Saggi ortaggi

A chi gli chiedeva chi dovesse governare, Platone rispondeva che dovevano governare i filosofi, cioè i saggi.

Ora di filosofi in Italia ne abbiamo tanti, tutti hanno qualche ricetta salvifica per il paese, tutti saprebbero come fare per risolvere questo o quel problema.

Grandi frequentatori di talk-show, li chiamano, ci vanno. Alcuni molto famosi, altri meno. Uno, in particolare, un veneziano straconosciuto, piuttosto iroso è sempre a pontificare su questo o quel partito o politico.

Qualche volta ci piglia, ma, il più delle volte, ho l’impressione che faccia molto scialo di supponente cultura etico-politica ma che, stringi, stringi, non faccia che ripetere da anni un trito ritornello che suona più o meno cosi: questo non va bene, quest’altro non mi quadra, bisognerebbe essere intelligenti ma finchè si guardano tutti l’ombelico, non ne verremo fuori mai.

E ho l’impressione che a lui di “venerne fuori” non importi proprio nulla. Anzi, più ci restiamo dentro (ai problemi) e meglio è per lui. Avrà sempre l’occasione di disquisire sulla inutilità della politica e sull’incapacità dei politici di confrontarsi con l’etica. Si, ci mettono la buona volontà ma poi, alla fine, sono solo delle gran teste di …rapa e se non si mettono in testa di studiare, col peperone che li promuove.

Ma ha ragione. Gli devo dare ragione. Trovatemene uno, di saggio, in politica.

Ora, non vorrei toccare quel tasto, oggi è la vigilia della festa e sarebbe meglio non nominare certi soggetti per non rovinarcela.
Ma uno come il neo ministro dell’Interno (non faccio il nome, per carità, ormai è più famoso di Rodolfo Valentino) che cosa avrebbe del filosofo o del saggio?

Ma lui non ci tiene (né mai ci tese), anzi mi direbbe che lui parla come il popolo, agisce come il popolo e fa solo la volontà del popolo.  E veniamo all’altro saggio.

Si, avete capito, anche in questo caso non farò il nome. Ma si tratta di quello che vale uno, che sbaglia i congiuntivi ma sa stare in società Ha l’occhio vispo e il sorriso da star di Pomigliano. Si è fatto da solo (con qualche aiutino) vuole fare il ministro del lavoro ma il lavoro non sa che cosa sia.

Infatti lui vorrebbe pagare tutti perché non lavorassero. E quale filosofia migliore se non quella di Michelaccio?
Mangiare e bere e andare a spaccio? (Veramente sarebbe a spasso ma in veneto ci mettiamo due esse e non due ci, vabbeh mi sono capita da me).

L’idea però non è male e non è sua ma è il cavallo di battaglia del suo partito (con a capo un altro che mai ha timbrato cartellini). Ma un altro “saggio” (questo più saggio di lui e dell’altro) gli ha detto che i soldi non ci sono.

Non ci sono i soldi. Capito? E allora il primo saggio-filosofo  fa il populofilo e guadagna in consenso, mentre il secondo non può fare un bel niente. E finirà che litigheranno di brutto, si piglieranno a testate, i due filosofi e il governo dei filosofi populofili senza soldi finirà miseramente.

Tutte le “filosofie” finiscono per cozzare contro l’iceberg della realtà dura, nuda e cruda. Siamo indebitati oltre il collo, non possiamo fare neppure un passettino più corto del piede e questi due vorrebbero spendere e spandere?
Ma coi soldi di chi?

E allora, torniamo alla domanda iniziale: chi deve governare?

I saggi, ok ma che abbiano anche un’ infarinatura di economia altrimenti ha ragione il filosofo famoso barbuto: sono tutti delle gran teste di …rapanello. Buone solo per affettarle e farci l’nsalata.

 

10 commenti su “Saggi ortaggi”

  1. Carissima MGG, io, per i tre anni del Classico, non ho mai potuto sopportare la filosofia, soprattutto perché insegnata da un prof fascidtoide gentiliano, le cui spiegazioni mi erano incomprensibili. Non ne ho mai capito l’utilità, i meccanismi astrusi, le fila delle elucubrazioni peregrine, ad iniziare dai più antichi filosofi ellenici fino a quelli attuali e viventi. Mi sembra di trovarmi di fronte a fumosità spiralanti, proprio solo fumo senza la minima traccia di arrosto. Ho tentato, da prof, di approcciarmi ancora alla filosofia, ho desistito, è vivo bene ugualmente. Have a good Sunday, Mary Grace!

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  2. Mariagrazia,
    la filosofia è una cosa, la politica un’altra.
    L’una tende a risolvere i problemi della metafisica -chi siamo? Qual è la nostra essenza? Quale il nostro scopo? Qual è il grado di comprensione della realtà cg
    he ci circonda? E così via.
    Certo, la filosofia può anche avventurarsi nella soluzione dei problemi pratico, ma come ho detto, questa è un’avventura. Oggi la filosofia ha divuto cedere il passo alla Scienza che ha fatto progressi enormi nel campo della realtà, spingendosi fino alle origini dell’Universo.
    La politica è un’altra cosa, si interessa del governo di una società, della convivenza delle persone, delle regole che vi presiedono, delle ustituzioni di una nazione e delle relazioni tra nazione e nazione, deve risolvere problemi pratici anche se è figlia delle ideologie o essa stessa ne partorisce. Il liberalismo, il capitalismo, il.comunismo, il socialismo, il fascismo, il nazismo, l’oligopolio, le dittature, e finalmente la democrazia.

    Insomma, Filosofia, Scienza, Politica cui aggiugerei le Religioni, sono l’essenza dell’Uomo, quelle che lo distinguono da tutto il resto del creato conosciuto.

    Certo poi bisogna lottare contro le degenerazioni. Anche questo fa parte dell’attività nobile dell’Uomo e tu ne sei un bello esempio.
    Ciao.

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    • Dunque Platone ha sbagliato? Non devono governare i saggi, cioè i filosofi, cioè chi ama la conoscenza e la ricerca della verità, ma bensì chi la verità deve sapere occultarla bene e quindi devono governare i più scaltri, magari anche i violenti, gli arroganti?
      Può darsi che la filosofia sul piano pratico serva a poco ma la filosofia presiede alle idee, insegna a riflettere, a mediare a trovare quei compromessi necessari tra “il cielo e la terra” e aiuta anche a guardare oltre alla materialità e invita piuttosto a cercare la spiritualità che è in ogni uomo. Il trascendente e quello che sta oltre le cose visibili.
      Chi ci mettiamo al governo? Gli informatici? O chi pensa che con la cultura non si mangi? O chi pensa che basti spargere odio per tenere le redini di un paese? O non abbiamo bisogno piuttosto di uomini e donne ragionevoli, disposti all’ascolto, capaci di empatizzare e di provare sentimenti veri?
      L’attualità ci porta a sperare che ci siano uomini e donne che possiedano la virtù dell’ascolto e delle comprensione e che siano pronti a spendersi per la politica. Ci sono, basta volerli trovare.

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  3. Mariagrazia, sostanzialmente siamo d’accordo, infatti ho scitto:
    “Filosofia, Scienza, Politica cui aggiugerei le Religioni, sono l’essenza dell’Uomo, quelle che lo distinguono da tutto il resto del creato conosciuto”
    Il.legame che li tiene si chiami progresso.
    Però in un universo sempre più vasto e complesso (ai tempi di Platone tutto era più semplice e limitato alla stretta cerchia del mondo conosciuto e taggiungibile, e la scienza era ancora ai primordi) la specializzazione differenzia sempre più la branche dell’attività umana. Io credo che la politica oggi abbia bisogno di persone pratiche, realistiche oneste, democratiche, preparate in vari campi, economico e sociale, segnate dallo spirito di servizio e infine oneste.

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  4. Mariagrazia, hai notato le lettere maiuscole, “F”, “S”, “P”, “R”, è queste che determinano il Progresso (altra lettera maiuscola).
    All’altra tua domanda: “Le vedi tu…?”, rispondo no.
    Ma, dopo la notte dovrà pur venire il giorno.

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    • Ah…ecco è una questione di maiuscole? Basta iniziare con la maiuscola e tutto va al suo osto, come i giocattoli nella stanza dei bambini di Mary Poppins!
      Poi…io di queesta notte infinita ne avrei abbastanza. Al governo si susseguono le notti, sentinella…ect.ect.
      Però queste maiuscole mi hanno ricordato una bella canzone:

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  5. Esatto, ubi maior minor cessat.
    Ecco perché Berlusconi (accrescitivo) è sempre sulla breccia, e perché Salvini (diminuitivo) durerà poco (almeno lo spero, anzi lo
    sperone (accrescitivo), quello con cui pungola il cavallo di battaglia dello sciovinismo.

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