni giorno lo stesso trito ritornello sui gufi dentro al partito che dicevano sempre no e portavano sfiga. Non è stato un errore, ha cercato e studiato a tavolino (assieme a Berlusconi) la disgregazione del Pd, era il suo fine e lo ha ottenuto.
      Già, perché interstardirsi a cambiare a Costituzione? Quando non era nemmeno compito suo? E perché personalizzare? E perché dire che se ne andava dalla politica se perdeva? E perché invece è ancora qui? Sempre per lo stesso motivo: ora che ha distrutto il Pd deve raccattare anche le macerie. Ha paura dell’Araba Fenice.
      La crisi generale non c’entra con la crisi del Pd: un partito di governo che si dichiara di sinistra quando prende posizioni di destra non può che essere mandato a casa prima possibile. Non sappiamo come sarebbe andata se Renzi avesse attuato vere politiche di sinistra (ammesso e non concesso che sappia che cosa siano).
      Renzi non è un capro espiatorio Renzi è il proprietario del partito, se n’è impossessato e non vuole cedere le chiavi a nessuno. Pronto a tornare a guidarlo dopo che avrà ristabilito pieni poteri all’interno del suo gruppo dirigente.
      Renzi ne ha fatta anche troppa politica attiva ma l’ha fatta pro domo sua; se questo è fare politica attiva allora è meglio che sia inattivo.
      Io combatterò sempre i politici fasulli come lui. L’Italia ha già pagato un prezzo altissimo e lo sta pagando ancora per avere lasciato le redini del paese in mano a personaggi da avanspettacolo come lui. Abbiamo bisogno di gente preparata e onesta, tutta la classe dirigente attuale avrebbe bisogno di essere messa sotto la lente d’ingrandimento per vederne le magagne.Purtroppo non è solo Renzi che dovrebbe farsi da parte, sono in molti che dovrebbero sparire dalla faccia della politica italiana. Ma finché ci sarano personaggi che lavorano dietro le quinte per lasciare che l’Italia sia preda di avventurieri uguali a lui per lasciare che le cose rimangano come stanno e che i ricchi si sfondino sempre di più mentre i poveri pagano anche per loro, non ci saranno speranze di migliorare la situazione attuale. Troppi uomini al comando, troppe poche donne e sempre di meno, troppa ingiustizia e troppa arroganza, ignoranza e supponenza. Il nostro futuro è nelle mani di incapaci che alla meglio ci porteranno a galleggiare in un mare di guai.
      Renzi è solo un problema tra i tanti.

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  2. Gentile Signora Gazzato,

    ho letto con traordinario piacere la Sua lettera a B. Severgnini del CdS sulla solita smargiassata di Renzi all’assemblea del PD e ne condivido pienamente il contenuto. Io non ci sono stato fisicamente, ma, leggendo le Sue righe e le Sue riflessioni mi sono sentito in quella sala, fra tanti disorientati ed opportunisti. Ma possibile che nessuno, una volta per tante, lo sbatti fuori ed il Paese se lo tolga finalmente dai piedi ?!

    Vivoo da 58 anni Germania e seguo da qui le tante tristi vicende italiane, come quella di questo Toscano, che più ancora mi rammaricano, quando penso a tante valide persone ad iniziare da Dante, alle quali questa meravigliosa Regione, culla della nostra cultura, ha dato i natali. Sie vede che madre Natura ha fatto in precedenza uno sforzo immane ed adesso sta riposandosi, per cui ultimamente vengono alla luce buffoni ed inefficienti come Renzi e Boschi, solo per citarne due. Che pena!

    Non perdo comuqnue le speranza in un’Italia migliore ed in un popolo che ha dimostrato nel corso della Storia ben altre capacità!

    E con questo, nella speranza di non averLa importunata, La saluto con stima e calabrese cordialità.

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